Tom Yorke, volevo dirti che finalmente ho letto "Le mosche del capitale" e ti ringrazio di averlo consigliato. libro impegnato e impegnativo, sia nello stile che nella tematica. ci si abitua presto alla famosa prosa di Volponi senza punteggiatura, più ostici i passaggi di analisi intimista al limite del viaggio onirico che, secondo me, l'autore stempera proprio con le allegorie (gli oggetti e gli animali che parlano, ficus, poltrone, borse, pappagalli, calcolatori), sicuramente più "facili" anche se altrettanto profonde in quello che sottintendono.
la parte più bella per me, le descrizioni del tessuto sociale/industriale (la classificazione di provenienza di coloro che compongono la classe operaia spalmata per quartieri), l'incipit spettacolare con la città che si risveglia pronta ad una nuova giornata di profitti.
leggendo il romanzo avevo sempre in mente uno di quei quadri di paesaggio industriale, tipo Sironi, anche se si descriveva altro. tipo impronta soffusa.
opera notevole, alta, decisamente. che mente Volponi.
basta, ciao.