Oh ecco, bene, il reup mi da occasione per fare un po di storia.
Il 12 luglio 1979 allo stadio di baseball di Chicago, si tiene un incontro tra i White Sox e i Detroit Tigers.
Prima dell'incontro pero' si tiene un happening di matrice para-fascista.
I tifosi erano stati invitati a portare quante piu' possibili copie di vinili disco-music, per poterne
fare una pila e bruciarli.
L'evento simboleggia il rifiuto americano di una musica e una cultura fondata sul ballo, sulla musica nera
e gay, sulla cultura edonista della discoteca, con annessi sessuali e di droga.
All'alba del nuovo decennio la new wave, l'heavy metal e il techno-pop inglese oltre al solito classic rock, dominano le classifiche americane ed europee, e di disco music ce n'e' sempre meno, se ne produce molto poca.
Eppure la domanda per una musica facile, ma ritmica, adatta esclusivamente al ballo, è ancora moto forte, sopratutto nell'enorme mercato europeo non anglofono.
E qui entrano in scena gli italiani.
Session-man affermati o oscuri, disc-jockey a corto di hits, produttori di musica italiana in crisi di vendite ed esordienti vocalist, anche stranieri in cerca di occupazione si mettono al lavoro, nelle ore morte di studio, oppure in cantine attrezzate, e artigianalmente iniziano a confezionare prodotti fatti in casa, cosi' come la tecnologia a quel punto permetteva.
Drum-machine, un paio di sintetizzatori, qualche riverbero e delay e tanta fantasia.
Qual'e' l'intuizione fondamentale degli artisti Italo?
Estremizzare la lezione di padre Giorgio Moroder: fare la disco con le macchine in sequenza.
Se pero' Moroder da i I feel love in poi attua questa modalita' produttiva avendo bene in mente
il linguaggio disco, come derivato dal soul e dal funky, e di fatto compie opera di travestimento
su una materia tradizionale, gli italiani finiscono per inventare un linguaggio del tutto nuovo, che aggira
la soulfulness della black music astraendone solo i meccanismi ritmici e, come un ritorno ai Kraftwerk, de-funkizzandoli e facendoli sposare al contrario con l'innato senso tricolore della melodia
leggera.
Il risultato è straniante ed eccitante al tempo stesso.
La tensione minacciosa dei pattern di DM e basso synth viene risolta da linee di tastiera dal suono gelido ma dalle armonie accattivanti, cosi' come la linea vocale, pop nella verione italiana, ovvero senza dolore.
La differenza col synth-pop inglese è abissale, perche' gli inglesi, pur con le stesse macchine e procedure produttive, esprimono un mood molto diverso, conflittuale, tipico dell'era new-wave, e sopratutto rimangono
nell'ambito discorsivo della struttura canzone.
Gli italiani, che pure fanno canzoni, pensano alla pista da ballo, non all'ascoltatore da cameretta, e quindi pensano al loop e alla serialita' della ripetizione.
Non è un caso che i tre di Belleville, ovvero Juan Atkins, Derrick May e Kevin Saunderson, all'epoca adolescenti dj della borghesia nera americana, all'inizio degli ottanta, non avendo piu' dischi Disco da mettere alle feste si comprano la roba italiana in importazione e si intrippano di brutto, al punto che qualche anno dopo inventano, giustappunto, la Techno.
All'inizio degli 80, anche i neri americani hanno ripudiato la disco, e stanno iniziando a ricostruire la loro identita' musicale attraverso il nascente hip-hop, genere che porta alla ribalta la strada, il ghetto, ma anche
il machismo smarrito in anni 70 di gay-disco e droghe forti.
A Chicago pero' la comunita' gay nera è forte e ancora ha tanta voglia di ballare.
Anche qui, nei club, accanto al funky sintetico di commodores e cameo, e alla hi-nrg di philadelphia
cominciano a passare i pezzi italiani, e la gente va in visibilio.
Nasce la House Music.
Tra i gruppi osannati dai chicoagani ce n'e' uno che, ironia della sorte, è formato
da due tra i session man responsabili di gran parte della musica italiana anni 70, ovvero stefano
pulga e luciano ninzatti, i cui credit sono all'epoca praticamente ovunque: dalla nannini a bennato
da cocciante alla berte' e cosi' via.
Prima coi Pink Project i due realizzano una sorta di mash-up ante litteram tra mammagamma di alan parsons
e another brick dei pink floyd, po iniziano a sfornare 12 pollici a nome Kano
Ci sarebbe poi da parlare dell'influenza Italo sulla scena elettronica francese 95-05 ma c'e' tempo...