Ogni tanto mi faccio le mini puntate di "In treatment" che mi sembra caruccia, anche se non so quanto rigorosa dal punto di vista medico: si tratta di sedute di 30 minuti di pazienti dall'analista, real time. I pazienti sono 5 o 6 ed ogni puntata e' uno.
Beh, Zanzalf, in realtà è una sorta di "esigenza di copione": condensano 1 ora di seduta in 20 minuti (non 30, scusa la pedanteria!) fingendo sia in "presa diretta".
Comunque, da un punto di vista scientifico, sia da ex studente di psicologia (anche se ho cambiato facoltà dopo metà esami) e sia dopo averne parlato con cara amica laureata in psicologia, direi che è abbastanza rigoroso: lui non è un granchè, come terapeuta, ma d'altronde il realismo sta in questo, dato che, in effetti, la maggioranza degli psicologi (o di qualsaisi altra categoria professionale) ha più difetti che pregi.
E qui mi riallaccio al post che mi precede, di fede75, su Nurse Jackie.
Qui la caratteristica è ancora più accentuata. In "Nurse Jackie" i personaggi sono tutti essenzialmente negativi. O meglio, c'è una forte lente d'ingrandimento sui difetti dei medesimi, protagonista compresa. Le vecchie generazioni delle serie tv seguivano essenzialmente il punto di vista dei "buoni". Qui, al centro della vicenda, c'è un'infermiera "normale", con pregi umani, ma più di un difetto e una condotta personale quantomeno opinabile.
Da un punto di vista estetico, si può notare anche come nessuno dei personaggi del cast sia "bello", perlomeno non nel senso classicamente televisivo del termine. E ognuno è ciò che è. Non ci sono "buoni", nè "cattivi", semplicemente persone viste più da vicino, rispetto ai canoni medi della serie tv. Col risultato che, come nella realtà, anche nella fiction le persone da vicino risultano quasi sempre essere una delusione rispetto alla conoscenza superficiale.
Bello, bello.