Vasco, o della ribellione istituzionalizzata.

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Re:Vasco, o della ribellione istituzionalizzata.
« Risposta #20 il: 30 Giu 2014, 11:42 »
Vasco Rossi è stato rapito dagli alieni più o meno nel 1991 (Fronte del palco?) e non ci è mai stato restituito.
Re:Vasco, o della ribellione istituzionalizzata.
« Risposta #21 il: 30 Giu 2014, 12:07 »
Vasco Rossi è stato rapito dagli alieni più o meno nel 1991 (Fronte del palco?) e non ci è mai stato restituito.
si eh? quella che segue è del 1993 però, sfido chiunque a negare di non essercisi sentiti in quello stato, almeno una volta nella vita.
il miracolo vasco sta proprio in quel raccontare minuziosamente uno stato d'animo, anche complesso, con una frase semplice, asciutta, che arriva dritta come una freccia, anche a me che ascolto di tutto e tutt'altro che vasco, eppure mi inchioda a sorridere dei guai proprio (così) come non hai fatto mai e pensare che domani sarà sempre meglio!.
lui l'ha fatto, altri no, chiunque ci si può riconoscere e quel chiunque non è una corsa dozzinale o al ribasso, e sono esattamente i cazziemazzi che ci portiamo dentro/dietro un pò tutti.


Vivere
è passato tanto tempo
Vivere!
è un ricordo senza tempo
Vivere
è un pò come perder tempo
Vivere...e Sorridere!...

VIVERE!
è passato tanto tempo
VIVERE!
è un ricordo senza tempo
VIVERE!
è un pò come perder tempo
VIVERE...e Sorridere dei guai
così come non hai fatto mai
e poi pensare che domani sarà sempre meglio
OGGI NON HO TEMPO
OGGI VOGLIO STARE SPENTO!
 
Vivere!
e sperare di star meglio
Vivere
e non essere mai contento
Vivere
come stare sempre al vento
VIVERE!...COME RIDERE!!!

VIVERE!
anche se sei morto dentro
VIVERE!
e devi essere sempre contento!
VIVERE!
è come un comandamento
VIVERE... o SOPRAVVIVERE...
senza perdersi d'animo mai
e combattere e lottare contro tutto contro!...
OGGI NON HO TEMPO
OGGI VOGLIO STARE SPENTO!...

VIVERE
e sperare di star meglio
VIVERE VIVERE
e non essere mai contento
VIVERE VIVERE
e restare sempre al vento a
VIVERE...e sorridere dei guai
proprio (così) come non hai fatto mai
e pensare che domani sarà sempre meglio!!
Re:Vasco, o della ribellione istituzionalizzata.
« Risposta #22 il: 30 Giu 2014, 13:37 »
Dopo "Come stai / ti distingui dall'uomo comune / ti piace vivere come vuoi" ripetuta ossessivamente ad ogni passaggio pubblicitario di una compagnia telefonica ho deciso che il Vasco artista è morto.

Quello che ci rimane è un ottimo imprenditore.
Contenti voi.

Offline Drieu

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Re:Vasco, o della ribellione istituzionalizzata.
« Risposta #23 il: 30 Giu 2014, 14:47 »
Artisticamente parlando per me Vasco è morto nel 1996, anno di pubblicazione di "Nessun pericolo...per te".
Un gran bell' album, uno dei migliori degli anni '90 a livello italiano. Avrebbe dovuto (e tutto sommato potuto, vista la mole di capolavori scritti) fermarsi lì. Tutto quello che è venuto dopo, tranne rarissime eccezioni, è immondizia allo stato puro. La cover di Creep per me non esiste, un pò come i rigori di Roma - Liverpool per Chicco della Terza C.

Fatta questa breve parentesi, dopo averlo visto 3 volte mi ero ripromesso di non andare più ai suoi concerti, sia per risparmiarmi le cagate che continua a scrivere sia per gli evidenti limiti di età raggiunti. Ma causa botta di culo mercoledi mi sono ritrovato ad assistere al suo concerto e mi ha fatto rimangiare tutto. Un concerto bellissimo, una scaletta (al netto delle recenti cagate, ovvio) azzeccata, una band ed un sound formidabile ed una capacità di aggredire il palco ancora unica. Dei viventi, insieme a Battiato, è il cantautore italiano che amo di più.

Rimane, e ormai rimarrà per sempre, la più grande, forse l' unica, rockstar italiana e nonostante condivida alcune delle analisi fatte in precedenza, credo che intorno a Vasco ci sia ben poca "filosofia" da fare, in quanto il suo pregio  più grande non sta in quello che ha detto ma in come l' ha detto. Con semplicità, ma con grandissima forza comunicativa.
Re:Vasco, o della ribellione istituzionalizzata.
« Risposta #24 il: 30 Giu 2014, 15:03 »
"Come stai / ti distingui dall'uomo comune / ti piace vivere come vuoi"

ecco, appunto, la grande presa per culo.
sei TE l'uomo comune, fai na vita ordinaria, ma grazie a Vasco puoi illuderti di essere libero e maledetto

Offline Omar65

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Re:Vasco, o della ribellione istituzionalizzata.
« Risposta #25 il: 30 Giu 2014, 15:08 »
Vasco si è evoluto, è cambiato, è cresciuto ed è invecchiato con il suo pubblico della prima ora, che è quello più o meno della mia generazione. È chiaro che i più giovani lo apprezzano fino a un certo punto della sua carriera. Ma ascoltatevi, se avete qualche annetto, Vivere o niente. Un album molto bello, secondo me, amaro e disilluso, dove si sentono forti i segni della depressione di cui ha sofferto.
E comunque, nel panorama rock italiano, rimane un paio di categorie sopra agli altri.
Re:Vasco, o della ribellione istituzionalizzata.
« Risposta #26 il: 30 Giu 2014, 15:18 »
A mio avviso uno dei punti più alti del cinema italiano degli ultimi anni.
Non é tanto, non é tutto, ma a mio avviso nel film italiano più bello degli ultimi 10/15 anni c'é stato anche Vasco Rossi.


Re:Vasco, o della ribellione istituzionalizzata.
« Risposta #27 il: 30 Giu 2014, 15:40 »
lancio un sasso nello stagno.
Pero' questo é valido per il 99% del Rock mondiale.
La settimana scorsa hanno suonato i Rolling Stones a Roma.
Al netto della qualità musicale, non é di quello che si parla.
Dietro tutta la mitologia, se non l'agiografia, é evidente che la formula chimica, il codice html é di quattro ricchissimi settantenni britannici che cantano "Satisfaction prima di tornare nelle loro lussuosissime suite.

ma scusa, IB, ma te quando vai a visitare il Colosseo ti aspetti di trovarci dentro gli antichi romani?
ecco, andare a vedere i Rolling 2014 è la stessa identica cosa: Turismo del passato.
e infatti l'abbinamento col  circo massimo era perfetto.

apriamolo st'OT, peró parto da lontano.
il boom economico americano degli anni 50' ha prodotto una nuova classe di consumatori: i giovani.
il mito dell'autonomia dei giovani come categoria a parte è una conseguenza diretta del capitalismo, e induce una forzata revisione dei valori tradizionali.
il giovane si ribella nei film, in tv, per strada, e la sua colonna sonora è il rock'n'roll.
la prima fase del r'n'r va dal 54 al 68, ed è la consacrazione del mito giovanile.
Elvis, i Beatles, i Rolling stones.
Dal 68' in poi il rock diventa adulto, le tematiche si fanno piu complesse, la tecnica strumentale
prende il sopravvento, la serietá è la parola chiave, e il progressive l'esempio piú lampante.
Poi nel 77 il colpo di coda del punk riporta tutto a zero, rivendicando la spontaneitá e la ribellione del primo r'n'r.
A livello concettuale ha un impatto incalcolabile, a livello strettamente musicale è un fuoco di paglia.
Le ultime vere grandi innovazioni sul corpo del rock avvengono col post-punk dei primi anni 80', attraverso sovvertimenti stilistici radicali ed ibridazioni estreme.
L'indie rock che va da metá 80 fino a meta 90, seppur ripescando dalle radici ( hard nel caso del grunge, psych-pop in inghilterra ) é l'ultimo periodo vagamente innovativo.
Da fine 90' ad ora é solo, in forme piu o meno varie, una celebrazione del passato, o, per dirlo col fondamentale tono di Simon Reynolds, Retro-Mania.
E questa involuzione passatista del rock si specchia direttamente con la morte del mito giovanile, ovvero dell'autonomia dei giovani.
Gli ultimi 5/6 anni sono stati gli anni delle reunion.
Gruppi scioltisi nei 60, nei70' negli 80, e nei 90' si sono riformati per fare dischi e tour, e a grande richiesta e con grande successo.
Il motivo è molto semplice: se i " giovani" di adesso ricalcano esattamente le stesse cose e le stesse strade del passato perchè non possono tornare in auge gli originali, che peraltro lo fanno molto meglio?
E che se Ian Curtis era ancora vivo ci andava qualcuno a vedere gli Interpol?

Quindi, ritornando ai Rolling, un trentenne di oggi, ma anche un quarantenne ( che gli anni 60' non l'ha vissuti )
se li va a vedere com andrebbe a vedersi la mostra di Andy Warhol al museo.
Le parole di Satisfaction sono svuotate del loro significato e del loro impatto almeno da 40 anni, ma  mantengono il loro valore "storico".

Dunque perchè con Vasco la storia è diversa?
É diversa perchè Vasco non ha MAI incarnato una spinta propulsiva.
Come si diceva con FD Vasco è proprio il cantore della sconfitta, del ritiro a vita spericolata, della fine delle illusioni
della "generazione senza santi nè eroi" .
Uno stato d'animo, un clima generale che si ripete senza soluzione di continuitá dagli inizi degli 80' fino ad adesso.
Il "Rock" di un concerto di vasco, coi suoi turnisti fenomeni ex metallari è una cosa di una conservativitá allucinante,
eppure matcha perfettamente con lo spirito finto-ribelle delle liriche.
È un qualcosa d'immutabile, eppure al contrario degli stones, un qualcosa di ancora vivo.
Purtroppo.

Offline anderz

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Re:Vasco, o della ribellione istituzionalizzata.
« Risposta #28 il: 30 Giu 2014, 16:00 »
Da fine 90' ad ora é solo, in forme piu o meno varie, una celebrazione del passato
Re:Vasco, o della ribellione istituzionalizzata.
« Risposta #29 il: 30 Giu 2014, 16:04 »
È un qualcosa d'immutabile, eppure al contrario degli stones, un qualcosa di ancora vivo.
Purtroppo.

Ho utilizzato l'esempio dei Rolling Stones ma forse non era il più adatto.
Pero' a mio avviso Vasco Rossi é la cover italiana di un fenomeno internazionale.
A mio avviso é il Rock tutto ad essere conservatore nell'accezione che descrivi.

Offline FatDanny

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Re:Vasco, o della ribellione istituzionalizzata.
« Risposta #30 il: 30 Giu 2014, 16:12 »
sono d'accordo con IB, quantomeno in ciò che il Rock è diventato dalla fine dei '60 in avanti.

The politics of rock 'n' roll, in England or America or anywhere else, is that a whole lot of kids want to be fried out of their skins by the most scalding propulsion they can find, for a night they can pretend is the rest of their lives, and whether the next day they go back to work in shops or boredom on the dole or American TV doldrums in Mom 'n' Daddy's living room nothing can cancel the reality of that night in the revivifying flames when for once if only then in your life you were blasted out of yourself and the monotony which defines most life anywhere at any time, when you supped on lightning and nothing else in the realms of the living or dead mattered at all.

Lester Bangs
Re:Vasco, o della ribellione istituzionalizzata.
« Risposta #31 il: 30 Giu 2014, 16:13 »
2) come tu fai a dire che Liberi Liberi non è un grande album?

Domenica lunatica
Ormai è tardi
Muoviti!
Vivere senza te
Tango... (della gelosia)
Liberi... liberi
Dillo alla luna
Stasera!


V. caro, lo sai, quando si parla di musica si parla di gusti, e nessuno ha torto e nessuno ha ragione.
Personalmente Liberi lo ritengo uno tra i piú brutti di vasco in assoluto, salvato forse solo dalla title-track, che mi fa incazzare per le parole peró è venuta bene, ha una sua atmosfera.
Il resto è un'accozzaglia di riffoni hard che tamarri è dire poco, talvolta incrociati con ritmiche elettroniche tardo new wave come in Vivere senza te, un pasticcio indigeribile.
Dillo alla luna forse è un po meno orripilante delle altre, forse perché è una ballata, ma, sinceramente, la postresti paragonare alla magia e leggerezza di una "ridere di te"?
Qui è tutto cosi banale, pesante, tronfio.
Almeno secondo me eh.

Offline Omar65

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Re:Vasco, o della ribellione istituzionalizzata.
« Risposta #32 il: 30 Giu 2014, 16:13 »
Kelly, quel che dici è giusto ma il rock ha sempre rappresentato una velleità di ribellione "finta", venduta a quelli che la mattina vanno a lavorare. Te la ricordi la scena finale di Quadrophenia, quando si scopre che Sting/Ace nella vita fa il portavalige in un albergo?
Il grande Freak Antoni portava la maglietta con scritto "mamma, sono un ribelle!".
Quel che conta, alla fine, sono le emozioni che si provano, anche per un momento. A me Vasco le ha date, e qualcosina continua a darmi. Vita spericolata, per me, in fondo ha sempre rappresentato una canzone quasi disperata e velleitaria, un "vorrei ma non posso". A sedici anni è bello credere di essere "solo noi"...
Poi si cresce, e si capisce che la storia è diversa. Ma intanto quell'emozione l'hai vissuta, e la ricordi con nostalgia.
 

Offline FatDanny

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Re:Vasco, o della ribellione istituzionalizzata.
« Risposta #33 il: 30 Giu 2014, 16:19 »
A sedici anni è bello credere di essere "solo noi"...
Poi si cresce, e si capisce che la storia è diversa. Ma intanto quell'emozione l'hai vissuta, e la ricordi con nostalgia.

solo per dire che hai citato il pezzo di vasco che meno può essere "compreso" da un sedicenne.
O meglio, che il sedicenne interpreta "a modo suo" quando urla quel "siamo solo noi".

Te lo dico perché mentre a 16 anni per me quello era solo un bel ritornello da urlare senza poi comprenderlo fino in fondo, oggi rileggo il testo e sento mia ogni singola parola. Ogni singola parola.
E oggi di certo non sono (più) un fan di Vasco.

Il Rock è così perché l'hanno reso così.
Come hanno fatto con l'Hip Hop e con buona parte dei generi che in questi anni sono passati dalla nicchia al mainstream (it's the Market, babe).
Re:Vasco, o della ribellione istituzionalizzata.
« Risposta #34 il: 30 Giu 2014, 16:19 »
Ho utilizzato l'esempio dei Rolling Stones ma forse non era il più adatto.
Pero' a mio avviso Vasco Rossi é la cover italiana di un fenomeno internazionale.
A mio avviso é il Rock tutto ad essere conservatore nell'accezione che descrivi.

Non ci siamo capiti, il rock non è conservatore: il rock è morto, è una reliquia, e da tanto tempo ormai.
Ma Vasco non fa Rock: vasco fa musica italiana, e il rock di sottofondo è uno zombie rianimato.
Peró insisto: Vasco è un fenomeno tutto italiano, regá, perchè l'italia ha avuto una storia
politica e culturale assolutamente peculiare rispetto al resto d'europa nel dopoguerra.
E anche la musica ha avuto una storia una valenza e un'importanza diverse.
Quando a londra giravano con le spillette in faccia e le svastiche sui giubbotti
noi facevamo il processo proletario ai cantautori.
Vasco ha un ruolo preciso nella storia e nella cultura popolare italiana, e non c'è corrispettivo internazionale
a cui lo si possa paragonare.

Offline FatDanny

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Re:Vasco, o della ribellione istituzionalizzata.
« Risposta #35 il: 30 Giu 2014, 16:21 »
sono d'accordo anche con l'ultima cosa scritta da KS.
Secondo me perché c'è del vero in ambedue le affermazioni e probabilmente Vasco è un po' un ibrido tra le due cose. E forse anche a questo è dovuto il suo successo.
Re:Vasco, o della ribellione istituzionalizzata.
« Risposta #36 il: 30 Giu 2014, 16:25 »
Non ci siamo capiti, il rock non è conservatore: il rock è morto, è una reliquia, e da tanto tempo ormai.
Ma Vasco non fa Rock: vasco fa musica italiana, e il rock di sottofondo è uno zombie rianimato.
Peró insisto: Vasco è un fenomeno tutto italiano, regá, perchè l'italia ha avuto una storia
politica e culturale assolutamente peculiare rispetto al resto d'europa nel dopoguerra.
E anche la musica ha avuto una storia una valenza e un'importanza diverse.
Quando a londra giravano con le spillette in faccia e le svastiche sui giubbotti
noi facevamo il processo proletario ai cantautori.
Vasco ha un ruolo preciso nella storia e nella cultura popolare italiana, e non c'è corrispettivo internazionale
a cui lo si possa paragonare.

Aspetta, parli di Rock e, in quel caso, England e Stati Uniti sono anche una storia a parte.
Il Rock é anglosassone e, comunque la si veda, é evidente che il resto del mondo arriva 20 o 30 anni indietro.
Io ti scrivo da un paese in cui Johnny Hallyday fa ancora 80 mila persone allo Stade de France, per dire.

Offline Omar65

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Re:Vasco, o della ribellione istituzionalizzata.
« Risposta #37 il: 30 Giu 2014, 16:34 »
solo per dire che hai citato il pezzo di vasco che meno può essere "compreso" da un sedicenne.
O meglio, che il sedicenne interpreta "a modo suo" quando urla quel "siamo solo noi".

Te lo dico perché mentre a 16 anni per me quello era solo un bel ritornello da urlare senza poi comprenderlo fino in fondo, oggi rileggo il testo e sento mia ogni singola parola. Ogni singola parola.
E oggi di certo non sono (più) un fan di Vasco.
 

E ti pare poco creare un pezzo che può essere "interpretato" (in maniera giusta o sbagliata è relativo) da generazioni diverse con diversi gradi di maturità e di esperienza? È proprio quello che caratterizza quello che resta (o quello che almeno resiste un po' di più) dal resto. Cioè, un brano che ti ha dato qualcosa quando avevi 16 anni e continua ancora adesso, dopo che ne trovi significati più profondi.
Re:Vasco, o della ribellione istituzionalizzata.
« Risposta #38 il: 30 Giu 2014, 16:54 »
Aspetta, parli di Rock e, in quel caso, England e Stati Uniti sono anche una storia a parte.
Il Rock é anglosassone e, comunque la si veda, é evidente che il resto del mondo arriva 20 o 30 anni indietro.
Io ti scrivo da un paese in cui Johnny Hallyday fa ancora 80 mila persone allo Stade de France, per dire.

Si ma scrivi pure da un paese i cui due figli prediletti Daft Punk 80:000 persone le fanno a Los Angeles
Re:Vasco, o della ribellione istituzionalizzata.
« Risposta #39 il: 30 Giu 2014, 16:58 »
Si ma scrivi pure da un paese i cui due figli prediletti Daft Punk 80:000 persone le fanno a Los Angeles

Prediletti ? Io credo che molti manco lo sanno che i DaftPunk sono francesi.
Come gli Air, grande grande successo all'estero ma all'interno delle frontiere la musica "popolare", quella che trascina le masse é altra.
Tralaltro cantano in inglese.
 

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