Madonna, risponderti sarà una delle cose più faticose che faccio da anni
Ma parto ringraziandoti per lo scambio, che mi ricorda molto le chiacchierate da muretto fatte con gli amici, fino all'alba, anni fa.
Pure io ho faticato non poco.
Ammetto in premessa che più o meno il mio atteggiamento è questo. So' passati un paio di decenni, ma alla fine mi approccio alla discussione allo stesso modo.
non è stata proprio la contemplazione della natura a dare inizio a tutto? Non è attraverso la natura che si è sviluppato il primo vero Pensiero?
Non riesco a collocare la Natura in questa parte del tuo ragionamento sinceramente, io la metterei all'inizio, ben prima della religione.
Evidentemente mi sono spiegato male. Nel dire che tolto Dio all'Uomo resta la Natura non intendevo dire che questa appare soltanto alla morte di Dio. Certo che c'era da ben prima, come dici tu.
Fino ai Lumi abbiamo Dio e Natura, Metafisica e Fisica. Con la morte di Dio (e della metafisica) resta la Natura (la fisica).
La metafisica viene degradata nella gerarchia della conoscenza umana.
Non c'è dubbio infatti che le conoscenze scientifiche (fisiche) siano considerate in modo decisamente diverso da quelle metafisiche, considerate ormai poco più che opinioni (non c'è solo la religione. La Filosofia ad esempio?)
il concetto di propria natura è abbastanza confuso imho, poiché al suo interno ci si può infilare qualunque cosa, dalla pedofilia al gusto per il cioccolato.
Non so, anche qui ho dei dubbi nella collocazione del tutto, non riesco ad identificarla come sostituto della Ragione nel "codice" (alla Dexter).
La Natura, il mondo fisico, non sostituisce la Ragione, forse anche qui sono stato poco chiaro.
Dico che all'interno della Ragione il concetto di Natura sostituisce il concetto di Dio.
Se tu prima eri Uomo o Donna (inteso come genere) per volontà divina, oggi lo sei per causa naturale (biologia).
Quel che ti dico io è che invece sei Uomo o Donna né per Dio né per la Natura, ma perchè costruito storicamente così.
E' vero che nella Natura ci puoi infilare di tutto e questo ti è dimostrato dal dispiegarsi del sapere scientifico: chimica, fisica, biologia, geometria, geologia, geografia, antropologia, psicologia, sociologia, ecc ecc.
Cosa manca a tutte queste? La visione d'insieme, l'approccio olistico, la capacità di cogliere i nessi generali.
Perché è una peculiarità della metafisica. L'approccio olistico è possibile solo recuperando la Filosofia.
Degradando/rinunciando alla metafisica, il pensiero occidentale ha rinunciato all'approccio olistico.
Per questo non riesce a guardare alla realtà in termini di alternative possibili, ma nei termini di UNA realtà possibile (quella presente), modificabile nei caratteri particolari (oggetto delle scienze particolari).
Sicuramente è una mia ignoranza, ma non ho mai trovato queste tesi portate avanti come codice da sole, le ho sempre trovate a supporto di altro, le ho sempre trovate come spiegazione di altro.
Spesso con la religione in mezzo.
Poi si, ci sono molte cose che accettiamo di buon grado e da cui ci facciamo regolare con il dogma "ehhhh è la natura", un po come la rana e lo scorpione.
Il tuo esempio dello Scorpione e della Rana coglie pienamente il senso del discorso.
La logica legata alla natura serve esattamente a legittimare l'esistente, proprio come con la Rana e lo Scorpione.
Mi spiace se il mondo è iniquo, ma è la natura umana.
Mi spiace se da scorpione ti ammazzo rana, è la mia natura.
Questa cosa non è realmente vera, è un prodotto evolutivo del pensiero occidentale partito con Aristotele.
In un certo senso questa cosa é la funzione di Dio trasformata.
Ciò che prima era dovuto a Dio oggi è dovuto alla natura. Quindi dovremmo riconoscere di aver confermato la funzione normativo-repressiva, spostandola da un'entità trascendente-metafisica ad una immanente-fisica.
In che senso la natura concettualmente è un prodotto umano? Come può essere alla stregua di una cosa completamente inventata dall'umanità come la religione?
Credo di averti risposto ampiamente con quanto detto finora in questa risposta.
Qua non sono d'accordo invece, perché trovo infinitamente più facile ribellarsi alla Natura che a Dio, per il semplice fatto che chi crede in Dio e si fa guidare da un codice religioso (la maggior parte) è per sua natura (no pun intended ) portato a non farsi domande e quindi a non ribellarsi.
C'è una gigantesca differenza tra chi crede in Dio (o meglio, io direi a chi si affida a dogmi religiosi, che si basano sulla perpetrazione dell'ignoranza) e chi invece è già nello step successivo, poiché ha usato il suo cervello ed ha ragionato.
Diciamo che stanno tutti e due su una scala, ma uno sta alzando la gamba per salire il primo scalino, mentre l'altro ne ha già fatti diversi.
Sicuramente aver reso l'autorità da trascendente a immanente è un bel passo avanti. Ma attenzione perchè può essere un passo in avanti in direzione di un binario morto e dunque un passo avanti che ti porta a fermarti subito dopo.
Qual'è il problema a ribellarsi alla natura rispetto al ribellarsi alla divinità?
Che la natura ha un grado di complicazione ulteriore: la sua consistenza oggettivata.
Cioè che viene definito dalle scienze
tende (il verbo non è casuale: non è, ma tende) ad essere considerato oggettivo. Non la specifica teoria scientifica, che di per sé anzi è scientifica proprio perché smentibile. Ma la formazione discorsiva compiuta si. La singola teoria geografica non è oggettiva, la Geografia si.
Ribellarsi a qualcosa che si ritiene oggettivo è DECISAMENTE più difficile. Anzi, ancor peggio, viene ritenuto dal soggetto che dovrebbe ribellarsi assolutamente IMPOSSIBILE.
Per questo lo stesso processo logico che ci ha liberato di Dio rischia di incatenarci in maniera ancora più salda.
Perché avendo un approccio contemplativo alla realtà (fisica) circostante, rischia di imporre a tutti noi la semplice accettazione di ciò che osserva. Un'imposizione ben più rigida dell'autorità trascendente, perché agita internamente, a livello inconscio (mentre l'autorità divina reprime a livello consapevole. Io SO ciò che Dio vorrebbe e SO quando compio peccato).
Il passo avanti, dunque, dovrebbe essere invece capire che l'approccio contemplativo ci lascia in un punto morto e dunque non possiamo che passare ad un approccio dialettico, teoria e prassi insieme.
La realtà non è, la realtà diventa (cit. Lukacs). E diventa perchè non c'è separazione netta tra soggetto e oggetto. L'oggetto si definisce in base al soggetto e così il contrario.
Immagina le implicazioni di tale passaggio.
Immagina cosa implica smettere di cercare la Verità nell'oggetto, ma nel processo dialettico, nell'incontro tra soggetto e circostanze. Immagina quanto meno assolute sarebbero le nostre convinzioni come Società Occidentale Superiore de Sto Cazzo.
Immagina cosa voglia dire affermare che una realtà alternativa è SEMPRE possibile in presenza di un soggetto pronto ad attuarla.
Guarda, la dico così, la stessa conoscenza del mondo fisico assume tutt'altra veste partendo da questo approccio a livello di filosofia della scienza; ovviamente non muta il risultato degli esperimenti, ma la loro interpretazione si.
Si pensi anche solo alle implicazioni in Meccanica Quantistica...