Lazioterapia

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Re:Lazioterapia
« Risposta #20 il: 28 Set 2016, 16:09 »
OT-Non conosco Porga, so che è un netter storico ma non l'ho mai inquadrato.
Per chi lo conosce, mi sa dire che tipo è?- EOT

Storico perché sulla carta d'identità non c'ha l'età ma le analisi del carbonio 14.
Comunque l'identikit assai (p)regno di particolari fatto da Vaz rende in maniera fotografica l'idea di chi sia Porga.
Re:Lazioterapia
« Risposta #21 il: 28 Set 2016, 16:12 »
OK! 2 risposte su 2 penso sia una conferma, ma vorrei ascoltare la Sua risposta.
Re:Lazioterapia
« Risposta #22 il: 28 Set 2016, 16:13 »
E' già registrata su youtube



Re:Lazioterapia
« Risposta #23 il: 29 Set 2016, 15:08 »
Proseguo qui dal topic di Lazio-Empoli.

Sono d'accordo, non esiste quasi più.
Ma non mi sembra tanto che i tifosi vogliano solo vincere, non è lì la questione.
Sono passati anni, ma mi pare che pure la Lazio di Cragnotti fosse parecchio criticata. Certo da allora il fenomeno si è aggravato.
In alcuni di noi è cambiata proprio l'impostazione mentale. Sono convinto che certi tifosi, in perfetta buona fede, non rendendosene conto, si augurano il male della propria squadra. Intendo proprio il piacere che possa andare male. E non ne farei nemmeno una questione di Lazio e Lotito, succede anche da altre parti.
Mi viene da pensare ai media: oggi tutti o quasi tendono a raccontarci la nostra squadra puntando l'attenzione sugli aspetti negativi. E questo, siccome credo poco ai filantropi o alla ripicca per questioni personali o al ricatto, me lo spiego con la logica commerciale, del dare al pubblico ciò che il pubblico vuole.
E poi boh, siamo stati contaminati anche dalla cultura americana, quella più becera intendo. C'è un piacere enorme a fare di ogni cosa o persona un oggetto di scherno, e per dirla con una parola che detesto ma che rende l'idea, se perdi sei uno sfigato.

Il tifoso si è evoluto. Per fortuna anche in positivo. Per esempio oggi c'è maggiore competenza, che in alcuni casi porta alla presunzione di saperne di più rispetto a chi nel calcio ci lavora.
Abbiamo accesso a tante partite, possiamo conoscere i giocatori prima che il DS li acquisti, abbiamo a disposizione dati, statistiche, storie degli infortuni eccetera.
C'è molta più attenzione alla tattica, nel senso che una volta avevamo la formazione dall'1 all'11 e c'era un unico modo di giocare.
Oggi parlare di pallone non è più parlare di gioco e gesti tecnici, non solo, si discute di preparazioni, di infortuni, di economia, giustizia sportiva, urbanistica, ci scanniamo per decidere se un giocatore è stato pagato troppo oppure ci auguriamo di vendere il migliore che abbiamo per avere in cambio dei soldi.

A me è sempre piaciuto il calcio di strada, anarchico; oggi pochi bambini giocano a pallone in cortile, forse è proprio il gioco in sé, quello fatto con la palla, che ha perso interesse, è passato di moda e (secondo forse) ha trovato il modo migliore per sopravvivere allargando i propri confini, facendosi contaminare.
E poi una volta era centrale il risultato sportivo. Contava la partita. L'obiettivo di una squadra era vincere le partite, o almeno avevamo l'illusione che lo fosse.
Qui però il cambiamento non nasce dai tifosi, ma da chi mette i soldi nel calcio.

Su Lotito sfondi una porca aperta, come diceva una mia ex delicatissima. Mi dispiace molto che tanti si siano fatti condizionare da lui. Non ho seguito con attenzione il topic di volerevolare. Un po' perché non mi piace la parola mediocrità, la associo istintivamente a una critica poco approfondita e originale. Comunque, qualche pagina l'ho letta.
E' vero, è triste.
Però, sai che c'è: la cosa più triste è che io, nonostante non condivida quasi niente di quello che ha scritto volerevolare, in un certo senso mi sento vicino a lui. Francamente non ho capito che cosa sta cercando, però percepisco una sofferenza, un disagio sincero. In quella che a me da esterno appare come confusione ci leggo una richiesta d'aiuto, di comprensione (o forse me la immagino, non so). Mi sento vicino a lui perché anche io sono in crisi con la Lazio.
Lotito è una persona particolare, penso che tra un po' di anni andrebbe studiato. Dico sul serio. Ha avuto un'influenza enorme su tantissime persone.

Riguardo alle prese per il culo...
Ecco, questo mi sembra ingiusto. E' molto triste, ma non mi stupisce. Nel senso che oggi è veramente difficile riconoscersi in gruppo o anche farne parte fisicamente. Condividere poi è una parola molto di moda, ma noi effettivamente non condividiamo un cazzo, se non oggetti virtuali. Ritrovarsi assieme in uno stesso luogo non è cosa di questi tempi. Certe volte mi dico che i tifosi andrebbero pagati per andare allo stadio.
L'ingiustizia a cui accennavo è che tu in un qualche modo ti lasci condizionare da chi ti dice certe cose. Cioè, io sono d'accordo con te nel trovarle sgradevoli, tristi o "innaturali", però dipende da te dare importanza alle parole degli altri. Sei tu che ti limiti, per evitare una loro reazione.
Devo fare un parallelismo. Ti chiedo di accettarlo sulla fiducia, o almeno di credere che mi interessa confrontarmi su questo argomento.
Riassumo banalizzando: siccome ci sono laziali cretini (e ci sono, sfatiamo un mito), tu permetti loro di privarti di un piacere (piccolo, grande, non importa). A me ricorda molto il meccanismo di chi dà la responsabilità a Lotito per il fatto che non riesce più ad appassionarsi alla Lazio.

In conclusione penso che l'unica maniera di "sopravvivere" è cercare di accettare le cose che non ci piacciono, il calcio è cambiato e i tifosi pure.
Lo dico perché il calcio in cui sono cresciuto è molto distante da quello di oggi, ma ho sempre il terrore di scoprirmi a pensare di essere diventato vecchio e trombone e allora preferisco affidarmi alla speranza che i giovani (demmerda), pur coi loro modi da barbari, abbiano qualcosa di buono da dare a questo mondo.

P.S. Scusa per la lunghezza.

Ti rispondo direttamente al tuo post su questo topic. In effetti ha ben inquadrato il mio topic: il mio è un grido di allarme, un grido di dolore, una sofferenza che va ben oltre il risultato di una partita o il punteggio in classifica. Ho come la sensazione che si stia imboccando una via senza ritorno, che sia in corso uno scollamento prolungato, un vero e proprio distacco tra la Lazio ed i laziali.
La Lazio di oggi è una tribuna tevere vuota, una curva semideserta e senza più un gruppo a trainarla, uno stadio che non tifa ma mormora al punto che domenica si sentivano le grida dei giocatori in campo. Questa di oggi non è la mia Lazio, non è più neanche la lontana parente della squadra piena di gioia, di passione, di colore di cui mi sono innamorato e che ho difeso, spesso unico laziale in una classe di merde, sopra ogni cosa e contro ogni cosa.
Il mio è un post d'amore e di protesta. Io ce l'ho con Lotito non tanto per chi ha o non ha comprato, quanto per aver dilaniato l'ambiente, per aver guereggiato con chiunque, per aver diviso le persone ed averle spinte lontano. Ha ragione ranx: oggi seguire la Lazio andando allo stadio o in ritiro è diventata quasi una vergogna, quasi una passione di nicchia da mormorare nei sottoscala agli amici fidati. A forza di farci la guerra stiamo abbandonando la nostra città in mano alle mer.de ed agli juventini. Ci rendiamo conto che a Lazio Juventus c'erano più juventini che Laziali?? Ecco perchè sto parlando di amore e di pancia: perchè credo che l'unico modo per provare a ricompattare l'ambiente in mancanza di novità sul fronte societario sia solo il fare leva sui sentimenti...

Offline carib

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Re:Lazioterapia
« Risposta #24 il: 29 Set 2016, 15:59 »
In mancanza di novità sul fronte societario?  :lol:

Offline carib

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Re:Lazioterapia
« Risposta #25 il: 29 Set 2016, 16:04 »
Ti rispondo direttamente al tuo post su questo topic. In effetti ha ben inquadrato il mio topic: il mio è un grido di allarme, un grido di dolore, una sofferenza che va ben oltre il risultato di una partita o il punteggio in classifica. Ho come la sensazione che si stia imboccando una via senza ritorno, che sia in corso uno scollamento prolungato, un vero e proprio distacco tra la Lazio ed i laziali.
La Lazio di oggi è una tribuna tevere vuota, una curva semideserta e senza più un gruppo a trainarla, uno stadio che non tifa ma mormora al punto che domenica si sentivano le grida dei giocatori in campo. Questa di oggi non è la mia Lazio, non è più neanche la lontana parente della squadra piena di gioia, di passione, di colore di cui mi sono innamorato e che ho difeso, spesso unico laziale in una classe di merde, sopra ogni cosa e contro ogni cosa.
Il mio è un post d'amore e di protesta. Io ce l'ho con Lotito non tanto per chi ha o non ha comprato, quanto per aver dilaniato l'ambiente, per aver guereggiato con chiunque, per aver diviso le persone ed averle spinte lontano. Ha ragione ranx: oggi seguire la Lazio andando allo stadio o in ritiro è diventata quasi una vergogna, quasi una passione di nicchia da mormorare nei sottoscala agli amici fidati. A forza di farci la guerra stiamo abbandonando la nostra città in mano alle mer.de ed agli juventini. Ci rendiamo conto che a Lazio Juventus c'erano più juventini che Laziali?? Ecco perchè sto parlando di amore e di pancia: perchè credo che l'unico modo per provare a ricompattare l'ambiente in mancanza di novità sul fronte societario sia solo il fare leva sui sentimenti...
ma parla pe' te. Se ti vergogni di andare allo stadio non vuol dire che tutti si vergognano. Se ti vergogni, ma anche solo il fatto di essere arrivato a dire una cosa una st0nzata del genere (che la gente si vergogna di dire che va allo stadio) su questo sito, dovresti prendere atto che NON SEI UN TIFOSO DELLA LAZIO  :asrm

Offline Palo

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Re:Lazioterapia
« Risposta #26 il: 30 Set 2016, 08:05 »
ma parla pe' te. Se ti vergogni di andare allo stadio non vuol dire che tutti si vergognano. Se ti vergogni, ma anche solo il fatto di essere arrivato a dire una cosa una st0nzata del genere (che la gente si vergogna di dire che va allo stadio) su questo sito, dovresti prendere atto che NON SEI UN TIFOSO DELLA LAZIO  :asrm
Sono d'accordo! Anche perché ha il suo topic pregno di negatività (e di stronzate) non venga a cacare il cazzo su un topic "pulito"!

Offline mdfn

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Re:Lazioterapia
« Risposta #27 il: 30 Set 2016, 15:20 »
Ti rispondo direttamente al tuo post su questo topic. In effetti ha ben inquadrato il mio topic: il mio è un grido di allarme, un grido di dolore, una sofferenza che va ben oltre il risultato di una partita o il punteggio in classifica. Ho come la sensazione che si stia imboccando una via senza ritorno, che sia in corso uno scollamento prolungato, un vero e proprio distacco tra la Lazio ed i laziali.
La Lazio di oggi è una tribuna tevere vuota, una curva semideserta e senza più un gruppo a trainarla, uno stadio che non tifa ma mormora al punto che domenica si sentivano le grida dei giocatori in campo. Questa di oggi non è la mia Lazio, non è più neanche la lontana parente della squadra piena di gioia, di passione, di colore di cui mi sono innamorato e che ho difeso, spesso unico laziale in una classe di merde, sopra ogni cosa e contro ogni cosa.
Il mio è un post d'amore e di protesta. Io ce l'ho con Lotito non tanto per chi ha o non ha comprato, quanto per aver dilaniato l'ambiente, per aver guereggiato con chiunque, per aver diviso le persone ed averle spinte lontano. Ha ragione ranx: oggi seguire la Lazio andando allo stadio o in ritiro è diventata quasi una vergogna, quasi una passione di nicchia da mormorare nei sottoscala agli amici fidati. A forza di farci la guerra stiamo abbandonando la nostra città in mano alle mer.de ed agli juventini. Ci rendiamo conto che a Lazio Juventus c'erano più juventini che Laziali?? Ecco perchè sto parlando di amore e di pancia: perchè credo che l'unico modo per provare a ricompattare l'ambiente in mancanza di novità sul fronte societario sia solo il fare leva sui sentimenti...

Il distacco lo vivo anch'io. Non so fare una stima di quante persone, ma a naso non mi sembrano poche. Non so le ragioni degli altri. La mia nasce da una semplice osservazione: la Lazio mi rende nervoso, ipercritico, insofferente (o più precisamente sono io che scarico il mio nervosismo sulla Lazio).
Sono i classici sintomi di chi non è più innamorato, uniti alla tendenza a razionalizzare tutto. Mi spaventa questa cosa. Anche se dentro di me non ho dubbi: vorrei il bene della Lazio, lo sento. Ma la Lazio non va come vorrei.

Su Lotito non la penso come te.
Sono abbastanza convinto che abbia interesse a dividere, però non gliene riconosco il potere. Cioè, fin dall'inizio lui ha assunto l'atteggiamento di chi dice: la Lazio è mia e decido io, tu o lo accetti oppure ne stai fuori. E' vero. Ecco, voglio dire che questo sillogismo presenta delle falle.
Innanzitutto le regole del rapporto tra la Lazio e il tifoso non le stabilisce Lotito. Ognuno di noi decide da sé, autonomamente. Ognuno è responsabile delle proprie scelte. Esempio: se Lotito mi sta sulle scatole, non dipende da Lotito, dipende da me. Quindi dico che non è Lotito a dividerci, siamo noi che ci siamo fatti dividere.
Abbiamo abboccato al bluff. E questo ha portato alla nascita di due categorie: l'antilotitiano e il lotitiano di ferro, che a mio non umile parere si rimbalzano accuse ma sostanzialmente remano dalla stessa parte. Sono entrambi dipendenti da lui, e la dipendenza gli porta potere.
Lotito non è un mio interlocutore. Non gli riconosco il ruolo di mediatore tra me e la Lazio.
E' anche una questione di linguaggio. Cioè, tu vuoi criticare e apri un topic con il titolo in latino. Ma questo è il linguaggio di Lotito.

Lo stadio vuoto. Non so se sia una situazione reversibile.
E' triste, ma forse dovremmo accettare il cambiamento nel modo di essere tifosi. Se vogliamo, non sta scritto da nessuna parte che alle partite debbano assistere dei tifosi. Anzi, il calcio nasce senza tifosi.
Boh, se stamo a invecchia'?

Sono d'accordo! Anche perché ha il suo topic pregno di negatività (e di stronzate) non venga a cacare il cazzo su un topic "pulito"!
L'ho chiamato in causa io.
 

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