"Dio non è morto" - GLORIA A DIO!

0 Utenti e 1 Visitatore stanno visualizzando questo topic.

Offline cartesio

*****
22155
Re:"Dio non è morto" - GLORIA A DIO!
« Risposta #440 il: 11 Mag 2016, 14:08 »
Pippemologi! Ecco la parola che non mi veniva. Popper è un pippemologo.  :pp

Nun me tocca' Popper.     :x

Era un tipo molto laico e lontano dalla ricerca della Verità con la V maiuscola. Il suo merito principale è stato quello di descrivere l'atteggiamento scientifico identificandone l'elemento fondamentale, la costruzione di ipotesi da verificare.

Offline fabichan

*****
8215
Re:"Dio non è morto" - GLORIA A DIO!
« Risposta #441 il: 11 Mag 2016, 14:38 »
Eh, mo' "nun me tocca' Popper"...
Qua, le cose, o si fanno bene o non si fanno per niente.

 :beer:

Offline FatDanny

*****
37439
Re:"Dio non è morto" - GLORIA A DIO!
« Risposta #442 il: 11 Mag 2016, 15:17 »

Il Bosone di Higgs è diventato realtà 50 anni dopo la formulazione di un'ipotesi. Questo per dire che il pensiero scientifico, e dunque il metodo, si fondano sull'incertezza.

ma il bosone di Higgs non dimostra affatto che il pensiero scientifico si fonda sull'incertezza.
Tutto al contrario il pensiero scientifico si fonda su certezze, altrimenti non avrebbe nemmeno modo di esistere perché non vi sarebbero i presupposti al funzionamento del metodo scientifico.
Se le comunità scientifiche non avessero certezze (dal 2+2=4 ad alcune leggi matematiche e fisiche) gli scienziati non potrebbero nemmeno comunicare, figuriamoci elaborare teorie.
Il punto è che alcune di queste certezze non sono legate a dimostrazioni, ma a convinzioni metafisiche, come dimostrato da praticamente tutti gli epistemologi, a prescindere dalle loro convinzioni particolari sul funzionamento della conoscenza umana.

Il bosone di Higgs dimostra ESATTAMENTE che il lavoro di questi 50 anni non si è basato sulla falsificazione di un'ipotesi, ma sulla sua conferma, proprio come dicevo io nel precedente intervento.
il tuo esempio calza a pennello.
La percezione della scienza è decisamente diverso dal suo funzionamento effettivo.
La Scienza Normale funziona in modo diametralmente opposto da quel che sostenete e ridurre il pensiero dell'intera epistemologia a proiezioni irrisolte francamente non mi sembra molto diverso da certe difese fideistiche. Anzi, a sto livello di rigidità ideologica non ho mai sentito esprimersi nessun utente tra i "religiosi".

Io appositamente ho citato da Popper a Feyerabend. Ho fatto ricorso a tutto l'arco dell'epistemologia, arrivando a scuole in antitesi. Dire che nessuno di loro ci abbia capito un piffero, compreso premi nobel per la fisica... bah che vi devo dire.
Può darsi che sappiate di scienza più voi di un Nobel, ma questo mi sembra una conferma al mio discorso più che una smentita.
Mettere in dubbio il senso profondo della scienza (non la scienza in sé, ma il suo significato, il suo ruolo e cosa effettivamente rappresenta) scuote talmente in profondità le convinzioni dell'essere umano contemporaneo da ottenere reazioni simili a quando si afferma che Dio non esiste.

Offline carib

*****
30356
Re:"Dio non è morto" - GLORIA A DIO!
« Risposta #443 il: 11 Mag 2016, 16:40 »


Il Bosone di Higgs è diventato realtà 50 anni dopo la formulazione di un'ipotesi. Questo per dire che il pensiero scientifico, e dunque il metodo, si fondano sull'incertezza.
ma il bosone di Higgs non dimostra affatto che il pensiero scientifico si fonda sull'incertezza.
Tutto al contrario il pensiero scientifico si fonda su certezze, altrimenti non avrebbe nemmeno modo di esistere perché non vi sarebbero i presupposti al funzionamento del metodo scientifico....


Senza incertezza non vi sarebbero ipotesi, ma solo tesi. Come nel pensiero religioso. Questo sempre per una questione di rapporto coerente con la realtà. Il Bosone è stato prima ipotizzato e poi scoperto, sulla base di prove empiriche (attraverso la progressiva eliminazione di errori? Non lo so).

ipòteṡi s. f. [dal gr. ὑπόϑεσις, affine a ὑποτίϑημι «porre sotto»; il termine lat. corrispondente è suppositio, da cui l’ital. supposizione]. – [Fonte: vocabolario Treccani]

1.

a. Supposizione di fatti (o situazioni, sviluppi di un’azione e sim.) ancora non realizzati ma che si prevedono come possibili o si ammettono come eventuali, allo scopo di considerarne in anticipo le conseguenze e di prepararsi, quando fosse il caso, ad affrontarle: possiamo fare due i. diverse: che io vinca o che io perda; ammettiamo per i. che rivoglia i suoi soldi, come facciamo a pagarlo?; se per i., o nell’i. che, nel caso, nell’eventualità che: se per i. (fam., con tono deprecatorio, se per dannata i.) perdessi il treno, cercherei di arrivare con il primo aereo in partenza; anche nell’i. che io non ci riesca, avrò la soddisfazione di aver tentato; nella migliore, o nella peggiore, delle i. (fam. nella più dannata delle i.), nel caso più fortunato o più sfavorevole; frequenti, in posizione di inciso, le locuz. avv. per i., a titolo d’i., tanto per fare una supposizione, per modo di dire. In partic., nelle scienze matematiche e nella logica, condizione preliminare che si suppone come vera e dal verificarsi della quale dipende la validità di un’altra proposizione (detta tesi). Nel linguaggio giur., i. di legge, ciascuno dei casi previsti dal legislatore allo scopo di stabilire una norma; il termine ipotesi è però anche usato con riferimento al caso concreto, che si presenta volta per volta, in quanto corrisponda al caso considerato dal legislatore: si configura così un’i. di reato colposo; a tale i. è applicabile l’art. 114 del codice penale.

b. Spiegazione logica, fondata su indizî e congetture, che si dà provvisoriamente di un fatto o di una serie di fatti, noti o accertabili in sé ma non nelle loro cause, nei loro processi, ecc.: fare un’i., delle i.; le i. sull’origine del linguaggio, sulle cause di un fenomeno; l’i. più probabile è che il movente del delitto sia di natura politica; è un’i. sufficientemente fondata, un’i. attraente, seducente, o improbabile, assurda; la tua i. è troppo semplicistica; siamo ancora nel campo delle i., lontani cioè dalla verità; dico così, tanto per fare un’ipotesi. In senso più strettamente scientifico, prima formulazione di una legge, non ancora sperimentata o sperimentabile in sé, ma tale da rendere ragione di fatti sperimentali o sperimentabili: tale formulazione provvisoria serve a determinare ulteriori ricerche dalle quali l’ipotesi stessa può avere o no conferma: affacciare, formulare, controllare, verificare, confermare un’i.; sottoporre un’i. a conferma sperimentale; trasformare un’i. in teoria. Con sign. affine anche fuori del campo strettamente scientifico, per indicare proposte, e talora prospettive, che vengono accolte come provvisoriamente valide in attesa di verificarne, attraverso la ricerca, l’effettiva validità: i. di lavoro (v. lavoro, n. 1 c); fare un’i. di sviluppo di un settore economico.

2. In filologia (con sign. affine al lat. subiectum «soggetto, argomento»), breve discorso premesso ai testi classici antichi di poesia e di prosa per esporne l’argomento e dare altre notizie. Anche (in lat. argumentum, o praefatio, prologus; gr. ὑπόϑεσις), breve introduzione ai varî libri della Bibbia, che ne espone il contenuto e il carattere, con notizie di tipo tradizionale intorno all’autore.

Offline carib

*****
30356
Re:"Dio non è morto" - GLORIA A DIO!
« Risposta #444 il: 11 Mag 2016, 16:43 »
Nun me tocca' Popper.     :x

Era un tipo molto laico e lontano dalla ricerca della Verità con la V maiuscola. Il suo merito principale è stato quello di descrivere l'atteggiamento scientifico identificandone l'elemento fondamentale, la costruzione di ipotesi da verificare.
Mi piaceva il giuoco di parole  :=))

Offline FatDanny

*****
37439
Re:"Dio non è morto" - GLORIA A DIO!
« Risposta #445 il: 11 Mag 2016, 17:41 »
...

carib, ti fermi troppo in superficie nell'analizzare la questione.
Non ho mai affermato che le singole teorie scientifiche non abbiano un grado di incertezza. Ma questo vale per qualsiasi affermazione che non sia un dogma (o un... postulato)
Ho affermato che:

1) la scienza normale non procede per falsificazione, ma per conferma dei paradigmi dominanti.
gli scienziati si formano su manuali che affermano un modello scientifico compiuto, il quale è descritto come una traiettoria progressiva e così viene assimilato. I paradigmi vengono applicati e cercano nelle prove svolte (esperimenti) conferme, non falsificazioni.
Ma è anche facilmente dimostrabile: se il falsificazionismo fosse effettivamente il criterio fondante del metodo le anomalie riscontrate (che falsificano le ipotesi) dovrebbero portare all'abbandono delle teorie attuali e allo sviluppo di alternative. Ma non accade questo.
Le anomalie nel 90% dei casi non comportano l'abbandono della teoria, ma il tentativo costante di risolvere il rompicapo in modo da confermarla. Gran parte della scienza si svolge secondo questo criterio.
E come dice Kuhn MENO MALE, altrimenti avresti comunità scientifiche completamente allo sbando,  incapaci di orientarsi tra le anomalie e pronte a cambiare paradigma ognui 10 minuti, alla prima difficoltà.
Il metodo scientifico invece "regge" esattamente perchè prima di far abbandonare ad una comunità un paradigma in cui CREDE fermamente, NONOSTANTE le anomalie, ci vuole un motivo più che valido.
E' la FEDE nel paradigma che ci consente di progredire attraverso di esso. E' la FEDE che tale paradigma resti valido nonostante tutto, nonostante le anomalie, le imperfezioni, l'incapacità di spiegare alcuni fenomeni e le contraddizioni che vengono riscontrate rispetto ad altri.
E' questa ostinata credenza a permetterci di consolidare una lettura del mondo e farne conseguire una Tecnica di utilizzo.
Invece solo un bisogno sociale pressante può portare, laddove il rompicapo resti insoluto, ad abbandonare il paradigma per qualcosa di diverso. Ma deve essere talmente pressante il bisogno sociale o la convinzione metafisica da essere più importante risolvere quella specifica anomalia che mantenere il paradigma in questione.
Solo a quel punto si sacrifica il paradigma.
E' quindi solo la metafisica (intesa come politica, bisogno sociale percepito, necessità umane contemporanee) a permettere questo. La scienza può trasformarsi solo grazie a questo, non al suo metodo.
Il suo metodo è poi il MODO, estremamente efficace, con cui riesce a farlo, ma non è affatto la sua spinta propulsiva.

fino a che non si impone un bisogno metafisico non esiste fisico formato in un dipartimento odierno che provi a falsificare il proprio paradigma! Così come 100 anni fa non avrebbe provato a falsificare la meccanica classica.
Sarebbe trattato come un pazzo o, meglio, come uno pseudoscienziato.
Il metodo scientifico tende dunque a essere conservatore e confermativo, non rivoluzionario e trasformativo.
Tanto che le rivoluzioni scientifiche sono una combinazione di bisogno sociale + casualità (molte soluzioni rivoluzionarie alle anomalie sono state trovate grazie al caso, proprio perché l' "impostazione standard" della comunità scientifica rendeva impossibile trovare tali soluzioni)


2) come più o meno tutti gli epistemologi confermano (Popper incluso) il metodo scientifico si basa su certezze metafisiche. Su convenzioni non dimostrabili. Insomma su credenze sociali necessarie, da cui dipendono in modo stringente tanto le ipotesi che il metodo di verifica. Cambiando tali credenze cambia la stessa scienza, la quale quindi da esse è fortemente dipendente.
Come ho già detto prima: non c'è Galileo senza Scolastica. Non c'è pendolo senza impetus.

Il motivo per cui la nostra rappresentazione sociale della scienza è al rovescio dipende dal fatto che siamo portati a semplificarne le affermazioni. A riportarne i risultati alla nostra realtà concreta.

Faccio il tuo esempio: "il bosone di Higgs è stato ipotizzato e scoperto".
Che significa "è stato scoperto"? Perché già su questa piccola e all'apparenza innocua frase potremmo dilungarci per molto.
Se estendiamo la parola al concetto dovremmo in realtà dire che "l'attuale raffigurazione scientifica della realtà fisica è riuscita ad introdurre nel suo modello un ulteriore fenomeno denominato Bosone di Higgs".

c'è un lungo esempio da parte di Kuhn sulla scoperta dell'Ossigeno che mostra esattamente come il concetto stesso di scoperta sia fuorviante.
perchè l'ossigeno era stato osservato da molto prima che venisse "scoperto". Tuttavia non era stato riconosciuto per come lo intendiamo oggi.
Quando va dunque attribuita la scoperta? Alla prima osservazione? No. A quando l'abbiamo definito come lo conosciamo oggi? Verrebbe da dire di si.
E laddove dovesse cambiare ulteriormente paradigma chimico-fisico cosa diremo?
Che l'ossigeno in realtà non era stato ancora scoperto? Può funzionare sul piano retorico, ma non credo sarebbe esatto perché l'ossigeno è stato scoperto eccome.

La scoperta quindi non è altro che la definizione all'interno di un quadro coerente. Ma il quadro coerente è assolutamente contingente. E allora?
e allora la scoperta non è un evento puntuale, ma un processo di definizione, in cui i pezzi vengono costantemente ricollocati all'interno della comprensione umana. Ma questo ha molto poco a che vedere con la realtà e molto con noi e le nostre... credenze.

Offline FatDanny

*****
37439
Re:"Dio non è morto" - GLORIA A DIO!
« Risposta #446 il: 18 Mag 2016, 12:08 »
ho trovato questo simpatico esempio portato da Lakatos, uno degli epistemologi a cui ho fatto riferimento e uno di quelli che ha mostrato come gli standard scientifici derivino dalla Teologia.
Lo riporto perché credo che dimostri meglio di tante chiacchiere le mie affermazioni sul modus operandi della Scienza, molto diverso da quello percepito che è frutto di una mistificazione "teologica":


Un fisico nell'era pre-einsteniana prende la meccanica di Newton e la sua legge di gravitazione, (N), le condizioni iniziali accettate, I, e calcola con il loro aiuto la traiettoria di un pianetino scoperto da poco, p. Ma la traiettoria del pianeta devia da quella calcolata. Il nostro fisico newtoniano considera forse che la deviazione era vietata dalla teoria di Newton, e quindi che, una volta stabilita, essa confuta la teoria N? No.
Suggerisce che ci deve essere un pianeta p' fino ad ora sconosciuto che perturba la traiettoria di p. Egli calcola la massa, l'orbita eccetera di questo pianeta ipotetico e poi chiede ad un altro astronomo sperimentale di controllare la sua ipotesi. Il pianeta p' è così piccolo che neppure i più grandi telescopi sono in grado di osservarlo: l'astronomo sperimentale chiede allora un fondo di ricerca per construirne uno ancora più grande.
Nel giro di tre anni il nuovo telescopio è pronto. Se il pianeta sconosciuto p' venisse scoperto, questa scoperta verrebbe acclamata come una nuova vittoria della scienza newtoniana. Ma ciò non accade. Il nostro scienziato abbandona forse la teoria di Newton e la sua idea del pianeta perturbatore? No.
Suggerisce che una nuvola di polvere cosmica ci nasconda il pianeta. Calcola la posizione e le proprietà di questa nuvola e chiede un fondo di ricerca per spedire un satellite a controllare i suoi calcoli. Se gli strumenti del satellite (magari nuovi e basati su una teoria poco controllata) registrassero l'esistenza di un'ipotetica nuvola, il risultato sarebbe acclamato come una grandiosa vittoria della scienza newtoniana. Ma la nuvola non viene scoperta. Il nostro scienziato abbandona forse la teoria di Newton, insieme con l'idea del pianeta perturbatore e di una nuvola che lo nasconde? No.
Suggerisce che in quella regione dell'universo vi sia un campo magnetico che ha distrurbato gli strumenti del satellite. Viene inviato un nuovo satellite. Se il campo magnetico venisse scoperto, i newtoniani celebrerebbero una vittoria strepitosa. Ma ciò non accade. Si considera questo fatto come una confutazione della scienza newtoniana? No.
O si propone un'altra ingegnosa ipotesi ausiliare o... l'intera storia viene seppellita nei volumi polverosi dei periodici e non viene mai più menzionata.


Imre Lakatos, 1970


Prigionieri di una Fede, statece
 ;)

Online vaz

*****
54786
Re:"Dio non è morto" - GLORIA A DIO!
« Risposta #447 il: 18 Mag 2016, 13:01 »
Però una qualsiasi teoria scientifica può essere sempre confutata, con fatti a supporto.
Questo per me la mette su un altro livello rispetto alla fede.

Offline FatDanny

*****
37439
Re:"Dio non è morto" - GLORIA A DIO!
« Risposta #448 il: 18 Mag 2016, 13:03 »
la storia di Lakatos vuole confutare esattamente questa convinzione.
La falsificabilità non è un criterio effettivo oppure la teoria newtoniana (come tante altre altrettanto eminenti) sarebbe stata abbandonata.
Perché i fatti a supporto la falsificano eppure viene mantenuta.
Così come la teoria atomica di Bohr era in palese contraddizione con Maxwell.

Segno che non è questo il criterio guida della Scienza.

Offline phenix

*****
1838
Re:"Dio non è morto" - GLORIA A DIO!
« Risposta #449 il: 18 Mag 2016, 13:23 »
carib, ti fermi troppo in superficie nell'analizzare la questione.
Non ho mai affermato che le singole teorie scientifiche non abbiano un grado di incertezza. Ma questo vale per qualsiasi affermazione che non sia un dogma (o un... postulato)
Ho affermato che:

1) la scienza normale non procede per falsificazione, ma per conferma dei paradigmi dominanti.
gli scienziati si formano su manuali che affermano un modello scientifico compiuto, il quale è descritto come una traiettoria progressiva e così viene assimilato. I paradigmi vengono applicati e cercano nelle prove svolte (esperimenti) conferme, non falsificazioni.
Ma è anche facilmente dimostrabile: se il falsificazionismo fosse effettivamente il criterio fondante del metodo le anomalie riscontrate (che falsificano le ipotesi) dovrebbero portare all'abbandono delle teorie attuali e allo sviluppo di alternative. Ma non accade questo.
Le anomalie nel 90% dei casi non comportano l'abbandono della teoria, ma il tentativo costante di risolvere il rompicapo in modo da confermarla. Gran parte della scienza si svolge secondo questo criterio.
E come dice Kuhn MENO MALE, altrimenti avresti comunità scientifiche completamente allo sbando,  incapaci di orientarsi tra le anomalie e pronte a cambiare paradigma ognui 10 minuti, alla prima difficoltà.
Il metodo scientifico invece "regge" esattamente perchè prima di far abbandonare ad una comunità un paradigma in cui CREDE fermamente, NONOSTANTE le anomalie, ci vuole un motivo più che valido.
E' la FEDE nel paradigma che ci consente di progredire attraverso di esso. E' la FEDE che tale paradigma resti valido nonostante tutto, nonostante le anomalie, le imperfezioni, l'incapacità di spiegare alcuni fenomeni e le contraddizioni che vengono riscontrate rispetto ad altri.
E' questa ostinata credenza a permetterci di consolidare una lettura del mondo e farne conseguire una Tecnica di utilizzo.

Questo è senz'altro condivisibile. Ma ti assicuro che il numero delle anomalie in molti casi è prossimo allo zero, specialmente per alcune teorie fisiche. Faccio l'astrofisico sperimentale e mi occupo di osservazioni di sistemi estremi quali stelle di neutroni e buchi neri, che vengono usati per verificare la teoria della relatività generale di Einstein. Pagherei oro per dimostrare che quella teoria non funziona in alcuni ambiti e andrebbe migliorata. Anche per il solo fatto che probabilmente vincerei il nobel per una cosa del genere. Purtroppo (per me :) il numero di anomali trovate finora è zero. Il che non vuol dire che non ne verranno scoperte, ma che con la strumentazione di cui disponiamo non siamo stati in grado di trovarne. Ma ti assicuro che uno scienziato, specie se all'inizio della carriera, se ne morirebbe per dimostrare che il paradigma vada cambiato. Fosse solo per ambizione personale. Ed infatti finisce che molti truccano i dati.


Invece solo un bisogno sociale pressante può portare, laddove il rompicapo resti insoluto, ad abbandonare il paradigma per qualcosa di diverso. Ma deve essere talmente pressante il bisogno sociale o la convinzione metafisica da essere più importante risolvere quella specifica anomalia che mantenere il paradigma in questione.
Solo a quel punto si sacrifica il paradigma.
E' quindi solo la metafisica (intesa come politica, bisogno sociale percepito, necessità umane contemporanee) a permettere questo. La scienza può trasformarsi solo grazie a questo, non al suo metodo.
Il suo metodo è poi il MODO, estremamente efficace, con cui riesce a farlo, ma non è affatto la sua spinta propulsiva.

fino a che non si impone un bisogno metafisico non esiste fisico formato in un dipartimento odierno che provi a falsificare il proprio paradigma! Così come 100 anni fa non avrebbe provato a falsificare la meccanica classica.
Sarebbe trattato come un pazzo o, meglio, come uno pseudoscienziato.
Il metodo scientifico tende dunque a essere conservatore e confermativo, non rivoluzionario e trasformativo.
Tanto che le rivoluzioni scientifiche sono una combinazione di bisogno sociale + casualità (molte soluzioni rivoluzionarie alle anomalie sono state trovate grazie al caso, proprio perché l' "impostazione standard" della comunità scientifica rendeva impossibile trovare tali soluzioni)


Qui non mi trovo tanto d'accordo. Qual'è stato il ruolo del bisogno sociale, per esempio, nella rivoluzione che ha portato alla relatività di einstein o alla teoria dei quanti? Qual'è stato il ruolo del bisogno sociale nella formulazione della teoria dell'evoluzione (e Darwin ci è andato fino alle galapagos)? Io ci vedo semplicemente l'accumulo di un numero tale di contraddizioni della teoria precedente che ha spinto a formularne di nuove.

Riguardo al fatto che la scienza sia conservatrice, deve esserlo. Una nuova teoria deve spiegare i vecchi risultati e i nuovi. Non cancellare le teorie precedenti, ma completarle. Una nuova teoria deve essere una estensione di quella precedente, capace di spiegare i vecchi fenomeni ed insieme quelli nuovi. La meccanica classica non è sbagliata. E' semplicemente incapace di spiegare fenomeni su alcune scale. E' un'approssimazione che non è valida a spiegare piccole deviazioni dell'orbita di Mercurio, ma è perfettamente in grado di prevedere l'orbita di un satellite attorno alla terra. La nuova teoria, la relatività generale, spiega sia l'orbita del satellite sia quella di Mercurio, e ti spiega pure perchè la vecchia teoria falliva nel caso di Mercurio.

Non sono un filosofo, ma un fisico. E credo che il principale motore dell'innovazione scientifica sia il progresso tecnologico. Nuovi strumenti mi danno nuove possibilità di investigare il mondo, e di scoprire dove la vecchia teoria fallisce. Un'altro discorso è stabilire cosa spinga il progresso tecnologico. In quel caso ovviamente la spinta della società c'entra eccome, e non è un caso se tanta scienza sia una ricaduta degli investimenti fatti per combattere delle guerre.

Online vaz

*****
54786
Re:"Dio non è morto" - GLORIA A DIO!
« Risposta #450 il: 18 Mag 2016, 13:25 »
La teoria di Bohr parte dai dettami della fisica classica. Lo stesso Bohr in chiusura della sua prima pubblicazione affermava ciò, aprendo di fatto alla possibilità di una confutazione scientifica.

Offline phenix

*****
1838
Re:"Dio non è morto" - GLORIA A DIO!
« Risposta #451 il: 18 Mag 2016, 13:38 »
ho trovato questo simpatico esempio portato da Lakatos, uno degli epistemologi a cui ho fatto riferimento e uno di quelli che ha mostrato come gli standard scientifici derivino dalla Teologia.
Lo riporto perché credo che dimostri meglio di tante chiacchiere le mie affermazioni sul modus operandi della Scienza, molto diverso da quello percepito che è frutto di una mistificazione "teologica":


Un fisico nell'era pre-einsteniana prende la meccanica di Newton e la sua legge di gravitazione, (N), le condizioni iniziali accettate, I, e calcola con il loro aiuto la traiettoria di un pianetino scoperto da poco, p. Ma la traiettoria del pianeta devia da quella calcolata. Il nostro fisico newtoniano considera forse che la deviazione era vietata dalla teoria di Newton, e quindi che, una volta stabilita, essa confuta la teoria N? No.
Suggerisce che ci deve essere un pianeta p' fino ad ora sconosciuto che perturba la traiettoria di p. Egli calcola la massa, l'orbita eccetera di questo pianeta ipotetico e poi chiede ad un altro astronomo sperimentale di controllare la sua ipotesi. Il pianeta p' è così piccolo che neppure i più grandi telescopi sono in grado di osservarlo: l'astronomo sperimentale chiede allora un fondo di ricerca per construirne uno ancora più grande.
Nel giro di tre anni il nuovo telescopio è pronto. Se il pianeta sconosciuto p' venisse scoperto, questa scoperta verrebbe acclamata come una nuova vittoria della scienza newtoniana. Ma ciò non accade. Il nostro scienziato abbandona forse la teoria di Newton e la sua idea del pianeta perturbatore? No.
Suggerisce che una nuvola di polvere cosmica ci nasconda il pianeta. Calcola la posizione e le proprietà di questa nuvola e chiede un fondo di ricerca per spedire un satellite a controllare i suoi calcoli. Se gli strumenti del satellite (magari nuovi e basati su una teoria poco controllata) registrassero l'esistenza di un'ipotetica nuvola, il risultato sarebbe acclamato come una grandiosa vittoria della scienza newtoniana. Ma la nuvola non viene scoperta. Il nostro scienziato abbandona forse la teoria di Newton, insieme con l'idea del pianeta perturbatore e di una nuvola che lo nasconde? No.
Suggerisce che in quella regione dell'universo vi sia un campo magnetico che ha distrurbato gli strumenti del satellite. Viene inviato un nuovo satellite. Se il campo magnetico venisse scoperto, i newtoniani celebrerebbero una vittoria strepitosa. Ma ciò non accade. Si considera questo fatto come una confutazione della scienza newtoniana? No.
O si propone un'altra ingegnosa ipotesi ausiliare o... l'intera storia viene seppellita nei volumi polverosi dei periodici e non viene mai più menzionata.


Imre Lakatos, 1970


Prigionieri di una Fede, statece
 ;)

Non conoscevo questa storiella. Mi sembra poco aderente alla realtà però. Non si seppellisce niente, proprio per il fatto che portare alla luce contraddizioni delle teoria ti garantisce una carriera. Per es. quello che è avvenuto in con la teoria della relatività generale di Einstein, è che per verificarla alcuni degli astronomi migliori del mondo, compresa la star del momento, Sir Arthur Stanley Eddington (baronetto e quacchero), se ne andarono ai quattro angoli del mondo ad osservare l'eclissi di Sole del 1919. Tu pensa che ci fu pure un giovane astronomo tedesco che ci provò nel 1914, Freundlich mi pare, e venne fatto prigioniero dai russi visto che si trovava in Crimea allo scoppio della guerra.

Offline pan

*
4583
Re:"Dio non è morto" - GLORIA A DIO!
« Risposta #452 il: 18 Mag 2016, 13:56 »
vabbè ma basta guardare l'Amore. può essere spiegato scientificamente (serotonina, adrenalina etc.) oppure analizzato come il più esaltante viaggio dell'anima. sono due verità tutte e due. credo.

Online vaz

*****
54786
Re:"Dio non è morto" - GLORIA A DIO!
« Risposta #453 il: 18 Mag 2016, 14:07 »
si divagherebbe pan, ma è un argomento che mi ha sempre affascinato questo  :)
Re:"Dio non è morto" - GLORIA A DIO!
« Risposta #454 il: 18 Mag 2016, 14:18 »
Dio non è religione: Dio è un modo di vivere

AMEN
Re:"Dio non è morto" - GLORIA A DIO!
« Risposta #455 il: 18 Mag 2016, 16:13 »
Dio non è religione: Dio è un modo di vivere

AMEN

Quale?
Re:"Dio non è morto" - GLORIA A DIO!
« Risposta #456 il: 18 Mag 2016, 16:19 »
Quale?

E' uno stilista.
Lo scoprirai alla prossima fashion week.

Online Rorschach

*****
12869
Re:"Dio non è morto" - GLORIA A DIO!
« Risposta #457 il: 18 Mag 2016, 22:09 »
Dio è un apostrofo rosa tra le parole qual è

Offline pentiux

*****
18584
Re:"Dio non è morto" - GLORIA A DIO!
« Risposta #458 il: 19 Mag 2016, 09:30 »
Dio è un apostrofo rosa tra le parole qual è
(game, set, match)
Re:"Dio non è morto" - GLORIA A DIO!
« Risposta #459 il: 19 Mag 2016, 10:29 »
Dio è un apostrofo rosa tra le parole qual è

Genio.
 

Powered by SMFPacks Alerts Pro Mod