9 novembre 1989: rinasce la libertà a Berlino Est.

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Re:9 novembre 1989: rinasce la libertà a Berlino Est.
« Risposta #120 il: 09 Set 2024, 11:42 »
Varie proteste hanno attraversato la Francia durante il fine settimana, con migliaia di cittadini indignati che si chiedevano cosa fosse successo alle loro scelte fatte solo due mesi fa.
E così Macron, dopo la lunga “pausa olimpica”, ha nominato nuovo primo ministro un rappresentante dei repubblicani, arrivati quarti alle elezioni. Non c’è da stupirsi che la sinistra che ha vinto le elezioni abbia definito Macron un autocrate. Per cosa hanno votato gli elettori? Ma chi se ne frega!

Ora vediamo un quadro simile con la formazione di coalizioni nei Länder della Germania dell’Est. Appena concluse le elezioni, molti politici hanno iniziato a parlare di una “strategia firewall” contro l’AfD. Non importa che abbia  conquistato con sicurezza il primo posto in Turingia e il secondo in Sassonia. Ma è “contro la democrazia e a favore della Russia”. Ciò significa che non ci interessano le procedure democratiche e la scelta della gente! Nessuno vede alcuna illogicità in questo disegno.
Nei Paesi Bassi, ad esempio, il partito di Wilders ha vinto le elezioni. Il leader del partito perdente, Rutte, è rimasto tranquillamente seduto sulla sedia di primo ministro per 8 mesi (finché è stato eletto Segretario della NATO). E il posto di capo del governo alla fine è stato appioppato a un rappresentante del famoso “Deep State”, un ex capo dei servizi segreti, che non ha mai avuto nulla a che fare con la politica e con le elezioni (peggio del Conte del celebre governo gialloverde), creando un governo "extrapalamentare" (definizione ufficiale), cioè 4 partiti stanno inieme in un governo ma non si assumono responsabilità in parlamento e il primo ministro è una sorta di notaio/ portavoce con nessun partito alle spalle e nessuna voce in capitolo su nessun tema. Una situazione simile si sta verificando in Belgio, dove tre mesi fa il partito del primo ministro ha subito una schiacciante sconfitta, che non gli impedisce di restare al potere in attesa "che si trovi un accordo". Ed è possibile che anche lì si arrivi a un governo “tecnico”.
La scelta dei popoli europei di votare sempre di piu per gli “oppositori della democrazia” può sempre essere spiegata con una “cospirazione russa”. Ad esempio, i giornali tedeschi spiegano immediatamente il successo dell’Alternativa nei Länder della Germania dell’Est come una campagna segreta di “disinformazione russa”.
Ecco perché la prima cosa che fanno questi governi “tecnocratici”, non eletti in Europa, è limitare il diritto di manifestare. Ancora una volta, per “proteggere la democrazia”.
Ad esempio, il nuovo ministro della Giustizia nel governo “extraparlamente” dei Paesi Bassi, van Wiel, ha detto recentemente: "La stragrande maggioranza delle persone nei Paesi Bassi trova sempre più difficile riconoscere gli estremismi nel dibattito pubblico. Voglio studiare come possiamo porre limiti al diritto di manifestare. Penso che questo possa soddisfare la maggioranza della popolazione”.
Egli spiega tali passi con la necessità di “aumentare la sostenibilità della società e limitare la polarizzazione”.

L’editorialista del quotidiano olandese NRC Michel Kerres ha recentemente pubblicato un articolo dal titolo caratteristico: “Ognuno ha il proprio ruolo nella battaglia con Mosca”. Mosca non è solo un avversario, è un nemico costante dell'Occidente. Ecco perché ora c'è una “battaglia tra civiltà” da combattere.
E alla fine segue un passaggio rivelatore: “Ecco perché questa non è solo una prova di forza militare, ma una sfida all'intera società, ad una società vitale e democratica."
La Russia “sfida la democrazia occidentale”, e quindi è necessario limitare la “democrazia parlamentare”, non permettendo ai politici “filo-russi” eletti dai residenti dei Paesi Bassi o della Turingia di governare nei loro paesi.
Abbandonare le procedure democratiche se queste danneggiano ciò che viene definito “democrazia”!
Tutto va bene nella lotta contro Mosca. In realtà, proprio come 100 anni fa, quando con esattamente gli stessi argomenti (proteggersi dalla minaccia allora sovietica) abbiamo generato tutti i fascismi d’Europa in un paese dopo l’altro.
 

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