Una delle cose buone dello stare malconcio tra le mura domestiche è il surfare tra ciò che è stato, rollando onde che in trasparenza rivelano schegge e frammenti dimenticati. Il mare dell'intrattenimento è la grande cultura pop che mi ha allevato.
That's entertainment.
Avevamo pochi libri in casa e non abbiamo mai detto che era una giustificazione. Lo
capivamo. Forse ci siamo aggrappati con più forza alle sensazioni del momento, perché una vita passa anche attraverso una Fiat 131, uno zio eccentrico e una luce che non c'è più. Ma è vita solo a due condizioni: che vada oltre, che sappia da dove viene.
Ma qui si parla di musica, that's entertainment. E allora scendo a prendere un caffè notturno con me stesso, ricordandomi ancora che certe fitte al cuore provano soltanto che sei vivo, mica che eri migliore.
Scusi, da che parte è l'uscita?
Guardi che ha sbagliato ingresso, si entra di là. Se non è entrato, come fa a uscire?
Ah.
Eh.
Le canzoni hanno odori, sapori, colori. E non sono mai ricordi, ma semplicemte ciò che potresti essere.
Agrumi, asfalto dolciastro e ferroso di sangue, sudore, paura, prati, smog, ferrovia, tramontana, gomma, urina, fumo, saliva, pioggia, giugno, pelle. Che vita sarebbe senza tutto questo?
Con le gambe incollate ai sedili di pelle. Fuori le cicale e l'odore del cloro.
Mettiamo in moto.
(Ringrazio per lo spunto un bellissimo topic sul forum del Mucchio Selvaggio, dedicato al power pop; sfogliandolo ho ritrovato tutta 'sta roba, sepolta tra scaffali, scatoloni, traslochi e pigrizia. E chi ci pensava più? O meglio, sono cose che sento talmente mie, il midollo spinale della mia adolescenza, che neanche pensavo più di ascoltarle).
Annie (e Dave).
O mamma mia.
Che meraviglia.
Questa è talmente qui, adesso, che decido di andarmene io. Pezzo della vita, pezzo di vita.
Nick che giocava a fare Van.
Se metto questa, mi dice dove è l'ingresso?
Ok, ho capito.
Un'ultima cosa. Un po' mi vergogno... Ma in che anno siamo?