Visto di recente e mi ha colpito molto.
Mia opinione, non è solo un film sulla piccola criminalità, sulle periferie, sulla dipendenza, sul cambio nel mondo della droga a metà anni '90. E su quel periodo a Roma ci sarebbe da aprire capitoli interi.
A mio avviso contiene un messaggio anche più universale: sei proletario? O ti sballi o ti ammazzi di lavoro e anche quando ti redimi dai giri brutti, l'ambiente in cui vai a lavorare fa comunque schifo.
Sei una figlia del popolo, una bambina ammalata di una cosa brutta? Muori senza speranza, all'ospedale il letto non si trova.
Sei un proletario e l'unica ricchezza che hai, che hanno i proletari, sono i figli (scene finali) e non importa se siano direttamente figli tuoi o di persone a cui hai voluto bene.
Vi ho trovato alcune cose del verismo italiano dell'800 in questo film o del realismo francese, o del neorealismo cinematografico
Asciutto, essenziale, eppure con delle emozioni, e dei richiami simbolici (tipo la scena dell'olio nella padella che diventa un diavolo).
Volendo, ci si commuove anche ma in maniera quasi atterrita, una rabbia strozzata in gola.