Emo 1991-1997

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Emo 1991-1997
« il: 24 Mar 2025, 16:58 »
Grazie a una pausa particolarmente lunga al lavoro apro questo nuovo topic su un genere musicale che mi sta particolarmente a cuore,  in quanto  riporta ai miei vent'anni e alla passione per la musica, ascoltata suonata e vissuta.
Facciamo subito chiarezza sulla terminologia: dal 1997 circa in poi il termine EMO ha assunto significati molto diversi da quello che  è stato nel decennio precedente. La musica, l'attitudine, la sottocultura (poi divenuta mainstream) emo degli anni 2000 fino ad oggi sono totalmente
diverse da quello che noi designavamo con quel termine negli anni 90'. Per cui non parleremo di My chemical romance o 30 Seconds to mars.
Il periodo preso in esame qui è quello della cosiddetta seconda ondata emo, ovvero dal 91' al 97', con un accenno anche ovviamente al primo periodo
e alla nascita del genere.

E' stato l'emo degli anni 90' un fenomeno musicale particolarmente rilevante?
La risposta è no, non più di tante altre sottocorrenti che in quel decennio hanno tenuto in vita il rock'n'roll prima di staccare la spina col nuovo  millennio.
Il noise rock, lo slowcore, il post rock, il math rock e tutte le varie ibridazioni reciproche sono  state altrettanto importanti.
Quello che distingue l'emo, insieme al post hardcore (di cui è di fatto una propaggine al punto che alcune band possono rientrare tranquillamente in entrambe le categorie) è che è stato un movimento dal basso, fatto di piccole etichette autogestite, stampa in proprio e distribuzioni in mailorder,
tour autorganizzati col furgone, e una miriade di gruppi di adolescenti che si formavano e si scioglievano delle volte nell'arco di uno o due anni o addirittura una manciata di mesi.
Nessuna band emo anni 90' è nata con lo scopo di diventare famosa o di firmare con una major, l'impulso era semplicemente quello  di esprimersi direttamente, senza delegare alla band mainstream mtv di turno, e senza dover imparare sui libri a suonare lo strumento.
Tutto quindi, nella perfetta etica diy del punk hc americano.

Ma in cosa allora l'Emo è stato diverso dall'hardcore punk?
La stessa cosa se la chiedevano gli originatori del movimento, come Ian Mc kaye, che sosteneva che anche l'hardcore brutale di prima era "emozionale" e che quindi il termine non aveva senso.
Per comodità però poi tale etichetta si è rivelata utile per definire una sorta di perimetro, sebbene dai confini labili e soggetto a ibridazioni di vario tipo.

Per capirlo dunque dobbiamo andare al 1984 e ai prodromi di tutta la faccenda.
Uno dei tanti gruppi hc americani, uno tra l'altro sotto etichetta SST (quella gloriosa dei Black Flag), gli Husker Du da Minneapolis, rilasciano Zen arcade, doppio lp, che stravolge un po le regole dell'Hardcore.
Il suono è sempre duro, violento, tagliato, però per la prima volta l'approccio tende a essere melodico e introspettivo, sopratutto nei testi, che affrontano problematiche personali e sguardi interiori al posto dei soliti clichè politici e/o machisti.
Zen Arcade è una pietra miliare per tutta una serie di derivazioni (tra cui incredibilmente anche lo shoegaze britannico) ed è anche il proto-emo per eccellenza.


Zen Arcade è un qualcosa di  nuovissimo ma allo stesso tempo porta con sè degli elementi, per quanto rimodulati e stravolti, della tradizione "rock".

Il primo vero disco classificato come Emo arriva l'anno dopo da Washington DC.
E' meno bello, meno vario, più ossessivo e morboso, ma anche più originale nella sua monocromaticità.

1985.
Una delle scene più floride e importanti della scena HC è stata senza dubbio quella di Washington DC, città di origine dei Bad brains e dei Minor Threat,  due tra i gruppi più importanti.
Ed è qui che nel 1985 avviene la cosiddetta Summer revolution, ovvero una presa di posizione netta contro la misoginia, la violenza, la parte intrinsecamente  macho e para-fascista della scena.
Un gruppo in particolare, i Rites of spring di Guy Picciotto, iniziano a suonare hardcore miscelandolo a trame melodiche, testi introspettivi, spesso melanconici e poetici.
Rispetto agli HD sono un passo indietro ma anche due avanti.


La summer revolution dura un paio d'anni: Rites of spring, gli Embrace di Ian Mc kaye, Dag Nasty, Gray matter, Beefeater.
Gruppi dal suono moderatamente innovativo, ma di fatto ancora pienamente dentro agli stilemi classici dell'hardcore.
Il seme però è stato gettato, e germinerà abbondantemente negli anni a seguire in ogni dove in america.

Dal 1987 al 1991 di Emo non si sentirà più parlare: nel frattempo sta germinando la transizione del rock alternativo verso il mainstream dei 90'.
Tutto il grunge di Seattle, il crossover di RHCP e Jane's addiction, i Pixies, i Sonic Youth.
L'hardcore e il punk sembrano già vecchissimi, mentre i gruppi che si sono in qualche modo evoluti iniziano a essere chiamati post-hardcore.
Il gruppo post-hardcore che in questo iato di fine anni 80' traghetterà la corrente emo alla sua esplosione sono i Fugazi, formati da ex membri di Rites of
Spring ed Embrace.
Chi è arrivato fin qua credo sappia già dell'importanza di questa band fantastica, quindi credo non sia interessante soffermarvisi più di tanto.
Basti dire che i 2 ep di esordio, l'omonimo Fugazi e il successivo Margin walker gettano le fondamenta del suono a venire: mentre a Seattle si ripesca
l'hard rock e lo si ibrida col punk e il post punk a Washington DC si sperimenta con suoni angolari, ritmi spezzati, tensioni quiet/loud e una candida
sincerità sui sentimenti, i dubbi, la rabbia anche politica e l'intransigenza verso il music business.
La miriade di gruppi emo che nasceranno come fiori spontanei partono più o meno tutti da qua, a volte non musicalmente, ma come spirito e attitudine sì.




Re:Emo 1991-1997
« Risposta #1 il: 24 Mar 2025, 17:07 »
1991 - 1997

Da qui in poi parlerò delle varie scene delle varie città o stati USA, secondo la loro importanza oggettiva, ma anche secondo i miei gusti personali.
Tra i pionieri della seconda ondata emo si deve iniziare dai newjerseyani Native Nod, poco più che adolescente band dei fratelli Danny e Chris Leo.
Quest'ultimo darà vita qualche anno dopo ai The Van Pelt, di cui si parlerà più avanti.


Altra band importante nell'evoluzione del post hc in Emo sono i Moss icon da Annapolis Maryland, attivi dal 1986.
Il disco da ascoltare in questo caso è Lyburnum Wits End Liberation Fly del 1994.




Split Lip da Indianapolis (poi divenuti Chamberlain) su Doghouse records Il disco è For The Love Of The Wounded.



Un gruppo assolutamente importante ma che personalmente non mi ha mai fatto impazzire sono stati i Cap'n'Jazz dallo stato Illinois, tra i primi
a raccogliere l'eredità fugaziana e virarla verso la melodia.

Altro gruppo cardine: i californiani Jawbreaker. Il loro emo risente della tradizone punk melodica di Orange County ed è un po il trait d'union
con i gruppi punk revival della Lookout o della stessa Fat Wreck.
Il disco più importante è sicuramente l'esordio Bivouac (1992) ma il loro capolavoro è sassolutamente Dear you del 1995.


Seattle.

Se proprio si dovesse scegliere una band rappresentativa di tutto l'emo anni 90' sarebbe sicuramente Sunny day real estate.
Proprio nel cuore del movimento grunge i SDRE mettono a fuoco l'equilibrio perfetto tra strutture angolari, dinamiche quiet/loud
arpeggi malinconici e la voce torturata e romanticissima di Jeremy Enigk.
Il primo Diary del 1994, sebbene non qualitativamente omogeneo contiene due singoli che hanno rischiato di fare il botto, visto che sono passati anche
in rotazione su MTV.
Seven e sopratutto In Circles hanno quell'hook melodico e quell'allure da anthem che hanno sicuramente avvicinato un pubblico più ampio al genere.


Ma se proprio si dovesse scegliere IL disco emo per eccellenza sarebbe il secondo, omonimo, detto anche Pink album per via della copertina-pantone.
Qui i ragazzi si intorcinano in strutture sempre più arrovellate (prendendo anche dagli Slint e dal post rock) ma sempre a seguire melodie torturate
e luminescenti al tempo stesso. Uno dei pochi, forse l'unico vero, capolavoro Emo.


Dopo questo disco si sciogono, anche perchè Dave Grohl gli scippa la sezione ritmica, una delle più geniali degli anni 90', ovvero Nate Mendel al basso e
William Goldsmith alla batteria, e ci farà l'ossatura dei mediocri Foo Fighters.

to be continued...
 

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