take a walk on the wild side

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Offline fede75

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Re:take a walk on the wild side
« Risposta #20 il: 28 Ott 2013, 08:24 »
:((

Offline blow

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20008
Re:take a walk on the wild side
« Risposta #21 il: 28 Ott 2013, 09:01 »
Ciao Lou

Offline MadBob79

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11640
Re:take a walk on the wild side
« Risposta #22 il: 28 Ott 2013, 09:37 »
no, catso, no...l'ho visto adesso sull'home del corriere :s

misolidio

misolidio

Re:take a walk on the wild side
« Risposta #23 il: 28 Ott 2013, 10:16 »
Grazie per avermi fatto salire sul satellite dell'amore.
Non ne sono più sceso ..

Offline Warp

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10481
Re:take a walk on the wild side
« Risposta #24 il: 28 Ott 2013, 16:46 »
A me personalmente non è mai piaciuto particolarmente, i Velvet erano grandi ma lì c'era John Cale uno dei geni più sottovalutati della storia della musica rock.

Da solista non ricordo album memorabili (forse solo New York), vari bei dischi, altri modesti, altre vere ciofeche.

Un grande artista americano, nel vero senso della parola.

Offline Zoppo

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Re:take a walk on the wild side
« Risposta #25 il: 28 Ott 2013, 22:53 »
Da solista non ricordo album memorabili (forse solo New York), vari bei dischi, altri modesti, altre vere ciofeche.


Warp...
Io ti stimo da morire musicalmente e non.
Ne capisci anni luce più di me...ma proprio anni luce e sotto sotto un po' ti invidio perchè vorrei avere la tua stessa cultura musicale...

E' vero alcuni dischi di Reed sono bruttini. Cavolo in quasi 40 anni di carriera qualche passo falso ci stà...
Però quella frase mi fa storcere un po' il naso.
Transformer e Berlin sono due album memorabili, capolavori indiscussi IMHO.
La "triade" New York-Songs for Drella-Magic and loss stanno poco sotto...
Street Hassle...
Ecstasy, il più bello del suo ultimo periodo, sempre secondo me...
Secondo me sei stato troppo cattivo. A prescindere dai gusti personali...

Offline Warp

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10481
Re:take a walk on the wild side
« Risposta #26 il: 29 Ott 2013, 00:03 »

Siamo abbastanza concordi, sul fatto che l'amico Lou abbia avuto una carriera solista (perchè di quella parliamo eh) di alti, onesto mestiere e cadute rovinose. (penso anche il fan più esagitato possa serenamente affermarlo)
Ho dimenticato berlin tra i memorabili, transformer lo metto tra gli album solo belli, troppo Ronson-Bowie, troppo glam  per i miei gusti, però c'è Perfect Day e allora prende mezzo voto in più.
Song for drella altro gioiellino (anche se non lo definirei un album indispensabile per tutti, è una cosa da fan, da amatori del genere), è molta farina del sacco del geniale John Cale (a cui l'amico Lou non ha pagato i diritti mi pare di ricordare),
Magic and loss non ce l'ho e credo di averlo ascoltato un paio di volte quindi non do giudizi.
Street Hassle non mi piace
Ecstasy non penso di averlo mai sentito.

Non vorrei essere frainteso, Lou è stato un grande autore della musica americana. uno che avrebbe potuto essere un grande folkster se non avesse conosciuto Cale e Warhol e che poi è rimasto nei canoni Rock'n'roll. La mia non è una critica.
Re:take a walk on the wild side
« Risposta #27 il: 29 Ott 2013, 01:37 »
Dico la mia: per me un buon 70% dell'importanza di Lou Reed sta nei Velvet Underground.
E diro' di piu': non tanto in quelli pallosi del primo disco, troppo appesantito da quel palloso di John Cale, ma sopratutto nei successivi, White light, dove cale per fortuna viene messo nell'angolo, il terzo disco dove cale è finalmente assente e il criminalmente sottovalutato Loaded.
I Velvet sono tutto: oscurita', minimalismo, rumore, dolcezza, cinismo, abbandono, ipnosi psichedelica, iperrealismo.
E tutto questo mentre il mondo sta remando completamente in un'altra direzione.
L'influenza dei Velvet sul punk, la new wave, l'indie, il noise, è incalcolabile, imprescindibile.
Forse solo gli Stooges e Neil young ci possono competere, forse.

Il Lou Reed solista ha in effetti pochi alti e molti bassi e qualche bassissimo.
Transformer è un classico della musica pop, Berlin uno della musica depressa.
Poi tutto il periodo centrale degli anni 70 col delirio superomista para-nazi ( Reed era ebreo )
e sfacciatamente eroinico è piu' forma che sostanza, quei live supercelebrati a risentirli oggi
sono classicamente rock e quindi datati.
Pero' poi un guizzo come Metal machine music a meta' tra la provocazione e il gesto genuinamente artistico
ti fa capire che Lou Reed è uno che segue il suo filo nel bene e nel male, ed ha una personalita' unica e non piegabile a esigenze di sorta.

Coney island baby, The bells e sopratutto Street Hassle sono tre disconi, diversissimi tra loro ma ognuno con la sua densita' e la sua peculiarita'.
Altri dischi come Rock and roll heart o Growing up in public sono discrete ciofeche.
The blue mask un altro disco inquietante, forse l'ultimo suo veramente degno.
Poi a me la sacra trilogia mi lascia alquanto indifferente, anche perche' torna a farsi vedere il palloso, quindi bah.
La produzione piu' recente non la conosco tranne il disco coi Metallica, tanto bistrattato e invece secondo me
andrebbe anch'esso contestualizzato come esperimento d'avanguardia.

Se dovessi scegliere un solo disco suo da portarmi sull'isola deserta non avrei dubbi, sarebbe senz'altro
1969 Velvet Underground Live with Lou Reed, documento di due live set a Dallas e San Francisco
dei Velvet ultima formazione, ispiratissimi, e scaletta da urlo.

Offline Eiak

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2201
Re:take a walk on the wild side
« Risposta #28 il: 30 Ott 2013, 01:01 »
alti e bassi, sicuro, in 50 anni di carriera ci sta... come però ci sta anche, dando uno sguardo d'insieme, una storia, un filo invisibile, una vita musicale fervida e appassionata, con una sua evoluzione sempre artisticamente consapevole, lineare, ma raramente banale (o commerciale) che fanno dell'ampia produzione di Reed una sorta di "concept discography" con una sua propria coerenza monolitica, fino anche (caso raro) alla splendida maturità, che tanto ci avrebbe ancora potuto regalare.
In quest'ottica, anche i (pochi) lavori meno convincenti, diventano tassello portante.
Io comunque di ciofeche vere ne vedo solo una, Mistrial, in tutti gli altri dischi trovo almeno un due-tre perle e, spesso, una pietra miliare.

Offline Baldrick

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Re:take a walk on the wild side
« Risposta #29 il: 30 Ott 2013, 01:15 »
troppo appesantito da quel palloso di John Cale
Povero te.
Re:take a walk on the wild side
« Risposta #30 il: 30 Ott 2013, 09:41 »
Povero te.
ho vissuto benissimo anche senza Music for a new society e tutte quelle altre mattonate sui [...].
se tu ne hai goduto, buon per te
Re:take a walk on the wild side
« Risposta #31 il: 30 Ott 2013, 10:07 »
ho vissuto benissimo anche senza Music for a new society e tutte quelle altre mattonate sui [...].
se tu ne hai goduto, buon per te

Gesù, quanti soldi buttati, ehehe. The Chinese envoy, che lo possino ammazzallo... (Honi soit non mi dispiacque, però)

Zombi

Zombi

Re:take a walk on the wild side
« Risposta #32 il: 30 Ott 2013, 10:13 »
Un titano del rock.

cioè, i Velvet, Nico, la Factory, Warhol...immerso nella storia del Novecento



voglio ricordare questo live qui

Offline Baldrick

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Re:take a walk on the wild side
« Risposta #33 il: 30 Ott 2013, 11:24 »
ho vissuto benissimo anche senza Music for a new society e tutte quelle altre mattonate sui [...].
se tu ne hai goduto, buon per te
Gesù, quanti soldi buttati, ehehe. The Chinese envoy, che lo possino ammazzallo... (Honi soit non mi dispiacque, però)
Infatti i suoi due lavori migliori sono Vintage Violence e Paris 1919. Pop purissimo, è tutta melodia (per quanto il wall of sound la ricerca formale e blablabla).

Dire che il primo VU sia appesantito da John Cale è una sciocchezza, ma ci può stare che piaccia più WL/WH se non altro per la carica dionisiaca che si porta dietro. Ma che non lo si veda come l'album dell'equilibrio: se il primo album è senz'altro più orientato verso la sperimentazione che JC si portava dietro dall'esperienza dei Dream Syndacate, e se è vero che i lavori dei VU del dopo-Cale sono niente di più che dei dischi solisti di Reed con un altro nome, WL/WH rappresenta lo scontro finale, la dissonanza suprema tra due modi di concepire la musica che probabilmente erano incompatibili. Il fatto che Sister Ray (il pezzo più "formativo" della mia vita) sia niente di più che una gara a chi ce l'ha più lungo tra Cale e Reed sta lì a dimostrarlo.

Offline Eiak

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2201
Re:take a walk on the wild side
« Risposta #34 il: 30 Ott 2013, 11:56 »
Ricordo un 1° maggio con lui sul palco,100 mila persone ipnotizzate da un vdm,almeno la metà sapeva a malapena chi fosse.
Lui era commosso,gielo si leggeva negli occhi,quando iniziò a suonare il prima e il dopo di quel concerto se lo dimenticarono tutti.
Ciao.

mi ero perso questa tua testimonianza... non so se ti riferisci alla sua partecipazione del '94 o a quella del 2000, penso la seconda, dove si presentò con tutta la band, mentre nella prima era lui da solo, voce e chitarra. Per quanto solo mini-concerti ovviamente, li ricordo con un'emozione incredibile, superiore forse a quella provata per tanti suoi altri concerti interi ai quali ho assistito a Roma negli ultimi 25 anni.
Nel 2000, quando salì sul palco, come dici tu, ipnotizzato mi staccai dal gruppo di amici con cui ero e mi ritrovai non so come a saltellare sotto al palco in prima fila, esattamente davanti a lui. Però io lo sapevo chi fosse eh :P
esattamente 2 settimane dopo la Lazio avrebbe vinto lo scudetto, i 14 giorni più intensi della mia vita  :)

Offline Warp

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Re:take a walk on the wild side
« Risposta #35 il: 30 Ott 2013, 12:17 »

per me i dischi migliori sono Fear e Sabotage, ma comunque sono d'accordo con te.
Re:take a walk on the wild side
« Risposta #36 il: 30 Ott 2013, 14:48 »
Infatti i suoi due lavori migliori sono Vintage Violence e Paris 1919. Pop purissimo, è tutta melodia (per quanto il wall of sound la ricerca formale e blablabla).

Dire che il primo VU sia appesantito da John Cale è una sciocchezza, ma ci può stare che piaccia più WL/WH se non altro per la carica dionisiaca che si porta dietro. Ma che non lo si veda come l'album dell'equilibrio: se il primo album è senz'altro più orientato verso la sperimentazione che JC si portava dietro dall'esperienza dei Dream Syndacate, e se è vero che i lavori dei VU del dopo-Cale sono niente di più che dei dischi solisti di Reed con un altro nome, WL/WH rappresenta lo scontro finale, la dissonanza suprema tra due modi di concepire la musica che probabilmente erano incompatibili. Il fatto che Sister Ray (il pezzo più "formativo" della mia vita) sia niente di più che una gara a chi ce l'ha più lungo tra Cale e Reed sta lì a dimostrarlo.

su JC se proprio mi devono obbligare meglio i lavori dissonanti e sperimentali che quelli di "pop purissimo".
il pop "purissimo" non lo reggo, ma sò gusti.

la ricostruzione che fai dei velvet è parziale ( sciocca? )
innanzitutto è una cazzata che i VU del terzo quarto e quinto disco ( intendo VU che usci nel 1985, non la farsa di squeeze ) siano la backing band di LR, questa è la classica
leggerezza tramandata dai critici di scuola italiana.
non si danno VU senza sterling morrison e maureen tucker.
e non parliamo poi di quando finalmente entra doug yule al basso e suona il basso
come si deve in una band di r'n'r.
In quanto alla banana, che ovviamente rimane un disco strepitoso, ci mancherebbe, non si può non sentire
quella ricerca di pulizia formale, quel che di artefatto, di costruito che cale ci mette dentro, negli arrangiamenti, in quella viola, nell'approccio.
non a caso, sempre secondo me, le rendition di quei brani live nel 69 sono molto piu genuine e immediate, come Lou le aveva pensate.
Su WH/Wh cale spinge sul rumore e sul minimalismo puro, ed è su quel terreno che si svolge la gara
con Lou su chi ce l'ha piu lungo, e infatti esce fuori un capolavoro immortale.
Però se WH/WH è da 10, l'omonimo e loaded sono almeno da 9 entrambi: rappresentano la vera poetica VU
nel suo candore e nella sua oscuritá, scevra da intellettualismi.
 rock'n'roll. malato ma rock'n'roll.

Offline Baldrick

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Re:take a walk on the wild side
« Risposta #37 il: 30 Ott 2013, 19:29 »
su JC se proprio mi devono obbligare meglio i lavori dissonanti e sperimentali che quelli di "pop purissimo".
il pop "purissimo" non lo reggo, ma sò gusti.
douchebag. ma insomma 'sti intellettualismi te piacciono o no? io mica ho capito.

questa è la classica leggerezza tramandata dai critici di scuola italiana.
double douchebag!

non si danno VU senza sterling morrison e maureen tucker.
e non parliamo poi di quando finalmente entra doug yule al basso e suona il basso
come si deve in una band di r'n'r.
ma pure Hunter e Wagner fanno un lavorone sugli arrangiamenti e sull'esecuzione in r'n'r animal, ciò non toglie che sia un disco di Reed.

Offline Warp

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Re:take a walk on the wild side
« Risposta #38 il: 30 Ott 2013, 20:21 »
provo rapidamente ad aggiungere 2 note a quanto secondo me correttamente detto da baldrick

Prima dei velvet Cale ha militato nel circuito minimalista americano, dove gironzolava pure l'amico Sterling Morrison che ha suonato con Cale in un lp di un lavoro a varie mani (quasi tutta l'area avanguardista newyorkese) chiamato New York in the 60's dove ci sono dei pezzi (parliamo del 1965) che gia richiamano esplicitamente certe sonorità velvettiane.
L'ambiente dove sono nati i velvet era l'ambiente avant newyorkese, Lou ha portato in quel calderone la poetica folk dylaniana.
Se sentite i pezzi del velvet depurati della musica emerge lampante la radice folk-blues, innestata grazie a Cale (e Morrison) su un impianto avant-minimalista.
Per testare il tutto basta sentire il box peel slowly con i vari take precedenti al primo lp o le versioni alternative.
Ecco perchè il duo reed/cale non è stato possibile mai da replicare nei loro album solisti
I velvet per me hanno fatto 2 dischi, gli altri, sono altra cosa, altra band, altro DNA, quello di un buon gruppo rock che può piacere o meno ma sono altro rispetto ai velvet, a questo punto dico di Cale. la miscela è stata alterata e la storia finisce li.
Reed è diventato grande "autoattribuendosi" pezzi non esclusivamente suoi.(ovviamente senza pagarne i diritti all'amico/nemico) rinascendo proprio quando ha cominciato ad allontanarsene.

Zombi

Zombi

Re:take a walk on the wild side
« Risposta #39 il: 30 Ott 2013, 20:42 »
...per me i VU, fuori dal quel contesto lì, sarebbero stati una band fra le band.
Ma lì dentro furono un botto



 

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