Italo disco!

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Italo disco!
« il: 26 Ott 2017, 04:42 »
Sono reduce da una settimana di autoindottrinamento su questo singolare caso della musica pop e, superate le resistenze iniziali, mi si è aperto un mondo.
Per chi già non lo sapesse, nella prima metà degli anni 80 in Italia si decide di fare in proprio la musica disco anziché importarla. E come era accaduto per gli spaghetti-western, l'italo-disco si rivela ben più innovativa, più avanti coi tempi rispetto alla produzione angloamericana.
Era successo che un certo Giorgio Moroder, l'"inventore" di Donna Summer per capirci, aveva pensato, già nel 1977, di far entrare la musica elettronica in discoteca. "I Feel Love" vi dice niente? E poi lo splendido, seminale album  "From Here to Eternity" con tanto di baffo spaziale in copertina.Da lì inizia una produzione sterminata di musica disco nostrana, spesso destinata a raggiungere i primi posti delle charts di tutto il mondo.
Si dirà: è monnezza, e vengono subito in mente i Righeira, Gazebo, "Gioca Jouer"... ed in parte è vero, ma solo in parte, perché pur restando nell'ambito della italo-disco più commerciale esistono perle come questa:
Ma oltre alla produzione più smaccatamente commerciale esiste parallelamente una produzione underground, destinata sì alle discoteche ma non alle classifiche. È lì che si annidano i veri capolavori.
A cominciare dall'ipnotica e straniante "Dirty Talk" che avrebbe furoreggiato nei club underground di Chicago...
...passando per la visionaria "Cybernetic Love"...
...per arrivare a quello che sul web è pressoché unanimemente considerato il più grande brano di italo-disco di sempre:
E di pezzi di questo livello ce ne sono centinaia, quasi totalmente misconosciuti. Come spesso succede, nemo proprietà in patria: altrove acclamata, venerata, da noi sembra che ci si vergogni a ricordare i fasti di quella italo-disco che, nel suo genere, fu un movimento al vertice di innovazione e creatività in tutto il mondo.
Qualche altro italo-disco-addicted qui in giro? 8) 8) 8)


Offline Warp

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Re:Italo disco!
« Risposta #1 il: 26 Ott 2017, 09:23 »
Ci sono 2 cose che amo di Internet; che puoi ritrovare tutto anche le peggiori pu.ttanate e che i motori di ricerca aiutano noi arteriosclerotici
Qui se n'era già parlato  :pp :beer:

http://www.lazio.net/forum/let-the-good-times-roll/l'italo-disco/msg980100/#msg980100
Re:Italo disco!
« Risposta #2 il: 26 Ott 2017, 17:11 »
Abbravi!
Appena ho un pò di tempo arrivo...
Intanto 

Automat - The Rise,The Advance,The Genus (1978)


Offline pan

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Re:Italo disco!
« Risposta #3 il: 26 Ott 2017, 18:08 »
giuliano in my heart ma... quanti anni hai? :)
Re:Italo disco!
« Risposta #4 il: 26 Ott 2017, 18:50 »
@Warp: hai ragione e chiedo scusa per non essermi accorto dell'esistenza di un altro topic aperto anni fa. Chiedo anche scusa nei confronti dell'admin, se del caso cancelli o accorpi il topic aperto da me

@Meanwhile: che hai tirato fuori! Gli Automat! Tutto il disco del 1978 è stato inciso usando una tastiera Elka MCS70 MONOFONICA sviluppata apposta per essere usata in questo album. Un cult inarrivabile:

@pan: 44 anni, purtroppo :(
Re:Italo disco!
« Risposta #5 il: 26 Ott 2017, 19:01 »
Non sono un esperto, ma un curioso interessato. Un pò di questa roba ha retto benissimo il passare del tempo. E molti di questi oscuri 12"/LP adesso valgono delle cifre.
Forse, insieme al progressive nostrano, il genere di musica italiana più apprezzato e collezionato oltrefrontiera. E da noi è ormai pressochè sconosciuto, l'intellighenzia da sempre schifa la disco.

Easy Going - Fear

Re:Italo disco!
« Risposta #6 il: 26 Ott 2017, 20:02 »
Appena trovo il tempo mi vado a rileggere il vecchio topic aperto da warp, vedo che tanti video sono stati rimossi da YT, vanno refreshati.
Ora probabilmente dico una cavolata, ma l'italo-disco presto divenne uno stile vero e proprio, non necessariamente associato a una produzione o a produttori italiani, e nelle tante liste di genere stilate su discogs.com si trovano alla voce italo produzioni canadesi francesi o comunque da ogni dove, sapete dirmi se è corretto?
Re:Italo disco!
« Risposta #7 il: 26 Ott 2017, 20:05 »
Ne metto un altro, mi interessa il versante più cupo e meno commerciale possibile, per molti versi parallelo a certa cosiddetta cold-dark-wave dello stesso periodo

Decadance - On And On (Fears Keep On) 1983 Proto Records

Offline pan

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Re:Italo disco!
« Risposta #8 il: 26 Ott 2017, 20:50 »
ah sei grandicello giuliano. scusami pensavo ti soffermassi solo su Moroder quindi credevo fossi un ragazzino che non lo conoscesse e fossi rimasto incuriosito. pardon!
Re:Italo disco!
« Risposta #9 il: 26 Ott 2017, 21:19 »
Ne metto un altro, mi interessa il versante più cupo e meno commerciale possibile, per molti versi parallelo a certa cosiddetta cold-dark-wave dello stesso periodo

Decadance - On And On (Fears Keep On) 1983 Proto Records

Il bellissimo brano che hai postato dimostra che il confine tra disco e wave è spesso assai labile.

Rilancio con un altro brano super-dark e assolutamente anticommerciale, che IMHO sfiora il capolavoro

Offline Warp

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Re:Italo disco!
« Risposta #10 il: 26 Ott 2017, 21:35 »
Appena trovo il tempo mi vado a rileggere il vecchio topic aperto da warp, vedo che tanti video sono stati rimossi da YT, vanno refreshati.
Ora probabilmente dico una cavolata, ma l'italo-disco presto divenne uno stile vero e proprio, non necessariamente associato a una produzione o a produttori italiani, e nelle tante liste di genere stilate su discogs.com si trovano alla voce italo produzioni canadesi francesi o comunque da ogni dove, sapete dirmi se è corretto?

No hai ragione, ci sono (o ci sono stati) attualmente tanti produttori italo non italiani.
Attualmente credo sia un genere ancora con un seguito consistente in russia, giappone, i soliti crucchi e il belgio.

Anche l'america sta riscoprendo queste sonorità con la variante definita Fashwave/Trumpwave (youtube ne porta molti esempi).
E' stata anche ripresa una vecchia hit minore italo: Shadilay di P.E.P.E. e riletta in chiave Trumpiana dalla cosiddetta Alt-Right americana con questa rana (che non a caso si chiama pepe the frog) che pare essere il nuovo simbolo dell'estrema destra americana e della sorta di parodia di religione denominata KEK

Mi rendo conto che certa roba soprattutto in questi giorni potrebbe dare adito a ....quindi ci tengo a precisare che qui si parla DI MUSICA e che quello che si vede e di sente in quei video NON lo condivido nella manieta più assoluta
E per questo non metto link a nessun video, chi vuole se li cerchi, non è difficile.

Offline Warp

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Re:Italo disco!
« Risposta #11 il: 26 Ott 2017, 21:46 »
Il bellissimo brano che hai postato dimostra che il confine tra disco e wave è spesso assai labile.

forse a livello ritmico, ma i 2 generi nascono con finalità e con pubblico assolutamente all'opposto.
la disco (anche italo) nasce esclusivamente per le discoteche, non a caso i singoli avevano scarsissima reperibilità al di fuori delle negozi di settore ed i produttori erano per lo più sconosciuti o pseudonimi di musicisti impegnati in altri generi musicali
La wave nasce da altre istane e solo successivamente con la nascita delle discoteche goth (in italia chiamate dark) o comunque dedicate all'indie si scopre il formato 12 pollici e la versione remixata.

Per capire la totale estraneità dei generi basti considerare che la disco ha prodotto il suo meglio su singolo o su 12 pollici, la wave  annovera i suoi classici prevalentemente su LP e non sui singoli  (cosi al volo oltre Love will tear us apart e bela lugosi is dead non ricordo pezzi usciti solo su singoli in ambito wave ma sicuramente ce ne sono altri)
Re:Italo disco!
« Risposta #12 il: 26 Ott 2017, 22:36 »
@giuliano: bello il pezzo di amin-peck, non conoscevo, grazie... domani vedo cosa ho ancora archiviato da qualche parte.. posta posta sono curioso..

@warp: sì hai ragione ma è innegabile che alcuni brani italo fossero apprezzati dal pubblico della wave e dalle poche discoteche "alternative" dell'epoca (per es. il mio riferimento l'aleph di gabicce mare) così come alcuni 12" wave finivano tranquillamente nella scaletta delle "disco", anche quelle più classiche.
il pezzo dei decadance l'ho trovato su un paio di blog di quelli che scavano nelle produzioni wave più oscure.
e, ma qui vado un attimo OT, c'è una marea di wave uscita solo su singolo magari perchè il gruppo non è mai arrivato all'album, e c'è un bel mucchietto di perle preziose in mezzo secondo me.
Re:Italo disco!
« Risposta #13 il: 27 Ott 2017, 01:34 »
@giuliano: bello il pezzo di amin-peck, non conoscevo, grazie... domani vedo cosa ho ancora archiviato da qualche parte.. posta posta sono curioso..

A gentile richiesta :) e sempre restando nel territorio più gotico dell'italo-disco trovo interessanti i Fockewulf 190

Tutt'altro genere, ma il chorus è letteralmente meraviglioso

Infine questa, che più che un'orgia è una vera e propria gang-bang di sintetizzatori
Re:Italo disco!
« Risposta #14 il: 27 Ott 2017, 11:45 »
Per capire la totale estraneità dei generi basti considerare che la disco ha prodotto il suo meglio su singolo o su 12 pollici, la wave  annovera i suoi classici prevalentemente su LP e non sui singoli  (cosi al volo oltre Love will tear us apart e bela lugosi is dead non ricordo pezzi usciti solo su singoli in ambito wave ma sicuramente ce ne sono altri)

Ce ne sono diversi altri.
A partire dall'83' in poi si sono cominciati a stampare singoli in 12 pollici ( in UK ovviamente )
apposta per far ballare i gotici nei loro club.
A memoria ricordo Pagan love song dei Virgin Prunes e Deliverance dei Mission.
Oggi tra l'altro dovrebbero essere rarità.
Re:Italo disco!
« Risposta #15 il: 27 Ott 2017, 19:58 »
A gentile richiesta :) e sempre restando nel territorio più gotico dell'italo-disco trovo interessanti i Fockewulf 190


Ah! Fockewulf.. era uno dei pezzi che avrei messo io tra un pò... ottimo
Allora, io rischio di andare fuori tema, dato che da autentico vecchio ho vissuto in prima persona la stagione disco fine '70 e il periodo che mi interessa davvero è quello, con una fulminazione per la deriva elettronica moroderiana.
Quindi propongo questo, disco italiana del 79, quando l'italo-disco non era ancora classificato come tale

Tantra - Hills Of Katmandu (12" Jürgen Koppers Mix) 1979

Offline Warp

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Re:Italo disco!
« Risposta #16 il: 27 Ott 2017, 20:00 »
Si certo ce ne sono molti ma io intendo dire che dovessi fare una top 50 wave penso ci  sarebbero 45 Lp e 5 singoli piu o meno.Dovessi farlo per la disco o ancora di più la Italo disco credo che il rapporto sarebbe esattamente il contrario e questo per le diverse finalità dei 2 generi. Poi certo dall'82/83 con la "commercializzazione " di molta musica cosiddetta new wave (sarebbe meglio dire synth pop) i legami si sono avvicinati sposansosi alla ebm alla hi-energy la electro la darkwave coldwave, calderoni spesso indistinguibili tra loro fino alla techno e alla Italo disco degli anni 90/00: l'electroclash.
Ma onestamente queste micro parroçhiette che vari blog aggregano, tutti figli della teoria della coda lunga lasciano un po il tempo che trovano perchè una cosa è il vecchio crate digging dove si andava a provare e comprare dopo aver cercato a volte per anni un singolo o un lp altro è lo shuffle di Youtube dove tutte queste cosiddette pepite vengono sciorinate a gratisse in un magma indistinto di fatto svilendo tutto a mera foga enciclopedica.
Sono brutti tempi signori
Re:Italo disco!
« Risposta #17 il: 28 Ott 2017, 11:48 »
Alle origini dell'italo-disco..

Kano - I'm Ready (12" Mix)


Kano - It's A War (Promo LP Mix) (HD) 1980 ♬

Re:Italo disco!
« Risposta #18 il: 28 Ott 2017, 11:52 »
Il vecchio topic di warp era presto andato in caciara mi pare, mi sono permesso di ripescare questo bel contributo di kelly slater

@kellyslater.. intervento professionale, ma scrivi da qualche parte o sei in qualche maniera un addetto ai lavori?

Oh ecco, bene, il reup mi da occasione per fare un po di storia.
Il 12 luglio 1979 allo stadio di baseball di Chicago, si tiene un incontro tra i White Sox e i Detroit Tigers.
Prima dell'incontro pero' si tiene un happening di matrice para-fascista.
I tifosi erano stati invitati a portare quante piu' possibili copie di vinili disco-music, per poterne
fare una pila e bruciarli.
L'evento simboleggia il rifiuto americano di una musica e una cultura fondata sul ballo, sulla musica nera
e gay, sulla cultura edonista della discoteca, con annessi sessuali e di droga.
All'alba del nuovo decennio la new wave, l'heavy metal e il techno-pop inglese oltre al solito classic rock, dominano le classifiche americane ed europee, e di disco music ce n'e' sempre meno, se ne produce molto poca.
Eppure la domanda per una musica facile, ma ritmica, adatta esclusivamente al ballo, è ancora moto forte, sopratutto nell'enorme mercato europeo non anglofono.

E qui entrano in scena gli italiani.
Session-man affermati o oscuri, disc-jockey a corto di hits, produttori di musica italiana in crisi di vendite ed esordienti vocalist, anche stranieri in cerca di occupazione si mettono al lavoro, nelle ore morte di studio, oppure in cantine attrezzate, e artigianalmente iniziano a confezionare prodotti fatti in casa, cosi' come la tecnologia a quel punto permetteva.
Drum-machine, un paio di sintetizzatori, qualche riverbero e delay e tanta fantasia.
Qual'e' l'intuizione fondamentale degli artisti Italo?
Estremizzare la lezione di padre Giorgio Moroder: fare la disco con le macchine in sequenza.
Se pero' Moroder da i I feel love in poi attua questa modalita' produttiva avendo bene in mente
il linguaggio disco, come derivato dal soul e dal funky, e di fatto compie opera di travestimento
su una materia tradizionale, gli italiani finiscono per inventare un linguaggio del tutto nuovo, che aggira
la soulfulness della black music astraendone solo i meccanismi ritmici e, come un ritorno ai Kraftwerk, de-funkizzandoli e facendoli sposare al contrario con l'innato senso tricolore della melodia leggera.

Il risultato è straniante ed eccitante al tempo stesso.
La tensione minacciosa dei pattern di DM e basso synth viene risolta da  linee di tastiera dal suono gelido ma dalle armonie accattivanti, cosi' come la linea vocale, pop nella verione italiana, ovvero senza dolore.

La differenza col synth-pop inglese è abissale, perche' gli inglesi, pur con le stesse macchine e procedure produttive, esprimono un mood molto diverso, conflittuale, tipico dell'era new-wave, e sopratutto rimangono
nell'ambito discorsivo della struttura canzone.
Gli italiani, che pure fanno canzoni, pensano alla pista da ballo, non all'ascoltatore da cameretta, e quindi pensano al loop e alla serialita' della ripetizione.
Non è un caso che i tre di Belleville, ovvero Juan Atkins, Derrick May e Kevin Saunderson, all'epoca adolescenti dj della borghesia nera americana, all'inizio degli ottanta, non avendo piu' dischi Disco da mettere alle feste si comprano la roba italiana in importazione e si intrippano di brutto, al punto che qualche anno dopo inventano, giustappunto, la Techno.


All'inizio degli 80, anche i neri americani hanno ripudiato la disco, e stanno iniziando a ricostruire la loro identita' musicale attraverso il nascente hip-hop, genere che porta alla ribalta la strada, il ghetto, ma anche
il machismo smarrito in anni 70 di gay-disco e droghe forti.
A Chicago pero' la comunita' gay nera è forte e ancora ha tanta voglia di ballare.
Anche qui, nei club, accanto al funky sintetico di commodores e cameo, e alla hi-nrg di philadelphia
cominciano a passare i pezzi italiani, e la gente va in visibilio.
Nasce la House Music.

Tra i gruppi osannati dai chicoagani ce n'e' uno che, ironia della sorte, è formato
da due tra i session man responsabili di gran parte della musica italiana anni 70, ovvero stefano
pulga e luciano ninzatti, i cui credit sono all'epoca praticamente ovunque: dalla nannini a bennato
da cocciante alla berte' e cosi' via.
Prima coi Pink Project i due realizzano una sorta di mash-up ante litteram tra mammagamma di alan parsons
e another brick dei pink floyd, po iniziano a sfornare 12 pollici a nome Kano
 




Ci sarebbe poi da parlare dell'influenza Italo sulla scena elettronica francese 95-05 ma c'e' tempo...
Re:Italo disco!
« Risposta #19 il: 28 Ott 2017, 16:27 »
'Lectric Workers - Robot Is Systematic (1982)

 

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