Questo signore lo ammirai in concerto da tredicenne. Eravamo all'aperto e all'improvviso prese a soffiare un vento inusuale. Era settembre, era inopinabile un vento così forte. Gli spartiti finirono per aria e non dimenticherò mai il suo sguardo dietro gli occhiali che li seguiva attento e rassegnato. Cantò e suonò senza spartiti, il mio Claudio. Mi sa che l'ho già postata, ma a volte ritornano. Io ci credo ancora negli zingari felici.