scusa zack, ma quando dici "stiamo", chi siete? a un certo punto uno capisce meglio di cosa parli in concreto. perche' ti dico: io sono d'accordo con te, non puoi risolvere sto problema entrando coi lanciafiamme nelle vite delle persone o sbattendo sotto i ponti associazioni meritevoli, ma leggendo "bisogna rifare tutta la citta'" oppure "inviteremmo tutte le associazioni o i singoli che volessero contribuire alla progettazione" io francamente (a parte il fatto che conosci la situazione nel dettaglio) non ho l'impressione di grande concretezza. mi sembrano i discorsi che sento da anni in altri ambiti e che, in concreto, hanno portato solo un lento ulteriore deterioramento della situazione. il clima giustizialista di cui (a mio parere anche giustamente) ti lamenti nasce da anni di iniziative velleitarie, costose per la comunita' e inconcludenti all'atto pratico, di cui sono i cittadini a pagare il prezzo.
per dirti il livello della questione a Roma, al tavolo con noi ci sono gli stessi politici che l'hanno scritta sta cazzo de 140
che mo' sperano che il problema glielo risolviamo noi. comunque con la 140 hanno chiesto a luglio le chiavi a più di 800 spazi assegnati direttamente o su contrattazione secondo la 26/1995. così da un giorno all'altro con scadenza a dicembre 2015.
chiaramente l'idea della giunta era poi pretenderne l'attuazione per gradi, peccato che Tronca si è trovata sta cosa lì sul tavolo, di suo il fascismo non gli è mai dispiaciuto, la corte dei conti che chiede il mancato introito erariale in solido all'amministrazione (cioè je va a pignorà casa) e quindi mo' nnamo de sgomberi.
OTTOCENTO SPAZI per lo più associazioni di ogni tipo.
ora con la Rete dell'Economia Collaborativa di Roma abbiamo iniziato a coinvolgere molte reti coinvolte da questa ordinanza, dall'Arci alle ACLI, e così via.
in generale è da un anno e mezzo che stiamo facendo una riflessione sulle regole di condivisione dei beni comuni, nell'idea che se un bene immobiliare è COMUNE non è dell'amministrazione che ne dispone a piacimento ma della collettività, per cui soprattutto la prima finalità non può e non deve essere sempre la messa a frutto finanziaria, ovvero quanto ce prendo, ma invece deve essere "che resa sta dando sul territorio? resa sociale, ambientale, economica".
per fare questo collaboriamo due classi universitarie, una di diritto amministrativo urbano alla LUISS e una di economia collaborativa a Tor Vergata con cui stavamo stilando regole che rispettando le leggi già in vigore permettano una valutazione sensibile dell'impatto di uno spazio da utilizzare con la corte dei conti.
in pratica, il coworking Millepiani al comune non rende solo i 200€ che paga mensilmente ma accogliendo a costo basso 40 lavoratori autonomi al giorno e più di 20 eventi gratuiti al mese offre alla collettività una cifra valutabile in 10.000€.
se una biblioteca comunale costa al comune 16.000€ al mese, una biblioteca autogestita non sta gratuitamente nello spazio pubblico assegnatole, ma offre alla collettività una cifra di 16.000€
e così via. considera che questo percorso è iniziato due anni fa, mentre una parte della giunta ci chiedeva di fare questo tavolo partecipato sui beni comuni un'altra parte scriveva, approvava e deliberava quell'ordinanza. la schizofrenia dell'amministrazione Marino.
quindi la nostra proposta è costituire una commissione di valutazione, chiedere a tutti gli assegnatari una relazione di valore secondo il format che noi abbiamo scritto, valutare questa relazione, e di caso in caso decretare la restituzione, l'aumento dell'affitto o magari invece l'azzeramento dell'affitto. io all'APS che offre assistenza gratuita alle ragazze madri a Tor Sapienza non penso che bisognerebbe chiedergli alcunché.