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Lazio Talk / Re:Stadio Flaminio (Topic Ufficiale)
« Ultimo post da FatDanny il Oggi alle 06:02 »Hai idea a quanto ha venduto la Pegaso/Mercatorum il guitto Iervolino?
Un miliardo di dollari, ovvero circa 930 milioni di euro.
La Salernitana non è quotata in borsa, l'ha presa a prezzo di favore, poteva immettere tutto il capitale che voleva per evitare di scendere di nuovo in B.
E invece l'amaro calice della retrocessione nella serie cadetta. Magari l'ha fatto perché acchiappa i soldi del paracadute (25 milioni) e 'sti gran cazzi della serie cadetta. Va a sapere.
A chiacchiere tutti fenomeni.
Per dire queste cose tu mi sa che ancora non hai capito come veniva gestita la Salernitana e come funziona il rapporto con la proprietà, sennò non si spiega.
Abbiamo già fatto presente che, in condizioni normali, la proprietà personale è slegata da quella d’impresa. Tanto che un percassi fino alla cessione agli americani non fa aumenti di capitali e l’Atalanta cresce per suoi meriti gestionali.
Bene, nel caso della salernitana invece, abbiamo continue trasfusioni dalla Lazio. praticamente, proporzionalmente alla dimensione, è come se la Salernitana si qualificasse ogni anno alla CL, ma quella CL è la Lazio.
Ovviamente, cambiata proporietà smette di “qualificarsi alla CL” e si ridimensiona, a prescindere dalla ricchezza personale del nuovo proprietario. Certo, Iervolino avrebbe potuto continuare a immettere soldi “stile Friedkin”, ma questo lo fanno in pochi e soprattutto non sarebbe stato un merito.
Ma non significa neppure che tale merito ci fosse prima, visto che i soldi mica ce li metteva Lotito (e no, la Lazio non è “sua”, la proprietà d’impresa differisce dalla proprietà di beni e alludere ad essa come se parlassimo del modo con cui possediamo la nostra automobile è concettualmente errato).
è del tutto evidente che avere degli introiti fissi stile qualificazione CL dà un vantaggio notevole e dunque una significativa possibilità di crescita. Farlo diventare un merito della passata proprietà ce ne vuole, io la chiamo prostituzione intellettuale (cit.), perché è sfacciatamente non un merito ma qualcosa di diverso e decisamente meno onorevole.