"Dio non è morto" - GLORIA A DIO!

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Re:"Dio non è morto" - GLORIA A DIO!
« Risposta #480 il: 21 Mag 2016, 13:34 »
http://www.repubblica.it/politica/2016/05/20/news/marco_pannella_camera_ardente_dalai_lama-140201865/?ref=HRER1-1

la lettera di Pannella al Papa mi ha fatto pensare,

questa frase, alla fine: ho preso in mano la croce che portava mons. Romero, e non riesco a staccarmene

Pannella, un laico, un mangiapreti, un ateo, uno che ha lottato per una serie di leggi tutte palesemente contro la dottrina religiosa, all'approssimarsi della fine, sentendola vicina, scrive quella frase.
Non è certo il primo.

Offline Rorschach

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12869
Re:"Dio non è morto" - GLORIA A DIO!
« Risposta #481 il: 21 Mag 2016, 17:31 »
Se chiama cagotto.

Offline Sonni Boi

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16452
Re:"Dio non è morto" - GLORIA A DIO!
« Risposta #482 il: 21 Mag 2016, 17:35 »
A me quelle sul Papa me sembrano le stesse dichiarazioni fatte da chi dice di aver sempre sognato di giocare col capitone.

Non mi sorprenderei se fossero inventate di sana pianta.

Offline Rorschach

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12869
Re:"Dio non è morto" - GLORIA A DIO!
« Risposta #483 il: 21 Mag 2016, 17:36 »
C'è una lettera manoscritta, dovrebbero essere vere.
Re:"Dio non è morto" - GLORIA A DIO!
« Risposta #484 il: 21 Mag 2016, 19:27 »
Ok è falsa. Complotto

Mammamiachepalle
Re:"Dio non è morto" - GLORIA A DIO!
« Risposta #485 il: 22 Mag 2016, 00:55 »
Ho appena cominciato a leggerlo.

Dite che è in topic?!?

Sembra interessante...



La presenza di questi illustri matematici nella stesura del libro mi fa pensare che in qualche pagina potrebbero pure aver pubblicato l’algoritmo che dimostra la loro tesi. Se ci fosse ti chiedo la cortesia, se puoi, di pubblicarlo.
In tutta anteprima io ti mostro l’algoritmo creato dal Professore che gli ha insegnato tutte le loro conoscenze  ;)

LA DERIVATA PRIMA DA ALFA A OMEGA DELLA SOMMATORIA DEL DELTA DELLE APPARTENENZE......



Comunque, sempre in tema di letture, ti segnalo che è uscito anche il libro “God’s not dead”, questo è il link

http://shop.dominusproduction.com/prodotto/dio-non-e-morto-gods-not-dead-libro/

Traendo spunto dalla sua personale vicenda di riscoperta del messaggio cristiano, l’autore Rice Broocks spazia dalla filosofia alla scienza, dalle prove storiche alla teologia per dimostrare che l’universo e la vita umana hanno origine da Dio e da Lui traggono scopo. Di fronte al diffondersi dell’ateismo nella scuola e nella società civile, il libro offre ai credenti valide argomentazioni a favore dell’esistenza di Dio e si propone di stimolare gli interrogativi degli atei e di coloro che sono ancora alla ricerca della Verità.
Re:"Dio non è morto" - GLORIA A DIO!
« Risposta #486 il: 22 Mag 2016, 01:01 »
Dopo una seria immersione in Kuhn, Brigdman, Lakatos, Popper e Feyerabend ........
  :oo :nono:
Direi che hai.....“inavvertitamente sorvolato” su un piccolo particolare, per te forse (anzi: probabilmente) di poco conto ma che invece è determinante nella continuazione della discussione, che si sta volutamente facendo convergere verso un concetto umano/scientifico dimenticando invece quello divino.

Nella lista dei nomi che hai riportato infatti manca il più eccellente: DIO.


Ecco comunque un articolo che esprime un altro punto di vista su questa posizione
http://www.evangelici.net/mediaefede/1462052770.html

I neoatei e la fede
Media&Fede del 30/4/2016

I Neoatei.....senza uno straccio di evidenza dalla loro parte, dichiarano: «La scienza prova che non c’è nessun Dio! Rispondi!»; e un pubblico che usualmente non è avvezzo alle sfumature e ai tecnicismi della scienza rimane sconcertato e confuso, e di conseguenza vulnerabile alle presuntuose dichiarazioni dei Neoatei.

Parlando di matematica, fisica, cosmologia, biologia, genetica, studio del cervello e scienze cognitive, evoluzione e così via, quando si tratta di determinare se Dio esista o no, la scienza presenta rigorosi limiti... Perché la costante di struttura fine – che governa ogni interazione elettromagnetica nell’universo – è pari a circa 1/137? Nessuno ha mai avuto nemmeno una minima idea del perché abbia proprio quel valore... Certo, ci sono cose che sappiamo, e la scienza ci ha davvero fornito grandi verità. Ma ignoriamo che cosa abbia causato il Big Bang. Non sappiamo come le molecole della vita siano scaturite la prima volta sulla superficie del nostro pianeta. Ignoriamo come siano emerse le cellule più avanzate della vita, ingredienti necessari per l’evoluzione di organismi complessi come noi. E non conosciamo le origini dell’intelligenza, dell’autocoscienza, del pensiero simbolico e della nostra consapevolezza. Manchiamo della conoscenza di base per i più importanti e più resistenti misteri della creazione... Sappiamo che per qualche strano e misterioso meccanismo tutte le costanti della natura si sono rivelate modulate esattamente come occorreva affinché la vita emergesse: le alternative a un controllo divino che abbia definito queste condizioni incredibilmente improbabili non sono più probabili dell’esistenza di Dio.
Re:"Dio non è morto" - GLORIA A DIO!
« Risposta #487 il: 22 Mag 2016, 01:02 »
Tralascio sui giochini/battutine del tipo “moro, molto, mosto, stilista, apostrofo” così come altre provocazioni alle quali non voglio dare peso ben sapendo che è proprio su questo piano che alcuni vorrebbero portare la discussione.

Ma, per dirla con l’incipit di FD: “In seguito alle mie immersioni nella Bibbia”, voglio riportare il discorso nell’ottica cristiana e riparto da questo:

Dio non è religione: Dio è un modo di vivere

AMEN

“Amén” irmão branco_azul, AMEN!

A questo pensiero io aggiungo che il modo di vivere che Dio ci offre è basato sulla fede, quella fede che ci permette di affrontare e di vincere tutte le nostre difficoltà quotidiane. Per spiegarmi meglio analizzo la preghiera che Gesù ci ha insegnato, il “Padre Nostro” (NDR: in tutta la Bibbia, dalla prima all’ultima pagina, non ci sono altre preghiere oltre a questa del PN) in particolare quando si dice “venga il tuo regno e sia fatta la tua volontà”.
Di solito quando chiediamo qualcosa a qualcuno ci aspettiamo che ciò che ci viene dato corrisponda a quanto abbiamo chiesto e nel dire questa frase facciamo due richieste a Dio, due richieste chiare e specifiche. A questo punto sorge la domanda: a fronte di queste due richieste cosa ci aspettiamo di ricevere, o meglio: Dio cosa ci dovrebbe dare?
Innanzitutto in queste richieste che c’è la differenza fra vecchio e nuovo testamento, tanto è vero che da nessuna parte del VT Dio insegnava a chiedere questo. Questo atteggiamento segna anche la differenza fra religione e avere una esperienza personale con Dio.
Gesù non affidò il progetto per la salvezza a degli uomini, non disse mai cose del tipo “io me ne vado, pensateci voi”, o cose tipo “sarete guidati dai comandamenti e dalle leggi che vi ho lasciato“ né scrisse delle frasi su delle pietre lasciandole come istruzioni agli apostoli (ricordate Mosè, vero?). La differenza nel modus operandi fra VT e NT è tutta quì, infatti prima dell’arrivo di Gesù il rapporto con Dio era basato su leggi, su comandamenti. Questi pilastri erano molto importanti: c’erano persone preposte ad insegnare e a far osservare ciò (scribi e farisei), la gente non doveva fare altro che impegnarsi per mettere in pratica questi insegnamenti e lo faceva basandosi sulle proprie forze.

Prima della venuta di Gesù la legge era molto dura e pesante da osservare, ma con il suo arrivo (logicamente) cambia tutto: quella religione (ecco: in questo caso è corretto definirla così) che prima consisteva in una serie di regole e leggi da seguire diventa invece un modo di comportarsi (da lui stesso messo in pratica) e un esempio da seguire, un vero e proprio stile di vita appunto. Cristo sapeva che la sua esperienza terrena avrebbe avuto fine e ne ha sempre parlato con i suoi discepoli, cercando di prepararli al meglio per quando sarebbero rimasti senza di lui, dicendogli cose tipo “Quando me ne andrò io non vi lascerò soli: io, che ho cominciato qualcosa di importante e particolare con voi, mi impegno a portarlo avanti fino alla fine se voi lo vorrete.” Questo concetto si trova nel vangelo di Giovanni 14:15-18 dove Gesù parla dello Spirito Santo:
Se mi amate, osserverete i miei comandamenti. Io pregherò il Padre ed egli vi darà un altro Consolatore perché rimanga con voi per sempre, lo Spirito di verità che il mondo non può ricevere, perché non lo vede e non lo conosce. Voi lo conoscete, perché egli dimora presso di voi e sarà in voi. Non vi lascerò orfani, ritornerò da voi.
A questo punto le cose cambiano totalmente: perché Dio non è più quello che dà la legge e aspetta che gli uomini la mettano in pratica ma è colui che manda il suo più fido alleato, SUO FIGLIO, affinchè chi crede in lui possa ricevere il supporto necessario per fare la volontà di Dio. Continuando ancora la lettura dello stesso vangelo, al versetto 23 Gesù parla - come parte di quel progetto ENORME che è la trinità - dicendo che, a colui che dimostrerà amore, riconoscenza, obbedienza verso di lui, Dio darà il suo aiuto. Questo è il testo:
Se uno mi ama, osserverà la mia parola; e il Padre mio l'amerà, e noi verremo da lui e dimoreremo presso di lui. Chi non mi ama non osserva le mie parole; e la parola che voi udite non è mia, ma è del Padre che mi ha mandato. Vi ho detto queste cose, stando ancora con voi; ma il Consolatore, lo Spirito Santo, che il Padre manderà nel mio nome, vi insegnerà ogni cosa e vi ricorderà tutto quello che vi ho detto”.
In queste parole c’è la risposta alla richiesta “venga il tuo regno”che facciamo nella preghiera del PN: facendo questa richiesta in prima persona chiedo allo spirito di Dio che venga a stare con me, in me, intorno a me. Dire ”venga il tuo regno” si traduce nella richiesta a Dio che il mondo spirituale del cielo scenda sulla terra. Il profeta Gioele già preannunciò questo cambiamento, infatti nel libro di Gioele 2:28 il profeta riferisce che, quando Dio dice “io spanderò il MIO spirito”, non sta parlando di un qualcosa di estraneo, di straniero, di sconosciuto, di un qualcosa separato da Dio ma, parlando in prima persona, sta dicendo “Io, Dio, prometto e mi impegno a mandare qualcosa di mio, il MIO spirito sulla terra grazie al quale gli uomini potranno percepire le cose del cielo, capire, comprendere e parlare delle cose di Dio”. “Venga il tuo regno” significa cioè “Signore: trasferisci qualcosa del regno dei cieli qui sulla terra”. (NDR – immagino le vostre battute dopo quello che ha detto IB un paio di post fa...  :poof: )
Quando Gesù parlava ai suoi discepoli dello Spirito Santo, nel libro degli Atti degli apostoli 1:4-8, diceva “Io vi manderò un consolatore. Attraverso lo Spirito Santo io e il Padre torneremo da voi e staremo con voi”. I discepoli avevano visto con i propri occhi la potenza di Gesù, vivendola e sperimentandola nella propria vita, ma stiamo parlando sempre di persone, di uomini fragili, di essere umani comunque deboli. Ma quando su di loro scese lo SS tutto cambiò: il regno di Dio venne dentro di loro e si compì la promessa fatta da Gesù.

Tutto questo che è successo un paio di millenni fa continua a succedere oggi, ecco perché Dio è vivo.

Quello che prima è accaduto agli apostoli ora si può ripetere in noi: persone fragili oggi allo stesso modo di duemila anni fa.
Noi possiamo ricevere questa potenza dall’alto e con la preghiera del PN Gesù ci insegna come farlo, come poter ricevere tutto questo. Oggi c’è bisogno di una chiesa (e quando parlo di chiesa lo faccio con quel significato che Gesù ci ha trasmesso: la chiesa sono io, siete voi che state leggendo, siamo noi, ognuno di noi) equipaggiata con lo SS che, proprio perché viene dal cielo ed è in continuo contatto con il cielo, è quello che trasferisce il cielo sulla terra. Senza lo SS siamo uguali ai religiosi del VT, i quali si affaticano a formare, con capacità umane, persone che abbiano i sentimenti come quelli di Dio. Ma non è possibile copiare i sentimenti di Dio: se vogliamo i sentimenti di Dio dobbiamo andare da Lui e chiedergli di darci i Suoi sentimenti. Infatti Gesù ci dice chiaramente “SENZA DI ME NON POTETE NULLA” (Giovanni 15:5), nessuno di noi può arrivare a fare la volontà di Dio se prima non ha ricevuto il regno di Dio nella propria vita. E’ lui stesso che ce lo dice nel versetto 7: “Se rimanete in me e le mie parole rimangono in voi, chiedete quello che volete e vi sarà dato”.

E’ entusiasmante tutto questo e dato che l’etimologia della parola “entusiasmo” si traduce alla lettera come “avere Dio dentro” posso tranquillamente concludere questo mio intervento dicendo che “è entusiasmante sapere che siamo parte di qualcosa di più grande di noi, immensamente più grande”  ;)
Re:"Dio non è morto" - GLORIA A DIO!
« Risposta #488 il: 22 Mag 2016, 01:03 »
http://www.repubblica.it/politica/2016/05/20/news/marco_pannella_camera_ardente_dalai_lama-140201865/?ref=HRER1-1

la lettera di Pannella al Papa mi ha fatto pensare,

questa frase, alla fine: ho preso in mano la croce che portava mons. Romero, e non riesco a staccarmene

Pannella, un laico, un mangiapreti, un ateo, uno che ha lottato per una serie di leggi tutte palesemente contro la dottrina religiosa, all'approssimarsi della fine, sentendola vicina, scrive quella frase.
Non è certo il primo.

E puoi stare certo che non sarà neanche l’ultimo ateo che muore credente

Offline Rorschach

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12869
Re:"Dio non è morto" - GLORIA A DIO!
« Risposta #489 il: 23 Mag 2016, 07:18 »
O magari ha adottato la strategia di Peppino Prisco, chi lo sa...

Offline Tarallo

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111509
Re:"Dio non è morto" - GLORIA A DIO!
« Risposta #490 il: 23 Mag 2016, 07:33 »
E puoi stare certo che non sarà neanche l’ultimo ateo che muore credente
Cioè uno vive sette-otto decadi senza Dio, tranquillo e felice della sua scelta, poi negli ultimi venti minuti, quelli tristi, di minor lucidità, diciamo di rassegnata disperazione dice vabbè proviamo a fare finta che esiste e tu te ne vanti? Non rispondere ché tanto non capirei.

Offline sigurd

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11095
Re:"Dio non è morto" - GLORIA A DIO!
« Risposta #491 il: 23 Mag 2016, 10:21 »
I neoatei e la fede
chiedo solo: che differenza c'è tra un ateo "tradizionale" e un neoateo?

Offline Rorschach

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12869
Re:"Dio non è morto" - GLORIA A DIO!
« Risposta #492 il: 23 Mag 2016, 10:21 »
Re:"Dio non è morto" - GLORIA A DIO!
« Risposta #493 il: 23 Mag 2016, 10:38 »
Spero i generale che almeno ci si renda conto che la sostanza di quanto si sostiene è perfettamente sovrapponibile con quanto sostenuto da credenti in altre divinità.

Tornando al contesto particolare non ho ancora capito cosa in determinate questioni bisogna fare per eseguire i desideri della divinità specifica di cui parla LL.

Offline cartesio

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22159
Re:"Dio non è morto" - GLORIA A DIO!
« Risposta #494 il: 23 Mag 2016, 11:02 »
Se chiama cagotto.

Potrebbe essere, riferito non all'aldilà, ma all'aldiqua inteso nel senso di ricovero in struttura sanitaria inevitabilmente legata a qualche mafia vaticana.

Non dimentichiamo che stiamo parlando di un 85enne malato di cancro, già operato per questo, che non aveva alle spalle partiti o mafie.

Aggiungo che in quella lettera, almeno quella che ho visto online, non si parla di aldilà, né di fede, né di dio (minuscolo), ma di affetto nei confronti dell'attuale papa (minuscolo) e di una croce+personaggio ucciso da fascisti.

Ovviamente, le strumentalizzazioni non erano neanche quotate.

Offline FatDanny

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37445
Re:"Dio non è morto" - GLORIA A DIO!
« Risposta #495 il: 23 Mag 2016, 17:57 »
La teoria di Bohr parte dai dettami della fisica classica. Lo stesso Bohr in chiusura della sua prima pubblicazione affermava ciò, aprendo di fatto alla possibilità di una confutazione scientifica.

Beh no, al contrario. Tanto Kuhn che Lakatos dimostrano come la teoria atomica di Bohr creava ben più problemi di quelli che risolveva. Non solo: Lakatos dimostra che la scoperta nel 1913 sulle orbite quantizzate è incoerente non solo con le equazioni di Maxwell e con l'utilizzo di un semplice amperometro (che si basa esattamente su quelle equazioni), ma addirittura con la geometria elementare!
Tanto che Bohr all'epoca non volle pubblicare l'articolo e Rutherford lo incoraggiò a mandarlo al... Philosophical Magazine!
Le ipotesi di Bohr erano incoerenti e contraddicevano in toto la falsificabilità popperiana. Eppure hanno costituito una delle basi per l'affermazione della quantistica.

Questo è senz'altro condivisibile. Ma ti assicuro che il numero delle anomalie in molti casi è prossimo allo zero, specialmente per alcune teorie fisiche. Faccio l'astrofisico sperimentale e mi occupo di osservazioni di sistemi estremi quali stelle di neutroni e buchi neri, che vengono usati per verificare la teoria della relatività generale di Einstein. Pagherei oro per dimostrare che quella teoria non funziona in alcuni ambiti e andrebbe migliorata. Anche per il solo fatto che probabilmente vincerei il nobel per una cosa del genere. Purtroppo (per me :) il numero di anomali trovate finora è zero. Il che non vuol dire che non ne verranno scoperte, ma che con la strumentazione di cui disponiamo non siamo stati in grado di trovarne. Ma ti assicuro che uno scienziato, specie se all'inizio della carriera, se ne morirebbe per dimostrare che il paradigma vada cambiato. Fosse solo per ambizione personale. Ed infatti finisce che molti truccano i dati.


Soltanto in merito alla teoria newtoniana negli anni '70 si contava la scoperta in media di una quarantina di anomalie l'anno. E stiamo parlando di una delle teorie più solide in ambito fisico.
Pagheresti oro per smentire una teoria, ma quello che non stai considerando è che la precondizione a farlo è mantenere il paradigma che consideri corretto. E che, come avvenuto per la teoria newtoniana, la sua falsificazione non corrisponde al suo abbandono!
Lo dici dopo, ma ti rispondo qui: sulla meccanica classica vista non come "sbagliata" ma come "limitata ad alcune scale"  Kuhn fa un passaggio semplicemente meraviglioso nel suo testo che spiega come questa concezione sia puramente antiscientifica (pur essendo la più diffusa nella comunità scientifica!).
Sarebbe come dire che il sistema tolemaico non è sbagliato, ma è limitato  ;)  (appena la ritrovo la posto).

Vorresti smentire si la teoria, ma rimanendo all'interno del linguaggio che la tua comunità considera corretto. Il paradigma è esattamente questo. Ma è esattamente questo che rende circolare il ragionamento e falsifica quel che è la percezione di massa (ma errata) della scienza.
Perchè tu stando a quel paradigma se da un lato eviti di affidarti alla prima teoria bislacca, dall'altro non esci mai da quel quadro teorico di riferimento, non lo metti effettivamente in discussione e dunque non puoi trovare quello per cui pagheresti oro. Perché per trovarlo dovresti invece proprio metterti a fare il filosofo (o lo pseudoscienziato).
Esattamente per questo le rivoluzioni scientifiche si basano su un paradigma in crisi (troppe anomalie), bisogni e convinzioni sociali nuovi e il caso (ossia casualmente uno scienziato che non volendo si trova dinanzi un anomalia che spiega attraverso una nuova convinzione/interpretazione del mondo).

Come sosteneva Planck "una nuova verità scientifica non trionfa convincendo i suoi oppositori e facendo vedere loro la luce, ma piuttosto perché i suoi oppositori muoiono, e cresce una nuova generazione che è abituata ad essa".
Parliamo di Planck, uno dei principali fisici del '900 non di un "filosofo da quattro soldi". Il quale dice l'esatto opposto di quel che sostiene Carib ("la codifica di questo linguaggio è uguale ovunque nel caso della scienza")
Le teorie scientifiche non sono la spiegazione oggettivata di un fenomeno, che si dispiega attraverso una conoscenza sempre più approfondita, attraverso il disvelamento progressivo dell'incertezza.
Sono invece, come gli ideali politici o le convinzioni filosofiche, interpretazioni del mondo. Con le loro anomalie e le loro contraddizioni. La valutazione delle anomalie come falsificanti sta ad una scala di valori (anzitutto FILOSOFICA, che vi piaccia o meno) più o meno condivisa dalla comunità specifica.
Se l'intera comunità scientifica condivide il giudizio abbiamo un paradigma assoluto.
Se invece c'è disaccordo abbiamo diverse scuole di pensiero (e la lotta per l'affermazione di una di esse come paradigma).




Qui non mi trovo tanto d'accordo. Qual'è stato il ruolo del bisogno sociale, per esempio, nella rivoluzione che ha portato alla relatività di einstein o alla teoria dei quanti? Qual'è stato il ruolo del bisogno sociale nella formulazione della teoria dell'evoluzione (e Darwin ci è andato fino alle galapagos)? Io ci vedo semplicemente l'accumulo di un numero tale di contraddizioni della teoria precedente che ha spinto a formularne di nuove.

Riguardo al fatto che la scienza sia conservatrice, deve esserlo. Una nuova teoria deve spiegare i vecchi risultati e i nuovi. Non cancellare le teorie precedenti, ma completarle. Una nuova teoria deve essere una estensione di quella precedente, capace di spiegare i vecchi fenomeni ed insieme quelli nuovi. La meccanica classica non è sbagliata. E' semplicemente incapace di spiegare fenomeni su alcune scale. E' un'approssimazione che non è valida a spiegare piccole deviazioni dell'orbita di Mercurio, ma è perfettamente in grado di prevedere l'orbita di un satellite attorno alla terra. La nuova teoria, la relatività generale, spiega sia l'orbita del satellite sia quella di Mercurio, e ti spiega pure perchè la vecchia teoria falliva nel caso di Mercurio.

Non sono un filosofo, ma un fisico. E credo che il principale motore dell'innovazione scientifica sia il progresso tecnologico. Nuovi strumenti mi danno nuove possibilità di investigare il mondo, e di scoprire dove la vecchia teoria fallisce. Un'altro discorso è stabilire cosa spinga il progresso tecnologico. In quel caso ovviamente la spinta della società c'entra eccome, e non è un caso se tanta scienza sia una ricaduta degli investimenti fatti per combattere delle guerre.


1) io non parlo solo di bisogni sociali, ma anche di convinzioni, cognizioni del mondo o nuovi approcci filosofici (l'impetus della scolastica non era di certo un nuovo bisogno sociale).

2) per rispondere su ogni scoperta rivoluzionaria dovrei conoscere il contesto storico di ognuna di esse. Mi chiedi un po' troppo. Tuttavia sulla relatività ha risposto meravigliosamente fabichan, che ringrazio per il contributo apportato.

Lo stesso "bisogno sociale" che ha spinto alla nascita delle avanguardie artistiche del 900. Per dire, "Les Demoiselles d'Avignon", "La ricerca del tempo perduto" e la dodecafonia si sviluppano negli stessi anni in cui Einstein scrive la relativita' ristretta.
Dire che questi 4 fenomeni (ma posso fare altri esempi) condividano uno stesso "paradigma" mi sembra poco piu' che un'ovvieta'.

A cui aggiungo Leibniz per la concezione dello spazio e la critica allo "spazio assoluto".
(e, per inciso, è correttissimo quel che dice fabichan sull'Arte: quelli che vedi come geni sono stati considerati tali successivamente esattamente perchè è stato compreso il legame che aveva la loro arte con le concezioni emergenti nelle altre sfere della conoscenza umana. Dall'impressionismo a Picasso passando per il futurismo sono stati considerati geni proprio perchè attraverso le loro opere hanno anticipato i temi filosofico-scientifici del loro tempo)


Rispetto al passaggio dal sistema tolemaico a quello copernicano invece ce l'ho presente perché è citato dallo stesso Kuhn: la riforma dei calendari, che rese urgente risolvere il rompicapo della precessione degli equinozi.
Fino a tale urgenza i dati osservati non fornivano nessuna base per scegliere tra sistema tolemaico e copernicano.
gli astronomi scelsero copernico perché vi era una crisi riconosciuta del sistema tolemaico, una necessità sociale e una teoria che si prometteva di risolverla dinanzi ad un'altra che non riusciva ad andare oltre.

Altri due casi che possono essere apportati e che confermano quanto sostengo sono l'emergere della teoria di Lavoisier sulla funzione dell'ossigeno nella combustione e la stessa relatività einsteniana.
Non lo faccio ora per non occupare troppo spazio, ma posso riportare l'intera parabola della relatività, partendo da Fresnel fino ad arrivare ad Einsten, a dimostrazione di quel che dico e a smentita della vulgata che risulta comune in questo topic.
Le critiche relativistiche della teoria newtoniana erano presenti fin dal XVIII secolo, ma l'incapacità di legarsi a problemi della propria contemporaneità le lasciarono nell'oblio fino al secolo scorso.

Non conoscevo questa storiella. Mi sembra poco aderente alla realtà però. Non si seppellisce niente, proprio per il fatto che portare alla luce contraddizioni delle teoria ti garantisce una carriera. Per es. quello che è avvenuto in con la teoria della relatività generale di Einstein, è che per verificarla alcuni degli astronomi migliori del mondo, compresa la star del momento, Sir Arthur Stanley Eddington (baronetto e quacchero), se ne andarono ai quattro angoli del mondo ad osservare l'eclissi di Sole del 1919. Tu pensa che ci fu pure un giovane astronomo tedesco che ci provò nel 1914, Freundlich mi pare, e venne fatto prigioniero dai russi visto che si trovava in Crimea allo scoppio della guerra.


beh che non si seppellisce niente è semplicemente falso.
Ma specifico: seppellire non significa celare appositamente per evitare che la Scienza sia screditata.
Significa semplicemente che ad un certo punto si perde interesse per un tema se la cassetta degli attrezzi attuale non è in grado di darne una spiegazione. Si prova, si riprova (come nella storiella di Lakatos) e se non si riesce non è che alla fine della fiera si butta la cassetta degli attrezzi (il paradigma), ma si butta l'anomalia.
Ossia sul momento questa perde di interesse (e magari viene ripresa dal paradigma successivo come più volte successo).




Offline FatDanny

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37445
Re:"Dio non è morto" - GLORIA A DIO!
« Risposta #496 il: 23 Mag 2016, 18:04 »
La mia modestissima e ignorante opinione è che su questo topic, fat, stai a dà de matto. :)
Ma sicuramente sono io a non capire. :chin:

Prima ho citato Lakatos, ora è il momento di Kuhn:

Nella storia, nella filosofia e nelle scienze sociali, i trattati hanno un'importanza maggiore. Ma anche in questi campi, il corso universitario di base richiede, oltre lo studio dei manuali, la lettura di fonti originali, alcune delle quali sono i "classici" del campo, altre sono i risultati della ricerca contemporane che gli specialisti del campo espongono gli uni per gli altri. Di conseguenza, lo studente di ciascuna di queste discipline è costantemente informato dell'immensa varietà di problemi che i membri del gruppo cui apparterrà in futuro hanno tentato di risolvere nel corso del tempo. Cosa ancora più importante, egli ha costantemente davanti a sé numerose soluzioni contrastanti e incommensurabili di questi problemi, soluzioni che egli deve, in ultima istanza, giudicare e valutare da sé.
Si confronti questa situazione con quella delle scienze naturali contemporanee. In questi campi lo studente impara principalmente dai manuali finché, nel terzo o nel quarto anno della sua carriera universitaria, comincia a fare ricerche originali per proprio conto. Molti curricula scientifici non richiedono neppure a studenti di corsi postuniversitari di leggere opere che non siano state scritte espressamente per studenti. I rari professori che consigliano letture supplementari di articoli o monografie di ricerca, si limitano a farlo nei corsi più avanzati e per materiali che cominciano più o meno là dove i trattati disponibili finiscono. Fino agli ultimi stadi dell'educazione di uno scienziato, i manuali sostituiscono sistematicamente la letteratura scientifica creativa che li ha resi possibili. Data la fiducia nei loro paradigmi, che rende possibile questa tecnica educativa, pochi scienziati desidererebbero cambiarla. Perché, dopotutto, lo studente di fisica dovrebbe leggere, ad esempio, le opere di Newton, Faraday, Einstein, o Shrodinger, dal momento che tutto quello di cui ha bisogno di conoscere su queste opere è ricapitolato in una forma molto più breve, più precisa, più sistematica in numerosi manuali aggiornati?
Senza voler difendere le estreme conseguenze cui questo tipo di educazione è stato spinto talvolta, non si può fare a meno di constatare che esso è stato, in generale, straordinariamente efficace. Naturalmente si tratta di un'educazione rigida e limitata forse la più rigida e limitata di ogni altro tipo di educazione, fatta eccezione per la teologia ortodossa. Ma per la ricerca all'interno della scienza normale, per risolvere rompicapo all'interno della tradizione definita dai manuali, lo scienziato viene preparato quasi alla perfezione.

 ;)

Offline Tarallo

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111509
Re:"Dio non è morto" - GLORIA A DIO!
« Risposta #497 il: 23 Mag 2016, 20:17 »
È che manca il tempo :)
Re:"Dio non è morto" - GLORIA A DIO!
« Risposta #498 il: 23 Mag 2016, 20:47 »
Re:"Dio non è morto" - GLORIA A DIO!
« Risposta #499 il: 23 Mag 2016, 21:30 »
se dio esistesse je trancerebbe i polpastrelli
il fatto che perseveri a scrivere sti missili è prova evidente che Egli non esiste
 

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