Non avevo mai letto Gita al faro di Virginia Woolf. Adesso l'ho fatto, ne valeva la pena.
L'ho letto ad alta voce, cosa rara per me, perché a mente facevo fatica a capire, a stare nel ritmo della scrittura. Bellissimo (il mio parere non conta granché, ma lo sto dando lo stesso, come fosse un giudizio da consumatore: ecco, no, questo è un libro che va letto lentamente).
Un altro libro che ho letto di recente, cambiando argomento, ma non così tanto nel senso che anche in questo caso, pur se per ragioni diverse, si tratta di un libro difficile da leggere, ed è pure della stessa epoca, ovvero quasi cento anni fa: Insaziabilità, di Witkiewicz.
Gita al faro è un romanzo perfetto, musicale; Insaziabilità invece è eccessivo, grottesco, esilarante, anch'esso abissale ma in maniera perversa, sensuale; forse potrei definirlo nichilista; e dopo essere stato influenzato dai punti e virgola di scansione di Virginia Woolf aggiungo: colto, coltissimo, mischia filosofia, scienza, droghe, misticismo, in una sostanza apparentemente caotica ma in realtà lucidissima, in cui razionale e irrazionale si toccano.
Poco conosciuto, mi è sembrato anch'esso un grande romanzo.
Inclassificabile, tra le cose che ho letto mi sentirei di avvicinarlo a Gombrowicz (il quale penso possa essere considerato un suo seguace) per la bizzarria, o al Pynchon de L'arcobaleno della gravità, o ancora a Cartarescu per l'estrema e visionaria sensorialità, o a L'Uomo senza qualità. Potrebbe anche essere definito un romanzo di fantascienza. È un romanzo che sa quasi tutto del novecento, scritto quando del novecento era trascorso poco più di un quarto.
Insomma, detto così non si capisce niente. Va letto (solo per lettori impavidi). Scusate la lunghezza.