Emo 1991-1997

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Emo 1991-1997
« il: 24 Mar 2025, 16:58 »
Grazie a una pausa particolarmente lunga al lavoro apro questo nuovo topic su un genere musicale che mi sta particolarmente a cuore,  in quanto  riporta ai miei vent'anni e alla passione per la musica, ascoltata suonata e vissuta.
Facciamo subito chiarezza sulla terminologia: dal 1997 circa in poi il termine EMO ha assunto significati molto diversi da quello che  è stato nel decennio precedente. La musica, l'attitudine, la sottocultura (poi divenuta mainstream) emo degli anni 2000 fino ad oggi sono totalmente
diverse da quello che noi designavamo con quel termine negli anni 90'. Per cui non parleremo di My chemical romance o 30 Seconds to mars.
Il periodo preso in esame qui è quello della cosiddetta seconda ondata emo, ovvero dal 91' al 97', con un accenno anche ovviamente al primo periodo
e alla nascita del genere.

E' stato l'emo degli anni 90' un fenomeno musicale particolarmente rilevante?
La risposta è no, non più di tante altre sottocorrenti che in quel decennio hanno tenuto in vita il rock'n'roll prima di staccare la spina col nuovo  millennio.
Il noise rock, lo slowcore, il post rock, il math rock e tutte le varie ibridazioni reciproche sono  state altrettanto importanti.
Quello che distingue l'emo, insieme al post hardcore (di cui è di fatto una propaggine al punto che alcune band possono rientrare tranquillamente in entrambe le categorie) è che è stato un movimento dal basso, fatto di piccole etichette autogestite, stampa in proprio e distribuzioni in mailorder,
tour autorganizzati col furgone, e una miriade di gruppi di adolescenti che si formavano e si scioglievano delle volte nell'arco di uno o due anni o addirittura una manciata di mesi.
Nessuna band emo anni 90' è nata con lo scopo di diventare famosa o di firmare con una major, l'impulso era semplicemente quello  di esprimersi direttamente, senza delegare alla band mainstream mtv di turno, e senza dover imparare sui libri a suonare lo strumento.
Tutto quindi, nella perfetta etica diy del punk hc americano.

Ma in cosa allora l'Emo è stato diverso dall'hardcore punk?
La stessa cosa se la chiedevano gli originatori del movimento, come Ian Mc kaye, che sosteneva che anche l'hardcore brutale di prima era "emozionale" e che quindi il termine non aveva senso.
Per comodità però poi tale etichetta si è rivelata utile per definire una sorta di perimetro, sebbene dai confini labili e soggetto a ibridazioni di vario tipo.

Per capirlo dunque dobbiamo andare al 1984 e ai prodromi di tutta la faccenda.
Uno dei tanti gruppi hc americani, uno tra l'altro sotto etichetta SST (quella gloriosa dei Black Flag), gli Husker Du da Minneapolis, rilasciano Zen arcade, doppio lp, che stravolge un po le regole dell'Hardcore.
Il suono è sempre duro, violento, tagliato, però per la prima volta l'approccio tende a essere melodico e introspettivo, sopratutto nei testi, che affrontano problematiche personali e sguardi interiori al posto dei soliti clichè politici e/o machisti.
Zen Arcade è una pietra miliare per tutta una serie di derivazioni (tra cui incredibilmente anche lo shoegaze britannico) ed è anche il proto-emo per eccellenza.


Zen Arcade è un qualcosa di  nuovissimo ma allo stesso tempo porta con sè degli elementi, per quanto rimodulati e stravolti, della tradizione "rock".

Il primo vero disco classificato come Emo arriva l'anno dopo da Washington DC.
E' meno bello, meno vario, più ossessivo e morboso, ma anche più originale nella sua monocromaticità.

1985.
Una delle scene più floride e importanti della scena HC è stata senza dubbio quella di Washington DC, città di origine dei Bad brains e dei Minor Threat,  due tra i gruppi più importanti.
Ed è qui che nel 1985 avviene la cosiddetta Summer revolution, ovvero una presa di posizione netta contro la misoginia, la violenza, la parte intrinsecamente  macho e para-fascista della scena.
Un gruppo in particolare, i Rites of spring di Guy Picciotto, iniziano a suonare hardcore miscelandolo a trame melodiche, testi introspettivi, spesso melanconici e poetici.
Rispetto agli HD sono un passo indietro ma anche due avanti.


La summer revolution dura un paio d'anni: Rites of spring, gli Embrace di Ian Mc kaye, Dag Nasty, Gray matter, Beefeater.
Gruppi dal suono moderatamente innovativo, ma di fatto ancora pienamente dentro agli stilemi classici dell'hardcore.
Il seme però è stato gettato, e germinerà abbondantemente negli anni a seguire in ogni dove in america.

Dal 1987 al 1991 di Emo non si sentirà più parlare: nel frattempo sta germinando la transizione del rock alternativo verso il mainstream dei 90'.
Tutto il grunge di Seattle, il crossover di RHCP e Jane's addiction, i Pixies, i Sonic Youth.
L'hardcore e il punk sembrano già vecchissimi, mentre i gruppi che si sono in qualche modo evoluti iniziano a essere chiamati post-hardcore.
Il gruppo post-hardcore che in questo iato di fine anni 80' traghetterà la corrente emo alla sua esplosione sono i Fugazi, formati da ex membri di Rites of
Spring ed Embrace.
Chi è arrivato fin qua credo sappia già dell'importanza di questa band fantastica, quindi credo non sia interessante soffermarvisi più di tanto.
Basti dire che i 2 ep di esordio, l'omonimo Fugazi e il successivo Margin walker gettano le fondamenta del suono a venire: mentre a Seattle si ripesca
l'hard rock e lo si ibrida col punk e il post punk a Washington DC si sperimenta con suoni angolari, ritmi spezzati, tensioni quiet/loud e una candida
sincerità sui sentimenti, i dubbi, la rabbia anche politica e l'intransigenza verso il music business.
La miriade di gruppi emo che nasceranno come fiori spontanei partono più o meno tutti da qua, a volte non musicalmente, ma come spirito e attitudine sì.




Re:Emo 1991-1997
« Risposta #1 il: 24 Mar 2025, 17:07 »
1991 - 1997

Da qui in poi parlerò delle varie scene delle varie città o stati USA, secondo la loro importanza oggettiva, ma anche secondo i miei gusti personali.
Tra i pionieri della seconda ondata emo si deve iniziare dai newjerseyani Native Nod, poco più che adolescente band dei fratelli Danny e Chris Leo.
Quest'ultimo darà vita qualche anno dopo ai The Van Pelt, di cui si parlerà più avanti.


Altra band importante nell'evoluzione del post hc in Emo sono i Moss icon da Annapolis Maryland, attivi dal 1986.
Il disco da ascoltare in questo caso è Lyburnum Wits End Liberation Fly del 1994.




Split Lip da Indianapolis (poi divenuti Chamberlain) su Doghouse records Il disco è For The Love Of The Wounded.



Un gruppo assolutamente importante ma che personalmente non mi ha mai fatto impazzire sono stati i Cap'n'Jazz dallo stato Illinois, tra i primi
a raccogliere l'eredità fugaziana e virarla verso la melodia.

Altro gruppo cardine: i californiani Jawbreaker. Il loro emo risente della tradizone punk melodica di Orange County ed è un po il trait d'union
con i gruppi punk revival della Lookout o della stessa Fat Wreck.
Il disco più importante è sicuramente l'esordio Bivouac (1992) ma il loro capolavoro è sassolutamente Dear you del 1995.


Seattle.

Se proprio si dovesse scegliere una band rappresentativa di tutto l'emo anni 90' sarebbe sicuramente Sunny day real estate.
Proprio nel cuore del movimento grunge i SDRE mettono a fuoco l'equilibrio perfetto tra strutture angolari, dinamiche quiet/loud
arpeggi malinconici e la voce torturata e romanticissima di Jeremy Enigk.
Il primo Diary del 1994, sebbene non qualitativamente omogeneo contiene due singoli che hanno rischiato di fare il botto, visto che sono passati anche
in rotazione su MTV.
Seven e sopratutto In Circles hanno quell'hook melodico e quell'allure da anthem che hanno sicuramente avvicinato un pubblico più ampio al genere.


Ma se proprio si dovesse scegliere IL disco emo per eccellenza sarebbe il secondo, omonimo, detto anche Pink album per via della copertina-pantone.
Qui i ragazzi si intorcinano in strutture sempre più arrovellate (prendendo anche dagli Slint e dal post rock) ma sempre a seguire melodie torturate
e luminescenti al tempo stesso. Uno dei pochi, forse l'unico vero, capolavoro Emo.


Dopo questo disco si sciogono, anche perchè Dave Grohl gli scippa la sezione ritmica, una delle più geniali degli anni 90', ovvero Nate Mendel al basso e
William Goldsmith alla batteria, e ci farà l'ossatura dei mediocri Foo Fighters.

to be continued...

Offline Fiammetta

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Re:Emo 1991-1997
« Risposta #2 il: 07 Mag 2025, 18:30 »
 :clap: :clap: :clap:
Bravo Kelly e grazie mille. Me li bevo i tuoi post sulla musica, sono bellissimi.

Offline vaz

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Re:Emo 1991-1997
« Risposta #3 il: 07 Mag 2025, 18:41 »
Che ne pensi dei Texas is the reason e degli Still Life?
Re:Emo 1991-1997
« Risposta #4 il: 07 Mag 2025, 19:44 »
:clap: :clap: :clap:
Bravo Kelly e grazie mille. Me li bevo i tuoi post sulla musica, sono bellissimi.

Ah vabbe ma allora se a qualcuno interessa continuo  :love:.

Che ne pensi dei Texas is the reason e degli Still Life?

Va bene continuiamo da qui.

Dunque i Texas is the reason sono stati tra i gruppi più popolari del genere, loro erano di NY e venivano dalle ceneri degli Shelter, band hardcore hare-krishna.
Sono stati accomunati al cosiddetto midwest emo, ovvero gruppi come Braid, The Promise ring, Get up kids e Boy's life, per citare i più famosi.
Riconosco la qualità e l'importanza di questa sottocorrente emo, però personalmente a me non è mai piaciuta, troppo pop, educata e con reminiscenze di classic rock.
Il bello dell'emo anni 90' per me è il contrasto tra violenza del suono e sincerità emozionale.

Per dare un'idea a chi volesse approfondire però posto un paio di video:

l'omonimo EP dei TITR (1995) almeno più punky dell'album successivo


il primo dei Get up Kids (1997)


Senza dimenticare gli originatori della scena midwest ovvero i Capitan Jazz
qui in un live del 95'


Offline vaz

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Re:Emo 1991-1997
« Risposta #5 il: 07 Mag 2025, 20:00 »

Riconosco la qualità e l'importanza di questa sottocorrente emo, però personalmente a me non è mai piaciuta, troppo pop, educata e con reminiscenze di classic rock.
Il bello dell'emo anni 90' per me è il contrasto tra violenza del suono e sincerità emozionale.


d'accordo, è curioso perchè forse un paio di settimane fa stavo parlando proprio di questo con un mio amico.

io ricordo di essermi accostato al genere con gli Heroin
Re:Emo 1991-1997
« Risposta #6 il: 07 Mag 2025, 20:10 »
Diverso il discorso per i californiani Still Life, considerati tra i prime movers della seconda ondata emo.


Non sono tra i miei preferiti in assoluto, ma appartengono a quel filone che è rimasto ancorato alla rabbia e alla crudezza dell'hardcore.

Come per esempio i newjerseyani Policy of three


o sempre dal New Jersey i cervellotici RYE Coalition, che in questa cavalcata di 8 minuti passano da trame metalliche a incastri arpeggiati devianti e psichedelici




Re:Emo 1991-1997
« Risposta #7 il: 07 Mag 2025, 20:15 »
d'accordo, è curioso perchè forse un paio di settimane fa stavo parlando proprio di questo con un mio amico.

io ricordo di essermi accostato al genere con gli Heroin

E qui mi dai modo di parlare di una scena, quella di San Diego, che è stata una delle più originali in assoluto. Prima di arrivare agli Heroin e al cosiddetto "Screamo"
bisogna parlare di un gruppo tra i più importanti e influenti, i Drive like Jehu.

Alla prossima puntata...

Offline Fiammetta

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Re:Emo 1991-1997
« Risposta #8 il: 08 Mag 2025, 11:42 »
Ah vabbe ma allora se a qualcuno interessa continuo  :love:.


Non azzardarti a smettere. Per una che ha lacune tecniche paurose ma un amore sviscerato per la musica come me, i tuoi post sono necessari. Io mi incanto proprio e nel contempo mi sento una nullità, ma ci sono abituata quindi non fa niente.  :DD Mi raccomando, continua. :luv:
Re:Emo 1991-1997
« Risposta #9 il: 08 Mag 2025, 14:50 »
Non azzardarti a smettere. Per una che ha lacune tecniche paurose ma un amore sviscerato per la musica come me, i tuoi post sono necessari. Io mi incanto proprio e nel contempo mi sento una nullità, ma ci sono abituata quindi non fa niente.  :DD Mi raccomando, continua. :luv:

Nullità non direi proprio, vista la competenza che emerge dalle puntate di Romanzo Musicale...  ;)

E comunque qui si tratta di nerditudine pura che avrei meglio fatto a riservare a qualcosa di più redditizio nella vita... ma comunque...
Nei 90's , quindi nell'era pre-web mi sono trovato quasi per caso a condividere album di importazione spesso in qualche decina di copie con un nugolo di 100/150 appassionati massimo in tutta Roma, e ognuno di questi o quasi aveva uno o più gruppi. parleremo anche di Roma... ma torniamo a San Diego.

Gli Heroin diceva Vaz, e appunto la scena di San Diego è stata una delle più creative ma allo stesso tempo ostiche. Qui il confine tra emo e post-hardcore è molto labile.
Si tratta di una musica difficile, dura, spigolosa, nevrotica, estrema.
Ma rispetto a tutte le altre musiche estreme, penso ai avri black, death, grind metal, dark industrial e chi più ne ha, l'emo post hc non ha avuto nessun culto o mitologia o ideologia particolari, niente dress code o make up particolari, come si evince anche dai video live erano tutti ragazzi vestiti "normali" e che per la maggior parte hanno vissuto poi vite normali.
Il principio ispiratore è sempre stato l'immediatezza, la sincerità emozionale, e , sopratutto nelle liriche, la vita reale, anche se spesso la vita inconscia, che se vogliamo è ancora più reale.

E quindi questi due kids, Matt Anderson e Ron Johnson fondano la Gravity records anno 1991 e anche la loro band, gli Heroin, che inaugura il cosiddetto genere Screamo, ovvero un emo molto poco melodico e zero cantato: la rabbia il dolore le emozioni usciranno in forma di urlo.

questo il loro secondo 7 pollici del 1992


Dalle ceneri degli Heroin nasceranno diverse band.
Le migliori sono :

i morbosi e contortissimi Antioch Arrow


e gli altrettanto incompromissori Clikatat Ikatowi di cui in via eccezionale posterò il live di un mese fa, ovvero loro "vecchi" (oddio cinquantenni diciamo  :=)))


includo anche gli osticissimi Angel Hair nel loro ep del 94'




Re:Emo 1991-1997
« Risposta #10 il: 08 Mag 2025, 15:05 »
...ma il gruppo più importante a livello musicale di San Diego sono stati appunti i Drive like Jehu.
Partiti come una versione californiana dei Fugazi se ne sono quasi subito discostati non tanto a livello di suono che è molto simile, quanto nella struttura dei pezzi, totalmente erratica e asimmetrica, là dove i Fugazi facevano della precisione e della concisione, della simmetria se vogliamo, una delle caratteristiche fondanti. Sopratutto i DLJ specie nel primo album passavano senza soluzione di continuità da spigoli dissonanti ad aperture melodiche improvvise apparentemente senza filo conduttore.


I DLJ nascono per volontà di Rick Froberg alla voce e John Reis alla chitarra, già pionieri nei Pitchfork a fine 80'. Reis attiverà a breve anche i leggendari e divertentissimi Rocket from the crypt, dedicandosi finalmente a fare musica estroversa e allegra.
Ma prima i Drive like Jehu rilasciano il loro secondo album, il capolavoro YANK CRIME sulla potente major Interscope records (!)
Lo metto qui per intero, ma suggerisco per chi non ha la pazienza di ascoltarlo tutto di andare all'ultima traccia ovvero minuto 44:05 e godersi l'epopea di Sinews, che in 13 minuti viaggia dal post rock allo slowcore al math rock alle dissonanze più estreme. Un capolavoro nel capolavoro.


Re:Emo 1991-1997
« Risposta #11 il: 08 Mag 2025, 16:21 »
Una delle maggiori influenze per gli emo kids americani dei 90's sono stati... gli Smiths!
ragazzini cresciuti a pane, skateboard e hardcore punk, che però non riuscivano a riconoscersi
totalmente nei machos alla Henry Rollins o nei predicatori pazzi alla Jello Biafra.
Morrissey invece per la prima volta offriva un modello in cui rivedersi, qualcuno che parlava di timidezza
ansia solitudine, sentirsi esclusi e nel contempo innamorati.

E qui vengo a tre gruppi, anzi tre DISCHI che sono tra i miei preferiti in assoluto e che posseggo in vinile originale nonostante un paio di essi hanno raggiunto quotazioni intorno alle svariate centinaia di euro.
In comune hanno la melodia, una certa malinconia, e sopratutto un romanticismo introverso e delicato.

I primi del lotto vengono da Denver, Colorado. Si chiamano Christie Front Drive.
Tra il 93 e il 95 rilasciano diversi ep e 7 pollici poi raggruppati nel postumo Anthology, e fin qui è un emo di ordinaria amministrazione.
L'unico vero e proprio album di studio arriva, su Caulfield records nel 97', a fine corsa, è omonimo, ma tutti lo chiameranno, seguendo il riferimento della copertina, "STEREO".
Per me è uno dei dieci dischi Emo da avere assolutamente.


Se nei Christie front drive la discendenza dai Sunny day real estate è appena visibile, nel caso dei Mineral da Austin, Texas la somiglianza è smaccata: suonano praticamente uguali (sopratutto la voce).
Ma se nel primo The power of failing la carenza di idee rende il tutto piatto e già sentito
nel successivo Endserenading l'ispirazione è alle stelle e il viaggio, per chi naviga nel mood nostalgico
e strappabudella, è dolcissimo.


Terzo disco del lotto è l'unico disco  di un gruppo che è durato ... lo spazio di un disco appunto (si sono riformati qualche anno fa ma è completamente un'altra storia)
Broken hearts are blue (che nome!) dal Michigan e il disco "The truth about love".
Qui siamo ai confini di certo indie rock, ma il suono è molto lo fi e lo spleen è totalmente emo, diretto, sincero e senza pudore.


Re:Emo 1991-1997
« Risposta #12 il: 08 Mag 2025, 16:49 »
Sebbene la filosofia Emo fosse decisamente anti-machista, la quasi totalità delle band emo fu
composta da musicisti e cantanti maschi.
L'eccezione che conferma la regola sono stati i Rainer Maria da madison, Wisconsin.
Due ragazzi e una ragazza, la leader, Caithlin De Marrais.
Scelsero il nome Rainer Maria giocando sull'ambiguità tra il nome del poeta romantico tedesco
e il fatto che, troncato del cognome, suonasse come un'entità femminile.
Il loro disco più riuscito Look now look again arriva un po tardi, nel 99'.
Questo live del 97' però gli rende giustizia.

Offline hafssol

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Re:Emo 1991-1997
« Risposta #13 il: 08 Mag 2025, 17:34 »
Ecco, avendo seguito in quegli anni abbastanza marginalmente la scena, invece i Rainer Maria sono stati tra quelli che mi è capitato di intercettare di più.
Forse perché in un certo senso più "pop" (virgolette d'obbligo) o perché a un certo punto avevano attratto attenzioni in ambito indie e post-rock.

Allo stesso modo, devo ammettere di aver sentito molto più vicini alle mie corde quelli della "seconda ondata", che giustamente riferisci a per quanto lontane influenze degli Smiths, Sunny Day Real Estate e Broken Hearts in particolare.

Comunque in generale all'epoca emo(core) aveva tutt'altro senso rispetto a quello assunto poco dopo; anzi proprio come definizione riecheggiava ovviamente l'hardcore, andando di pari passo con lo slowcore che stava nascendo all'incirca nello stesso periodo.

Curioso poi come oggi il lascito di alcune di quelle band stia tornando ad affiorare in maniera sotterranea, soprattutto in produzioni casalinghe, come veicolo d'espressione immediato e liberatorio.

Gran bel topic, un'occasione per recuperare e soprattutto scoprire una scena che all'epoca non seguii con attenzione particolare  :clap:
Re:Emo 1991-1997
« Risposta #14 il: 08 Mag 2025, 17:50 »

Comunque in generale all'epoca emo(core) aveva tutt'altro senso rispetto a quello assunto poco dopo; anzi proprio come definizione riecheggiava ovviamente l'hardcore, andando di pari passo con lo slowcore che stava nascendo all'incirca nello stesso periodo.


Esatto. E ti ringrazio per l'apprezzamento.
Lo slow core meriterebbe un topic a parte, come il post-math rock.

Prima di fermarmi oggi (per fortuna a lavoro ncera ncazzo da fa  :beer:) vado con gli ultimi 3 video da yt.
Premessa: alcuni siti annoverano tra le liste  emo due gruppi che per me non sono mai emo.
Sto parlando dei Weezer e dei Jimmy eat world.
Due gruppi superbombasticoni che suonano troppo bene e troppo massicci per essere emo.
Poi personalmente gli Weezer col loro retrogusto sixties sono anche tollerabili, i JEW per i miei gusti
NO: quelle accelerate in stile Epitaph in mezzo a riffoni pseudometal non ci siamo proprio.

Faccio invece un breve accenno a tre gruppi che amo alla follia che non possono definirsi emo, perchè sono oltre, hanno sviluppato uno stile troppo originale.
E però tutti e 3 o vengono dall'emo o hanno incorporato elementi emo nel loro suono.

Il primo di questi (tra l'altro suonano proprio stasera al Monk) sono i leggendari Karate da Boston.
Di base avrebbero potuto suonare anche jazz (vengono da scuole jazz) ma hanno iniziato suonando una sorta di slowcore alla Codeine (dovremmo aprire qui un altro post come dicevamo con Haffsol) mescolato a traiettorie fugaziane, però lente e col suono di chitarra pulito.
Nel primo album, l'omonimo Karate del 95' è chiaramente avvertibile lo spirito emo dell'epoca.
Qui però nello split con gli hardcorissimi Crownhate Ruin tirano fuori the ultimate slowcore/emo song.


Altro gruppo che ha radici piantatissime nell'emo sono i The Van Pelt, il cui leader Chris Leo
era tra i fondatori, appena quindicenne, dei seminali Native Nod, di cui già si è parlato sopra.
I Van Pelt faranno due dischi di indie rock molto belli, sopratutto il dolcissimo Sultans of sentiment
ma il primo Stealing from our favorite thieves è il perfetto prototipo di indie/emo ed è anch'esso un mezzo capolavoro, grazie alle trame chitarristiche originali e allo stile "narrativo" quasi spoken word di Chris.
C' è tutta la differenza del mondo coi gruppi patinati del midwest emo, piatti e banali.
Qui il sangue scorre vero...


Chiudo la parentesi con un gruppo che è tra i miei 3 preferiti di sempre e ovunque.
Unwound da Olympia Washington iniziano a fine 80' come gruppo hc punk feroce e dissonante.
Poi però mettono in mezzo alla ricetta Fugazi, Sonic youth, pattern ritmici sghembi, noise furioso e... melodie emo. Sono un trio, Justin alla voce, Vern al basso e Sara Lund batterista fenomenale.
I dischi sono tutti fantastici.
Qui metto un brano dal secondo New Plastic Ideas, che è già oltre l'emo, ma ancora c'è dentro.

Offline hafssol

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Re:Emo 1991-1997
« Risposta #15 il: 09 Mag 2025, 19:44 »
Altro gruppo che ha radici piantatissime nell'emo sono i The Van Pelt

Eh niente, mi hai fatto ricordare anche i Van Pelt, che non ascolterò da almeno vent'anni, ma che all'epoca erano un piccolo culto; da parte mia devo dire in particolare con Sultans of Sentiment, perché in fondo sono sempre stato un po' romantico.

Non avrei invece legato all'emo gli Unwound, i cui caratteri noise erano invece preponderanti, ma in effetti punti di connessione ci sono senz'altro. Idem per i Karate, che amai molto soprattutto ai tempi di The Bed Is In The Ocean; loro più intellettuali, introversi e rallentati, forse in un certo senso più repressi rispetto a tanti loro colleghi ma anche nel loro caso quella matrice non è affatto assente.

Allargando il discorso, e fermo restando che le definizioni lasciano sempre il tempo che trovano e non individuano musica a compartimenti stagni, la matrice emo si può ritrovare anche in molti dei gruppi di Lousville, dai rumorosissimi Rodan a, per me soprattutto, nei grandissimi June of 44.
Mentre per me meno coinvolgente è stata la declinazione dei vari Appleseed Cast e degli altri gruppi che ruotarono intorno alla Deep Elm a fine 90/primi 2000.

Dello slowcore, vabbé, sono pronto a parlarne fino allo sfinimento... ammesso che possa mai stancarmene!
Re:Emo 1991-1997
« Risposta #16 il: 10 Mag 2025, 12:26 »
Eh niente, mi hai fatto ricordare anche i Van Pelt, che non ascolterò da almeno vent'anni, ma che all'epoca erano un piccolo culto; da parte mia devo dire in particolare con Sultans of Sentiment, perché in fondo sono sempre stato un po' romantico.

Non avrei invece legato all'emo gli Unwound, i cui caratteri noise erano invece preponderanti, ma in effetti punti di connessione ci sono senz'altro. Idem per i Karate, che amai molto soprattutto ai tempi di The Bed Is In The Ocean; loro più intellettuali, introversi e rallentati, forse in un certo senso più repressi rispetto a tanti loro colleghi ma anche nel loro caso quella matrice non è affatto assente.

Allargando il discorso, e fermo restando che le definizioni lasciano sempre il tempo che trovano e non individuano musica a compartimenti stagni, la matrice emo si può ritrovare anche in molti dei gruppi di Lousville, dai rumorosissimi Rodan a, per me soprattutto, nei grandissimi June of 44.
Mentre per me meno coinvolgente è stata la declinazione dei vari Appleseed Cast e degli altri gruppi che ruotarono intorno alla Deep Elm a fine 90/primi 2000.

Dello slowcore, vabbé, sono pronto a parlarne fino allo sfinimento... ammesso che possa mai stancarmene!

ehhh caro Hafssol, chi non ha amato Sultans of sentiment?
pensa che ospitammo metà della band a casa della mia ragazza di allora quando vennero a suonare
al csoa ex snia, anno di grazia credo 97 o forse 98'!
Poi lui (Chris Leo) come credo saprai, ha continuato con i The Lapse, ovvero lui e la sua girlfriend Toko Yasuda (che era prima la fidanzata di Simone dei Blonde Redhead, e nel disco che ho postato c'è una canzone dedicata a questo fatto). Due dischi molto beli, sopratutto il primo. Poi mise un altro gruppo che aveva un po esaurito la benza.

Della connessione dell'emo con lo slowcore e col post-math ne parleremo più avanti, ora invece mi dai l'occasione per parlare brevemente della Deep Elm.
Se avrai notato nel primo post di questo topic ho chiarito perchè secondo me (e mi pare che tu sia d'accordo) il "vero" EMO sia quello dell'intervallo temporale 91-97, e di come dopo il genere sia mutato (male) nell'abbraccio col mainstream.
La Deep Elm , etichetta nata a NY col proposito di dare spazio ad artisti emo senza contratto, si è ritrovata invece a rappresentare un pò la terza ondata, quella sbiadita e annacquata.
La serie di compilation Emo Diaries in 12 volumi fotografa questo passaggio e sinceramente a parte qualche sporadico episodio è trascurabilissima tranne il primo volume del 1997, che invece
è da paura ed è un must have per qualsiasi appassionato emo.
Qui persino la canzone dei Jimmy eat world è gradevole, anche se sono i gruppi sconosciuti a offrire le prove mgliori.
Forse appunto questa comp è stata il canto del cigno del genere Emo.

 

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