i Maneskin

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Re:i Maneskin
« Risposta #200 il: 08 Lug 2021, 16:39 »
Io sono d'accordo con chi ha scritto che dal 98 é ormai quasi la ripetizione di se stesso.
Quello prima a me piaceva. Ha finito l'ispirazione, capita.

E purtroppo, duole dirlo, ma la stessa cosa è successa a Vasco.

Offline pan

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Re:i Maneskin
« Risposta #201 il: 08 Lug 2021, 16:47 »
nono continuo a non essere d'accordo, per potersi innestare un revival, anche di pochi anni e non di cento come dici tu fat, necessita che una cosa sia terminata e non mi sembra che il rock, generazione dopo generazione, non venga più ascoltato. ma che davero...
quindi non è nessuna ripresa ma solo una continuazione.
oh. ( :) )
Re:i Maneskin
« Risposta #202 il: 08 Lug 2021, 16:48 »
Chadia non è il futuro, è un presente autentico. "Uno" perché le declinazioni presenti sono molteplici.
Questo per smentire che non si possa parlare di autenticità oggi.
Non è vero che sia una roba del '900, ovviamente cambiano le forme d'espressione di questa autenticità.

Il presente autentico non parla già di futuro ma vi allude in termini di possibilità.
I maneskin invece, come dici tu e io condivido, giocano con un fantasma.
Non è che i rage against the machine facessero una roba completamente inedita. Ma nemmeno già sentita. Il loro crossover parlava al presente e ad un incontro possibile (non solo musicale, ma anche culturale e forse addirittura politico).
Quel futuro non si è realizzato, la machine pompa forte, ma resta il fatto che loro fossero un presente autentico che guardava ad un futuro realmente esistente, in quel momento e in quel luogo.
O pensa alla capacità prefigurativa dei Gorillaz sulla questione avatar. In questo caso il reale possibile si è concretizzato. Il futuro è diventato presente.

Dire che oggi questo non è più possibile è sposare concettualmente la tesi di Fukuyama, che si ripresenta ciclicamente e in forme diverse, di fine della storia. Diciamo che si ripresenta ciclicamente assieme alla rassegnazione.
Ormai è tutto un enorme calderone magmatico da cui attingere, ma andare oltre non è più possibile.
è possibile solo un eterno ritorno.
Questo è falso. Pure per Nietzsche, che infatti indica una via per rompere il cerchio.

E i giovani "servirebbero" proprio a questo: a immaginare e realizzare quel che noi non siamo più in grado perché già racchiusi e definiti nelle nostre forme sedimentate.
Se pure loro stanno messi così semo spacciati.

I maneskin rappresentano proprio questa crisi? No, non direi.
I Maneskin non denunciano questo, lo affermano. E proprio in questo sta la loro falsità. Affermano una cosa che non è vera.
Una cosa è denunciare artisticamente una crisi, un altro è riprodurla.
Picasso denunciava la crisi dei canoni (non solo estetici, anche etici e politici), non la riproduceva facendo proprio uno stile neoclassico.
O ancora: affanculo Piacentini viva la Bauhaus.


Ma io non ho mai detto che il cambiamento non è più possibile.
Non ho mai sostenuto nè la tesi di Fukuyama ne Nietzsche ne Giambattista Vico.

Io osservo il presente, e il presente è questo.
E anzi, ho specificato come un futuro ci sia ma non stia correndo sui binari classici a cui siamo abituati noi, ma su quelli della comunicazione nell'era dell'accelerazione digitale.

Non è che non esista la possibilità di un innovazione in campo musicale: è che semplicemente a nessuno o a pochi interessa utilizzare il codice "musica": l'industria, la digitalizzazione, spotify hanno trasformato la musica in un colore come un altro nella galassia della rete.






Offline LaFonte

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Re:i Maneskin
« Risposta #203 il: 08 Lug 2021, 17:07 »
Per me sono il brutto a priori, pre-cognitivo.
I pearl jam e ligabue.

Il che mostra quanto sia vario il mondo, a me la musica dei Pearl Jam non piace per niente, ma la voce di Eddie Vedder mmmmm.... mi sciolgo!  :oda:

Offline FatDanny

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Re:i Maneskin
« Risposta #204 il: 08 Lug 2021, 17:37 »
nono continuo a non essere d'accordo, per potersi innestare un revival, anche di pochi anni e non di cento come dici tu fat, necessita che una cosa sia terminata e non mi sembra che il rock, generazione dopo generazione, non venga più ascoltato. ma che davero...
quindi non è nessuna ripresa ma solo una continuazione.
oh. ( :) )

ma nemmeno il punk è mai terminato!
Sostieni una cosa che in realtà non è vera mai, non c'è nella musica contemporanea un genere che è completamente scomparso e poi riapparso, non si potrebbe MAI parlare di revival.
Al contrario i generi si restringono alla propria scena ristretta e, se c'è un revival, tornano ad avere dimensione di massa.

Gli Adolescents si FORMANO nel 1980.
I Black Flag idem. I Social Unrest. O i Dead Kennedys di Biafra. Gli Underdog. I Vandals. O i Bad Religion. I Subhumans. Gli Youth of today. I Circle Jerks.
I Ramones e i Clash sono precedenti, ma buona parte della discografia è degli anni Ottanta.
Quando si diceva che il Punk era morto e sepolto suonavano e facevano dischi questi "gruppetti" qui. Sconosciuti alla maggioranza, la scena era ormai racchiusa in qualche locale puzzolente frequentato solo dagli appassionati, ma mai del tutto terminata.

Il revival punk venne costituito esattamente dai ragazzini che andavano ai concerti di questi gruppi qui.
E portò dai concerti di qualche centinaio di scoppiati ai dischi di platino degli Offspring, ai Green Day, a MTV o a gruppi pop conseguenti come Blink o Sum41. Questo è revival.
Ma non significa che ci sia stato un buco come dici tu. Ma ndo annavano gli Offspring se non fossero passati per gli SNFU?
Non c'è stato alcun buco, ma una continuità della scena con un'esplosione ad un certo punto.

La differenza che avverti tu dipende solo dal fatto che il Punk è più di nicchia in termini assoluti quindi il Rock anche quando è ristretto ai cultori resta un fenomeno più ampio per forza di cose.
Ma in rapporto a quello che rappresentava fino a trent'anni fa sicuramente il suo è ormai un ruolo secondario, che i maneskin portano alla ribalta delle classifiche.
Se questo si trasformerà in revival, ossia produrrà una serie di gruppi che arriveranno ad un successo importante, anche se inferiore, lo vedremo presto.
Re:i Maneskin
« Risposta #205 il: 08 Lug 2021, 20:01 »
Apro parentesi sui RATM : quando uscì quel disco fu una bomba.
Si il crossover c'era già, ma il loro crossover era particolare: c'era il metal e il funk e il rap ma lo spirito post hardcore era quello che lo faceva essere qualcosa di inaudito.
Li vidi a Milano nel 93' ( insieme ai primissimi Tool e ai Fishbone ) e furono una pezza.
Tom Morello tirava fuori dei suoni plastici co quel cazzo di Whammy, suoni cubisti.
E poi si: era musica politica a tutto tondo: il modo in cui facevano salire la tensione per poi esplodere
era una cosa sovversiva.
Adesso una cosa così è impensabile.
Re:i Maneskin
« Risposta #206 il: 09 Lug 2021, 08:32 »
Apro parentesi sui RATM : quando uscì quel disco fu una bomba.
Si il crossover c'era già, ma il loro crossover era particolare: c'era il metal e il funk e il rap ma lo spirito post hardcore era quello che lo faceva essere qualcosa di inaudito.
Li vidi a Milano nel 93' ( insieme ai primissimi Tool e ai Fishbone ) e furono una pezza.
Tom Morello tirava fuori dei suoni plastici co quel cazzo di Whammy, suoni cubisti.
E poi si: era musica politica a tutto tondo: il modo in cui facevano salire la tensione per poi esplodere
era una cosa sovversiva.
Adesso una cosa così è impensabile.

secondo me è il mondo occidentale, ovvero noi, che ci siamo afflosciati

Offline mr_steed

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Re:i Maneskin
« Risposta #207 il: 09 Lug 2021, 21:36 »
Tornando in topic...   apriamo pure noi un sondaggio sul forum? :=))

Maneskin, il nuovo taglio di capelli di Damiano divide i fan

https://www.repubblica.it/spettacoli/musica/2021/07/09/news/maneskin_damiano_capelli-309716877/?ref=RHTP-BH-I304495303-P3-S8-T1

Offline Lativm88

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Re:i Maneskin
« Risposta #208 il: 09 Lug 2021, 23:23 »
Ma se uno che tiene 20 gli piace il rock per essere giovane deve fare la trap?

 :=))

È na cazzata quella che per rompere con i non giovani deve porsi in antitesi.

Fa quello che gli pare, se i non giovani capiscono o meno gliene frega pure il giusto.

Offline Thorin

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Re:i Maneskin
« Risposta #209 il: 12 Lug 2021, 11:15 »
Per quello che mi riguarda non ho argomentazioni razionali.
Sono appassionato di musica a 360 gradi, trovo del bello nel 99% dei generi musicali, ma ho delle idiosincrasie.
Dei radiohead o di jovanotti potrei argomentare ( e cmq alcune cose buone le hanno fatte ), ma di altri non posso argomentare: sono semplicemente allergico esteticamente a essi.
Per me sono il brutto a priori, pre-cognitivo.
I pearl jam e ligabue.

Cioè non ti piacciono i pearl jam anzi li trovi proprio brutti?
GRAZIE, MI SENTO MENO SOLO  :cheers:

Apro parentesi sui RATM : quando uscì quel disco fu una bomba.
Si il crossover c'era già, ma il loro crossover era particolare: c'era il metal e il funk e il rap ma lo spirito post hardcore era quello che lo faceva essere qualcosa di inaudito.
Li vidi a Milano nel 93' ( insieme ai primissimi Tool e ai Fishbone ) e furono una pezza.
Tom Morello tirava fuori dei suoni plastici co quel cazzo di Whammy, suoni cubisti.
E poi si: era musica politica a tutto tondo: il modo in cui facevano salire la tensione per poi esplodere
era una cosa sovversiva.
Adesso una cosa così è impensabile.

Vedo i tuoi RATM e rilancio con gli Slipknot!

Quando sono arrivati il Nu Metal già non era "Nu" da parecchi anni ed a dire il vero era pure poco metal, era più Hip Hop con le chitarre distorte che altro (sì ce l'ho con voi Limp Bizkit) e roba da adolescenti depressi (ciao Korn)... poi sono arrivati loro: brutti, sporchi, cattivissimi, con una formazione da 9 elementi ed hanno buttato un mattone nella lavatrice


Offline vaz

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Re:i Maneskin
« Risposta #210 il: 12 Lug 2021, 11:18 »
Li vidi a Milano nel 93' ( insieme ai primissimi Tool e ai Fishbone ) e furono una pezza.

invidia
Re:i Maneskin
« Risposta #211 il: 12 Lug 2021, 11:26 »
Apro parentesi sui RATM : quando uscì quel disco fu una bomba.
Si il crossover c'era già, ma il loro crossover era particolare: c'era il metal e il funk e il rap ma lo spirito post hardcore era quello che lo faceva essere qualcosa di inaudito.
Li vidi a Milano nel 93' ( insieme ai primissimi Tool e ai Fishbone ) e furono una pezza.
Tom Morello tirava fuori dei suoni plastici co quel cazzo di Whammy, suoni cubisti.
E poi si: era musica politica a tutto tondo: il modo in cui facevano salire la tensione per poi esplodere
era una cosa sovversiva.
Adesso una cosa così è impensabile.

Io li vidi a Roma per il tour di  "the battle of Los Angeles"(album che all'inizio mi lasciò perplesso ma che con il tempo ho cominciato ad amare più del primo).

Malgrado l'acustica [...] del PalaEUR fu uno spettacolo memorabile.

Offline mr_steed

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Re:i Maneskin
« Risposta #212 il: 12 Lug 2021, 12:05 »
Cioè non ti piacciono i pearl jam anzi li trovi proprio brutti?
GRAZIE, MI SENTO MENO SOLO  :cheers:

Anche a me non fanno impazzire i PJ: mi piace solo Ten e qualche brano di No Code, gli altri dischi (troppi peraltro) faccio fatica a distinguerli l'uno dall'altro.
Re:i Maneskin
« Risposta #213 il: 12 Lug 2021, 15:47 »
Tornando in topic...   apriamo pure noi un sondaggio sul forum? :=))

Maneskin, il nuovo taglio di capelli di Damiano divide i fan

https://www.repubblica.it/spettacoli/musica/2021/07/09/news/maneskin_damiano_capelli-309716877/?ref=RHTP-BH-I304495303-P3-S8-T1
Pare Agrado.

Offline JSV23

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Re:i Maneskin
« Risposta #214 il: 12 Lug 2021, 21:50 »
Non ho letto tutto quello che avete scritto.
Per me i Maneskin raccontano i loro 20 anni a modo loro.
Non sono i G'N'R né musicalmente né, soprattutto come attitudine.
Ma fanno il loro e lo fanno bene, quando non cercano per forza di fare spacconate (tipo Morirò da Re e simili).
Per me i Maneskin sono quelli di Coraline, di Vent'anni.
Belle canzoni al di la del genere.
Io non vedo la musica come un barattolo al quale appiccicare per forza un'etichetta.
Non vedo musica vecchia e musica attuale.

Offline FatDanny

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Re:i Maneskin
« Risposta #215 il: 23 Lug 2021, 12:54 »
Ma io non ho mai detto che il cambiamento non è più possibile.
Non ho mai sostenuto nè la tesi di Fukuyama ne Nietzsche ne Giambattista Vico.

Io osservo il presente, e il presente è questo.
E anzi, ho specificato come un futuro ci sia ma non stia correndo sui binari classici a cui siamo abituati noi, ma su quelli della comunicazione nell'era dell'accelerazione digitale.

Non è che non esista la possibilità di un innovazione in campo musicale: è che semplicemente a nessuno o a pochi interessa utilizzare il codice "musica": l'industria, la digitalizzazione, spotify hanno trasformato la musica in un colore come un altro nella galassia della rete.




Sto leggendo Mark Fisher (realismo capitalista) e lo trovo molto azzeccato rispetto all'oggetto del topic.
Lui ha prestato grande attenzione alla cultura pop e alle evoluzioni del pop (non solo a livello musicale ma anche).
E mi sono ritrovato incredibilmente nel suo discorso sul revival o meglio ancora quella che Reynolds chiama Retromania.
Per Fisher il nuovo secolo è caratterizzato dalla nostalgia per un futuro perduto, con un immaginario letteralmente abitato da fantasmi, sia di stili passati (Retromania, qui i Maneskin ci stanno a pennello), sia di ipotesi politiche e ideologiche relegate al dominio del non-più-possibile (alternative messe a tacere dal TINA) da cui discendono i primi (gli stili passati).

I Maneskin come prodotto di un immaginario ripiegato su se stesso, che ha interiorizzato il TINA a tal punto da non riuscire più ad immaginare e immaginarsi se non come ripetizione.

A me sembra interessantissimo, prima ancora di aver iniziato questa lettura, a livello di semplice intuizione.
Re:i Maneskin
« Risposta #216 il: 23 Lug 2021, 13:31 »
Non c'é più il futuro di una volta.
Re:i Maneskin
« Risposta #217 il: 24 Lug 2021, 20:19 »
Sto leggendo Mark Fisher (realismo capitalista) e lo trovo molto azzeccato rispetto all'oggetto del topic.
Lui ha prestato grande attenzione alla cultura pop e alle evoluzioni del pop (non solo a livello musicale ma anche).
E mi sono ritrovato incredibilmente nel suo discorso sul revival o meglio ancora quella che Reynolds chiama Retromania.
Per Fisher il nuovo secolo è caratterizzato dalla nostalgia per un futuro perduto, con un immaginario letteralmente abitato da fantasmi, sia di stili passati (Retromania, qui i Maneskin ci stanno a pennello), sia di ipotesi politiche e ideologiche relegate al dominio del non-più-possibile (alternative messe a tacere dal TINA) da cui discendono i primi (gli stili passati).

I Maneskin come prodotto di un immaginario ripiegato su se stesso, che ha interiorizzato il TINA a tal punto da non riuscire più ad immaginare e immaginarsi se non come ripetizione.

A me sembra interessantissimo, prima ancora di aver iniziato questa lettura, a livello di semplice intuizione.

Non ho letto Fisher, ma ho divorato Retromania, un saggio che offre spunti  ben oltre l'argomento musica.
Lo recupererò quanto prima.

Re:i Maneskin
« Risposta #218 il: 24 Lug 2021, 20:20 »
Non c'é più il futuro di una volta.

Esatto.
E pensare che quando i Sex Pistols cantavano No Future l'idea di futuro non era mai sta così viva e vibrante

Offline mr_steed

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Re:i Maneskin
« Risposta #219 il: 01 Ago 2021, 22:24 »
Alla fine possiamo dire che Fat Danny ci aveva visto lungo e infatti anche Chadia Rodriguez è balzata agli onori della cronaca...  :=))

https://torino.repubblica.it/cronaca/2021/08/01/news/la_rapper_scandalo_del_1_maggio_coinvolta_nello_scippo_con_lo_spray-312594041/?ref=RHTP-BH-I304495303-P2-S7-T1
 

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