Per dire queste cose tu mi sa che ancora non hai capito come veniva gestita la Salernitana e come funziona il rapporto con la proprietà, sennò non si spiega.
Abbiamo già fatto presente che, in condizioni normali, la proprietà personale è slegata da quella d’impresa. Tanto che un percassi fino alla cessione agli americani non fa aumenti di capitali e l’Atalanta cresce per suoi meriti gestionali.
Bene, nel caso della salernitana invece, abbiamo continue trasfusioni dalla Lazio. praticamente, proporzionalmente alla dimensione, è come se la Salernitana si qualificasse ogni anno alla CL, ma quella CL è la Lazio.
Ovviamente, cambiata proporietà smette di “qualificarsi alla CL” e si ridimensiona, a prescindere dalla ricchezza personale del nuovo proprietario. Certo, Iervolino avrebbe potuto continuare a immettere soldi “stile Friedkin”, ma questo lo fanno in pochi e soprattutto non sarebbe stato un merito.
Ma non significa neppure che tale merito ci fosse prima, visto che i soldi mica ce li metteva Lotito (e no, la Lazio non è “sua”, la proprietà d’impresa differisce dalla proprietà di beni e alludere ad essa come se parlassimo del modo con cui possediamo la nostra automobile è concettualmente errato).
è del tutto evidente che avere degli introiti fissi stile qualificazione CL dà un vantaggio notevole e dunque una significativa possibilità di crescita. Farlo diventare un merito della passata proprietà ce ne vuole, io la chiamo prostituzione intellettuale (cit.), perché è sfacciatamente non un merito ma qualcosa di diverso e decisamente meno onorevole.
Tutto giusto!
Però il tifoso laziale incazzato vuole “uno coi sordi”.
Ma se i sordi li deve mettere solo per pagare a Lotito quello che Lotito vuole sia pagato, ed il resto deve venire da una sana e corretta gestione economico-finanziario-industriale, qualcosa non mi torna.
Lotito ha preso la Lazio a 20 milioni.
Con la sua gestione da trattoria la ha portata ad un valore di “alcune centinaia di milioni”. Virgolettato perché c’è chi dice 200 e chi dice 700, comunque sempre di cifre molto superiori ai 20 milioni che Lotito ha pagato 20 anni or sono (ha scontato fatture, quindi, rinunciando ad un credito, ha pagato con soldi suoi, quelli che aveva speso per eseguire dei lavori che poi non gli sono stati pagati).
Quindi è innegabile che abbia gestito discretamente ‘sta trattoria.
E pure la tabaccheria a fianco.
Che sperava di rivendere bene ma, per motivi che tutti conosciamo, ha dovuto svendere al ricco salernitano. Ma la valutazione dell’affaire Salerno andrebbe fatta considerando valore iniziale (quanto l’ha pagata), investimenti fatti (quanto la Lazio, innegabile che gli “investimenti” siano stati fatti dalla Lazio, ci ha trasferito) e valore finale (quello che in un mondo senza Gravina Lotito avrebbe potuto ricavare dalla cessione di una società di serie A).
Poi siamo tutti liberi di pensare che quei soldi non sarebbero mai rientrati nella Lazio, o invece sì. Ma, al netto di Gravina, va ammesso che la gestione della tabaccheria a fianco della trattoria sia stata molto buona. Anche per merito dell’autista di Moggi.
A me rimane il dubbio se sia meglio avere un ricco industriale, esperto come pochi di calcio perché ci ha giocato sul serio come Percassi, che gestisce senza mettere soldi né più né meno come fa Lotito, o avere un fesso americano che mette i soldi a badilate nella as per ottenere, grossomodo, gli stessi risultati della trattoria “Da Claudio, a Dio piacendo”.
Concludo questo mio enorme ot dicendo che ogni sera gli ultimi miei due pensieri sono per un prossimo annuncio di cessione della Lazio da Lotito ad un ricchissimo tifoso della Lazio e per le mie nipotine che sto crescendo insegnando loro a volare alto come le aquile.