La tragedia di Vincenzo Paparelli e quella perdita d'innocenza del calcio italianoLa tragedia di Vincenzo Paparelli e quella perdita d'innocenza del calcio italiano
Il 28 ottobre del 1979 all'Olimpico, un derby finito con la morte di un tifoso della Lazio colpito da un razzo lanciato dalla curva opposta
di MARCO PATUCCHI
27 ottobre 2018
Per noi “baby boomers” la scoperta della meraviglia del calcio è stata in cima ad una scala. Quei gradini di cemento grigio che abbiamo salito una domenica pomeriggio, allo stadio, con il passo incerto del bambino, stringendo la mano di un papà, di un nonno, di uno zio. Alla fine della scala ci siamo affacciati per la prima volta sul teatro dei sogni e ancora oggi ricordiamo l’emozione improvvisa per il verde smeraldo del campo, per i mille colori degli spalti, le bandiere, l’azzurro del cielo. Un tuffo al cuore.
Erano gli anni Sessanta e, fino a quella sorprendente visione, per noi il calcio era stato in bianco e nero. Le immagini della tv sbirciate mentre giocavamo con un soldatino o un’automobilina: la partita di campionato la domenica sera (rigorosamente un solo tempo), la nazionale, qualche incontro di Coppa dei Campioni. Grigio, nero, bianco.
Da quel flash multicolore è iniziato un amore infinito. Siamo diventati adolescenti, poi ragazzi, infine adulti. Ma sempre con un angolo di cuore che inizia a palpitare quando ci affacciamo in cima alla scala. I gradini che abbiamo fatto salire, mano nella mano, anche ai nostri figli. E come in un’educazione sentimentale parallela, ricordiamo perfettamente ogni passaggio di tempo. In particolare la scoperta quasi improvvisa della vita adulta.
Ecco, per un adolescente che consumava il proprio amore calcistico a Roma negli anni Settanta, la perdita dell’innocenza ha una data precisa: il 28 ottobre del 1979. Una domenica di campionato, esattamente come domani. Poco prima dell’inizio del derby un razzo sorvolò da curva a curva il prato dell’Olimpico (era ancora lo stadio senza copertura, meraviglioso palcoscenico di travertino e seggiolini verdi), una parabola accolta quasi festosamente dalle platee che allora conoscevano solo innocui fuochi d’artificio e fumogeni. Ma in fondo al viaggio di quel razzo sparato da un tifoso della Curva Sud c’era la fine di una vita. E la fine della nostra infanzia calcistica.
Insieme a Vincenzo Paparelli, il tifoso della Lazio ucciso dal razzo, moriva una favola fatta di campioni, eroi, maglie, figurine, palloni di plastica o, quasi mai, di cuoio, partite infinite con il garage come porta, immaginarie radiocronache improvvisate su un panno del Subbuteo, “risultati del solo primo tempo”, lacrime e gioie. La scoperta che il calcio non era un’enclave felice nel mare in tempesta degli anni di piombo. Il primo sospetto che la vita non sia poi così bella.
Carlo D’Amicis in "Ho visto un re", romanzo di formazione che segue il filo della passione calcistica, racconta mirabilmente un altro passaggio alla vita adulta di un tifoso della Lazio: siamo nel gennaio del 1977 e il protagonista sta andando a scuola seduto sul sedile posteriore dell’auto paterna. La sera prima il centrocampista Luciano Re Cecconi, mito indiscusso del ragazzo, è stato ucciso assurdamente da un gioielliere che lo ha scambiato per un rapinatore. Il papà non sa come comunicare al figlio la notizia e alla fine decide di gettare distrattamente sul sedile la prima pagina del giornale.
Sceso dall’auto senza dire una parola e con i “brividi che percorrono la schiena”, il ragazzo dà uno sguardo alla macchina che se ne va: “Prima della curva, da dietro il portone, vidi il mio papà scendere e togliersi gli occhiali, stringendo il naso tra le dita. Lo vidi entrare dentro una cabina, comporre il numero di casa, e poi lessi sulle labbra che diceva: ‘Meno male, non ha pianto’. Che diceva alla mia mamma: ‘Sta diventando grande’ ”. Anche il 28 ottobre di trentanove anni fa, siamo diventati tutti grandi. Ma il cuore palpita ancora quando la domenica, in cima a quelle scale, ci affacciamo sul nostro teatro dei sogni.
https://www.repubblica.it/le-storie/2018/10/27/news/la_tragedia_di_vincenzo_paparelli_e_quella_perdita_d_innocenza_del_calcio_italiano-210157353/?ref=RHPPBT-BH-I0-C4-P7-S1.4-T1Ciao Vincè.