In realtà (ops) il pensiero scientifico non "pretende di dirci" nulla, essendo fondato sull'incertezza e stimolato dalla sete di ricerca.
Però. Il fatto che un fatto sia dimostrato e inconfutabile non avvicina la scienza alla fede, semmai dovrebbe aiutare a "liberare" alcuni esseri umani dal pensiero religioso. Che per inciso è il pensiero di chi - come FD
- non
crede alla possibilità di arrivare a conoscere la realtà/verità. Di cosa poi? Boh. Non lo si dice mai. Strano.
Ad esempio. Se po' di' che la scienza ha dimostrato che l'encefalogramma piatto corrisponde alla morte di un essere umano? E che nel feto non c'è attività elettroencefalica e che questa si attiva nell'istante della nascita? Se po' di' che queste sono realtà dimostrate e conoscenze acquisite? Se po' di' che la verità dell'essere umano è un tempo definito tra la nascita del pensiero, alla nascita, e la fine della possibilità di pensare?
Io dico di sì e non temo smentite da parte di chi ha un solido e coerente rapporto con la realtà e mastica - anche solo come me - un minimo di abc di logica.
Diverso è il discorso sull'origine dell'universo conosciuto. La realtà è che l'universo esiste. Ma qual è la verità della sua origine? La Scienza s'interroga, sappiamo bene che ad oggi le certezze sono molto poche.
Però (cit.) Interrogarsi sulla realtà/verità di qualcosa (o qualcuno) viene tradotto da alcuni - tra cui il religioso FD di cui sopra
- con "pretendere di dire cosa è la Realtà". In realtà è "pretendere di sapere" cosa è la realtà (Dell'Uomo? Della natura? Va detto, altrimenti sembra un pensiero privo di senso, puramente astratto. Religioso). Questa "pretesa" - che è rapporto affettivo con la realtà circostante - è una dinamica di pensiero tipicamente umana e molto laica...