nomi e dischi. così l'applauso è concreto.
tarà, ma pure dietro zarate senti puzza de moroder? perchè là me pare che te tira più de donna summer
Se ti riferivi al discorso dell'Italo Disco beh i nomi sono tanti e sparsi.
In molti studi di registrazione i turnisti, avendo fiutato l'affare sfruttavano
le drum machine e i synth disponibili e nelle ore morte buttavano giu' le tracce.
Il primo nome che mi viene in mente è quello di Stefano Pulga, un pianista che ha suonato
praticamente in meta' dei dischi italiani dei 70', da cocciante a baglioni alla berte' etc. etc.
A un certo punto con l'amico chitarrista stefano Ninzatti fonda i KANO
avvalendosi di un cantante di colore.
La loro i'm ready era tra i breakdancers newyorkesi uno dei brani-prova per le esibizioni.
Poi con Another Life fecero il botto, sopratutto in nordeuropa.
Un altro artigiano geniale è stato Alexander Robotnick, ovvero Maurizio Dami, new waver fiorentino famoso sopratutto per Problemes d'amour, brano culto per il trio di belleville, ovvero juan atkins derrick may e kevin saunderson, ovvero gli inventori della techno.
Gli M.B.O cioe' davide piatto con la voce di rossana casale, altri sperimentatori elettronici famosi per il capolavoro Dirty talk.
La cosa fica dell'italo disco era l'unione tra suoni elettronici e quel mood spensierato e anti-drammatico proprio
del belpaese (fusione che si ripetera' felicemente anche per l'italo-house).
Gli italos erano come dei new order completamente privi di quel pathos plumbeo, di quel senso di morte che aleggiava in britannia.
I suoni erano duri ma la melodia alla fine vinceva sempre.
Prendi un pezzo come Chinese revenge di Koto: groove assassino e loop ipnotici ma la soluzione
è sempre il giro di tastiera che apre alla solarita'.
Con l'approdo al successo la italo disco diventa inesorabilmente pop e commerciale: si pensi ai vari
baltimora gazebo ryan paris den harrow sandy marton.
Molti di questi tra l'altro mettevano solo la voce, e a volte neanche quella (Den harrow è un esempio)
ma solo il personaggio che poi serviva per i video.
Come forse anche è il caso della mia italo preferita Valerie Dore, ovvero monica stucchi che in compagnia del produttore roberto gasparini hanno sfornato singoli di pregio, e si vociferava che la vera voce fosse di una corista e la monica mettesse solo il fisico i costumi medievali e le mossette da gatta morta.
Insomma i nomi che giravano sono stati molteplici e la grande maggioranza ha avuto fortuna per lo spazio
di uno o due singoli.
Ma era un mercato che rendeva, sopratutto all'estero, perche' colmava il vuoto lasciato dalla disco-music tradizionale, ormai agonizzante dall'81 circa fino almeno all'85.
Diciamo dall'84 fino all'88 (cioe' la mia adolescenza) in discoteca c'era il vero meltin pot.
Potevi ascoltare e ballare l'ultima italo-disco, il techno pop inglese, il primo rap, certe cose dance-soul-pop alla swing out sister piuttosto che i simply red, anche certa new-wave piu' danzereccia.
Nell'88 arriva la house (io avevo la tessera del life 85, primo storico locale di house a roma vicino p.le clodio)
e la storia cambia per sempre.