Due anni fa, fonti abbastanza qualificate mi raccontarono una storia.
Era una storia abbastanza interessante. Partiva dal principio che non c'é bisogno che lo Stadio e gli investimenti immobiliari fossero vicini geograficamente per rendere un'operazione possibile.
Ed era un gioco dell'oca. O un giro girotondo.
Mettiamo che a Roma c'é, oltre all'olimpico, un altro stadio che sta cadendo in rovina. Nessuno lo vuole, perché intorno non c'é nessuna possibilità di costruire nulla, a parte, forse un museo e poco altro.
Mettiamo che c'é una società di calcio che ha un presidente che ha dei terreni, a nord di Roma che vorrebbe veder fruttificare, magari modificando la destinazione d'uso. Il problema é che questa modifica é impossibile da ottenere, figuriamoci costruirci uno stadio sopra.
Mettiamo pero' che questo presidente, in quanto presidente della stessa società abbia altri terreni in possesso. Non suo personale, ma della società di cui é presidente e azionista di maggioranza. Dove sorge, magari, il centro d'allenamento della squadra. Quei terreni non hanno gli stessi vincoli che hanno i terreni a nord di Roma. Dove non é possibile costruire palazzi e torri. Ma magari, su questi terreni é possibile (ri)costruire un centro sportivo con campi da gioco e da allenamento più foresteria per una società di calcio.
Ecco, a me hanno raccontato che da tempo stanno proponendo a Lotito il gioco delle tre carte.
La ricostruzione totale del Flaminio (a me hanno anche spiegato chi metterebbe i soldi e come, ma non me lo ricordo con precisione quindi ometto), la possibilità di costruire quello che vuole sui terreni di Formello e lo spostamento del centro sportivo della Lazio sulla Tiberina.
Magari é ancora d'attualità.
p.s. Me so ricordato che avrebbe pagato tutto questo ma ometto lo stesso.