Una delle pagine più nere del tifo in Italia.
Nera, nerissima, come quelle scritte infanganti che ancora marchiano Roma, come quel coro che ognuno di noi ha piantato nel cuore.
Vincenzo Paparelli con la sua morte ha segnato la vita di tutti noi laziali, e ci ha diviso, diviso dagli altri.
Riposa in pace
che lieve ti sia la terra
mi quoto...
avrei voluto usare parole dure... ma il rispetto che ho per questo spazio in primis, e per la memoria di Paparelli mi impediscono di andare oltre nell'invettiva.
Quoto in tutto gli interventi dell'amico porga.
Troppo a lungo abbiamo lasciato correre, troppo a lungo abbiamo consentito che questa vicenda si incarognisse...
Quel coro, quelle scritte qualificano tutta una tifoseria e ne dovevano segnare la sparizione...
altro che simpatia, altro che modello..
questi siete, un nuddu ammiscatu cu nente, ve lo voglio proprio dire... io, i Laziali, non hanno paura, non hanno mai avuto paura di voi e del vostro branco.
Siamo qui e ci resteremo per rimarcare la differenza tra civiltà e barbarie, tra umanità e bestialità, tra ciò che è indissolubilmente amore e l'odio forsennato.
Saremo qui, vi affronteremo anche da soli, ma non sperate di annientarci, mai.