con questo vi potete sbizzarrire a trovare generi e definizioni e piccoli assaggini sonori.
http://techno.org/electronic-music-guide/
Ecco. Ottimo.
Grazie Warp.
Allora, mia impressione, mi sembra una buona mappa per chi, come me, ha bisogno di orientarsi tra le varie "etichette", molto spesso "finte", buone solo per mettere il cappello su qualcosa di "nuovo".
Poi vabbè, ognuno classifica a modo suo: voglio dire, trovare Schulze e i Tang come esempio di "Ambient" a me fa un po' ridere.
Ringrazio tutti per la lista degli imperdibili dell'elettronica.
Ma, questione di definizioni personali, di tutti i dischi che riconosco nella lista (non sono tanti, ahimè) ben pochi li classificherei come "elettronica". Direi piuttosto: "sperimentale", "avant garde", "space music", "electropop", "disco", "dj-disco", etc.
Quindi, automaticamente, mi sento di dire che la mia definizione non collima col sentire comune, che per me mette troppe cose sotto il tappeto "electro".
Io, al contrario, tendo a escludere, a togliere roba.
Esempio scemo: Madonna che canticchia attraverso un vocoder fa elettronica? Per molti si, abbastanza, per me no, assolutamente.
Io escluderei tutte le produzioni in cui si infila, anche pesantemente, l'elettronica a mo' di facile orpello trendy per dare respiro e "futuro" a generi e sensibilità diversi e abbastanza codificati di per loro stessi.
Mi rendo anche conto che a forza di escludere forse la "mia" elettronica potrebbe diventare un insieme vuoto, e infatti la maggior parte degli artisti di mia conoscenza citati in questo topic, per me, non sono "elettronica".
Ma se parlo così, vuol dire che ho in mente, anche se confusamente, un'idea di "elettronico sentire", di poetica del genere.
La butto lì:
Definirei "elettronica" un genere che fa uso esclusivo (facciamo 90%) di strumenti e FX elettronici suonati (meglio se programmati, meglio ancora se in maniera "stupida") con sensibilità "elettronica", ovvero "robotica" (non "aliena", altrimenti si va più verso la "space", imho) e non aventi come obbiettivo il divertimento (canto, ballo, relax) degli umanoidi, se non come accidentale effetto collaterale su una, presumo piccola, percentuale di disturbati.
Insomma, artificialità pervasiva e orgogliosa della propria artificialità.
Qualcuno ci si riconosce?
C'è qualcosa di questo tipo? Forse qualcosa dei Kraftwerk nel periodo aureo (da "Radioactivitaet" fino a "Mensch Maschine"). Ecco, la macchina umana, ma anche la macchina da sola, per me fanno elettronica.
Chi altro oltre a questi Kraftwerk?
Io l'avevo scritto che NandoViola ci aveva messo in un bel casino
...
Per quanto mi riguarda l'elettronica esula dalla forma canzone del pop/rock, è strumentale oppure usa voci campionate, e mi accorgo che così facendo andrei ad escludere per esempio gente come i Kraftwerk e quindi qualcosa evidentemente non torna.
D'altra parte ci sono quelli che per me sono dei capisaldi tipo i primi Tangerine Dream o Klaus Schulze per i quali la definizione "elettronica" indica più un'attitudine loro o una forma mentale dell'ascoltatore, le loro strumentazioni agli esordi erano tutt'alpiù elettroacustiche, trappole modificate da loro molto lontane dai sintetizzatori che sarebbero arrivati qualche anno più tardi.
mi trovo d'accordo con molte di queste affermazioni.
Pensiamo alla parabola dei Kraftwerk, cui il genere deve tantissimo, che è anche (molto) una parabola tecnologica: "sperimentali" e "avant garde" fino a R&F. Poi più puramente electro (no-dance) con "Autobahn" e "R-A". "TEE" è un ibrido, di "MM" ho già detto, poi di fatto si codifica la "techno-disco" con "Electric Café" dopo essere passati da un altro ibrido come "Computerwelt" (the robots would go techno).
Bel casino, difficile definire il genere.
Ma direi, in finale, anche sticazzi delle definizioni