Viceversa, vivere con un'interpretazione metafisica ti arma (verbo scelto non a caso) della convinzione di capire il mondo, e di volerlo a tutti i costi trasformare. Così ad occhio, è un errore in cui sono cascati in parecchi nell'ultimo secolo.
Sulla demarcazione nel paragrafo successivo: il trabocchetto sta nel fatto che, man mano che la scienza compie progressi e risponde a domande, altri interrogativi (in numero anche superiore ai quesiti cui si è data una spiegazione) si aprono. L'ammontare del conosciuto e del non-conosciuto crescono entrambi, ed in proporzioni diverse. E' un processo tutt'altro che lineare, ma che non contraddice affatto quanto afferma Tarallo IMHO.
Sull'ultima parte, invece, nulla da eccepire vostro onore
In realtà è tutto l'opposto.
I drammi dell'ultimo secolo vengono esattamente dalle estreme conseguenze della logica razionale più che della metafisica, in particolar modo se parliamo di nazismo e socialismo reale.
A parte che "volerlo a tutti i costi trasformare" (il proprio mondo) dovrebbe essere una delle principali peculiarità che distingue gli esseri umani dalle amebe.
Ma al di là di questa considerazione personale se guardi l'ultimo secolo è stata proprio la logica formale ad armare determinate convinzioni.
Perchè laddove riusciamo ad oggettivare una determinata concezione (dalla scientificità del socialismo alla frenologia) questa diventa non-negoziabile e chi vi si oppone diviene immediatamente un falsificatore o, peggio ancora, un traditore.
Se riesco a dimostrare oggettivamente (o ritengo che tale dimostrazione sia oggettiva) qual'è la cosa migliore per l'essere umano, allora tu che dici qualcosa di diverso necessariamente stai affermando qualcosa di peggiore.
Il che ti rende, sempre seguendo la logica, o in una posizione di ignoranza o di malafede.
In ambedue i casi si è privati della legittimità di una posizione diversa. O meglio ancora della realizzabilità di una posizione diversa. Ne consegue che questa non può che essere propaganda strumentale.
Da qui alla tragedia il passo è breve.
Non solo: gli stessi meccanismi di controllo, le stesse tecnologie e dispositivi del totalitarismo sono strettamente legati a tale logica razionale. Anzi, ne derivano in forma diretta. La logica razionale è totalizzante, lo vediamo tutt'oggi. Impone un Pensiero Unico, in una direzione o nell'altra.
Il nazismo è la prova principale di quanto la precisione razionale possa essere in realtà fonte di mistificazione.
Quindi sottolinei un errore giusto, condivido, peccato che però punti il dito sul sospettato sbagliato e paradossalmente lo fai in difesa del vero colpevole.
Nessuno ha detto che il progresso scientifico sia lineare, ma che avendo un approccio contemplativo rimanda ad uno schema assiomatico ed estensivo dell'universo stabilito del discorso e dei comportamenti.
Il carattere "rivoluzionario" della Scienza, che aveva una valenza in altre epoche storiche, oggi è una pia illusione, laddove la Scienza opera in direzione perfettamente opposta, come forza conservatrice (non reazionaria, conservatrice. C'è una bella differenza tra i due termini).
i vostri discorsi astratti sono ossigeno per i miei esperimenti
Al 90% la tua è una battuta voluta, ma io colgo l'assist in ogni caso.
"discorsi astratti" per chi scusa?
Le cose di cui ho parlato finora sono tutto fuorché astratte, riguardano la materialità dei rapporti quotidiani, delle abitudini, della dinamica sociale. Sicuramente meno astratti della forza di gravità (la cui fenomenologia è concreta, ma la forza di per sé è assolutamente astratta).
L'uso del termine "astratto" è estremamente diffuso della definizione della gerarchia dei saperi che si è imposta nell'epoca contemporanea.
Le scienze fisiche sarebbero (uso il condizionale perché non me pare proprio) concrete, tangibili, dunque più "credibili". La metafisica sarebbe invece astratta e in quanto tale più opinione che altro, dunque dotata di credibilità inferiore.
L'idea che i "discorsi astratti" siano una perdita di tempo trasuda quasi dalle parole stesse. Segno del significato che oggi detengono.
Esperimenti: l'esperimento è il principale strumento mistificatore se riferito alla realtà.
Cosa fa un esperimento? Per
misurareun fenomeno ne semplifica le variabili. Ma questo già rappresenta un'astrazione soggettiva, perché l'oggetto della misurazione non esiste in quella forma semplificata e la sua Realtà si definisce sempre in rapporto ad altri elementi, ad altre forze, ad un contesto.
L'esperimento rende assoluto ciò che, in termini Reali, è sempre relativo.
Ora se questo è essenziale, una precondizione, per il dominio della natura (quindi per la Civilità umana), al contempo ha importanti implicazioni sulla nostra concezione del mondo e della Realtà, che rischiamo di semplificare in modo analogo per riuscire a comprenderla (avendo assunto compiutamente il metodo sperimentale, senza averne assunto le implicazioni).