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Varie / General => Temi => Topic aperto da: FatDanny - 04 Set 2015, 17:09
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Avevo iniziato a parlare della cosa con reds su LazioTalk, approfitto allora dell'apertura di questa nuova board per lanciare il tema.
Sicuramente molti di noi avranno letto articoli che negli ultimi giorni hanno trattato questo dato uscito da uno studio dell'OCSE.
Il 47% degli italiani, una quota elevatissima di persone, avrebbe una seria difficoltà ad utilizzare le proprie capacità di lettura, scrittura e conto nell'analisi di problemi complessi, traendo gran parte delle proprie convinzioni dall'esperienza diretta e senza quindi essere in grado di desumere le conseguenze di lungo periodo di una data scelta, che si tratti di una posizione politica piuttosto che di un questionario da compilare, ecc ecc.
Chiare le implicazioni che un dato del genere, se ritenuto reale, comporterebbe: è diffusa, a ragione, la convinzione che l'aumentare della conoscenza renda più consapevoli e dunque più liberi, più capaci di autodeterminarsi.
Ma se la conoscenza si fa frammentata e scadente, se l'interesse per l'approfondimento lascia il posto a un sapere superficiale e privo di solidità, ci potremmo trovare di fronte al paradosso di una società più qualificata a livello di titoli, ma infinitamente più "idiota" in quanto a capacità di ragionamento.
Cosa ne pensate?
Analfabetismo funzionale, italiani ai vertici
da ItalyJournal
(http://www.italyjournal.it/wp-content/uploads/2015/08/f5d86ad4c0416b532c424bc70e9b806d_L.jpg)
Il 47% degli italiani, dice l‘OCSE, si informa (o non si informa), vota (o non vota), lavora (o non lavora), seguendo soltanto una capacità di analisi elementare: una capacità di analisi, quindi, che non solo sfugge la complessità, ma che anche davanti ad un evento complesso (la crisi economica, le guerre, la politica nazionale o internazionale, lo spread) è capace di trarre solo una comprensione basilare. In altre parole soffre di analfabetismo funzionale. E la percentuale è talmente alta da far balzare il nostro paese al vertice di questa speciale classifica.
Con il termine analfabetismo funzionale si designa l’incapacità di un individuo di usare in modo efficiente le abilità di lettura, scrittura e calcolo nelle situazioni della vita quotidiana. Un analfabeta è anche una persona che sa scrivere il suo nome e che magari aggiorna il suo status su Facebook, ma che non è capace “di comprendere, valutare, usare e farsi coinvolgere con testi scritti per intervenire attivamente nella società, per raggiungere i propri obiettivi e per sviluppare le proprie conoscenze e potenzialità”.
Un analfabeta funzionale, apparentemente, non deve chiedere aiuto a nessuno, come invece succedeva una volta, quando esisteva una vera e propria professione – lo scrivano – per indicare le persone che, a pagamento, leggevano e scrivevano le lettere per i parenti lontani. Un analfabeta funzionale, però, anche se apparentemente autonomo, non capisce i termini di una polizza assicurativa, non comprende il senso di un articolo pubblicato su un quotidiano, non è capace di riassumere e di appassionarsi ad un testo scritto, non è in grado di interpretare un grafico. Non è capace, quindi, di leggere e comprendere la società complessa nella quale si trova a vivere.
Un analfabeta funzionale, quindi, traduce il mondo paragonandolo esclusivamente alle sue esperienze dirette (la crisi economica è soltanto la diminuzione del suo potere d’acquisto, la guerra in Ucraina è un problema solo se aumenta il prezzo del gas, il taglio delle tasse è giusto anche se corrisponde ad un taglio dei servizi pubblici…) e non è capace di costruire un’analisi che tenga conto anche delle conseguenze indirette, collettive, a lungo termine, lontane per spazio o per tempo.
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Mi sono imbattuto l'altro giorno nel programma su la7 "In Onda" e, oltre ad esserne uscito male, mi è venuto in mente proprio questo studio Ocse.
Quanto è responsabile la televisione italiana di questo sfacelo?
Anche negli altri paesi si raggiungono certi livelli?
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Il problema sicuramente esiste ed è grave per i motivi che spieghi benissimo, ma mi rifiuto di credere che sia, rispetto agli altri paesi, nelle proporzioni indicate nella tabella. Deve esserci necessariamente una qualche distorsione nello studio.
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ho paura che la nostra società' sia diventata (volutamente) troppo complessa, non so se gli italiani non sono più' in grado di comprendere le problematiche complesse che trovano di fronte o piuttosto la difficoltà a comprendere certe dinamiche sia stata artatamente aumentata. Sicuramente c'e' disinteresse, poca voglia di stare dietro a un'infinita di questioni elementari o meno che siano da parte di una sempre maggiore fetta della nostra popolazione ma, per chi ci governa il nostro non capire un cazzo o capire sempre meno e' una mano santa
Non lo so come si risolve, non so se si risolve, ma non sono neanche troppo sicuro che nei decenni passati le cose erano migliori da questo punto di vista
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Il problema sicuramente esiste ed è grave per i motivi che spieghi benissimo, ma mi rifiuto di credere che sia, rispetto agli altri paesi, nelle proporzioni indicate nella tabella. Deve esserci necessariamente una qualche distorsione nello studio.
mi piacerebbe scherzare, ma ti basta leggere alcune pagine facebook molto in voga di questi tempi per renderti conto che stiamo regredendo (e mi rendo conto che in alcune cose sto regredendo anche io, o forse sto solo invecchiando :=)) )
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Continuo seriamente a pensare che uno dei problemi principali del mondo moderno sia il suffragio universale, e questo studio me lo conferma.
In passato la battaglia per il suffragio universale è stata una battaglia di civiltà, una battaglia per il riconoscimento universale dei diritti.
Nel 2015 in un paese occidentale, invece, ha perso la sua valenza.
Un analfabeta funzionale non dovrebbe avere il diritto di voto fino a che non riesca a superare tale condizione.
Si, sono serio.
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Continuo seriamente a pensare che uno dei problemi principali del mondo moderno sia il suffragio universale, e questo studio me lo conferma.
In passato la battaglia per il suffragio universale è stata una battaglia di civiltà, una battaglia per il riconoscimento universale dei diritti.
Nel 2015 in un paese occidentale, invece, ha perso la sua valenza.
Un analfabeta funzionale non dovrebbe avere il diritto di voto fino a che non riesca a superare tale condizione.
Si, sono serio.
il sondaggio vale anche per politici e uomini di Stato.
;)
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Studio, no sondaggio.
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Continuo seriamente a pensare che uno dei problemi principali del mondo moderno sia il suffragio universale, e questo studio me lo conferma.
In passato la battaglia per il suffragio universale è stata una battaglia di civiltà, una battaglia per il riconoscimento universale dei diritti.
Nel 2015 in un paese occidentale, invece, ha perso la sua valenza.
Un analfabeta funzionale non dovrebbe avere il diritto di voto fino a che non riesca a superare tale condizione.
Si, sono serio.
il fascismo funzionale :D
edit: aoh sto a scherza', signorina LN non mi bannate vi prego
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Il problema sicuramente esiste ed è grave per i motivi che spieghi benissimo, ma mi rifiuto di credere che sia, rispetto agli altri paesi, nelle proporzioni indicate nella tabella. Deve esserci necessariamente una qualche distorsione nello studio.
Concordo. Non ho la percezione che Stati Uniti e Spagna, per parlare dei paesi dove ho vissuto (vivo) stiano messi meglio, anzi (e i lavori che ho fatto / faccio me ne rendono ancor più consapevole).
Continuo seriamente a pensare che uno dei problemi principali del mondo moderno sia il suffragio universale, e questo studio me lo conferma.
In passato la battaglia per il suffragio universale è stata una battaglia di civiltà, una battaglia per il riconoscimento universale dei diritti.
Nel 2015 in un paese occidentale, invece, ha perso la sua valenza.
Un analfabeta funzionale non dovrebbe avere il diritto di voto fino a che non riesca a superare tale condizione.
Si, sono serio.
Meno male che c'è qualcuno che la pensa come me. Una democrazia tinta di analfabetismo funzionale è un'oligarchia mascherata dal voto di utili idioti.
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Concordo al 100% con marcantonio e pentiux. Non ho idea sulla percentuale effettiva negli altri paesi, ma quella italiana mi sembra tristemente verosimile, lavorando a contatto col pubblico me ne rendo sempre più conto
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Beh possiamo tranquillamente dire che la popolarità di totti conferma che il dato indicato è esatto e l'analisi ha un suo riscontro nella realtà. Soprattutto quella romana.
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Concordo con Pentium!
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Continuo seriamente a pensare che uno dei problemi principali del mondo moderno sia il suffragio universale, e questo studio me lo conferma.
In passato la battaglia per il suffragio universale è stata una battaglia di civiltà, una battaglia per il riconoscimento universale dei diritti.
Nel 2015 in un paese occidentale, invece, ha perso la sua valenza.
Un analfabeta funzionale non dovrebbe avere il diritto di voto fino a che non riesca a superare tale condizione.
Si, sono serio.
Condivido pienamente.
Tutti dovrebbero avere il diritto di voto ma per esercitarlo dovrebbe essere necessario superare un semplice esame sul funzionamento dello Stato (la vecchia educazione civica) che abilita il diritto alla scheda elettorale.
Anche la politica, per non perdere consensi, si dovrebbe adeguare smettendo di dare risposte semplici, populiste e inapplicabili alle istanze del paese. La "fabbrica del consenso" non si rivolgerebbe più alla pancia dei cittadini ma alla loro testa.
Non accadrà mai purtroppo...
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Il punto è: chi ha il diritto di interrogare qualcun altro per ammetterlo al voto?
Tipo me. Vi fidate di me?
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Il punto è: chi ha il diritto di interrogare qualcun altro per ammetterlo al voto?
Tipo me. Vi fidate di me?
Questo però potrebbe valere per tutti gli esami che si affrontano nella vita.
Basterebbe un bel quiz stile esame per la patente: mettere di fronte la gente ad un minimo impegno nella partecipazione della cosa pubblica eliminerebbe già in partenza quelli a cui non frega niente e si vendono il voto per 2 pastarelle
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Il punto è: chi ha il diritto di interrogare qualcun altro per ammetterlo al voto?
Tipo me. Vi fidate di me?
Di te no. Della tecnologia che puoi realizzare o acquistare si.
Si può rendere il tutto automatico: una macchina genera una scheda di domande, selezionate randomicamente da un insieme certo, predefinito e pubblico; le assegna al candidato; misura i tempi per la risposta; corregge le risposte; pubblica l'esito finale dell'esame.
Tutto senza l'intervento di nessun impiegato corruttibile.
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Continuo seriamente a pensare che uno dei problemi principali del mondo moderno sia il suffragio universale, e questo studio me lo conferma.
In passato la battaglia per il suffragio universale è stata una battaglia di civiltà, una battaglia per il riconoscimento universale dei diritti.
Nel 2015 in un paese occidentale, invece, ha perso la sua valenza.
Un analfabeta funzionale non dovrebbe avere il diritto di voto fino a che non riesca a superare tale condizione.
Si, sono serio.
Concordo al cento per cento. E' la post democrazia. Non vedo soluzioni, l'unica via di uscita sono gli anticorpi che alcuni popoli (anglosassoni e nord europei) hanno avverso il populismo. (riconoscono immediatamente i berlusca, berluschini e avventurieri vari).
drag.
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Sì, ma chi prepara le domande, chi hestisce la macchina?
Senza contare che io, senza diritto al voto imbraccio il fucile.
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La soluzione è semplice, si fa governare chi perde alle elezioni!
:^^
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Vorrei aggiungere una provocazione alla discussione, molto interessante: stante quello detto da pentiux (che in linea di massima condivido) si potrebbe parlare anche di superamento del modello 'democratico'? Lo dico pensando ad esempio agli ultimi governi in Italia
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Ma questo studio come è stato condotto?
E' possibile reperire qualche test utilizzato?
A naso, dai risultati che propone, mi lascia un po' perplesso...
Detto questo, sono purtroppo d'accordo con pentiux
Continuo seriamente a pensare che uno dei problemi principali del mondo moderno sia il suffragio universale, e questo studio me lo conferma.
In passato la battaglia per il suffragio universale è stata una battaglia di civiltà, una battaglia per il riconoscimento universale dei diritti.
Nel 2015 in un paese occidentale, invece, ha perso la sua valenza.
Un analfabeta funzionale non dovrebbe avere il diritto di voto fino a che non riesca a superare tale condizione.
Si, sono serio.
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Un'idea molto molto pericolosa, capisco senso del discorso (che condivido) ma mi mettete paura
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Il punto è: chi ha il diritto di interrogare qualcun altro per ammetterlo al voto?
Tipo me. Vi fidate di me?
Il sistema educativo.
Purtroppo, di qualcuno ci si deve sempre fidare. È ovvio che l'esame per ottenere il diritto al voto potrebbe diventare un'ipotetico strumento da parte di chi giudica per manipolare l'opinione dell'esaminando, inducendo quest'ultimo a rispondere (non necessariamente a credere, ma c'è il rischio anche di quello) quel che si vuole che risponda, anche le cose più aberranti se del caso: ma allora questa sfiducia che tu - in parte giustamente - metti avanti, paralizzerebbe tutto: rovesciando la tua domanda potrei anche chiedere chi ha il diritto di chiederlo il voto.
Analogia un po' bizzarra ma, credo, calzante: non darei il diritto di voto a chi non conosce le basi (sottolineo, le basi, non chiedo una laurea) della storia, del sistema politico, della giurisprudenza, dell'economia, allo stesso modo, per lo stesso motivo e a maggior ragione che non darei la patente a chi non passa gli esami di guida.
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Vorrei aggiungere una provocazione alla discussione, molto interessante: stante quello detto da pentiux (che in linea di massima condivido) si potrebbe parlare anche di superamento del modello 'democratico'? Lo dico pensando ad esempio agli ultimi governi in Italia
Sì. Chi ha detto che la democrazia sia il modello definitivo? Soprattutto quella che noi oggi chiamiamo democrazia senza che lo sia: la vera democrazia era quella ateniese di più di 2000 anni fa, in cui ad ogni cittadino maschio libero e adulto (350 circa) corrispondeva un voto. La democrazia rappresentativa è quasi destinata a diventare un'oligarchia più o meno in incognito. Anche la Germania dell'Est, o Repubblica Democratica Tedesca, era - come definiva il suo stesso nome - "democratica". E non era una presa per i fondelli, né un'inesattezza giuridica: essendo lo stato il rappresentante del popolo - anche senza elezioni -, lo stato era il popolo, e quindi, perché votare? Insomma, con la parola "democrazia" è troppo facile giocarci. Secondo me vanno trovati modelli che superino questi falsi concetti di "governo del popolo" (come da etimologia), che "governo del popolo" all'atto pratico (e giuridico) alla fine non è mai.
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Però così usciamo dal sistema democratico. Io personalmente non riconoscerei nessuna autorità e non pagherei una lira di tasse a un sistema di questo tipo.
Senza contare che le prime voci che verrebbero azzittate sarebbero quelle della gente umile.
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Però così usciamo dal sistema democratico. Io personalmente non riconoscerei nessuna autorità e non pagherei una lira di tasse a un sistema di questo tipo.
Senza contare che le prime voci che verrebbero azzittate sarebbero quelle della gente umile.
Quel che rende difficile definire e mettersi d'accordo su una politica più umana ed equa - perché poi è quello l'obiettivo - è proprio l'ambiguità del termine "democrazia" che ho cercato di far risaltare nel mio intervento precedente. Io non sono contro la "democrazia" nel suo senso etimologico del termine ("governo del popolo", che mi preme mantenere), ma contro le appropiazioni di essa (e di tale senso originario, distorcendolo) da parte di partiti politici totalitari (es.: partiti comunisti del blocco orientale, partito nazista, PNF), dittatori od oligarchie (come anche la presente). La riappropriazione da parte del popolo della democrazia (come concetto e come sistema reale di governo) sarebbe l'obiettivo, ma non senza una formazione del popolo, altrimenti si sfocierebbe nell'anarchia oppure il popolo diventerebbe il carnefice di se stesso. Quel che mi perplime è anche il concetto di "democrazia rappresentativa", ma le possibili alternative (radicalmente democratiche) ad esso sfociano nell'anarchia o nel populismo. Ma un superamento di essa - magari tramite ritocchi, non tramite scelte traumatiche - credo sia necessario anche se arduo.
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http://francescablog.it/lodio-condiviso (http://francescablog.it/lodio-condiviso)
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Zanzalf , scusami, ma non fu un certo Thomas Jefferson a suggerire come la democrazia si basasse su istruzione, conoscenza e capacità di discernere ciò che è giusto da ciò che non lo è?
Percui volendo essere brutali, un analfabeta, inteso com una persona incapace di comprendere ciò che legge / sente , o di distinguere ciò che è vero(simile) da ciò che è, (secondo precetti logici, fisici , matematici ufficialmente riconosciuti) una emerita caxxata, può rendere un servizio INNANZITUTTO A SE STESSO, IN QUALITA' DI CITTADINO, esprimendo il proprio diritto di voto?
O sarà, alla fine, vittima di chi gli promette assurdità, magari facendo leva sulle sue paure, per i propri interessi materiali, politici, economici?!
Gli strumenti ci sono, basta non drogarli di ideologismo e non distorcerli a scopo puramente politico / proselitico.
Basterebbe, imho, un semplice test attitudinale impersonale , basato sullo studio del diritto, niente di esageratamente complesso ma le basi del codice civile, penale, sociale DEVI conoscerle.
Se totalizzi meno di un complessivo percentuale stabilito di risposte esatte, vieni rimandato.
Come per la patente di guida, ne più ne meno.
P.s. sarebbe da aggiungere una nota circa le dimensioni elefantiache del sistema legislativo italiano, ma non sono in vena di farla nel topic di FD.
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il problema che pone pentiux è concreto, ma anche i dubbi di zanzalf lo sono.
Attenzione perché inevitabilmente una riduzione del diritto di voto andrebbe a discapito dei meno abbienti, dei meno istruiti, dei meno consapevoli. In poche parole degli ultimi.
D'altronde il diritto di voto nelle sue forme arcaiche, basate su diritto di sangue o sui propri possedimenti, si basava su una logica non così dissimile da quella che stiamo discutendo qui.
Mi si potrebbe rispondere che allora si deve garantire a tutt* la necessaria educazione civica. E su questo io sono d'accordo. Ma allora il punto non è restringere il diritto di voto, ma aumentare l'istruzione, la consapevolezza civica e sociale, la capacità di scelta.
Il secondo problema che cita Zanzalf (chi decide? chi giudica?) mi sembra invece un falso problema.
Nel senso che la parzialità del sistema, la sua soggettività, il suo essere basato su giudizi di valore, è un qualcosa di presente in ogni regime politico. Anche in quello liberale.
Il nostro sistema non è di certo esente da giudizi di valore.
Ad oggi la rendita privata è più importante del diritto alla casa, così come il profitto è più importante dell'indipendenza economica di tutti gli individui.
E cosa sono questi se non giudizi di valore, non assoluti ma legati ad una precisa teoria sociale?
Il fatto che siano nascosti nelle pieghe di un regime che prova a rappresentare se stesso come neutro non li rende meno veri o meno presenti.
Di conseguenza io emendo quanto detto da pentiux: la democrazia funziona ed è viva nella misura in cui produce il massimo grado di attivazione sociale attorno ad essa. Per essere possibile questo è necessario che il demos sia quanto più stimolato e istruito possibile. La democrazia è dunque non tanto un sistema di regole, quanto una modalità di azione della società nei confronti delle proprie istituzioni.
Più la società è dormiente e "stupida" più la democrazia è assente, al di là delle forme istituzionali di cui si dota.
Più la società è dormiente, più le istituzioni che la governano si rendono autonome da essa e traggono convenienza dalla situazione.
E la prova provata di questo fatto sono esattamente gli esperimenti di socialismo reale, società in cui le forme istituzionali rimandavano ad una teoria di democrazia assoluta e che invece si traducevano nella realtà nel despotismo più bieco.
Istruzione di massa e democrazia, partecipazione diretta e discussione pubblica.
Non perdiamo la fiducia nell'essere umano, perché da animale qual'è non è così dissimile dai cani.
Non nasce feroce e aggressivo, ma ci diventa se addestrato in tal modo.
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Benissimo FD.
Alcune riserve, se non altro alla base dello stesso sistema dell'istruzione , per com'è concepito oggi, in cui diritto ed educazione civica hanno un ruolo davvero sottostimato e la cosa è facilmente riscontrabile in minimo un under 30 su tre.
A questo aggiungici la difficoltà nell'insegnare storia e lingue, la scuola, inteso come sistema di istruzione volto a formare cittadini coscienziosi ed istruiti, deve essere interamente ripensato.
Di conseguenza io emendo quanto detto da pentiux: la democrazia funziona ed è viva nella misura in cui produce il massimo grado di attivazione sociale attorno ad essa. Per essere possibile questo è necessario che il demos sia quanto più stimolato e istruito possibile. La democrazia è dunque non tanto un sistema di regole, quanto una modalità di azione della società nei confronti delle proprie istituzioni.
Più la società è dormiente e "stupida" più la democrazia è assente, al di là delle forme istituzionali di cui si dota.
Più la società è dormiente, più le istituzioni che la governano si rendono autonome da essa e traggono convenienza dalla situazione.
E la prova provata di questo fatto sono esattamente gli esperimenti di socialismo reale, società in cui le forme istituzionali rimandavano ad una teoria di democrazia assoluta e che invece si traducevano nella realtà nel despotismo più bieco.
"An educated citizenry is a vital requisite for our survival as a free people.."
"If a nation expects to be ignorant and free, in a state of civilization, it expects what never was and never will be"
Thomas Jefferson, Notes on the Government, State of Virginia.
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Vorrei aggiungere una provocazione alla discussione, molto interessante: stante quello detto da pentiux (che in linea di massima condivido) si potrebbe parlare anche di superamento del modello 'democratico'? Lo dico pensando ad esempio agli ultimi governi in Italia
Personalmente anche io credo che la democrazia per come è vissuta oggi abbia più di un problema, ma fate attenzione a non sbagliare bersaglio.
Se la democrazia si svuota di significato a causa dell'analfabetismo funzionale, dobbiamo combattere l'analfabetismo, non la democrazia.
Purtroppo è difficile, quando l'analfabetismo diventa normalità, una persona con giudizio diventa "strana, esagerata, fissata" per il solo fatto che vorrebbe fare le cose fatte bene.
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Interessante come da uno studio dell'OCSE si arrivi in fretta e con tanta agevolezza alla conclusione per cui sarebbe ormai storicamente maturo il passaggio a un sistema di voto non tanto basato sul censo quanto sul QI. In tal modo, i votanti potrebbero accedere ai seggi dopo un esame condotto attraverso un questionario (a risposte multiple? Oppure con un breve scritto su temi vari? La questione merita un approfondimento) consegnato a una Commissione medica, composta da psicologi, gastroenterologi e pranoterapeuti, che valuterebbe la capacità del candidato votante nel discernere tra le varie liste della schede, le differenti proposte programmatiche dei partiti che le rappresenanto e gli slogan della campagna elettorale riportati sui principali social network.
E sarebbe quindi ora di dare tutte le speranze del futuro della collettività a un gruppo di ottimati ben selezionati.
Nel frattempo, in attesa che il bel sole dell'avvenire illumini con i suoi potenti raggi il nostro povero stivale, mi auguro che venga consentito a Zanzalf - di cui non mi fido per come vota e di cui non condivido neanche un'oncia delle sue opinioni e visioni del mondo (compreso quello della SSLazio) - di continuare a partecipare ai dibattiti pubblici e soprattutto a votare.
Lo dico serenamente e pacatamente.
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Lo dici perculeggiando, altro che serenamente e pacatamente, ma è tuo solito.
Io non ho parlato di QI, ne di commissioni mediche. Ho parlato di difficoltà, da parte di una percentuale comunque importante di popolazione di comprendere la realtà che li circonda. E questo è estremamente pericoloso.
Perché, e rispondo anche a FD, credo che nel passato le esigenze fossero ben più chiare ed evidenti. Anche le masse più povere e meno istruite erano in grado di comprendere le reali ripercussioni della vita politica sulla propria vita personale. Poi per carità, c'era pure chi si vendeva il voto per una scarpa sinistra, ma comunque era fatto consapevolmente.
Oggi l'analfabetismo funzionale non sono convinto sia più solo una questione di classe sociale o di qualità dell'istruzione. Oggi siamo immersi nelle informazioni,, la scuola dell'obbligo la finiscono praticamente tutti, eppure l'analfabetismo funzionale aumenta (e non solo in Italia).
Nei paesi più ricchi e più colti ritorna la Polio che era stata quasi debellata a causa del rifiuto di vaccinarsi. E non è per mancanza di informazioni o di cultura, ma per mancanza di capacità di leggere la realtà. E di questi esempi ve ne sono a bizeffe.
Ecco, io ho il terrore di una democrazia dove chi ritiene i vaccini causa dell'autismo basandosi sul nulla possa un domani divenire maggioranza ed impedire a mio figlio di vaccinarsi. E ne potrei fare mille di questi esempi.
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Lo dici perculeggiando, altro che serenamente e pacatamente, ma è tuo solito.
Io non ho parlato di QI, ne di commissioni mediche. Ho parlato di difficoltà, da parte di una percentuale comunque importante di popolazione di comprendere la realtà che li circonda. E questo è estremamente pericoloso.
Sono dell’opinione che tra perculeggiamento e ironia ci sia una bella differenza. Mi auguro che tu sia capace di coglierla: anzi ne sono sicuro.
Nel merito parli di pericolosità di una percentuale imporntatne di popolazione di comprendere la realtà che li circonda. Nei fatti fai una affermazione - ahimè - condivisibile, ma il suffragio universale, almeno da quest parti, è una conquista che è datata 100 anni (parliamo del 1919), mentre alle donne il diritto di voto fu concesso con l'elezione dell'Assemblea costituente del 1946.
Ora, seppure i dati emersi dalla ricerca dell’OCSE ci preoccupano tutti, immaginare che queste difficoltà fossero minori nell'elettorato italiano (composto in larghissima parte di verie e propri analfabeti) all’indomani della fine dlela seconda guerra mondiale è affermazione quanto meno coraggiosa.
Diciamo che la manipolabilità dell'opinione pubblica si è dovuta nel tempo raffinare.
Perché, e rispondo anche a FD, credo che nel passato le esigenze fossero ben più chiare ed evidenti. Anche le masse più povere e meno istruite erano in grado di comprendere le reali ripercussioni della vita politica sulla propria vita personale. Poi per carità, c'era pure chi si vendeva il voto per una scarpa sinistra, ma comunque era fatto consapevolmente.
Le masse una volta chiedevano “pane e lavoro”, una prospettiva di vita semplice ma almeno concreta. Mi sembra che oggi, al netto dei cambiamenti tecnologici che ci sono stati, la questione si ponga almeno negli stessi termini.
Oggi l'analfabetismo funzionale non sono convinto sia più solo una questione di classe sociale o di qualità dell'istruzione. Oggi siamo immersi nelle informazioni,, la scuola dell'obbligo la finiscono praticamente tutti, eppure l'analfabetismo funzionale aumenta (e non solo in Italia).
Nei paesi più ricchi e più colti ritorna la Polio che era stata quasi debellata a causa del rifiuto di vaccinarsi. E non è per mancanza di informazioni o di cultura, ma per mancanza di capacità di leggere la realtà. E di questi esempi ve ne sono a bizeffe.
Ecco, io ho il terrore di una democrazia dove chi ritiene i vaccini causa dell'autismo basandosi sul nulla possa un domani divenire maggioranza ed impedire a mio figlio di vaccinarsi. E ne potrei fare mille di questi esempi.
Su questo punto osservo che la questione fondamentale non è tanto l’analfabetismo funzionale ma verificare i dati di fondo che descrivono la qualità della democrazia, che non è soltanto una procedura per la selezione dei governanti da parte dei governati, ma è soprattutto la partecipazione alla discussione pubblica e la libera veicolazione delle informazioni da parte di tutti. Per tutto questo servono non soltanto libere elezioni, ma anche partiti funzionanti, scuola (pubblica o privata che sia) funzionante e sistema dell’informazione funzionante.
Di tutto questo se ne occupano organismi internazionali e il dato allarmante - a parer mio ancora più allarmante della ricerca dell’OCSE - che è l’Italia non sta messa bene. Ad esempio si guardi la classifica di World Press Freedom.
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c'è da dire che vivere in Italia è anche maledettamente più complicato che in altri paesi. abbiamo una burocrazia che ci distrugge nel vero senso della parola.
siamo costretti ogni anno a sottomettere una dichiarazione dei redditi contenente dati che sono già in possesso di chi ce li chiede, con la paura che se sbagliamo ci si inculano pure; per non parlare dell'ISEE che applica un algoritmo misterioso ai tuoi redditi per poi tirare fuori un numero che altro non è che il tuo reddito moltiplicato per un fattore che dipende da semplici situazioni che capirebbe un bambino se non ci fosse di mezzo una lista di documenti inutili, dati da recuperare (ovviamente già ce li hanno anche questi) etc.
qualsiasi cosa ti devi studiare le leggi e spesso anche le circolari ministeriali, comunali, regionali, provinciali ... e spesso (mi è capitato di recente) te la devi stampare e farla leggere al pubblico ufficiale di turno che ti risponde: "ma noi abbiamo fatto sempre diversamente".
alla fine io non biasimo chi spegne il cervello onestamente di fronte a queste cose anche perché magari a me, con laurea e master, può sembrare noioso ma relativamente semplice ma chi ha finito la scuola dell'obbligo con difficoltà ha ovviamente un limite al tempo che può dedicare a certe cose.
non ho mai vissuto all'estero ma i miei amici che ci vivono mi parlano di una semplicità nella gestione del rapporto con le istituzioni che qui in Italia non abbiamo.
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non ho mai vissuto all'estero ma i miei amici che ci vivono mi parlano di una semplicità nella gestione del rapporto con le istituzioni che qui in Italia non abbiamo.
Escludo che i tuoi amici vivano in Francia.
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State a ffa tutte ste discussioni pe ddì che i riommers non dovrebbero vota?
:D :D :D
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E' lo stato che ha creato l'analfabetismo funzionale, e su questo oggi spande.
Ma eludere chi è stato esclusivamente vittima di questo sfacelo non può essere la giusta soluzione. Forse la soluzione, ma non giusta.
Abbiamo il compito di rendere ogni persona funzionale alla attività del Paese. Non di escluderla, pure fosse momentaneamente.
E per far questo si cade sempre sul problema formativo, il decadimento della formazione dell'individuo è alla base di ogni problema.
Risolviamo questo, e risolviamo il Paese, tutto.
Ci volessero tre generazioni, e 10 manovre finanziarie.
Imho.
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Ero entrato, dopo aver letto ieri il topic, per esprimere alcuni concetti. Mi risparmio la fatica estrapolando dall'ottimo post di FD
il problema che pone pentiux è concreto, ma anche i dubbi di zanzalf lo sono.
Attenzione perché inevitabilmente una riduzione del diritto di voto andrebbe a discapito dei meno abbienti, dei meno istruiti, dei meno consapevoli. In poche parole degli ultimi.
D'altronde il diritto di voto nelle sue forme arcaiche, basate su diritto di sangue o sui propri possedimenti, si basava su una logica non così dissimile da quella che stiamo discutendo qui.
Mi si potrebbe rispondere che allora si deve garantire a tutt* la necessaria educazione civica. E su questo io sono d'accordo. Ma allora
il punto non è restringere il diritto di voto, ma aumentare l'istruzione, la consapevolezza civica e sociale, la capacità di scelta.
Il secondo problema che cita Zanzalf (chi decide? chi giudica?) mi sembra invece un falso problema.
Nel senso che la parzialità del sistema, la sua soggettività, il suo essere basato su giudizi di valore, è un qualcosa di presente in ogni regime politico. Anche in quello liberale.
Il nostro sistema non è di certo esente da giudizi di valore.
Ad oggi la rendita privata è più importante del diritto alla casa, così come il profitto è più importante dell'indipendenza economica di tutti gli individui.
E cosa sono questi se non giudizi di valore, non assoluti ma legati ad una precisa teoria sociale?
Il fatto che siano nascosti nelle pieghe di un regime che prova a rappresentare se stesso come neutro non li rende meno veri o meno presenti.
Di conseguenza io emendo quanto detto da pentiux:
la democrazia funziona ed è viva nella misura in cui produce il massimo grado di attivazione sociale attorno ad essa. Per essere possibile questo è necessario che il demos sia quanto più stimolato e istruito possibile. La democrazia è dunque non tanto un sistema di regole, quanto una modalità di azione della società nei confronti delle proprie istituzioni.
Più la società è dormiente e "stupida" più la democrazia è assente, al di là delle forme istituzionali di cui si dota.
Più la società è dormiente, più le istituzioni che la governano si rendono autonome da essa e traggono convenienza dalla situazione.
E la prova provata di questo fatto sono esattamente gli esperimenti di socialismo reale, società in cui le forme istituzionali rimandavano ad una teoria di democrazia assoluta e che invece si traducevano nella realtà nel despotismo più bieco.
Istruzione di massa e democrazia, partecipazione diretta e discussione pubblica.
Non perdiamo la fiducia nell'essere umano, perché da animale qual'è non è così dissimile dai cani.
Non nasce feroce e aggressivo, ma ci diventa se addestrato in tal modo.
Quei tre concetti mi portano a formulare una proposta:
votano tutti ma i test sull'analfabetismo funzionale vengono comunque svolti periodicamente. Se ogni due anni non ci sono miglioramenti significativi scioglimento delle camere (dei consigli regionali, dei consigli comunali, in dipendenza del livello su cui si ritiene funzionale agire).
Ragioniamo sul lasso temporale, sulle soglie da raggiungere, sulla possibilità di ricandidarsi per chi ha fallito l'obiettivo, sulle penali da pagare, ma insomma l'idea è di attribuire importanza alle capacità cognitive ma ribaltando chi ne deve pagare le conseguenze.
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Interessante come da uno studio dell'OCSE si arrivi in fretta e con tanta agevolezza alla conclusione per cui sarebbe ormai storicamente maturo il passaggio a un sistema di voto non tanto basato sul censo quanto sul QI. In tal modo, i votanti potrebbero accedere ai seggi dopo un esame condotto attraverso un questionario (a risposte multiple? Oppure con un breve scritto su temi vari? La questione merita un approfondimento) consegnato a una Commissione medica, composta da psicologi, gastroenterologi e pranoterapeuti, che valuterebbe la capacità del candidato votante nel discernere tra le varie liste della schede, le differenti proposte programmatiche dei partiti che le rappresenanto e gli slogan della campagna elettorale riportati sui principali social network.
E sarebbe quindi ora di dare tutte le speranze del futuro della collettività a un gruppo di ottimati ben selezionati.
Nel frattempo, in attesa che il bel sole dell'avvenire illumini con i suoi potenti raggi il nostro povero stivale, mi auguro che venga consentito a Zanzalf - di cui non mi fido per come vota e di cui non condivido neanche un'oncia delle sue opinioni e visioni del mondo (compreso quello della SSLazio) - di continuare a partecipare ai dibattiti pubblici e soprattutto a votare.
Lo dico serenamente e pacatamente.
Non è sarebbe un test sul QI, è sarebbe un test sulle conoscenze basiche. È ben diverso.
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Non è sarebbe un test sul QI, è sarebbe un test sulle conoscenze basiche. È ben diverso.
Ma altrettanto sbagliato.
Il discorso prende spunto dall'analfabetismo funzionale che non credo sia una questione nozionistica.
Non credo che sapere cosa sia il bicameralismo perfetto o cosa sia una commissione legislativa possa essere un segno di buon voto. Anzi.
L'istruzione nozionistica, che é l'unica che puo' essere misurata con un esame, non c'entra nulla con l'analfabetismo funzionale.
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Ma altrettanto sbagliato.
Il discorso prende spunto dall'analfabetismo funzionale che non credo sia una questione nozionistica.
Non credo che sapere cosa sia il bicameralismo perfetto o cosa sia una commissione legislativa possa essere un segno di buon voto. Anzi.
L'istruzione nozionistica, che é l'unica che puo' essere misurata con un esame, non c'entra nulla con l'analfabetismo funzionale.
Dato che non c'è altra forma d'istruzione misurabile con un esame, andrebbe utilizzata come male minore. D'altronde la gente non la prendono nemmeno a lavorare senza istruzione nozionistica, o sbaglio?
Poi, l'istruzione deve anche essere nozionistica: se non si insegnano nozioni, che si insegna? Poi, d'accordo, il problema è anche insegnare a riflettere e approfondire, ma questo dovrebbe essere già l'obiettivo dell'istruzione. Se nel caso concreto italiano questa è deficitaria, il problema sta nel sistema, non nel concetto d'istruzione in sé.
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L’educazione democratica deve offrire a tutti l’opportunità di accedere alla conoscenza e di partecipare in maniera consapevole, da individui, alla vita della comunità, qualunque essa sia.
Lo scopo ultimo è quello della formazione di un individuo libero nell'estrinsecazione delle sue idee e nella partecipazione alla collettività.
L’educazione si deve porre l’obiettivo di fornire gli strumenti per far sì che ogni individuo possa organizzare poi in modo autonomo la propria conoscenza.
Limitarsi a veicolare esclusivamente le nozioni comporterebbe il formare individui non pienamente capaci in quel suddetto.
Intelligenza non significa nozioni, ma creatività, capacità di elaborazione dei dati, diversità, e come semplice conseguenza, buon futuro.
Se manca questo abbiamo l'analfabetismo funzionale.
Se manca questo, non può essere colpa dell'individuo.
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Secondo me stiamo scivolando in discorsi molto accademici, da una parte, e vagamente eversivi, dall'altra.
Accademici perché non esiste nessuna possibilità che l'idea di limitare l'accesso al voto venga presa in considerazione, nella pratica. Non è nell'agenda di nessun paese del mondo e nessun dibattito politico.
Eversivi perché se, per ipotesi, ci costituissimo come associazione per propugnare una simile iniziativa, ci porremmo ben al di fuori della Costituzione. Che come sappiamo recita: "L’Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro. La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione".
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Eh? Eversivi???? Ma de che...
L'elettorato (attivo e passivo) è già limitato in conseguenza di eventi come ad esempio condanne penali o disabilità cognitive gravi. Per carità, eventi rari ed estremi, ma che rendono il diritto di voto non assolutamente universale.
La sovranità DEVE comunque appartenere al popolo. Popolo che superi alcune condizioni oggettive come cittadinanza/residenza, età, e capacità di comprendere la realtà.
Altrimenti ci potremmo ammazzare sulla definizione di "popolo". Per assurdo basterebbe far rientrare l'analfabetismo funzionale all'interno delle disabilità cognitive che impediscono di esercitare il diritto di voto...
Per il fatto che sia una discussione accademica, ovviamente lo è. Ma se vogliamo agire da Think Tank (oddio, l'ho scritto, dovrebbero togliermi il diritto di voto solo per averlo pensato...), possiamo comunque immaginare realtà utopiche ed estreme, anche non realizzabili praticamente quanto meno in tempi accettabili. Ma lo stesso esercizio di immaginare società utopiche, può portare comunque microcontributi al miglioramento delle società reali.
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Eh? Eversivi???? Ma de che...
L'elettorato (attivo e passivo) è già limitato in conseguenza di eventi come ad esempio condanne penali o disabilità cognitive gravi. Per carità, eventi rari ed estremi, ma che rendono il diritto di voto non assolutamente universale.
La sovranità DEVE comunque appartenere al popolo. Popolo che superi alcune condizioni oggettive come cittadinanza/residenza, età, e capacità di comprendere la realtà.
Altrimenti ci potremmo ammazzare sulla definizione di "popolo". Per assurdo basterebbe far rientrare l'analfabetismo funzionale all'interno delle disabilità cognitive che impediscono di esercitare il diritto di voto...
Per il fatto che sia una discussione accademica, ovviamente lo è. Ma se vogliamo agire da Think Tank (oddio, l'ho scritto, dovrebbero togliermi il diritto di voto solo per averlo pensato...), possiamo comunque immaginare realtà utopiche ed estreme, anche non realizzabili praticamente quanto meno in tempi accettabili. Ma lo stesso esercizio di immaginare società utopiche, può portare comunque microcontributi al miglioramento delle società reali.
Amen. ;)
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Escludo che i tuoi amici vivano in Francia.
per lo piu' in US, ho un amico in francia che effettivamente mi racconta di alcune vicessitudini burocratiche niente male. resta il fatto che qui in italia alla fine, dopo tante vicessitudini, rimani pure con il nulla in mano. altrove, anche un francia, la fatica viene un po' premiata.
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A conferma del discorso di pentiux: ci sono tanti immigrati residenti in questo paese da svariati anni che non hanno diritto di voto.
Come qualsiasi diritto il diritto di voto si basa non su un'oggettività assoluta, ma su giudizi di valore assolutamente particolari.
Come si possono estendere da un lato si possono restringere dall'altro, sulla base di determinati criteri.
Non è eversione, è politica (anche se negli ultimi tempi si tende a confondere la seconda con la prima).
E per altro a mio avviso questa consapevolezza di parzialità, di scelta non oggettiva ma tutta legata ai valori politici a cui si guarda, dovrebbe essere uno degli insegnamenti fondamentali dell'educazione civica come anticorpo a qualsiasi assolutismo. Anche quello liberale tanto in voga oggi.
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Per il fatto che sia una discussione accademica, ovviamente lo è. Ma se vogliamo agire da Think Tank (oddio, l'ho scritto, dovrebbero togliermi il diritto di voto solo per averlo pensato...), possiamo comunque immaginare realtà utopiche ed estreme, anche non realizzabili praticamente quanto meno in tempi accettabili. Ma lo stesso esercizio di immaginare società utopiche, può portare comunque microcontributi al miglioramento delle società reali.
Sono daccordo al 100% che possiamo e dobbiamo immaginare anche utopie, io sono il primo. Però dobbiamo anche renderci conto che sono tali e non incazzarsi se vengono stigmatizzate.
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Sono daccordo al 100% che possiamo e dobbiamo immaginare anche utopie, io sono il primo. Però dobbiamo anche renderci conto che sono tali e non incazzarsi se vengono stigmatizzate.
Il sistema democratico di oggi era utopia ieri, tanto per dire. Tutto è perfettibile.
Nil satis nisi optimum, come sanno anche i tifosi dell'Everton.
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Avevo iniziato a parlare della cosa con reds su LazioTalk, approfitto allora dell'apertura di questa nuova board per lanciare il tema.
Sicuramente molti di noi avranno letto articoli che negli ultimi giorni hanno trattato questo dato uscito da uno studio dell'OCSE.
Il 47% degli italiani, una quota elevatissima di persone, avrebbe una seria difficoltà ad utilizzare le proprie capacità di lettura, scrittura e conto nell'analisi di problemi complessi, traendo gran parte delle proprie convinzioni dall'esperienza diretta e senza quindi essere in grado di desumere le conseguenze di lungo periodo di una data scelta, che si tratti di una posizione politica piuttosto che di un questionario da compilare, ecc ecc.
Chiare le implicazioni che un dato del genere, se ritenuto reale, comporterebbe: è diffusa, a ragione, la convinzione che l'aumentare della conoscenza renda più consapevoli e dunque più liberi, più capaci di autodeterminarsi.
Ma se la conoscenza si fa frammentata e scadente, se l'interesse per l'approfondimento lascia il posto a un sapere superficiale e privo di solidità, ci potremmo trovare di fronte al paradosso di una società più qualificata a livello di titoli, ma infinitamente più "idiota" in quanto a capacità di ragionamento.
Cosa ne pensate?
Analfabetismo funzionale, italiani ai vertici
da ItalyJournal
(http://www.italyjournal.it/wp-content/uploads/2015/08/f5d86ad4c0416b532c424bc70e9b806d_L.jpg)
Il 47% degli italiani, dice l‘OCSE, si informa (o non si informa), vota (o non vota), lavora (o non lavora), seguendo soltanto una capacità di analisi elementare: una capacità di analisi, quindi, che non solo sfugge la complessità, ma che anche davanti ad un evento complesso (la crisi economica, le guerre, la politica nazionale o internazionale, lo spread) è capace di trarre solo una comprensione basilare. In altre parole soffre di analfabetismo funzionale. E la percentuale è talmente alta da far balzare il nostro paese al vertice di questa speciale classifica.
Con il termine analfabetismo funzionale si designa l’incapacità di un individuo di usare in modo efficiente le abilità di lettura, scrittura e calcolo nelle situazioni della vita quotidiana. Un analfabeta è anche una persona che sa scrivere il suo nome e che magari aggiorna il suo status su Facebook, ma che non è capace “di comprendere, valutare, usare e farsi coinvolgere con testi scritti per intervenire attivamente nella società, per raggiungere i propri obiettivi e per sviluppare le proprie conoscenze e potenzialità”.
Un analfabeta funzionale, apparentemente, non deve chiedere aiuto a nessuno, come invece succedeva una volta, quando esisteva una vera e propria professione – lo scrivano – per indicare le persone che, a pagamento, leggevano e scrivevano le lettere per i parenti lontani. Un analfabeta funzionale, però, anche se apparentemente autonomo, non capisce i termini di una polizza assicurativa, non comprende il senso di un articolo pubblicato su un quotidiano, non è capace di riassumere e di appassionarsi ad un testo scritto, non è in grado di interpretare un grafico. Non è capace, quindi, di leggere e comprendere la società complessa nella quale si trova a vivere.
Un analfabeta funzionale, quindi, traduce il mondo paragonandolo esclusivamente alle sue esperienze dirette (la crisi economica è soltanto la diminuzione del suo potere d’acquisto, la guerra in Ucraina è un problema solo se aumenta il prezzo del gas, il taglio delle tasse è giusto anche se corrisponde ad un taglio dei servizi pubblici…) e non è capace di costruire un’analisi che tenga conto anche delle conseguenze indirette, collettive, a lungo termine, lontane per spazio o per tempo.
Ho letto con interesse e grande attenzione il tuo post e devo dire che anch'io penso che, in un momento di crisi economica come quella attuale, gli stipendi dei calciatori di successo come Totti siano davvero eccessivi. Era questo che volevi dire, no?
;-)
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Di te no. Della tecnologia che puoi realizzare o acquistare si.
Si può rendere il tutto automatico: una macchina genera una scheda di domande, selezionate randomicamente da un insieme certo, predefinito e pubblico; le assegna al candidato; misura i tempi per la risposta; corregge le risposte; pubblica l'esito finale dell'esame.
Tutto senza l'intervento di nessun impiegato corruttibile.
100%.
Pensavo di essere l'unico a sperare nell'avvento delle macchine (Asimov e dintorni).
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A me di quel che raccontano italiani che vivo negli USA di cui mi fido quel 20% mi sembra basso (o troppo alto quello dell?Italia) ma chiaramente non parliamo di uno studio scientifico ma di impressioni soggettive molto parziali.
Non c'è democrazia attiva senza militanza.
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Voto elettronico e test di educazione civica in cabina elettorale, domande del tipo:
- chi è il presidente della repubblica?
- quali sono i compiti del parlamento?
- quanto dura una legislatura?
- il partner di un parlamentare gode di diritti superiori al partner di un comune cittadino?
- il trattamento pensionistico di un parlamentare è di natura contributiva?
- un parlamentare è indagabile senza autorizzazione da parte dei suoi colleghi?
- quali sono le modalità di distribuzione di 8, 5 e 1 per mille?
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Io farei una lista di domande diversa. Come si scelgono?
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Voto elettronico e test di educazione civica in cabina elettorale, domande del tipo:
- chi è il presidente della repubblica?
- quali sono i compiti del parlamento?
- quanto dura una legislatura?
- il partner di un parlamentare gode di diritti superiori al partner di un comune cittadino?
- il trattamento pensionistico di un parlamentare è di natura contributiva?
- un parlamentare è indagabile senza autorizzazione da parte dei suoi colleghi?
- quali sono le modalità di distribuzione di 8, 5 e 1 per mille?
non so rispondere a un paio di queste domande. lo vedi che c'avevo ragione? sono un analfabeta funzionale :o
mi piacerebbe scherzare, ma ti basta leggere alcune pagine facebook molto in voga di questi tempi per renderti conto che stiamo regredendo (e mi rendo conto che in alcune cose sto regredendo anche io, o forse sto solo invecchiando :=)) )
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Io farei una lista di domande diversa. Come si scelgono?
Basterebbe un testo scolastico di educazione civica.
Ovviamente lo Stato dovrebbe rendersi disponibile ad erogare gratuitamente corsi di educazione civica a tutti i richiedenti.
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Voto elettronico e test di educazione civica in cabina elettorale, domande del tipo:
- chi è il presidente della repubblica?
- quali sono i compiti del parlamento?
- quanto dura una legislatura?
- il partner di un parlamentare gode di diritti superiori al partner di un comune cittadino?
- il trattamento pensionistico di un parlamentare è di natura contributiva?
- un parlamentare è indagabile senza autorizzazione da parte dei suoi colleghi?
- quali sono le modalità di distribuzione di 8, 5 e 1 per mille?
Io già ce stavo a pensà de non votà alle prossime... :)
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Io già ce stavo a pensà de non votà alle prossime... :)
non ti abbastano i danni che hai fatto?
io vi leggo, siete quasi tutti molto interessanti, proseguite per piacere
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Io, ad esempio, mi spavento quando vado ad un concerto, ma anche a certe partite, o ai matrimoni ecc.
Mi preoccupa la smania con cui lo spettatore, colui che in quel momento assiste in prima persona all'evento, ormai decide inconsciamente di porre un dispositivo (tablet o smartphone) tra sè e ciò che sta vedendo.
Oltre a non comprendere appieno questa necessità di immagazzinare e mettere da parte, proprio non concepisco come si possa pensare di vivere un'esperienza dietro uno schermo.
Avete presente quelli che allo stadio, mentre magari la Lazio tira un calcio di rigore, si mettono a fare il video?
Ma come fanno? Ma perchè lo fanno?
Non perdono parte dell'urto emotivo di quel momento?
Ci tengono così tanto a condividerlo? E' solo quello?
Io non credo. Credo più che si sia arrivati ad una sorta di osservazione sistematica dell'eclissi solare: se non guardi attraverso il vetrino nero rischi che ti fai male agli occhi. E quindi tutto ciò che è bello, importante e unico va visto al riparo altrimenti spaventa, altrimenti è troppo forte. E va condiviso non solo per una questione di 'competenza sociale', ma anche perchè non si ha più un'assetto interiore capace di gestire per sè stessi emozioni forti.
Magari c'entra poco con l'analfabetismo funzionale, però mi ci ha fatto pensare.
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OT
Io, ad esempio, mi spavento quando vado ad un concerto, ma anche a certe partite, o ai matrimoni ecc.
Mi preoccupa la smania con cui lo spettatore, colui che in quel momento assiste in prima persona all'evento, ormai decide inconsciamente di porre un dispositivo (tablet o smartphone) tra sè e ciò che sta vedendo.
Oltre a non comprendere appieno questa necessità di immagazzinare e mettere da parte, proprio non concepisco come si possa pensare di vivere un'esperienza dietro uno schermo.
Avete presente quelli che allo stadio, mentre magari la Lazio tira un calcio di rigore, si mettono a fare il video?
Ma come fanno? Ma perchè lo fanno?
Non perdono parte dell'urto emotivo di quel momento?
Ci tengono così tanto a condividerlo? E' solo quello?
Io non credo. Credo più che si sia arrivati ad una sorta di osservazione sistematica dell'eclissi solare: se non guardi attraverso il vetrino nero rischi che ti fai male agli occhi. E quindi tutto ciò che è bello, importante e unico va visto al riparo altrimenti spaventa, altrimenti è troppo forte. E va condiviso non solo per una questione di 'competenza sociale', ma anche perchè non si ha più un'assetto interiore capace di gestire per sè stessi emozioni forti.
Magari c'entra poco con l'analfabetismo funzionale, però mi ci ha fatto pensare.
Credo sia una questione di consumismo sfrenato, ovvero la voglia di immagazzinare, detenere, possedere quello che ci circonda 'intrappolandolo' in una memoria digitale.
EOT
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Io, ad esempio, mi spavento quando vado ad un concerto, ma anche a certe partite, o ai matrimoni ecc.
Mi preoccupa la smania con cui lo spettatore, colui che in quel momento assiste in prima persona all'evento, ormai decide inconsciamente di porre un dispositivo (tablet o smartphone) tra sè e ciò che sta vedendo.
Oltre a non comprendere appieno questa necessità di immagazzinare e mettere da parte, proprio non concepisco come si possa pensare di vivere un'esperienza dietro uno schermo.
Avete presente quelli che allo stadio, mentre magari la Lazio tira un calcio di rigore, si mettono a fare il video?
Ma come fanno? Ma perchè lo fanno?
Non perdono parte dell'urto emotivo di quel momento?
Ci tengono così tanto a condividerlo? E' solo quello?
Io non credo. Credo più che si sia arrivati ad una sorta di osservazione sistematica dell'eclissi solare: se non guardi attraverso il vetrino nero rischi che ti fai male agli occhi. E quindi tutto ciò che è bello, importante e unico va visto al riparo altrimenti spaventa, altrimenti è troppo forte. E va condiviso non solo per una questione di 'competenza sociale', ma anche perchè non si ha più un'assetto interiore capace di gestire per sè stessi emozioni forti.
Magari c'entra poco con l'analfabetismo funzionale, però mi ci ha fatto pensare.
OT
Credo sia una questione di consumismo sfrenato, ovvero la voglia di immagazzinare, detenere, possedere quello che ci circonda 'intrappolandolo' in una memoria digitale.
EOT
Applausi spellamani a entrambi.
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Vado in controtendenza: secondo me come dato generale la situazione in generale è migliorata. Sono chiaramente, nettamente e tragicamente peggiorati i livelli di scuola e università, ma più persone ci vanno. Più giovani producono testi scritti (su blog, forum, social network) di quanti ce ne siano stati nelle generazioni precedenti. Ci sarà un alto livello di analfabetismo funzionale, ma molto probabilmente riguarda fasce di popolazione dove in tutte le generazioni precedenti, dall'inizio della storia (tranne forse la penultima) c'era analfabetismo e basta. Penso che i danni si siano prodotti al livello dell'istruzione superiore, ma in generale la situazione sia migliorata. Chiaramente non a sufficienza: in ogni caso sicuramente la situazione (né a livello di istruzione di base né a livello d'istruzione superiore) non è peggiore che in altri paesi (segnatamente quelli anglosassoni).
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Vado in controtendenza: secondo me come dato generale la situazione in generale è migliorata. Sono chiaramente, nettamente e tragicamente peggiorati i livelli di scuola e università, ma più persone ci vanno. Più giovani producono testi scritti (su blog, forum, social network) di quanti ce ne siano stati nelle generazioni precedenti. Ci sarà un alto livello di analfabetismo funzionale, ma molto probabilmente riguarda fasce di popolazione dove in tutte le generazioni precedenti, dall'inizio della storia (tranne forse la penultima) c'era analfabetismo e basta. Penso che i danni si siano prodotti al livello dell'istruzione superiore, ma in generale la situazione sia migliorata. Chiaramente non a sufficienza: in ogni caso sicuramente la situazione (né a livello di istruzione di base né a livello d'istruzione superiore) non è peggiore che in altri paesi (segnatamente quelli anglosassoni).
L'analfabetismo funzionale è ben diverso dal livello culturale e dal nozionismo. Inoltre deve essere collegato al livello di complessità della realtà da interpretare.
Vedendo la capacità di condizionare consumi, dal mangiare allo svago, penso ad esempio ai film o alle canzoni che vengono subito considerati "vecchi" come se la bellezza e il piacere abbiano scadenze, mi sembra che noi-massa abbiamo pochi strumenti per difenderci. In passato non è che ne avessero di più, ma non gli servivano.
PS: leggo testi scritti (su blog, forum, social network) che dimostrano la progressione dell'analfabetismo funzionale... :=))
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Io ho sviluppato l'idea dell'"elettorato a punti".
Ovvero sia, invece del principio "1 testa, 1 voto", che crea distorsioni a non finire, per fare un esempio si pongono 10 domande randomiche di educazione civica, e se ne indovini 8 il tuo voto vale 8 punti.
Per facilitare il processo, si abolirebbe la scheda elettorale e il voto-punteggio che si è conseguito prima della votazione sarebbe collegato al proprio codice fiscale (una macchina programmata all'uopo, dalla lettura del codice fiscale, si incaricherebbe di risalire al voto-punteggio).
Così si salvaguarderebbe il principio del suffragio universale, ma chi più ne sa e si sbatte per saperne di educazione civica avrebbe anche l'onore-onere di rappresentare un voto contabilmente più decisivo ;)
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Non ho capito l'argomento
:)
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Dopo aver tolto il diritto di votare agli stupidi , propongo la loro eliminazione totale .
Occhio pero' .
Ci sara' sempre uno piu' intelligente di te .
Sempre .
PS : su LN un topic cosi' non me lo sarei mai aspettato . Alcuni post sono raccapriccianti . Nella mia opinione .
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Guarda coldi , il discorso è molto più complesso a mio avviso.
Nessuno vuole "togliere il diritto di votare" , ne "eliminare" nessuno.
Ma la vita non è un gioco a premi e la democrazia si basa sull'assunto che libertà = responsabilità.
Che libertà (di scelta) puoi esercitare, quando non hai le basi civiche e sociali per comprendere le conseguenze e quali sono, dunque, le tue responsabilità di cittadino nei confronti dei tuoi pari?!
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..assistiamo al disfacimento di una civiltà, ai valori di una civiltà, all'etica di una civiltà
le parole del Novecento non sono più valide, quegli schemi neanche
nel calderone purulento della necrosi sociale qualche forma di vita si determinerà, in qualche modo, è nella forza delle cose
questo organismo uscirà fuori ed evolverà
si, ma in che forme?
voto, democrazia, liberismo, libero arbitrio, comunità, solidarietà, cosa resterà?
il mio atteggiamento è meramente contemplativo, mi limito a constatare, consapevolmente
:beer:
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Dopo aver tolto il diritto di votare agli stupidi , propongo la loro eliminazione totale .
Occhio pero' .
Ci sara' sempre uno piu' intelligente di te .
Sempre .
PS : su LN un topic cosi' non me lo sarei mai aspettato . Alcuni post sono raccapriccianti . Nella mia opinione .
In realtà oggi più del voto contano i consumi e i risparmi/investimenti.
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Anche secondo me non stiamo parlando di intelligenza vs stupidità.
Il punto è che fino a qualche decennio fa era dato per scontato (da tutti) l'andamento progressivo dell'umanità, segnato da una conoscenza sempre più approfondita del mondo circostante.
Oggi forse ci accorgiamo che non è così e che le nostre conoscenze vanno specializzandosi ma non per questo necessariamente si approfondiscono.
Vi faccio un esempio a mio avviso molto pertinente rispetto ad un'immagine trovata per caso:
(https://scontent-mxp1-1.xx.fbcdn.net/hphotos-xpf1/t31.0-8/11935571_1003592043016849_8853240781361280699_o.jpg)
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Non vedo il problema
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è più interessante cercare di intuire che tipo di evoluzione scaturirà da questa crisi globale (finanziaria, terrorismo, migrazioni, nuove povertà etc etc), quali saranno in futuro i sistemi di rappresentanza, come funzioneranno, capire se all'orizzonte brucia un fuoco di rivolta anche nelle società "ricche" (dove i giovani non lavorano e consumano la ricchezza accumulata dalle famiglie) e se tutti questi elementi virino verso derive autoritarie come il capitalismo alla cinese, quello senza conflitti di classe, come auspicano tanti liberisti, oppure verso derive ungheresi/salviniane, cioè un ritorno alla Stato chiuso, con mura e frontiere, oppure verso un adattamento in meglio, che tenga conto del meglio dei valori e della cultura democratica (il meglio) capace di determinare una nuova civiltà....
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Anche secondo me non stiamo parlando di intelligenza vs stupidità.
Il punto è che fino a qualche decennio fa era dato per scontato (da tutti) l'andamento progressivo dell'umanità, segnato da una conoscenza sempre più approfondita del mondo circostante.
Oggi forse ci accorgiamo che non è così e che le nostre conoscenze vanno specializzandosi ma non per questo necessariamente si approfondiscono.
Vi faccio un esempio a mio avviso molto pertinente rispetto ad un'immagine trovata per caso:
(https://scontent-mxp1-1.xx.fbcdn.net/hphotos-xpf1/t31.0-8/11935571_1003592043016849_8853240781361280699_o.jpg)
Stavolta non sono d'accordo, la cultura (se non cercata per diletto o professione), si basa sui bisogni portati dalla necessità di integrarci nell'ambiente che ci circonda.
Così sapiamo distinguere il logo di una marca ma non la foglia d'acero da quella di faggio, è normale ed anzi, non è detto che saper distinguere foglie diverse sia sinonimo di cultura o intelligenza.
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vero ma neanche si può perdere la "memoria" in nome "dei bisogni portati dalla necessità di integrarci nell'ambiente che ci circonda"
obliare o rimuovere la natura in quanto elemento alieno è un dato oggettivo che comunque apre una riflessione
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L'analfabetismo funzionale è una cosa subdola, non si può pensare di superarlo con una serie di domandine nozionistiche sulla Costituzione. L'analfabetismo funzionale ha le sue radici nella società che stiamo giorno per giorno costruendo e che i nostri figli si troveranno davanti, e loro più di tutti rischiano di essere gli analfabeti del nuovo millennio. Per liquidare l'analfabetismo funzionale occorre arrivare alle sue radici e distruggerlo, a costo di fare qualche passo indietro, ma a tutti noi piace crogiolarci nelle comodità che rendono passiva la nostra vita e spengono la nostra capacità di analisi e non esitiamo a concederle ai nostri figli, perché così è più facile e perché anche loro vogliono essere come gli altri. L'analfabetismo funzionale è un fenomeno in crescita esponenziale e va fermato. Che mostro abbiamo creato!
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La caratteristica principale degli analfabeti funzionali é la curiosa capacitá di stare sempre in un luogo diverso rispetto a quello in cui se ne discute (eppure dovrebbero essere uno su due e statisticamente ...).
Comincio a pensare che io lo sia ....
Personalmente sono molto scettico sui test che consentono di classificare l'uomo e le sue capacitá secondo standard predefiniti. La materia mi pare piú complessa.
Sul voto io mi concentrerei piú su chi può essere votato. Se si potessero votare solo candidati responsabili ed in grado di perseguire il bene comune, pur nella diversitá delle idee, anche il voto di un'analfabeta avrebbe una sua utilitá.
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e comunque la tecnologia muta gli esseri, pure gli animali,
la sociologia si affanna a classificare
i millennials, chi sono? che fanno? come comunicano? come spendono?
i loro saperi, la conoscenza, i loro testi e le loro grammatiche
la direzione specialistica di contro ad una visione integrale
e tornando in topic mi sento di dire che il voto universale si è rivelato una cazzata, dal momento che per scegliere bisognerebbe essere liberi ma liberi non siamo
non abbiamo (parlo al plurale per non essere tacciato di snob der cazzo) gli strumenti per decodificare la realtà, per cui come cazzo si fa a scegliere una realtà o un'altra?
una presa per il culo, una pia illusione...
(mo magno..)
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ho magnato e confermo quanto sopra
molti dicono non siamo tutti uguali, il comunismo ci appiattisce
bene, non siamo tutti uguali e allora perchè cazzo tutti dobbiamo avere lo stesso diritto?
insomma se "valgo" poco nella produzione la società mi restituisce "poco", no?
quindi se "valgo" poco nella produzione culturale (intesa anche come semplice "attore") perchè cazzo la società mi dovrebbe restituire lo stesso diritto di chi è produttore/facitore/agitatore?
se mettessero d'accordo sti liberisti, perchè qui fanno votare pure quelli che votano gasparri o salvini :=))
(mo caffè, so' stremato)
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ho magnato e confermo quanto sopra
molti dicono non siamo tutti uguali, il comunismo ci appiattisce
bene, non siamo tutti uguali e allora perchè cazzo tutti dobbiamo avere lo stesso diritto?
insomma se "valgo" poco nella produzione la società mi restituisce "poco", no?
quindi se "valgo" poco nella produzione culturale (intesa anche come semplice "attore") perchè cazzo la società mi dovrebbe restituire lo stesso diritto di chi è produttore/facitore/agitatore?
se mettessero d'accordo sti liberisti, perchè qui fanno votare pure quelli che votano gasparri o salvini :=))
(mo caffè, so' stremato)
Qualcuno ha detto, giustamente, che il problema non è tanto chi li vota, ma il fatto stesso che Gasparri o Salvini siano votabili :=))
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Qualcuno ha detto, giustamente, che il problema non è tanto chi li vota, ma il fatto stesso che Gasparri o Salvini siano votabili :=))
e no! pure se inverti i fattori il problema resta tutto
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e tornando in topic mi sento di dire che il voto universale si è rivelato una cazzata, dal momento che per scegliere bisognerebbe essere liberi ma liberi non siamo
non abbiamo (parlo al plurale per non essere tacciato di snob der cazzo) gli strumenti per decodificare la realtà, per cui come cazzo si fa a scegliere una realtà o un'altra?
(http://it.geosnews.com/redim?src=http://www.adiscuola.it/adiw_brevi/wp-content/uploads/2011/04/br1_inv2.gif&w=650&nu=1)
qui fanno votare pure quelli che votano gasparri o salvini :=))
Ecco, hai messo in crisi le mie granitiche certezze in tema di universalità del voto :s :=))
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Io invece mi stupisco sempre come si tenda a fare un ragionamento che, per me, ha dell'allucinante. Il ragionamento sarebbe il seguente:
"Io ho una visione del mondo super minoritaria, però sono convinto di avere ragione. Se tutti facessero come dico io ci sarebbe giustizia ed equità (per come le vedo io, ovvio). Putroppo il resto del mondo non vuole proprio darmi retta, come mai? Penso proprio che siano tutti analfabeti funzionali! Si dovrebbero fare due cose, in alternativa: o impedire loro di votare, o essere rieducati per ragionare come me."
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Io invece mi stupisco sempre come si tenda a fare un ragionamento che, per me, ha dell'allucinante. Il ragionamento sarebbe il seguente:
"Io ho una visione del mondo super minoritaria, però sono convinto di avere ragione. Se tutti facessero come dico io ci sarebbe giustizia ed equità (per come le vedo io, ovvio). Putroppo il resto del mondo non vuole proprio darmi retta, come mai? Penso proprio che siano tutti analfabeti funzionali! Si dovrebbero fare due cose, in alternativa: o impedire loro di votare, o essere rieducati per ragionare come me."
Ma chi lo ha fatto? Io e alcuni su questo abbiamo scherzato, mi sembrava chiaro. Le motivazioni che altri hanno dato per limitare la possibilità di votare, cosa su cui io sono contrario, erano del tutto diverse da quelle che stai descrivendo tu.
Sbaglio?
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Ma chi lo ha fatto? Io e alcuni su questo abbiamo scherzato, mi sembrava chiaro. Le motivazioni che altri hanno dato per limitare la possibilità di votare, cosa su cui io sono contrario, erano del tutto diverse da quelle che stai descrivendo tu.
Sbaglio?
Ma sì, ma la premessa è che la gente sbagli a votare.
Sbaglia se vota Salvini, Berlusconi, Renzi, Grillo, ecc.
La tesi è che lo fa perché ignara.
O no?
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a Zanzi, e rilassate no?
si cazzeggia anche se c'è un che di serio (e me fermo qui...)
non c'è snobismo ne senso di superiorità,
tu, tuttavia, leggi ste cazzate con attenzione e magari
te se accenda qualche riflessione extrapiddina
male non fa
:p
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E che io tra Zagrebelsky e Giggi er Fetido sto *sempre* dalla parte di Giggi...
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Io invece mi stupisco sempre come si tenda a fare un ragionamento che, per me, ha dell'allucinante. Il ragionamento sarebbe il seguente:
"Io ho una visione del mondo super minoritaria, però sono convinto di avere ragione. Se tutti facessero come dico io ci sarebbe giustizia ed equità (per come le vedo io, ovvio). Putroppo il resto del mondo non vuole proprio darmi retta, come mai? Penso proprio che siano tutti analfabeti funzionali! Si dovrebbero fare due cose, in alternativa: o impedire loro di votare, o essere rieducati per ragionare come me."
No, Zanzalf. Io non vorrei rieducare, ma educare e vincolare la fruizione democratica all'educazione, educazione in senso profondo, e non superficiale o nozionista come ad alcuni è sembrato che facessi riferimento.
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E che io tra Zagrebelsky e Giggi er Fetido sto *sempre* dalla parte di Giggi...
Ma Giggi er Fetido nun era daaaa riomma?
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Ma Giggi er Fetido nun era daaaa riomma?
No, è de la Lazio
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E che io tra Zagrebelsky e Giggi er Fetido sto *sempre* dalla parte di Giggi...
sembra una scelta giusta, in realtà, forse, non lo è
magari col primo ci parli, il secondo attacca i centri degli immigrati (agli ordini di carminati) al grido: via i negri, prima gli italiani
insomma, esci da clichè del "popolino buono e del culturame", fa tanto reazionario
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Beh il problema è proprio che sai parlare con Zagrebelsky ma con Giggi er Fetido no. E per questo ci parla la Meloni che se lo porta dietro.
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Beh il problema è proprio che sai parlare con Zagrebelsky ma con Giggi er Fetido no. E per questo ci parla la Meloni che se lo porta dietro.
tu hai detto che stai col fetido a prescindere, mo' non l'ammischià
detto questo il punto non è saper parlare al fetido (il PCI ad esempio sapeva parlarci, eppure i fetidi sono diventati, nel tempo, craxiani, berlusconiani, fascisti e razzisti..) il punto è che non esistono condizioni di ascolto e di confronto.
i "fetidi" sono gestibili con messaggi semplici, che vanno alla panza, con tanta malafede da parte degli emittenti
(renzi compreso)
tanto che uno come Bersani, incapace di parlar loro si è autofottuto un bel po' di voti necessari
(quando bastava sparare due cazzate in più, fare il simpatico e andare dalla de filippi. triste, no?)
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ps
ora però sarebbe da chiarire cosa si intende per "fetidi"
non è certo il livello culturale o di classe il discrimine
quanto una assoluta assenza di sensibilità, solidarietà che è trasversale nelle classi e nelle culture
il fetidismo è il puro egoismo, è il farti i cazzi tuoi a spese degli altri,
è il votare senza avere elementi per farlo e solo in relazione ad un "umore diffuso" o peggio per clientele o favori personali
in tutta serietà nessuno mette in discussione, seriamente, il voto universale (anche se nel tempo muteranno i modi e la tipologia di accesso al consenso) ma facci rilevare quante CARIE reca, quanta retorica, quanto bla..bla..bla...
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Vedi MO, cadi nel peccato mortale storico della sinistra: confondere il partito delle classi deboli con il partito dei Giusti. Cose che poi finiscono in slogan tipo "l'Altra Italia", "l'Italia Migliore", "il Partito degli Onesti".
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Vedi MO, cadi nel peccato mortale storico della sinistra: confondere il partito delle classi deboli con il partito dei Giusti. Cose che poi finiscono in slogan tipo "l'Altra Italia", "l'Italia Migliore", "il Partito degli Onesti".
tu non leggi
provaci ogni tanto
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e rilassate no?
si cazzeggia anche se c'è un che di serio
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see, see :)
scrivo che il "fetidismo" è trasversale alle classi e tu rispondi: cadi nel peccato mortale storico della sinistra: confondere il partito delle classi deboli con il partito dei Giusti
puro renzi style :=))
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Però tu scrivi che vuoi contrapporti al "fetidismo". E visto che mi dici che è distribuito nelle varie classi sociali, ecco che il tuo ruolo passa da essere il tribuno delle classi deboli ad essere tribuno dei "non-fetidi" nelle varie classi sociali.
Renzi, insomma.
8)
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Però tu scrivi che vuoi contrapporti al "fetidismo". E visto che mi dici che è distribuito nelle varie classi sociali, ecco che il tuo ruolo passa da essere il tribuno delle classi deboli ad essere tribuno dei "non-fetidi" nelle varie classi sociali.
Renzi, insomma.
8)
ripeto: tu non leggi (o non capisci.. :=)))
...il mio atteggiamento è meramente contemplativo, mi limito a constatare, consapevolmente
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tu hai detto che stai col fetido a prescindere, mo' non l'ammischià
detto questo il punto non è saper parlare al fetido (il PCI ad esempio sapeva parlarci, eppure i fetidi sono diventati, nel tempo, craxiani, berlusconiani, fascisti e razzisti..) il punto è che non esistono condizioni di ascolto e di confronto.
i "fetidi" sono gestibili con messaggi semplici, che vanno alla panza, con tanta malafede da parte degli emittenti
(renzi compreso)
tanto che uno come Bersani, incapace di parlar loro si è autofottuto un bel po' di voti necessari
(quando bastava sparare due cazzate in più, fare il simpatico e andare dalla de filippi. triste, no?)
L'analfabetismo funzionale sta nel fatto che il messaggio che è passato è che Bersani non ha saputo parlare agli italiani, e questo è ancor più triste...
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L'analfabetismo funzionale sta nel fatto che il messaggio che è passato è che Bersani non ha saputo parlare agli italiani, e questo è ancor più triste...
esatto, e non è che Bersani utilizzi un linguaggio aulico o ipertecnico, semplicemente non usa slogan diretti all'intestino crasso
e tornando fra il serio e il faceto al voto universale, che istituto è quello dove si decide in base a chi la spara più grossa e nei modi più beceri?
qualche dubbio viene
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..il tempo, parla di sondaggi che danno salvini al 20% a Roma
tanto per stare in topic
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http://www.internazionale.it/opinione/christian-raimo/2016/01/09/italia-lettura-dati-istat (http://www.internazionale.it/opinione/christian-raimo/2016/01/09/italia-lettura-dati-istat)
"Ci sono dei dati dell’Istat che finiscono regolarmente in posizione marginale, e sono quelli sulle abitudini culturali degli italiani. L’ultima rilevazione dell’istituto statistico dice che il 18,5 per cento degli intervistati nell’ultimo anno non ha letto un libro, non ha fatto sport, non ha visitato un museo, né una mostra, un sito archeologico, non è andato a teatro, al cinema, a un concerto. Questo dato diventa il 28,2 per cento per il sud."
Impressionante...
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Però hanno fatto la fila per vedere Zalone.
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http://www.internazionale.it/opinione/christian-raimo/2016/01/09/italia-lettura-dati-istat (http://www.internazionale.it/opinione/christian-raimo/2016/01/09/italia-lettura-dati-istat)
"Ci sono dei dati dell’Istat che finiscono regolarmente in posizione marginale, e sono quelli sulle abitudini culturali degli italiani. L’ultima rilevazione dell’istituto statistico dice che il 18,5 per cento degli intervistati nell’ultimo anno non ha letto un libro, non ha fatto sport, non ha visitato un museo, né una mostra, un sito archeologico, non è andato a teatro, al cinema, a un concerto. Questo dato diventa il 28,2 per cento per il sud."
Impressionante...
hanno fatto sto rilevamento in curva sud
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http://www.internazionale.it/opinione/christian-raimo/2016/01/09/italia-lettura-dati-istat (http://www.internazionale.it/opinione/christian-raimo/2016/01/09/italia-lettura-dati-istat)
"Ci sono dei dati dell’Istat che finiscono regolarmente in posizione marginale, e sono quelli sulle abitudini culturali degli italiani. L’ultima rilevazione dell’istituto statistico dice che il 18,5 per cento degli intervistati nell’ultimo anno non ha letto un libro, non ha fatto sport, non ha visitato un museo, né una mostra, un sito archeologico, non è andato a teatro, al cinema, a un concerto. Questo dato diventa il 28,2 per cento per il sud."
Impressionante...
O/T Viene naturale chiedersi se è una formalità o una questione di qualità E/OT
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Però hanno fatto la fila per vedere Zalone.
Magari! Da quel che risulta non è neanche andata al cinema...
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Magari! Da quel che risulta non è neanche andata al cinema...
Io faccio parte di quella percentuale che legge solo la prima riga :)
A parte gli scherzi, credo sia lo stesso gruppone, o gli zaloni sono uno step sopra?
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hanno fatto sto rilevamento in curva sud
No, perché il rilevamento esclude quelli che sono andati a visitare un sito archeologico.
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Io faccio parte di quella percentuale che legge solo la prima riga :)
A parte gli scherzi, credo sia lo stesso gruppone, o gli zaloni sono uno step sopra?
CH, type the alphabet backwards in less than 5 seconds
:beer:
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O/T Viene naturale chiedersi se è una formalità o una questione di qualità E/OT
Non ricordo più bene...
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Il mio approccio con le statistiche è sempre molto cauto e misurato.
Un po' alla Trilussa, diciamo.
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Il mio approccio con le statistiche è sempre molto cauto e misurato.
Un po' alla Trilussa, diciamo.
si, ma una statistica non è un sondaggio eh, tanto per precisare.
Ambedue si esprimono con numeri e percentuali, ma mentre un sondaggio lascia il tempo che trova una rilevazione statistica descrive una realtà.
Che può avere interpretazioni diverse, questo è certo, ma resta la descrizione di una realtà, mentre il sondaggio prova a evincere la realtà sulla base di un campione ristretto.
;)
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chi la spara più grossa e nei modi più beceri?
Tra vite eterne, urì che la danno ai combattenti, avvento del Messia e sol dell'avvenire c'è solo l'imbarazzo della scelta.
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hanno fatto sto rilevamento in curva sud
:lol: :lol: :lol: