Gli ho scritto il seguente messaggio
Caro Signore, non la conosco, ma posso dirle che, come vedo moltissimi altri, sono laziale e soprattutto antifascista, figlio di un laziale che giovane diciannovenne arruolato nella polizia ausiliaria correva da edificio ad edificio per avvisare gli ebrei dei rastrellamenti nazisti. Il tutto rischiando la sua giovane vita per gentè mai conosciuta. Quindi la prego di scusarsi per il suo atteggiamento e le sue parole, quelle sì, fasciste che si nascondono
dietro il diritto di satira, la forza del branco e il qualunquismo del garantito. Addio.