M'è morto Guzzanti

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Offline mdfn

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M'è morto Guzzanti
« il: 21 Giu 2016, 17:34 »
Morto metaforicamente. Parlandone con amici guzzantofili ho detto loro che secondo me è finito, con la speranza di esorcizzare la paura che lo sia davvero. In fondo ha cinquant'anni, le idee migliori le ha già avute.
Forse a cinquant'anni ci si rin[...]sce. Mi è venuto in mente Benigni, un altro che consideravo geniale e poi m'è crollato. I monologhi dei due Tuttobenigni, o il Benigni della filmografia meno nota (Down by law, o l'episodio strepitoso di Taxisti di notte, o ancora il maestro in Chiedo asilo di Ferreri), come può la stessa persona finire a recitare la Divina Commedia e le altre cose patetiche che ha fatto negli ultimi anni?
Ma volevo parlare di Guzzanti, non di Benigni. Guzzanti, dicevo, l'ho visto veramente male. Mi ha dato l'impressione di una persona in grossa difficoltà, o se vogliamo grisi.
A volte ho un vizio, quello di non distinguere la persona dal personaggio che sta interpretando. Lo faccio consapevolmente e penso che arricchisca la mia visione. Quindi per me Guzzanti è Mario Bambea e Bizio Capoccetti. Sta vivendo o ha appena vissuto uno sdoppiamento. O comunque dentro di sé sente l'agitarsi di una domanda, inquietante, inesprimibile a parole. E come ne Il caso Scafroglia dove il protagonista (anche lui Mario, anche lui fa un indicente con la macchina), non riuscendo ad accettare la realtà, ne inventa una a proprio comodo, qui le difficoltà di Mario Bambea prendono letteralmente corpo in quel mostro di Bizio Capoccetti.
Per ora nessuna novità, sospettavamo da tempo che Guzzanti fosse un po' matto, e comunque, se me lo chiedesse gli direi che è una qualità.

Di Dov'è Mario non mi è piaciuta la caratterizzazione dei personaggi. Troppo stereotipati, e le punte di originalità sono troppo calcate dalla recitazione, al punto che potrebbe essere stato fatto di proposito.
Guzzanti, mi dico, non ha mai avuto bisogno di cercare il consenso del pubblico. Prendiamo la parodia di La Porta. La Porta pochi lo conoscono, e Guzzanti non si preoccupa di farlo blaterare su Tiresia e Edipo, non spiega agli spettatori chi sia Hillman.
Guzzanti racconta la follia in maniera credibile. I suoi testi difficilmente sono sciatti. I personaggi sono molto elaborati ed è la loro forza. Invece in Dov'è Mario il ritratto di Bambea sembra fatto controvoglia, con stanchezza, come se si trattasse della ripetizione di un compito già svolto mille volte e non di un lavoro nuovo e stimolante. Bambea è un personaggio più detto che mostrato. Ci fanno sapere dall'inizio che è un intellettuale eccetera eccetera ma ce lo fanno vedere poco all'opera. Com'è Mario Bambea, mi sarebbe piaciuto vedere, non chi è. Capoccetti mi ha ricordato per la cadenza un misto di coatti verdoniani (da Enzo di Un sacco bello ad Armando Feroci di Gallo cedrone) e anche un po' Gianni Livore ("pe' questo, questo e quest'artro motiv-oo!"). Mi sapeva di già visto e in poche occasioni mi ha divertito. Anzi spesso mi ha ghiacciato, mi riferisco in particolare ai monologhi comici. Sì, certo, voleva mostrarci le risate del pubblico becero, ma insomma mi sono sembrate delle scene troppo lunghe, se l'intento è disgustare il pubblico che presume di essere colto, mi sta benisssimo, ok, mi hai colpito, però è un tema già affrontato e da uno come te, caro Corrado, mi sarei aspettato altro, una visione originale, nuova, imprevedibile. Comunque Capoccetti è un personaggio che posso accettare, in quanto produzione della fantasia di un uomo che non sta bene come Bambea. E' una macchietta ma deve esserlo, per dirlo con un'espressione che mi fa orrore e non so perché mi va di mettere: è un po' uno spin-off del personaggio Bambea.

Le evoluzioni della trama sono prevedibili fin dall'inizio (e anzi ci aggiunge delle antipatiche seppur parodistiche anticipazioni a fine puntata).
In generale le dinamiche mi sono sembrate spesso sbagliate. Mi sta bene che Bambea/Capoccetti alla fine di ogni puntata si accoppi con una donna diversa, ma non serve che questi personaggi siano caratterizzati, sarebbero bastate due battute e avremmo capito. Tanto più che dopo poco queste donne scompaiono letteralmente dalla storia. Oppure la tensione per la scelta dei due comici da mandare al festival di Nepi. Detto francamente, a me che guardo non me ne importa niente del festival di Nepi. Non so neanche se esista veramente o sia un'invenzione. E tu che fai, mi monti l'attesa? Con l'aggiunta che era ovvio che avrebbero scelto Capoccetti. Ecco, questa è una scena che mi suona falsa, artificiosa, se non inutile. O ancora: sappiamo già che Bizio/Mario finirà a letto con la tizia che dice "brobbrio" e che adesso non mi ricordo come si chiama; ma vabbe'.
L'impresario coi baffi, anche lui è finto, troppo simile a come ci si aspetta che sia un impresario. L'infermiera rumena trippona, perché farle recitare poesie? Sì, ti serve per far fare altre cose al tuo personaggio, però mi sembra che aggiunga troppi elementi particolari, che finiscono per appesantire. Potrei continuare. Che cosa voglio dire: se tutti sono caricature, se il contesto non è solido, se i personaggi secondari non hanno una loro credibilità, poi anche le stranezze del protagonista perdono forza.
Mettiamo che tutti i personaggi sono irreali, stereotipati o bizzarri, perché così li vede Bambea attraverso l'ottica deformata di uno schizofrenico. Sarebbe una spiegazione, o meglio una giustificazione che sto dando io adesso perché non mi rassegno all'idea che Guzzanti possa essere finito. Siamo vicini al "vale tutto". Proprio per la stima che ho nei confronti di Guzzanti non voglio accontentarmi di questa giustificazione a posteriori. La verità è che mentre lo guardavo io non lo riconoscevo, mi sembrava un'altra persona, sono arrivato a provare imbarazzo per lui, mi dicevo tra me e me "ma guarda come s'è ridotto". Non riconoscevo il suo tocco, la sua cura nel costruire i personaggi e soprattutto le parole. Non è il "brobbrio" in sé che mi disturba, Guzzanti ci ha abituato a speculazioni linguistiche anche più ardite (perplime, quattrocchia volante, ostaggeria), ma il fatto che "brobbrio" sia inserito in un testo che non lo sorregge. In una parola: stona.

Non nego a Guzzanti la capacità di astrazione, lo immagino capacissimo di farsi dei trip come il mio di qualche riga fa, e anche di più elaborati. Non mi convince però la realizzazione. Già ne Il caso Scafroglia la realtà, filtrata attraverso il punto di vista del protagonista, assumeva caratteri grotteschi: mi vengono in mente l'angelo, o le telefonate del tizio che aveva una casa in Abruzzo. Ma Scafroglia era soprattutto surreale, era un fluire di deliri apparentemente scollegati (o scollegati effettivamente e inseriti solo per il gusto di, o per fare della satira politica) e soltanto alla fine giungeva la spiegazione su chi era chi e cosa avevi visto. Il non sapere dava forza a ciò che stavi vedendo. In Dov'è Mario invece sai già tutto e il sapere tutto ti limita, banalizza, appiattisce. I tempi sono troppo dilatati. Per me le prime tre puntate servono ad allungare il brodo e solo nell'ultima la storia prende ritmo.

Ma torniamo alla crisi. Insomma mi sono visto tutta la serie con lo stato d'animo di chi lo fa solo per affetto o per riconoscenza. Ho cercato di analizzare, di darmi delle risposte, rifiutando l'idea che un Guzzanti non rin[...]to possa aver realizzato una porcheria.
Mi sono detto anche che forse non ci ho capito niente. Guzzanti è così sofisticato che stavolta non arrivo a capirlo. Può essere.
Mi sono trovato a riflettere sull'autoreferenzialità di Guzzanti, cercando un appiglio per riconoscere in Dov'è Mario qualche elemento che mi dica che veramente questa roba l'ha fatta lui e non un mentecatto che si è impadronito del suo corpo e del suo cervello. Ed è questa mia reazione di stomaco che mi ha posto all'attenzione un'interpretazione letterale di Dov'è Mario. Cioè la coppia Bambea-Capoccetti sarebbe una trasposizione del conflitto (reale, esistente) tra Guzzanti1 e Guzzanti2: Guzzanti1 nella parte dell'artista geniale e Guzzanti2 nella parte del mentecatto che gli ruba l'identità e scrive una schifezza di storia.
Assecondando questa ipotesi, mi sono chiesto chi è Corrado Guzzanti, che persona è, che cosa fa, vive barricato al riparo dal genere umano? Ha paura degli altri, cerca approvazione, affetto, comprensione, un chilo di fresca purché sia fresca? Oppure è solo un cazz0ne? Domande che mi sono passate per la mente una dietro l'altra, rapidissime, senza che sia riuscito ad afferrarne una.
Forse gli è arrivata voce che i suoi fan chiedono di lui. Sono anni che non fa niente (o magari ha delle idee bellissime, le scrive, ma poi nessuno gli dà la possibilità di metterle in pratica; ma il pubblico che ne sa). Forse soffre la pressione di dover essere geniale. In effetti il tema della fuga ricorre nei suoi spettacoli. Fino a ieri aveva avuto la forza di trasformare quest'ansia in creatività, usando le sue paure per costruire delle storie. Dov'è Mario mi sembra una cosa non sua. Ma è sua. E allora chissà, forse non ha più idee, si sente stanco, è insoddisfatto. Si dice ma che ho fatto io nella vita, d'altronde ha cinquant'anni (qualsiasi cosa ciò significhi). Forse gli è arrivata la mazzata. Ha sentito dentro di sé che non sarà più in grado di essere nuovo e aderente al tempo che stiamo vivendo, ha paura di non farcela. Me l'immagino che non si lava da giorni, sulle spalle il plaid rosso e blu e la testa chinata in avanti verso il portatile: si sta sparando una dietro l'altra serie tv americane, anche le più squallide, e intanto si ingozza di pseudopatatine intinte in una salsa di formaggio sintetico fuso. Si ripete a mo' di mantra, ma non credendoci: sono felice, sono felice, sono felice...
Poi di punto in bianco l'epifania, una falsa epifania. No, non sono finito, si dice, non sono intellettualmente morto. E la sua mente affaticata non trova di meglio che generare il suddetto mentecatto, uno che ha successo senza sforzo, fa ridere, ammazza e scopa pure: tie', vattelappijandersecchio.


Re:M'è morto Guzzanti
« Risposta #1 il: 21 Giu 2016, 21:31 »
Tutto vero, ma anche no!

Offline Warp

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10089
Re:M'è morto Guzzanti
« Risposta #2 il: 21 Giu 2016, 23:30 »
analisi interessante, parzialmente condivisibile, sono dell'idea che Guzzanti si sia trovato a 50 anni passati ad odiare quelli come Bambea (ma a odiarli sul serio) perdendo la distanza che ti consente di entrare e uscire dal personaggio, aggiungendo e sottraendo qualcosa, trasformandosi a volte in un imitatore alla Crozza.

Gli è successo in parte quello che è successo alla sorella con l'aggravante per la sorella che lei non ha mai fatto ridere proprio perche le sue interpretazioni trasudano odio verrso il caratterizzato, non a caso forse la sua migliore interpretazione fu Moana Pozzi, le altre sono tutte barocche e livide.

io voglio aspettare per dare un giuduzio completo sulla serie

AguilaRoja

AguilaRoja

Re:M'è morto Guzzanti
« Risposta #3 il: 22 Giu 2016, 00:03 »
Dov'è Mario è un brutto prodotto, sciatto è la parola giusta e l'ha usata mdfn.
Il suo vero problema credo sia quello del cambio di registro in tv: gli sketch live, o finti live, di Avanzi e Pippo Kennedy Show non vengono più scritti, e lui fa una fatica bestiale a "recitare" nel senso più accademico del termine.
E' in crisi, profonda, perché non ha più la possibilità - e forse neanche gli autori - di fare la sua tv.
In Boris era fantastico, ma più per la presenza del personaggio che per la recitazione in se.
Non è un grande attore, è un grandissimo personaggio di quella televisione che non si fa più.
Re:M'è morto Guzzanti
« Risposta #4 il: 22 Giu 2016, 21:01 »
Ammazza, l'avete massacrato.

E se fosse stato un divertissement?

Del tipo "tiè, beccateve sta cagata e vediamo se ve bevete pure questa".

Offline Brujita!

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11573
Re:M'è morto Guzzanti
« Risposta #5 il: 02 Lug 2016, 14:33 »
Ammazza, l'avete massacrato.

E se fosse stato un divertissement?

Del tipo "tiè, beccateve sta cagata e vediamo se ve bevete pure questa".

anch'io mi sono fatta questa idea !
 

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