Il suo necrologio in vita.
Rendetevi conto di cosa abbiamo perso.
Nato ad Alessandria, città sorta nei primi del nostro millennio, per far dispetto al Sacro Romano Impero, vivente a Milano, gotica per arte oltre che per smog, docente a Bologna, dove i primi clerici vagantes istituirono la prima università quando a Oxford e alla Sorbona si pascolavano ancora i cinghiali, ho iniziato la mia carriera con un libro sul Medioevo.
Comunque la metta, sono nato alla ricerca attraversando foreste simboliche abitate da unicorni e grifoni e comparando le strutture pinnacolari e quadrate delle cattedrali alle punte di malizia esegetica celata nelle tetragone formule delle Summulae, girovagando tra Vico degli Strami e navate cistercensi, affabilmente intrattenendomi con fastosi monaci cluniacensi tenuto d'occhio da un Aquinate grassoccio e raziocinante, ma tentato da Onorio Augustaduniense e dalle sue fantasiose geografie in cui a un tempo si piegava quare impueritia coitus non contingat, come si arrivi all'Isola Perduta e come si catturi un basilisco muniti soltanto da uno specchietto da tasca e da incrollabile fede nel bestiario.