La teoria di Bohr parte dai dettami della fisica classica. Lo stesso Bohr in chiusura della sua prima pubblicazione affermava ciò, aprendo di fatto alla possibilità di una confutazione scientifica.
Beh no, al contrario. Tanto Kuhn che Lakatos dimostrano come la teoria atomica di Bohr creava ben più problemi di quelli che risolveva. Non solo: Lakatos dimostra che la scoperta nel 1913 sulle orbite quantizzate è incoerente non solo con le equazioni di Maxwell e con l'utilizzo di un semplice amperometro (che si basa esattamente su quelle equazioni), ma addirittura con la geometria elementare!
Tanto che Bohr all'epoca non volle pubblicare l'articolo e Rutherford lo incoraggiò a mandarlo al...
Philosophical Magazine!
Le ipotesi di Bohr erano incoerenti e contraddicevano in toto la falsificabilità popperiana. Eppure hanno costituito una delle basi per l'affermazione della quantistica.
Questo è senz'altro condivisibile. Ma ti assicuro che il numero delle anomalie in molti casi è prossimo allo zero, specialmente per alcune teorie fisiche. Faccio l'astrofisico sperimentale e mi occupo di osservazioni di sistemi estremi quali stelle di neutroni e buchi neri, che vengono usati per verificare la teoria della relatività generale di Einstein. Pagherei oro per dimostrare che quella teoria non funziona in alcuni ambiti e andrebbe migliorata. Anche per il solo fatto che probabilmente vincerei il nobel per una cosa del genere. Purtroppo (per me il numero di anomali trovate finora è zero. Il che non vuol dire che non ne verranno scoperte, ma che con la strumentazione di cui disponiamo non siamo stati in grado di trovarne. Ma ti assicuro che uno scienziato, specie se all'inizio della carriera, se ne morirebbe per dimostrare che il paradigma vada cambiato. Fosse solo per ambizione personale. Ed infatti finisce che molti truccano i dati.
Soltanto in merito alla teoria newtoniana negli anni '70 si contava la scoperta in media di una quarantina di anomalie l'anno. E stiamo parlando di una delle teorie più solide in ambito fisico.
Pagheresti oro per smentire una teoria, ma quello che non stai considerando è che la precondizione a farlo è mantenere il paradigma che consideri corretto. E che, come avvenuto per la teoria newtoniana, la sua falsificazione non corrisponde al suo abbandono!
Lo dici dopo, ma ti rispondo qui: sulla meccanica classica vista non come "sbagliata" ma come "limitata ad alcune scale" Kuhn fa un passaggio semplicemente meraviglioso nel suo testo che spiega come questa concezione sia puramente antiscientifica (pur essendo la più diffusa nella comunità scientifica!).
Sarebbe come dire che il sistema tolemaico non è sbagliato, ma è limitato
(appena la ritrovo la posto).
Vorresti smentire si la teoria, ma rimanendo all'interno del linguaggio che la tua comunità considera corretto. Il paradigma è esattamente questo. Ma è esattamente questo che rende circolare il ragionamento e falsifica quel che è la percezione di massa (ma errata) della scienza.
Perchè tu stando a quel paradigma se da un lato eviti di affidarti alla prima teoria bislacca, dall'altro non esci mai da quel quadro teorico di riferimento, non lo metti effettivamente in discussione e dunque non puoi trovare quello per cui pagheresti oro. Perché per trovarlo dovresti invece proprio metterti a fare il filosofo (o lo pseudoscienziato).
Esattamente per questo le rivoluzioni scientifiche si basano su un paradigma in crisi (troppe anomalie), bisogni e convinzioni sociali nuovi e il caso (ossia casualmente uno scienziato che non volendo si trova dinanzi un anomalia che spiega attraverso una nuova convinzione/interpretazione del mondo).
Come sosteneva Planck "
una nuova verità scientifica non trionfa convincendo i suoi oppositori e facendo vedere loro la luce, ma piuttosto perché i suoi oppositori muoiono, e cresce una nuova generazione che è abituata ad essa".
Parliamo di Planck, uno dei principali fisici del '900 non di un "filosofo da quattro soldi". Il quale dice l'esatto opposto di quel che sostiene Carib ("la codifica di questo linguaggio è uguale ovunque nel caso della scienza")
Le teorie scientifiche non sono la spiegazione oggettivata di un fenomeno, che si dispiega attraverso una conoscenza sempre più approfondita, attraverso il disvelamento progressivo dell'incertezza.
Sono invece, come gli ideali politici o le convinzioni filosofiche, interpretazioni del mondo. Con le loro anomalie e le loro contraddizioni. La valutazione delle anomalie come falsificanti sta ad una scala di valori (anzitutto FILOSOFICA, che vi piaccia o meno) più o meno condivisa dalla comunità specifica.
Se l'intera comunità scientifica condivide il giudizio abbiamo un paradigma assoluto.
Se invece c'è disaccordo abbiamo diverse scuole di pensiero (e la lotta per l'affermazione di una di esse come paradigma).
Qui non mi trovo tanto d'accordo. Qual'è stato il ruolo del bisogno sociale, per esempio, nella rivoluzione che ha portato alla relatività di einstein o alla teoria dei quanti? Qual'è stato il ruolo del bisogno sociale nella formulazione della teoria dell'evoluzione (e Darwin ci è andato fino alle galapagos)? Io ci vedo semplicemente l'accumulo di un numero tale di contraddizioni della teoria precedente che ha spinto a formularne di nuove.
Riguardo al fatto che la scienza sia conservatrice, deve esserlo. Una nuova teoria deve spiegare i vecchi risultati e i nuovi. Non cancellare le teorie precedenti, ma completarle. Una nuova teoria deve essere una estensione di quella precedente, capace di spiegare i vecchi fenomeni ed insieme quelli nuovi. La meccanica classica non è sbagliata. E' semplicemente incapace di spiegare fenomeni su alcune scale. E' un'approssimazione che non è valida a spiegare piccole deviazioni dell'orbita di Mercurio, ma è perfettamente in grado di prevedere l'orbita di un satellite attorno alla terra. La nuova teoria, la relatività generale, spiega sia l'orbita del satellite sia quella di Mercurio, e ti spiega pure perchè la vecchia teoria falliva nel caso di Mercurio.
Non sono un filosofo, ma un fisico. E credo che il principale motore dell'innovazione scientifica sia il progresso tecnologico. Nuovi strumenti mi danno nuove possibilità di investigare il mondo, e di scoprire dove la vecchia teoria fallisce. Un'altro discorso è stabilire cosa spinga il progresso tecnologico. In quel caso ovviamente la spinta della società c'entra eccome, e non è un caso se tanta scienza sia una ricaduta degli investimenti fatti per combattere delle guerre.
1) io non parlo solo di bisogni sociali, ma anche di convinzioni, cognizioni del mondo o nuovi approcci filosofici (l'impetus della scolastica non era di certo un nuovo bisogno sociale).
2) per rispondere su ogni scoperta rivoluzionaria dovrei conoscere il contesto storico di ognuna di esse. Mi chiedi un po' troppo. Tuttavia sulla relatività ha risposto meravigliosamente fabichan, che ringrazio per il contributo apportato.
Lo stesso "bisogno sociale" che ha spinto alla nascita delle avanguardie artistiche del 900. Per dire, "Les Demoiselles d'Avignon", "La ricerca del tempo perduto" e la dodecafonia si sviluppano negli stessi anni in cui Einstein scrive la relativita' ristretta.
Dire che questi 4 fenomeni (ma posso fare altri esempi) condividano uno stesso "paradigma" mi sembra poco piu' che un'ovvieta'.A cui aggiungo Leibniz per la concezione dello spazio e la critica allo "spazio assoluto".
(e, per inciso, è correttissimo quel che dice fabichan sull'Arte: quelli che vedi come geni sono stati considerati tali successivamente esattamente perchè è stato compreso il legame che aveva la loro arte con le concezioni emergenti nelle altre sfere della conoscenza umana. Dall'impressionismo a Picasso passando per il futurismo sono stati considerati geni proprio perchè attraverso le loro opere hanno anticipato i temi filosofico-scientifici del loro tempo)
Rispetto al passaggio dal sistema tolemaico a quello copernicano invece ce l'ho presente perché è citato dallo stesso Kuhn: la riforma dei calendari, che rese urgente risolvere il rompicapo della precessione degli equinozi.
Fino a tale urgenza i dati osservati non fornivano nessuna base per scegliere tra sistema tolemaico e copernicano.
gli astronomi scelsero copernico perché vi era una crisi riconosciuta del sistema tolemaico, una necessità sociale e una teoria che si prometteva di risolverla dinanzi ad un'altra che non riusciva ad andare oltre.
Altri due casi che possono essere apportati e che confermano quanto sostengo sono l'emergere della teoria di Lavoisier sulla funzione dell'ossigeno nella combustione e la stessa relatività einsteniana.
Non lo faccio ora per non occupare troppo spazio, ma posso riportare l'intera parabola della relatività, partendo da Fresnel fino ad arrivare ad Einsten, a dimostrazione di quel che dico e a smentita della vulgata che risulta comune in questo topic.
Le critiche relativistiche della teoria newtoniana erano presenti fin dal XVIII secolo, ma l'incapacità di legarsi a problemi della propria contemporaneità le lasciarono nell'oblio fino al secolo scorso.
Non conoscevo questa storiella. Mi sembra poco aderente alla realtà però. Non si seppellisce niente, proprio per il fatto che portare alla luce contraddizioni delle teoria ti garantisce una carriera. Per es. quello che è avvenuto in con la teoria della relatività generale di Einstein, è che per verificarla alcuni degli astronomi migliori del mondo, compresa la star del momento, Sir Arthur Stanley Eddington (baronetto e quacchero), se ne andarono ai quattro angoli del mondo ad osservare l'eclissi di Sole del 1919. Tu pensa che ci fu pure un giovane astronomo tedesco che ci provò nel 1914, Freundlich mi pare, e venne fatto prigioniero dai russi visto che si trovava in Crimea allo scoppio della guerra.
beh che non si seppellisce niente è semplicemente falso.
Ma specifico: seppellire non significa celare appositamente per evitare che la Scienza sia screditata.
Significa semplicemente che ad un certo punto si perde interesse per un tema se la cassetta degli attrezzi attuale non è in grado di darne una spiegazione. Si prova, si riprova (come nella storiella di Lakatos) e se non si riesce non è che alla fine della fiera si butta la cassetta degli attrezzi (il paradigma), ma si butta l'anomalia.
Ossia sul momento questa perde di interesse (e magari viene ripresa dal paradigma successivo come più volte successo).