Uno storico accordo nel mondo del basket capitolino. A siglarlo i presidenti della Virtus Roma, Claudio Toti, e della S.S. Lazio Basket, Simone Santi, che hanno pensato ad una comune squadra di serie D e alla condivisione di vari progetti legati al sociale sul territorio.
La collaborazione si concretizzerà, in ambito agonistico, nella partecipazione al campionato di serie D regionale organizzato dal Comitato Regionale FIP Lazio.
La squadra sarà composta interamente dai migliori 19enni della Virtus Roma che, come regolamento prevede, avranno doppio tesseramento. Sulle maglie campeggerà il doppio logo, della Virtus Roma e della Lazio Basket.
Tra i due presidenti non traspare nessun imbarazzo a riguardo. D´altronde, come spiega Toti, "la Virtus non è mai stata la squadra della Roma, ma di Roma città". Dello stesso parere anche il presidente della Polisportiva Lazio, Antonio Buccioni, che non si è mostrato affatto scandalizzato, ma anzi onorato, della considerazione da parte di una società di rango nazionale come la Virtus, raccontando anche come in passato, per quanto riguarda alcune discipline sportive si sia già assistito ad operazioni del genere.
Grande importanza ricopre nell´accordo anche il sociale: già da anni le due società si stiano prodigando in iniziative atte a diffondere nei bambini e negli adolescenti lo sviluppo dei valori educativi e comportamentali dello sport ed a combattere la devianza giovanile, diffondendo nei quartieri meno abbienti, la pratica della palla a spicchi.
"La necessità di accomunare sport e sociale ha fatto si che le due società abbiano trovato l´opportunità di unirsi" prosegue Toti.
Della stessa linea di pensiero Simone Santi. "Non si tratta di un´alleanza tra una squadra maggiore ed una minore, ma dell´unione di due marchi importanti che vogliono fondersi nell´ambito agonistico, ma non solo. Miriamo a valorizzare prima di tutto il giocatore come individuo e ad educarlo ai valori di squadra, senza l´ossessione della vittoria a tutti i costi".
C´è da dire che grandi passi avanti per la cooperazione tra le due società capitoline erano già stati compiuti nella scorsa stagione con la visita di Angelo Gigli, campione della Virtus, ai ragazzi della Lazio. "Quello per lui poteva essere un giorno di vacanza e di relax ed, invece, ha scelto di venire da noi, tra i ragazzi, ed anche per questo abbiamo deciso di intitolargli una nostra struttura" aggiunge orgoglioso Santi.
Di progetti in cantiere ce ne sono davvero tanti e godono tutti dell´assenso e del contributo di Comune, Provincia e Regione.
Virtus e Lazio si impegneranno per promuovere la pratica sportiva fra i giovani del territorio, grazie ai rispettivi programmi "Obiettivo Giovani" e "Giovani, Culture e Colori; l´integrazione và a canestro".
Con il progetto "Municipio va a canestro" sono previsti playground per la città, "derby" Lazio-Roma di basket, "terzo tempo di solidarietà" con cena a fine gara in municipio.
Nei canestri che verranno edificati nelle aree pubbliche dei vari municipi non compariranno soltanto i loghi di Virtus e Lazio, ma anche quelli di tutti le società di quartiere che sosterranno l´iniziativa.
Saranno realizzati manifesti pubblicitari per la città per diffondere il messaggio "a canestro con l´integrazione", della non violenza e dei valori dello sport
Saranno organizzati eventi comuni con la partecipazione di giocatori e staff della prima squadra della Lottomatica Roma.
Si punta ad un derby LAZIO-ROMA misto calcio-basket.
L´assessore alla Provincia di Roma, Patrizia Prestipino, grande appassionata e tifosa della Virtus, ha tenuto ad essere presente alla presentazione dell´evento ed ha ribadito come questo sia "un esempio di moralità sportiva che contraddistingue il basket da altri sport più accreditati e che la realizzazione dei progetti presentati debba essere uno degli argomenti principali delle amministrazioni locali".
Sembrano esserci insomma davvero tutte le carte in regola per la realizzazione di opere importanti per lo Sport, per la Solidarietà e per la Città di Roma.
Non resta che attendere fiduciosi. In fondo... Perché no?
Fonte: Emiliano Pappatà