"Dio non è morto" - GLORIA A DIO!

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Offline Rorschach

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12869
Re:"Dio non è morto" - GLORIA A DIO!
« Risposta #220 il: 23 Mar 2016, 17:33 »
Motiva, argomenta. altrimenti non capisco qual'è esattamente il disaccordo.

L'illusione della libertà individuale assoluta è uno dei Miti (o forse dovrei dire dei Dogmi) del positivismo moderno, che si concentra sui fatti più che sui processi.
Non esiste fatto (individuo) che non sia determinato dai processi (sociali) che lo attraversano, ovviamente in un rapporto dialettico col contesto.
Che "non rubare" derivi da Dio o dalla responsabilità sociale o dall'ideologia, resta la funzione.
L'essere umano è un animale sociale perché non può prescindere da tale funzione, senza perdere le sue caratteristiche umane.

E' chiaro, ripeto, che la morte di Dio sia stata un notevole passo in avanti per l'essere umano, che si è reso conto di come questa autorità non fosse esterna e trascendente, ma dovuta al suo stesso agire.
Ritenere invece che sia un essere compiutamente libero da questa necessità a mio avviso è un vero e proprio Mito. Assimilabile in termini di "ingenuità" al concetto di Dio.

Vabbè, io continuo a fare come me pare.

Offline FatDanny

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37439
Re:"Dio non è morto" - GLORIA A DIO!
« Risposta #221 il: 23 Mar 2016, 17:36 »
Credi di fare come ti pare.
E' proprio questo che, se messo in questi termini, ti rende simile a un credente religioso.
Ambedue vi affidate ad un credo più che ricercare una consapevolezza, per quanto possa essere spiacevole (non c'è alcun Dio a tutelarti; non sei completamente libero).
Stessa illusione, stessa ingenuità. O meglio: stessa necessità di affidarsi ad una credenza che travalica il reale.

Il credente si illude che tale autorità esista in forma innata e trascendente, tu ti illudi che non esista affatto.
Ambedue vivete di illusioni facilmente falsificabili dalla realtà concreta.

E, detto di sfuggita, questa illusione crea Miti ben più solidi della teologia.
Basti pensare al concetto di "stato di natura" (le presunte caratteristiche "naturali" dell'essere umano), all'immodificabilità strutturale dell'esistente, alla rinuncia di una visione olistica dell'esistenza sociale e la concentrazione maniacale sul particolare.
Tutte cose che si affermano quando ci si concentra sulla realtà dei fatti, più che sulla realtà dei processi.

Oh, so cose che affermavano con dovizia di dettagli gente del calibro di Lukacs e Marcuse, non proprio Sant'Agostino e papa Francesco.
Forse approfondire il tema aiuterebbe questa società a salvarsi da se stessa...

Offline Kredskin

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8992
Re:"Dio non è morto" - GLORIA A DIO!
« Risposta #222 il: 23 Mar 2016, 18:16 »
Il credente si illude che tale autorità esista in forma innata e trascendente, tu ti illudi che non esista affatto.

Premetto che il discorso mi piace e fondamentalmente concordo, la libertà assoluta non è possibile, non per un individuo medio che nasce in società.

Però mi soffermo su quanto ho citato: mi dici che l'autorità esiste (in quanto chi pensa che non esista si illude) e che non è né innata né trascendente, quindi com'è questa autorità?
Me la definiresti in termini assoluti?

Mi interessa.

Offline Tarallo

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111509
Re:"Dio non è morto" - GLORIA A DIO!
« Risposta #223 il: 23 Mar 2016, 18:39 »


Motiva, argomenta. altrimenti non capisco qual'è esattamente il disaccordo.

Chiedo scusa, ora non posso o causerei decessi multipli. Delego per ora a Kred che non si allontana troppo dal mio pensiero.

Offline Kredskin

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8992
Re:"Dio non è morto" - GLORIA A DIO!
« Risposta #224 il: 23 Mar 2016, 19:28 »
Oddio che emozione.

Spetta che controllo se ho le orecchie pulite e mi spunto un po la barba.















Vai sono pronto, spara FD.



P.S. Decessi multipli? ma che lavoro fai?  :o

Offline FatDanny

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37439
Re:"Dio non è morto" - GLORIA A DIO!
« Risposta #225 il: 23 Mar 2016, 20:21 »
Premetto che il discorso mi piace e fondamentalmente concordo, la libertà assoluta non è possibile, non per un individuo medio che nasce in società.

Però mi soffermo su quanto ho citato: mi dici che l'autorità esiste (in quanto chi pensa che non esista si illude) e che non è né innata né trascendente, quindi com'è questa autorità?
Me la definiresti in termini assoluti?

Mi interessa.

E' un autorità, ca va sans dire, contingente e immanente.
Ed è proprio questo il punto, questa autorità non può essere definita in termini assoluti, ma solo relativi, perché si da in rapporto ad un contesto, individuale e sociale.
Mettiamola così: al principio era il Verbo....   (forse sono andato troppo indietro).   :)

La civiltà occidentale, fino all'era dei Lumi, è stata caratterizzata da un'autorità trascendente che stabiliva il corretto agire sociale.
Nel concepire come trascendente questa autorità si affermava l'impossibilità di determinarla (caratteristica divina) e ci si limitava ad interpretarla attraverso mediazioni diverse, funzionali al contesto (le diverse religioni).
I Lumi uccidono Dio, ossia uccidono la necessità di un'autorità trascendente. Ma non ne uccidono la funzione tanto che un cretino qual'era Robenspierre, nel concreto dispiegarsi del primo stato nazione retto dai Lumi, la Francia rivoluzionaria, capisce la necessità di istituire un qualcosa di analogo, la Dea Ragione, ossia qualcosa che anche su un piano puramente simbolico richiamasse quella funzione anche nella sua forma fenomenica.

La secolarizzazione ha reso anche quella forma fenomenica insoddisfacente allo scopo. Tolta la Dea, resta la Ragione.
Ma qualsiasi ordine sociale non può riprodursi unicamente con l'uso della forza, nemmeno il più brutale.
Ha bisogno di uno strumento normativo/repressivo che auto-agisca a livello individuale e sociale.
Chiamalo codice di comportamento, chiamala Morale, chiamalo schema di valore, resta la sua necessità.

E qui si arriva al problema.
Se Dio non c'è più, cosa ci resta da indagare nell'ordine logico razionale a cui attribuire questi schemi e questi comportamenti?
La Natura.
Ma la Natura è un concetto altrettanto trascendente dalla volontà umana, pur essendo immanente nella sua materialità. E' dunque un qualcosa di modificabile (in termini di materialità), ma solo di conoscibile in termini di essenza.
Qual'è lo strumento attraverso cui conosco la Natura? il procedimento scientifico-contemplativo.
Si impone pian piano la concezione che determinati codici, schemi o comportamenti siano insiti nella "natura umana", nella "natura sociale" o nella "natura fisica". E la convinzione che tali forme della Natura non siano anch'esse un prodotto umano, ma vadano semplicemente riconosciute mediante un progressivo processo di apprendimento: il progresso scientifico.

Ma il metodo contemplativo, per definizione, DEVE accettare la realtà che osserva, altrimenti entrerebbe in autocontraddizione (perché l'osservazione perderebbe di valore).
E se questa realtà diviene naturale, la sua legittimità intrinseca è ben più salda di quella divina.
Alla propria natura ci si può ribellare ancor meno che ad una divinità.


E' così che l'etica protestante di Weber diviene pian piano la "naturale propensione umana".
Così che i generi divengono la "naturale divisione degli esseri umani" sulla base del sesso biologico.
Così che la differenziazione tra classi sociali diviene il "naturale ordinamento sociale".
Così che lo Stato diviene la "naturale organizzazione politica".
Tutte cose che non sono altro che sedimentazioni storiche (culturali, sociali, politiche) si assolutizzano attraverso il concetto di Natura.

Ciò che prima stabiliva Dio, oggi lo stabilisce la Natura nelle sue differenti forme, legittimata razionalmente da un processo conoscitivo che non fa altro che autolegittimarsi.
Intendiamoci: non sto dicendo che sarebbe stato preferibile restare in un'era pre-Lumi.
Ad esempio nel campo della "natura fisica" questo passaggio ci ha permesso di aumentare considerevolmente la portata delle nostre conoscenze e delle nostre capacità.
Così come il capitalismo è stato decisamente augurabile rispetto allo stadio feudale.
Ma per fare un ulteriore passo in avanti dovremmo capire che, come Dio, anche la Natura concettualmente non è altro che un prodotto umano. Che il suo carattere, poiché non è affatto "naturale" è sempre relativo ad un contesto e dunque opinabile, discutibile, stravolgibile.
Che si dà non in termini di dato, di fatto, ma di processo. Di possibilità e non di atto già determinato.
E che quindi quei codici di comportamento e quegli schemi di valori, per quanto necessari alla vita sociale, non derivano da null'altro che da noi, anche quelli che ci sembrano più immediati.
Invece nell'oggettivare questa Natura, siamo tornati ad uno stato di impotenza analogo a quando c'era Dio.
Con una differenza importante: mentre Dio è un'autorità esterna a cui è concepibile ribellarmi, la stessa cosa è molto più complicata quando parliamo di un qualcosa che è immanente alla mia persona (individuale e sociale) come essenza.
Sarebbe... contro Natura. :)








Offline Kredskin

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8992
Re:"Dio non è morto" - GLORIA A DIO!
« Risposta #226 il: 23 Mar 2016, 21:35 »
Madonna, risponderti sarà una delle cose più faticose che faccio da anni :DD

Ma parto ringraziandoti per lo scambio, che mi ricorda molto le chiacchierate da muretto fatte con gli amici, fino all'alba, anni fa.

Ti premetto però che sono riuscito a seguire il tuo discorso fino ad un certo punto, poi mi sono un attimino perso in quella che mi sembra una contorsione. Ma veniamo a noi.

E' un autorità, ca va sans dire, contingente e immanente.
Ed è proprio questo il punto, questa autorità non può essere definita in termini assoluti, ma solo relativi, perché si da in rapporto ad un contesto, individuale e sociale.
Mettiamola così: al principio era il Verbo....   (forse sono andato troppo indietro).   :)

La civiltà occidentale, fino all'era dei Lumi, è stata caratterizzata da un'autorità trascendente che stabiliva il corretto agire sociale.
Nel concepire come trascendente questa autorità si affermava l'impossibilità di determinarla (caratteristica divina) e ci si limitava ad interpretarla attraverso mediazioni diverse, funzionali al contesto (le diverse religioni).
I Lumi uccidono Dio, ossia uccidono la necessità di un'autorità trascendente. Ma non ne uccidono la funzione tanto che un cretino qual'era Robenspierre, nel concreto dispiegarsi del primo stato nazione retto dai Lumi, la Francia rivoluzionaria, capisce la necessità di istituire un qualcosa di analogo, la Dea Ragione, ossia qualcosa che anche su un piano puramente simbolico richiamasse quella funzione anche nella sua forma fenomenica.

La secolarizzazione ha reso anche quella forma fenomenica insoddisfacente allo scopo. Tolta la Dea, resta la Ragione.
Ma qualsiasi ordine sociale non può riprodursi unicamente con l'uso della forza, nemmeno il più brutale.
Ha bisogno di uno strumento normativo/repressivo che auto-agisca a livello individuale e sociale.
Chiamalo codice di comportamento, chiamala Morale, chiamalo schema di valore, resta la sua necessità.
Fin qui ti seguo, anche perché l'unica parte accettabile della religione, per me, è proprio la parte che funge da codice di comportamento, ciò che mette le persone in condizione di agire per il meglio.

Citazione
E qui si arriva al problema.
Se Dio non c'è più, cosa ci resta da indagare nell'ordine logico razionale a cui attribuire questi schemi e questi comportamenti?
La Natura.
Io non vorrei imbattermi in gaffe paurose proprio con te, che sei estremamente colto e preciso, ma non è stata proprio la contemplazione della natura a dare inizio a tutto? Non è attraverso la natura che si è sviluppato il primo vero Pensiero?
Non riesco a collocare la Natura in questa parte del tuo ragionamento sinceramente, io la metterei all'inizio, ben prima della religione. Ma andiamo oltre.
Citazione
Ma la Natura è un concetto altrettanto trascendente dalla volontà umana, pur essendo immanente nella sua materialità. E' dunque un qualcosa di modificabile (in termini di materialità), ma solo di conoscibile in termini di essenza.
Qual'è lo strumento attraverso cui conosco la Natura? il procedimento scientifico-contemplativo.
Si impone pian piano la concezione che determinati codici, schemi o comportamenti siano insiti nella "natura umana", nella "natura sociale" o nella "natura fisica". E la convinzione che tali forme della Natura non siano anch'esse un prodotto umano, ma vadano semplicemente riconosciute mediante un progressivo processo di apprendimento: il progresso scientifico.

Ma il metodo contemplativo, per definizione, DEVE accettare la realtà che osserva, altrimenti entrerebbe in autocontraddizione (perché l'osservazione perderebbe di valore).
E se questa realtà diviene naturale, la sua legittimità intrinseca è ben più salda di quella divina.
Alla propria natura ci si può ribellare ancor meno che ad una divinità.
Ok, ci sono, ma il concetto di propria natura è abbastanza confuso imho, poiché al suo interno ci si può infilare qualunque cosa, dalla pedofilia al gusto per il cioccolato.
Non so, anche qui ho dei dubbi nella collocazione del tutto, non riesco ad identificarla come sostituto della Ragione nel "codice" (alla Dexter).

Citazione
E' così che l'etica protestante di Weber diviene pian piano la "naturale propensione umana".
Così che i generi divengono la "naturale divisione degli esseri umani" sulla base del sesso biologico.
Così che la differenziazione tra classi sociali diviene il "naturale ordinamento sociale".
Così che lo Stato diviene la "naturale organizzazione politica".
Tutte cose che non sono altro che sedimentazioni storiche (culturali, sociali, politiche) si assolutizzano attraverso il concetto di Natura.

Ciò che prima stabiliva Dio, oggi lo stabilisce la Natura nelle sue differenti forme, legittimata razionalmente da un processo conoscitivo che non fa altro che autolegittimarsi.
Sicuramente è una mia ignoranza, ma non ho mai trovato queste tesi portate avanti come codice da sole, le ho sempre trovate a supporto di altro, le ho sempre trovate come spiegazione di altro.
Spesso con la religione in mezzo.

Poi si, ci sono molte cose che accettiamo di buon grado e da cui ci facciamo regolare con il dogma "ehhhh è la natura", un po come la rana e lo scorpione.

Citazione
Intendiamoci: non sto dicendo che sarebbe stato preferibile restare in un'era pre-Lumi.
Ad esempio nel campo della "natura fisica" questo passaggio ci ha permesso di aumentare considerevolmente la portata delle nostre conoscenze e delle nostre capacità.
Così come il capitalismo è stato decisamente augurabile rispetto allo stadio feudale.
Ma per fare un ulteriore passo in avanti dovremmo capire che, come Dio, anche la Natura concettualmente non è altro che un prodotto umano. Che il suo carattere, poiché non è affatto "naturale" è sempre relativo ad un contesto e dunque opinabile, discutibile, stravolgibile.
Ecco qui non ti seguo più, o almeno mi sono perso.

In che senso la natura concettualmente p un prodotto umano? Come può essere alla stregua di una cosa completamente inventata dall'umanità come la religione?
Ci potranno essere degli aspetti artificiali, degli aspetti comodi e degli aspetti costruiti ad arte, ma non capisco come possa essere messa sullo stesso piano.

Citazione
Che si dà non in termini di dato, di fatto, ma di processo. Di possibilità e non di atto già determinato.
E che quindi quei codici di comportamento e quegli schemi di valori, per quanto necessari alla vita sociale, non derivano da null'altro che da noi, anche quelli che ci sembrano più immediati.
Qui sono completamente d'accordo, non esiste nulla che non sia creato dall'uomo, a parte gli istinti che infatti sono identici a quelli animali.
Citazione
Invece nell'oggettivare questa Natura, siamo tornati ad uno stato di impotenza analogo a quando c'era Dio.
Con una differenza importante: mentre Dio è un'autorità esterna a cui è concepibile ribellarmi, la stessa cosa è molto più complicata quando parliamo di un qualcosa che è immanente alla mia persona (individuale e sociale) come essenza.
Sarebbe... contro Natura. :)
Qua non sono d'accordo invece, perché trovo infinitamente più facile ribellarsi alla Natura che a Dio, per il semplice fatto che chi crede in Dio e si fa guidare da un codice religioso (la maggior parte) è per sua natura (no pun intended  :=)) ) portato a non farsi domande e quindi a non ribellarsi.

C'è una gigantesca differenza tra chi crede in Dio (o meglio, io direi a chi si affida a dogmi religiosi, che si basano sulla perpetrazione dell'ignoranza) e chi invece è già nello step successivo, poiché ha usato il suo cervello ed ha ragionato.

Diciamo che stanno tutti e due su una scala, ma uno sta alzando la gamba per salire il primo scalino, mentre l'altro ne ha già fatti diversi.


Chiudo dicendo che la libertà assoluta non esiste in nessun caso, ma proprio nessuno, ovviamente.

Ci sono gradi di libertà che spaziano dalla cavia per esperimenti scientifici (dove non ti puoi neanche ammazzare) all'eremità sul cocuzzolo della montagna.
Certo uno che vive alla balduina e gira col motorino per roma non è che è n'omo libbero perché si è fatto sbattezzare e la mattina ha mandato affanculo il capo rompipalle.

Offline Ranxerox

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18396
Re:"Dio non è morto" - GLORIA A DIO!
« Risposta #227 il: 23 Mar 2016, 22:23 »
quando, inevitabilmente, sarò più ricco di quanto non sia, je ne regalerò una a rio vista cristo redentore e poi lo chiamerò ogni ora per gustarmi il suo rapporto col trascendente

Nel suo piccolo, una cosa tipo i distinti sudest e la Madonnina di Montemario?

Offline Ranxerox

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18396
Re:Dio non è morto - GLORIA A DIO!
« Risposta #228 il: 23 Mar 2016, 22:32 »

forse non ho letto con attenzione, ma non c'è neanche una risposta alle mie considerazioni, vero?
sei ripartito in tromba con la tua visione delle cose, ce l'hai rispiegata un po' meglio e un po' più dettagliatamente (anche se posso assicurarti già avevamo capito), ma tranne un singolo aspetto, anche abbastanza marginale, non hai trovato la maniera per entrare nel dettaglio. poi se uno ti dice che ragionate per schemi precostituiti non c'ha ragione.

a sto punto mi chiedo a che cosa serva questo topic, qual è l'utilità che ci hai visto, dato che mi pare sia tu il primo a rifiutare il dialogo e le spiegazioni mentre invece utilizzi questo spazio semplicemente per affermare e riaffermare il perché tu ti senti una persona migliore seguendo l'insegnamento di Gesù e perché tutti sarebbero migliori se seguissero il tuo esempio.

nel dettaglio: ti ringrazio per la spiegazione rudimentale della differenza tra fede e religione (potevi fare i disegnini se pensavi che non ci sarei potuto arrivare con linguaggio e concetti un minimo più strutturati e articolati dei soliti 4 versetti della bibbia ciancicati a memoria).

ancora un ringraziamento: quello di avermi fatto scoprire che chi legge la bibbia come te ma non si comporta esattamente come te non rispecchia la volontà di dio. il tono perentorio di questa affermazione evidenzia peraltro un attributo di oggettività al fatto che loro sbagliano e tu no. è così, punto e basta. si vede che hai le tue fonti, non puoi altrimenti essere così sicuro che è in torto chi legge la bibbia e la interpreta per i cazzi suoi oppure chi sempre facendo riferimento al testo sacro ritiene corretto rompere le palle al prossimo con divieti oscurantisti e restrizioni di stampo medievale (sei in italia, no? ecco, non ti sarà sfuggito il dibattito sulla fecondazione assistita o la step child adoption e le conseguenti scelte del parlamento che ci rappresenta?) mentre tu no. probabilmente te l'ha detto proprio gesù in persona e quindi sei sicuramente in lizza per un posto da alto prelato della tua confessione. complimenti.
questo continua ad azzerare il tema della religione intesa come istituzione che media il rapporto tra l'individuo e dio, attraverso l'interpretazione dei cosidetti testi sacri da sempre appannaggio esclusivo della chiesa (che sia cattolica o protestante). in sostanza è da quando gesù è sceso in terra che tu in quanto individuo non hai alcun diritto di cercare la tua strada verso dio in completa autonomia, ma serve appunto il sacerdote, il sacramento, l'atto istituzionale (sì, lo è anche il battesimo).

è la religione che media tutto quello che sei o vorresti o dovresti essere rispetto a Dio, ma tu no, tu ne sei fuori, la differenza tra fede e religione per te è sacra e inviolabile. insomma scegli de fa più o meno come cazzo te pare e di interpretare il testo sacro come tu pensi sia più corretto e più aderente alla volontà del Signore, anzi è proprio il Signore che ti dice che ti stai comportando bene e bisogna fare proprio come fai tu, mentre se lo fanno gli altri no, è sbagliato interpretarlo in altra maniera, se il Signore parla anche a loro, li guida, e gli dice che devono cacare il cazzo alle donne sterili per fare la sua volontà sicuramente stanno sognando o sono sotto acidi perché il vero Signore è quello che parla a te.

magari il fatto che la religione serva proprio a evitare questo è un dubbio che non ti è venuto, però sappi che se ti viene è ora che tenti di dargli una risposta.

sorvolo poi sulla tristezza nel leggere la tua autostima sotto la suola delle scarpe, però non è un mio problema. se pensi di essere così squallido come individuo affari tuoi.

Conoscendoti, ho l'impressione che non hai voluto assolutamente calcare la mano. Immagino soprattutto il non scritto....  :)

Offline FatDanny

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37439
Re:"Dio non è morto" - GLORIA A DIO!
« Risposta #229 il: 24 Mar 2016, 15:12 »
Madonna, risponderti sarà una delle cose più faticose che faccio da anni :DD

Ma parto ringraziandoti per lo scambio, che mi ricorda molto le chiacchierate da muretto fatte con gli amici, fino all'alba, anni fa.


Pure io ho faticato non poco.
Ammetto in premessa che più o meno il mio atteggiamento è questo. So' passati un paio di decenni, ma alla fine mi approccio alla discussione allo stesso modo.  :=))


non è stata proprio la contemplazione della natura a dare inizio a tutto? Non è attraverso la natura che si è sviluppato il primo vero Pensiero?
Non riesco a collocare la Natura in questa parte del tuo ragionamento sinceramente, io la metterei all'inizio, ben prima della religione.

Evidentemente mi sono spiegato male. Nel dire che tolto Dio all'Uomo resta la Natura non intendevo dire che questa appare soltanto alla morte di Dio. Certo che c'era da ben prima, come dici tu.
Fino ai Lumi abbiamo Dio e Natura, Metafisica e Fisica. Con la morte di Dio (e della metafisica) resta la Natura (la fisica).
La metafisica viene degradata nella gerarchia della conoscenza umana.
Non c'è dubbio infatti che le conoscenze scientifiche (fisiche) siano considerate in modo decisamente diverso da quelle metafisiche, considerate ormai poco più che opinioni (non c'è solo la religione. La Filosofia ad esempio?)


il concetto di propria natura è abbastanza confuso imho, poiché al suo interno ci si può infilare qualunque cosa, dalla pedofilia al gusto per il cioccolato.
Non so, anche qui ho dei dubbi nella collocazione del tutto, non riesco ad identificarla come sostituto della Ragione nel "codice" (alla Dexter).


La Natura, il mondo fisico, non sostituisce la Ragione, forse anche qui sono stato poco chiaro.
Dico che all'interno della Ragione il concetto di Natura sostituisce il concetto di Dio.
Se tu prima eri Uomo o Donna (inteso come genere) per volontà divina, oggi lo sei per causa naturale (biologia).
Quel che ti dico io è che invece sei Uomo o Donna né per Dio né per la Natura, ma perchè costruito storicamente così.
E' vero che nella Natura ci puoi infilare di tutto e questo ti è dimostrato dal dispiegarsi del sapere scientifico: chimica, fisica, biologia, geometria, geologia, geografia, antropologia, psicologia, sociologia, ecc ecc.
Cosa manca a tutte queste? La visione d'insieme, l'approccio olistico, la capacità di cogliere i nessi generali.
Perché è una peculiarità della metafisica. L'approccio olistico è possibile solo recuperando la Filosofia.
Degradando/rinunciando alla metafisica, il pensiero occidentale ha rinunciato all'approccio olistico.
Per questo non riesce a guardare alla realtà in termini di alternative possibili, ma nei termini di UNA realtà possibile (quella presente), modificabile nei caratteri particolari (oggetto delle scienze particolari).


Sicuramente è una mia ignoranza, ma non ho mai trovato queste tesi portate avanti come codice da sole, le ho sempre trovate a supporto di altro, le ho sempre trovate come spiegazione di altro.
Spesso con la religione in mezzo.

Poi si, ci sono molte cose che accettiamo di buon grado e da cui ci facciamo regolare con il dogma "ehhhh è la natura", un po come la rana e lo scorpione.


Il tuo esempio dello Scorpione e della Rana coglie pienamente il senso del discorso.
La logica legata alla natura serve esattamente a legittimare l'esistente, proprio come con la Rana e lo Scorpione.
Mi spiace se il mondo è iniquo, ma è la natura umana.
Mi spiace se da scorpione ti ammazzo rana, è la mia natura.
Questa cosa non è realmente vera, è un prodotto evolutivo del pensiero occidentale partito con Aristotele.
In un certo senso questa cosa é la funzione di Dio trasformata.
Ciò che prima era dovuto a Dio oggi è dovuto alla natura. Quindi dovremmo riconoscere di aver confermato la funzione normativo-repressiva, spostandola da un'entità trascendente-metafisica ad una immanente-fisica.



In che senso la natura concettualmente è un prodotto umano? Come può essere alla stregua di una cosa completamente inventata dall'umanità come la religione?


Credo di averti risposto ampiamente con quanto detto finora in questa risposta.

Qua non sono d'accordo invece, perché trovo infinitamente più facile ribellarsi alla Natura che a Dio, per il semplice fatto che chi crede in Dio e si fa guidare da un codice religioso (la maggior parte) è per sua natura (no pun intended  :=)) ) portato a non farsi domande e quindi a non ribellarsi.

C'è una gigantesca differenza tra chi crede in Dio (o meglio, io direi a chi si affida a dogmi religiosi, che si basano sulla perpetrazione dell'ignoranza) e chi invece è già nello step successivo, poiché ha usato il suo cervello ed ha ragionato.

Diciamo che stanno tutti e due su una scala, ma uno sta alzando la gamba per salire il primo scalino, mentre l'altro ne ha già fatti diversi.


Sicuramente aver reso l'autorità da trascendente a immanente è un bel passo avanti. Ma attenzione perchè può essere un passo in avanti in direzione di un binario morto e dunque un passo avanti che ti porta a fermarti subito dopo.
Qual'è il problema a ribellarsi alla natura rispetto al ribellarsi alla divinità?
Che la natura ha un grado di complicazione ulteriore: la sua consistenza oggettivata.
Cioè che viene definito dalle scienze tende (il verbo non è casuale: non è, ma tende) ad essere considerato oggettivo. Non la specifica teoria scientifica, che di per sé anzi è scientifica proprio perché smentibile. Ma la formazione discorsiva compiuta si. La singola teoria geografica non è oggettiva, la Geografia si.
Ribellarsi a qualcosa che si ritiene oggettivo è DECISAMENTE più difficile. Anzi, ancor peggio, viene ritenuto dal soggetto che dovrebbe ribellarsi assolutamente IMPOSSIBILE.

Per questo lo stesso processo logico che ci ha liberato di Dio rischia di incatenarci in maniera ancora più salda.
Perché avendo un approccio contemplativo alla realtà (fisica) circostante, rischia di imporre a tutti noi la semplice accettazione di ciò che osserva. Un'imposizione ben più rigida dell'autorità trascendente, perché agita internamente, a livello inconscio (mentre l'autorità divina reprime a livello consapevole. Io SO ciò che Dio vorrebbe e SO quando compio peccato).

Il passo avanti, dunque, dovrebbe essere invece capire che l'approccio contemplativo ci lascia in un punto morto e dunque non possiamo che passare ad un approccio dialettico, teoria e prassi insieme.
La realtà non è, la realtà diventa (cit. Lukacs). E diventa perchè non c'è separazione netta tra soggetto e oggetto. L'oggetto si definisce in base al soggetto e così il contrario.
Immagina le implicazioni di tale passaggio.
Immagina cosa implica smettere di cercare la Verità nell'oggetto, ma nel processo dialettico, nell'incontro tra soggetto e circostanze. Immagina quanto meno assolute sarebbero le nostre convinzioni come Società Occidentale Superiore de Sto Cazzo.
Immagina cosa voglia dire affermare che una realtà alternativa è SEMPRE possibile in presenza di un soggetto pronto ad attuarla.

Guarda, la dico così, la stessa conoscenza del mondo fisico assume tutt'altra veste partendo da questo approccio a livello di filosofia della scienza; ovviamente non muta il risultato degli esperimenti, ma la loro interpretazione si.
Si pensi anche solo alle implicazioni in Meccanica Quantistica...

Offline Tarallo

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111509
Re:"Dio non è morto" - GLORIA A DIO!
« Risposta #230 il: 24 Mar 2016, 15:22 »
Secondo te e' possibile recuperare la Metafisica attraverso una Nuova Filosofia che non abbia ALCUN connotato religioso e ALCUNA sovrapposizione con le ideologie religiose? Anche come approccio, intendo. Una Filosofia, non una Ideologia della Ragione. Se non lo e', e' poi tanto orribile vivere restando nel reale, con le imposizioni del reale?
Re:"Dio non è morto" - GLORIA A DIO!
« Risposta #231 il: 24 Mar 2016, 15:26 »
Più sbircio questo topic, tanto più mi ritengo fortunato ad essere completamente AGNOSTICO all'argomento. 8)

Offline FatDanny

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37439
Re:"Dio non è morto" - GLORIA A DIO!
« Risposta #232 il: 24 Mar 2016, 15:56 »
Secondo te e' possibile recuperare la Metafisica attraverso una Nuova Filosofia che non abbia ALCUN connotato religioso e ALCUNA sovrapposizione con le ideologie religiose? Anche come approccio, intendo. Una Filosofia, non una Ideologia della Ragione. Se non lo e', e' poi tanto orribile vivere restando nel reale, con le imposizioni del reale?

Dipende cosa intendi per connotato religioso e per ideologia..
Una Visione del Mondo porta con se dei connotati normativo/repressivi implicitamente, perché qualsiasi schema di valore o codice di comportamento, per essere tale, deve portare con sé una Norma.
Che poi questa dipenda dal Fuoco Sacro, da Giove, da Jahweh o dalla forza di gravità poco importa.
Quindi a questo NO, non si può rinunciare.
Ma nemmeno chi sceglie la "gaia scienza" vi rinuncia, semplicemente lo rimuove. Viviamo nella società della rimozione d'altronde.
Il passo in avanti sarebbe più che eliminare ciò che è ineliminabile, avere la consapevolezza del suo carattere relativo, perché questo anzitutto aiuta a conviverci senza farne un assoluto (con tutte le conseguenze del caso), ma un qualcosa di modificabile a seconda del contesto e dunque soprattutto permette la volontà/possibilità di cambiare il contesto per cambiare la Norma.
 

E' tanto orribile vivere restando nel reale?
Si, assolutamente orribile. Perché non ti rendi conto che:
a) non vivi nel reale, sei condannato al reale come unica opzione possibile.
b) Quel che consideri Reale non è che il Dominio del presente attraverso l'eliminazione dell'aspetto complessivo (metafisico) e la riduzione della realtà ai particolari (fisici). Con la differenza che il Dominio divino era esplicito, il Dominio della Ragione razionale (naturale/fisica) è implicito. E' nascosto. E' subdolo.


La religione o la filosofia sono essenziali a cogliere la realtà nella sua compiutezza, nella sua totalità.
Non c'è scienza razionale-operativa in grado di farlo. Se si rinuncia alla metafisica si rinuncia al Mondo come tale (il quale pur tuttavia esiste) e soprattutto alla possiblità di trasformarlo.
E infatti non è un caso che proprio nella nostra realtà e nella nostra società è più raro trovare chi è convinto di poter trasformare integralmente il sistema, o anche semplicemente la sua vita, che mosche bianche.
Nel medioevo era pieno di mistici convinti di poter realizzare il Paradiso.
Ora, siamo convinti che quelli erano illusi, io per primo. Per questo alla religione rinuncio volentieri. Ma alla sua funzione no, affatto. Anche perchè nessuno lo fa davvero, semplicemente diviene un qualcosa che agisce sotto traccia.
E non credo che stia meglio chi ha rinunciato a traformare il mondo, diventando un credente, un fedele, della realtà data e del suo studio contemplativo.
Un essere umano altrettanto illuso. Illuso che conoscendo i vari particolari sempre più approfonditamente riuscirà a capire la Realtà complessiva. Quando questa invece, esattamente in questo modo, gli sfugge sempre più.
In tal senso chi dice che gli scenziati sono i sacerdoti della contemporaneità non sbaglia affatto.
Il punto è comprendere appieno cosa questo significa. Non vuol dire per proprietà transitiva che la Scienza è Falsa come la Religione, ma che sotto traccia mistifica la Realtà in modi e con funzioni simili.

Offline Tarallo

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111509
Re:"Dio non è morto" - GLORIA A DIO!
« Risposta #233 il: 24 Mar 2016, 16:07 »
Modi simili no, funzioni simili no. Rifletterò sull'opzione "risultati simili".
(Se potro', spieghero' quando sono su pc e non su telefono)

Offline carib

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30356
Re:"Dio non è morto" - GLORIA A DIO!
« Risposta #234 il: 24 Mar 2016, 16:15 »
Religioni e filosofia non capiscono un tazzo di realtà umana. Le prime guardano all'uomo come una proiezione di dio, la seconda parla dell'uomo senza... esserci mai entrata in rapporto.

Offline FatDanny

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37439
Re:"Dio non è morto" - GLORIA A DIO!
« Risposta #235 il: 24 Mar 2016, 16:15 »
Attento tarà, non intendo modi e funzioni simili di funzionamento. E' chiaro che funzionano in modo diverso.
Ho scritto modi e funzioni simili di mistificazione.
Ossia la manipolazione del reale è analoga. In che termini?

Ambedue si ergono a strumenti autonomi (ossia che non necessitano di altro) per arrivare alla Verità e ambedue deformano la realtà per affermare se stesse come compiutamente vere.
Poi non ce piove che c'è un'enorme differenza per me tra pregare per raggiungere la Santità e indagare le cellule staminali per trovare una cura per la SLA.
Capitalismo e progresso scientifico hanno fatto meraviglie ben più grandi delle Piramidi d'Egitto e dell'Eden (semi-cit.)

Religioni e filosofia non capiscono un tazzo di realtà umana. Le prime guardano all'uomo come proiezione di dio, la seconda parla dell'uomo senza... esserci mai entrata in rapporto.

... e carib è l'esempio migliore del mio discorso. 

  :=))

Offline marco87

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13869
Re:"Dio non è morto" - GLORIA A DIO!
« Risposta #236 il: 24 Mar 2016, 16:19 »
e come disse socrate: io so di non tifare scherzo :=))

Offline orchetto

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12953
Re:"Dio non è morto" - GLORIA A DIO!
« Risposta #237 il: 24 Mar 2016, 16:26 »
Metafisica e dialettica non sempre vanno d'accordo.
A meno che per metafisica non si intenda la Filosofia e allora mi troverei in sintonia con Fat Danny.
Sulla natura.
Cosa è? L'universo tutto? La natura coincide con il cosmo? Se si è la natura stessa che ci dice che introiettare una visone del reale come unica opzione possibile è una auto condanna.
Del resto cosa è l'universo è uno dei quesiti filosofici fondamentali.

Offline Tarallo

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111509
Re:"Dio non è morto" - GLORIA A DIO!
« Risposta #238 il: 24 Mar 2016, 16:30 »
Non importa se la Natura coincida o no con il Cosmo. La Natura per definizione e' quello che sappiamo + quello che non sappiamo. Io che sia orribile vivere senza una interpretazione (perche' rega' non scherzamo, pure questa e' uan interpretazione) metafisica dell'essere non riesco a convincermi. Che ci sia bisogno di questa visione unificatrice che dia un senso a tutto, altrimenti siamo intrappolati nel reale, niente manco questo.
Io non mi sento affatto intrappolato nel reale. Il reale come unica condizione possibile non e' affatto una condanna, anzi e' rassicurante. L'unico dominio che mi permetto di introdurre e' quello onirico. Ecco, reale + onirico e sto una favola.

Offline FatDanny

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37439
Re:"Dio non è morto" - GLORIA A DIO!
« Risposta #239 il: 24 Mar 2016, 16:30 »
Metafisica e dialettica non sempre vanno d'accordo.
A meno che per metafisica non si intenda la Filosofia e allora mi troverei in sintonia con Fat Danny.
Sulla natura.
Cosa è? L'universo tutto? La natura coincide con il cosmo? Se si è la natura stessa che ci dice che introiettare una visone del reale come unica opzione possibile è una auto condanna.
Del resto cosa è l'universo è uno dei quesiti filosofici fondamentali.

Orché, te risparmio tempo: siamo perfettamente in sintonia.

 ;)


Non importa se la Natura coincida o no con il Cosmo. La Natura per definizione e' quello che sappiamo + quello che non sappiamo. Io che sia orribile vivere senza una interpretazione (perche' rega' non scherzamo, pure questa e' uan interpretazione) metafisica dell'essere non riesco a convincermi. Che ci sia bisogno di questa visione unificatrice che dia un senso a tutto, altrimenti siamo intrappolati nel reale, niente manco questo.
Io non mi sento affatto intrappolato nel reale. Il reale come unica condizione possibile non e' affatto una condanna, anzi e' rassicurante. L'unico dominio che mi permetto di introdurre e' quello onirico. Ecco, reale + onirico e sto una favola.

Ma certo che è rassicurante. E' proprio questo a renderlo una condanna.
E' proprio questo che porta subdolamente con sé l'accettazione del reale come unico possibile. Il suo essere rassicurante (ma la religione non ha la stessa funzione per caso?)
Il fatto è che dire "questa cosa è naturale" è ancor più rassicurante e più efficace che dire
"questa cosa è data da Dio".

Vivere senza un'interpretazione metafisica semplicemente ti disarma dalla possibilità di capire il Mondo (come totalità e rapporti complessivi, che differiscono dai particolari) e trasformarlo (nei medesimi aspetti).
C'è più libertà nel misticismo rivoluzionario di Muntzer che nella scienza di Popper.

Ti dirò di più: pensare che la Natura è ciò che sappiamo + quello che non sappiamo è un'altra prova della mistificazione in atto.
Perchè sembra che ciò che sappiamo sia assodato e quasi sembra di intravedere la strada del progresso conoscitivo che permetterà di ridurre sempre più ciò che non sappiamo a favore di ciò che sappiamo. Linearmente. L'essenza del positivismo scientifico.

"Ciò che sappiamo" è invece l'oggettivazione mediata della nostra percezione immediata. Ciò che non sappiamo è ciò che ancora va oggettivato.
Ma l'oggettivazione non è un modo che ti dice come la realtà E', ma come hai RESO la realtà. E' la sedimentazione storica del tuo pensiero, è la somma delle scelte e degli scarti prodotti dalla nostra civiltà. Dunque ha un'oggettività estremamente relativa.
Non è un dettaglio la differenza tra dire che ciò che è oggettivo è come la realtà E' o come la realtà E' DIVENUTA PER NOI.

 

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