Attentato a Nizza

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Offline carib

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Re:Attentato a Nizza
« Risposta #200 il: 26 Lug 2016, 17:04 »
In che senso?
Attacco alle radici culturali dell'europa e altre robe di questo genere. Addio laicità.

Offline carib

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Re:Attentato a Nizza
« Risposta #201 il: 27 Lug 2016, 00:24 »
Cvd...


da Angelo d'Orsi
"Si ritorna a parlare di "radici giudaico-cristiane" dell'Europa, in queste giornate terribili di notizie di morte. Per arrivare alla conclusione, implicita o esplicita, che il mondo islamico rappresenti "l'altro", il "nemico" da espungere, allontanare, o metter in condizione di non nuocere. Si propongono confronti tra noi che oggi siamo "costretti a convivere col terrorismo" con gli israeliani, che, a loro volta, sono avvezzi a tale pratica, eroicamente. Il cerchio si chiude. Così Israele rappresenta "NOI", l'Europa, l'Occidente, il "Mondo libero", la "Democrazia", e "LORO" sono la barbarie. Dalla ineffabile signora Santanché al "professionale" Enrico Mentana, da "Libero" al "Corriere della Sera", si semina odio, in modo vario, ora soffuso, ora rumoroso, e volgare. E mentre si finge di dimenticare che la gran maggioranza delle vittime di queste settimane sono mussulmane, e che dietro tutti questi contrasti c'è o c'è stato sempre l'Occidente (con le sue fabbriche d'armi, con le sue reti criminali), si è pronti a "perdonare" islamici quali Al Sisi o Erdogan o i padri-padroni dell'Arabia Saudita, in nome di una ragion di Stato equivoca e comunque a senso unico. Un consiglio di lettura, per chi voglia smontare certi teoremi presentati come verità evidenti, è il bel libro di Richard W. Bulliet, "The case for islamo-christian civilization" (2004), uscito anche in italiano l'anno dopo da Laterza: "La civiltà islamico-cristiana: una proposta". Si capirà perfettamente che il cristianesimo, nella sua vicenda storica, è assai più vicino e intrecciato all'islamismo che all'ebraismo, e che comunque la storia d'Europa è una storia di fusione, di popoli, culture, economie, fusione che nasce anche dai conflitti. I vincitori spesso hanno assunto i costumi e le religioni dei vinti e viceversa. E' la contraddittoria, drammatica ma affascinante lezione della storia. La cui conoscenza farebbe sarebbe indispensabile a politici e giornalisti; ma, si sa, sono troppo impegnati nel talk show per studiare. O anche soltanto per leggere qualche buon libro."

Offline FatDanny

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Re:Attentato a Nizza
« Risposta #202 il: 27 Lug 2016, 07:59 »
Questa analisi non è affidabilissima, credo, perché ci sono troppe interferenze rispetto al fenomomeno che vuoi isolare.

Io poi, da molto tempo, ho smesso di nutrire certezze circa la capacità di incidere, in termini eziologici, delle dinamiche sociali e di integrazione (ghettizzazione) in Francia e in Belgio sul proliferare delle azioni dimostrative dei seguaci del Daesh. Più in generale, provo a chiarire, il mio è uno scetticismo sull'affidabilità di un metodo di lettura della società e del suo evolversi affidato a uno strumentario ispirato a suggestioni (anche involontarie) di tipo materialista.

Dopodiché, torno a dire, aguriamoci che non ci tocchino i figli a scuola. Il Daesh cerca in tutti i modi di provocare l'incidente grave, per scatenare una guerra indiscriminata contro l'Islam "normale", per loro peccaminoso e apostata quasi come noi infedeli.

Dopo gli interessi economici, il divertimento, lo sport, la religione temo che per conseguire questo obiettivo sono rimasti come bersagli i politici di primo livello (ma sono protetti) e le scuole.
Mi vorresti dire che fenomeni come quelli che ho citato non aiutano la costruzione di un Noi e un Loro totalmente funzionale a daesh, alle sue campagne di reclutamento e alla sua agibilità?

Guarda che in questi casi uno dei problemi più importanti è l'eventuale consenso che un'opzione politica armata o terroristica può ottenere, che li aiuta a muoversi e operare sul territorio.
Se vuoi seccare il terreno su cui prolifera daesh questa merda deve finire. Altrimenti gli regali non tanto militanti (per i quali ci vogliono condizioni particolari anche sul piano personale), ma di sicuro una tolleranza al limite della complicità.

Detesto citare l'esempio perché la lotta armata negli anni '70 in italia c'entra poco col terrorismo, in particolare quello odierno. Ma a Torino un bel giorno degli anni '70 un giovane Giuliano Ferrara, all'epoca a capo della federazione cittadina del PCI, promosse un questionario da diffondere tra gli iscritti per denunciare eventuali brigatisti o attività analoghe.
La sezione torinese di allora non era proprio bruscolini, parliamo di migliaia di persone. Non tornò nemmeno un questionario. Solo dopo moro, i fratelli Peci e in particolare guido rossa si ruppe questa dinamica.
Teniamone conto.

Offline Tarallo

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Re:Attentato a Nizza
« Risposta #203 il: 27 Lug 2016, 08:14 »
Cvd...

Si ma non e' roba che gli e' venuta in mente, oggi, eh.
Re:Attentato a Nizza
« Risposta #204 il: 27 Lug 2016, 09:02 »
Mi vorresti dire che fenomeni come quelli che ho citato non aiutano la costruzione di un Noi e un Loro totalmente funzionale a daesh, alle sue campagne di reclutamento e alla sua agibilità?

FatDanny ha ragione da vendere.
E' quello che intendevo quando l'altro giorno scrivevo che una cosa immediata é combattere, senza sosta e senza pietà, ogni forma di piccolo "razzismo" quotidiano e tollerato cui, da decenni, sono vittime le generazioni di figli di figli di immigrati.
Re:Attentato a Nizza
« Risposta #205 il: 27 Lug 2016, 09:55 »
Una riflessione letta su fb che ho trovato interessante.

"Il post che segue è molto lungo.
Ma visto che parecchie volte mi è capitato di dover rispondere a persone che mi scrivono, in relazione alle mie recenti posizioni sugli attacchi terroristici in Europa: "ma tu che faresti? Le tue sono sempre e solo parole (blablabla, sinistra buonista ecc)", ho pensato di rispondere una volta per tutte.
Scusate, in meno righe di così non ce l'ho fatta.
Spero che risulti comunque interessante.
Poco fa leggevo dal sito del Fatto Quotidiano circa i fatti di Saint-Etienne-du-Rouvray, vicino Rouen, in cui due uomini sono entrati in una chiesa ed hanno sgozzato un anziano prete: "Uno di loro gridava "Daesh" (acronimo arabo per Stato islamico)".
E questo, oltre al fatto che sia arrivata, puntuale, la solita rivendicazione dell'Isis (che ormai rivendica pure i video di Er Faina e le interviste di Barbara D'Urso) starebbe a significare che il collegamento col terrorismo sia ormai praticamente accertato.
Peccato che il termine "Daesh", in realtà, sia assolutamente disprezzato dai seguaci di Abu Bakr al-Baghdadi, tanto che si parla di punizioni corporali per chi lo utilizza pubblicamente.
Un terrorista che avesse realmente fatto parte dell'Isis non avrebbe MAI potuto gridare "Daesh", insomma, essendo un nome ritenuto estremamente offensivo che, in Francia, viene comunemente usato dai media per riferirsi all'Isis.
Ma andiamo avanti.
L'attentatore terrorista "forse Isis" che avrebbe ucciso in Germania una donna "a colpi di machete" (che poi dove cazzo vivi, che giri con un machete? Nella giungla amazzonica?) era, in realtà, un siriano che lavorava da più di un anno in un ristorante turco, si era innamorato di una collega polacca e, visto che non era corrisposto, l'ha uccisa con un coltellaccio da cucina (che nei titoli dei giornali italiani è magicamente diventato un machete).
Crimine passionale, quindi?
No. Lui era siriano, perciò è "terrorismo".
Altrimenti il titolo sarebbe stato: "Lite tra immigrati, lui uccide lei" e ‪#‎ciaone‬.
Forse qualcuno avrebbe parlato di "femminicidio", ma niente di più.
Muhammad Riad, poi, era un diciassettenne che è salito su un treno armato di ascia ed ha ferito 5 persone.
La sua idea era quella di vendicare un amico morto qualche giorno prima in Afghanistan.
Non esattamente il prototipo dell'attacco terroristico organizzato, insomma.
Il killer di Monaco, invece, se ne strasbatteva dell'Isis, della religione e di tutto.
I suoi idoli erano i bianchissimi Breivik e i ragazzi della strage di Columbine, negli USA.
Si sentiva bullizzato, ha avuto un crollo psicotico e il resto lo sapete.
Quello che si è fatto saltare in aria ieri, ad Ansbach, aveva già tentato il suicidio due volte, era stato ricoverato in un ospedale psichiatrico ed era stato arrestato diverse volte per reati legati alla droga.
Però aveva un video sul telefonino in cui giurava fedeltà ad Al Baghdadi.
E gli inquirenti dicono che "forse non era estraneo al fondamentalismo" (che tradotto significa: "non abbiamo prove che avesse contatti con i terroristi, se non un video che si era girato da solo 'sto matto, ma oh, può essere tutto").
Ed in effetti può essere tutto.
Ma finora, negli ultimi attentati, compreso quello di Nizza, è indubbio che il minimo comun denominatore non sia l'Isis, ma la pazzia, la depressione, il conflitto sociale.
Enrico Mentana, però, il nuovo guru della "sinistra responsabile" (anche perché risponde male e fa le battute ai leghisti che intervengono, YEEEEE VAI CHICCO!!) ci fa sapere che è ridicolo imputare i recenti attentati allo stato depressivo o ad altro, anziché all'Isis.
Ok.
Quindi è l'isis che "plagia" le menti fragili spingendo i mediorientali che vivono in Europa al martirio?
Può essere, ma non si vedrebbe DOVE e, soprattutto, QUANDO farebbe questo.
La maggior parte di questi soggetti non andava in moschea e non frequentava siti fondamentalisti.
E, per convincere una persona ad uccidersi in nome di un Dio in cui non credeva fino al giorno prima, ce ne vuole di tempo e di "condizionamento psicologico".
Boh, magari Mentana pensa che l'Isis sia in possesso di un'arma devastante capace di controllare le menti musulmane, ma io francamente la vedo difficile.
Allora? Di che vogliamo parlare?
Di depressione infettiva, come fanno quelli che perculano chiunque metta in dubbio il dogma "È STATO L'ISIS"?
No.
Io, ad esempio, inizierei a parlare di "Effetto Werther", come ha fatto qualche giorno fa Luna Gualano in un post estremamente interessante ed approfondito (molto più approfondito di quanto non faccia io in questa sede).
Di cosa si tratta?
L'Effetto Werther (che prende il nome dal "Giovane Werther" di Goethe), scoperto dal sociologo David Phillips, è un fenomeno psicologico sociale che, in buona sostanza, dice che la notizia di un suicidio pubblicata dai mezzi di comunicazione di massa provoca nella società una catena di altri suicidi.
Lo stesso Phillips ha anche studiato che la stessa cosa avviene anche nel caso di suicidi/omicidi, e che solitamente gli autori di questi gesti tendono ad identificarsi in persone simili a loro stessi (i mediorientali "in cerca di una rivincita sociale" si uccidono/uccidono, io mi sento un emarginato e sono mediorientale = io sono uno di loro, come spiega anche Cialdini per quanto riguarda il meccanismo detto di "Riprova sociale").
Phillips dimostrò anche che il fenomeno imititativo coinvolge non solamente la categoria degli "esecutori materiali," ma riguarda anche le tipologie di crimini e di vittime.
Naturalmente, un fenomeno del genere, in un contesto di emarginazione o di fragilità emotiva (o addirittura di crollo psicotico, di rifiuto di sé stessi, o in presenza di abuso di droghe) tende a diffondersi maggiormente (avendo meno da perdere, è più facile pensare che uccidere gente a caso ed uccidersi sia una soluzione), ma non è detto che debba essere per forza così: di questi fenomeni di emulazione si parlò anche abbondantemente dopo la strage di Columbine, negli Stati Uniti, ad esempio.
Con questo sto dicendo che non esiste il terrorismo fondamentalista, in Europa?
Assolutamente no.
La strage al Bataclan, ad esempio, fu un attacco dell'Isis.
Ci sono i contatti tra gli attentatori ed il gruppo terrorista, c'è la matrice militare e c'è la pianificazione dell'assalto: si è trattato di un attentato orchestrato, non di un siriano che uccide una tizia che non gliel'ha data con un coltello da cucina.
Ma seguitare a procedere per categorie mentali ed associare arbitrariamente ognuno dei recenti atti criminali al fondamentalismo, visto che erano coinvolte delle persone di origine mediorientale, è evidentemente sbagliato.
Perché stiamo guardando dalla parte opposta a quella dove risiede il problema e preferiamo non cogliere tutti quei dati di fatto che indicherebbero altro, pur di non dover riconsiderare da zero il nostro impianto teorico.
O forse preferiamo guardare dall'altra parte perché spesso siamo stati noi ad averli emarginati, accusati, scansati, bullizzati.
Oppure è l'idea di qualcosa di ancor più imprevedibile ed indefinito dell'Isis a farci paura.
Fate voi.
Soluzioni?
Una soluzione sarebbe quella di NON DARE certe notizie, per arrestare l'effetto domino, ma ovviamente è impossibile e sarebbe sbagliato per tutta una serie di ovvi motivi.
Quella più realistica, invece, sarebbe di evitare di associare al fondamentalismo islamico qualsiasi atto criminale compiuto da persone di religione musulmana o, semplicemente, mediorientali, anche quando non il terrorismo c'entra nulla.
Sarebbe un inizio.
Perché quello che ho scritto non è affatto consolatorio: non è "meglio" che non sia stato l'Isis, in certi casi.
In realtà quella a cui stiamo assistendo è la più grande vittoria dell'Isis, finora.
Stanno usando il sensazionalismo dei nostri media contro noi stessi.
Stanno reclutando un esercito di svitati da lontano, senza neanche averli mai contattati, usando la nostra rete di informazione.
Il razzismo e la cecità di chi parla di "Islam" a sproposito, la voglia di "fare notizia col terrorismo" dei nostri media, la nostra paura immotivata del "diverso" sono le armi più potenti che hanno a disposizione.
E le stanno usando con la nostra complicità"
Emiliano Rubbi.

Offline FatDanny

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Re:Attentato a Nizza
« Risposta #206 il: 27 Lug 2016, 10:19 »
io credo che oggi viviamo in europa con l'Islam lo stesso identico pregiudizio che ci caratterizzò nemmeno cento anni fa nei confronti degli ebrei.
Con la differenza che gli ebrei erano una comunità molto più piccola e che già viveva un'oppressione secolare.

Ma quando oggi sento sputare sentenze incontrovertibili da perfetti ignoranti in merito a Islam e soprattutto alle sue presunte caratteristiche culturali, antropologiche, politico-religiose mi vengono i brividi.
Penso a cosa si diceva degli ebrei e mi vengono i brividi.


I musulmani sono gli ebrei del XXI secolo.
Non abbiamo imparato nulla. Abbiamo capito ancora meno.

Offline carib

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Re:Attentato a Nizza
« Risposta #207 il: 27 Lug 2016, 10:51 »
Si ma non e' roba che gli e' venuta in mente, oggi, eh.
No, certo. Ma oggi sul Corsera le prime 13 (TREDICI) pagine sono dedicate all'attacco di Rouen

Offline carib

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Re:Attentato a Nizza
« Risposta #208 il: 27 Lug 2016, 10:56 »
io credo che oggi viviamo in europa con l'Islam lo stesso identico pregiudizio che ci caratterizzò nemmeno cento anni fa nei confronti degli ebrei.
Con la differenza che gli ebrei erano una comunità molto più piccola e che già viveva un'oppressione secolare.

Ma quando oggi sento sputare sentenze incontrovertibili da perfetti ignoranti in merito a Islam e soprattutto alle sue presunte caratteristiche culturali, antropologiche, politico-religiose mi vengono i brividi.
Penso a cosa si diceva degli ebrei e mi vengono i brividi.


I musulmani sono gli ebrei del XXI secolo.
Non abbiamo imparato nulla. Abbiamo capito ancora meno.
Il pregiudizio tra i cultori dei tre "diversi" monoteismi è reciproco. Da sempre.
E forse è qualcosa di più e peggio di un "pregiudizio". Secondo me.

Offline FatDanny

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37177
Re:Attentato a Nizza
« Risposta #209 il: 27 Lug 2016, 11:05 »
No, certo. Ma oggi sul Corsera le prime 13 (TREDICI) pagine sono dedicate all'attacco di Rouen

Per altro si noti la differenza con questo altro caso:
http://www.repubblica.it/esteri/2015/06/18/news/usa_uomo_spara_in_una_chiesa_a_charleston_i_media_8_morti_-117118383/

Smonta completamente la teoria per cui attenzione e solidarietà dipendano da una presunta vicinanza culturale, per cui se una cosa avviene a Parigi od Orlando ha eco perché la sentiamo più vicina di Bagdad o Raqqa.

- parliamo di una strage avvenuta in occidente
- ai danni di una chiesa cristiana
- i motivi che hanno guidato il killer sono riconducibili al fanatismo se ragioniamo allo stesso modo della strage di Rouan.

Ma siccome questa strage non è parte del discorso islamofobo dominante, anzi al contrario parla del razzismo bianco di estrema destra, allora scivola via, si sottolinea molto di più l'instabilità mentale del soggetto singolo, mentre quando parliamo di Rouen le tendenze si invertono, si sottolinea la matrice islamica e le notizie hanno impatto decuplicato.
L'aspetto fondamentale non è affatto la vicinanza culturale, ma il ruolo rafforzativo o meno delle convinzioni egemoniche.

Esattamente lo stesso principio per cui di 10 cose dette da un cartomante diamo valore alle tre su cui ci azzecca.
Nel discorso pubblico si cercano conferme alle proprie convinzioni, non si indaga la realtà e le sue contraddizioni.
E questo sarà uno dei fattori che ci porterà al disastro, perché al momento le convinzioni della maggioranza sono di un razzismo sfrenato e senza argini nei confronti dei musulmani.

Il pregiudizio tra i cultori dei tre "diversi" monoteismi è reciproco. Da sempre.
E forse è qualcosa di più e peggio di un "pregiudizio". Secondo me.

Anche su questo dipende dalla parte di storia che vogliamo valorizzare.
Ci sono storie di pregiudizi profondi. E storie di scambi, confronti, reciproco rispetto.
Oggi, come nella storia moderna e addirittura in quella medievale.
Tra monoteismi. Anche qui dipende dagli elementi a cui vogliamo prestare maggiore attenzione.

Offline carib

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Re:Attentato a Nizza
« Risposta #210 il: 27 Lug 2016, 11:29 »
...

Anche su questo dipende dalla parte di storia che vogliamo valorizzare.
Ci sono storie di pregiudizi profondi. E storie di scambi, confronti, reciproco rispetto.
Oggi, come nella storia moderna e addirittura in quella medievale.
Tra monoteismi. Anche qui dipende dagli elementi a cui vogliamo prestare maggiore attenzione.
Più che alla "storia" preseterei attenzione alla questione "culturale". Penso che la qualità del "pensiero" sia il nocciolo della questione. Le azioni vengono di conseguenza. Per esempio a me viene da prestare attenzione al fatto che il dio che si contendono è lo stesso ma ciascuno dei tre è convinto che quello degli altri due non esiste.

Offline Lativm88

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Re:Attentato a Nizza
« Risposta #211 il: 27 Lug 2016, 14:13 »
Io voglio offrire integrazione, però manco posso rinunciare a ciò che sono, volente o nolente, o la crisi identitaria poi me la becco io.

Io festeggio il natale, una volta ogni 10 anni vado in chiesa per battesimi e funerali, mangio il maiale (tanto maiale), bestemmio e mia sorella fa le mie stesse cose. Se mi lasciate (ci metto un voi generico) fare queste cose potete prega pure chtulu noj me ne frega un cazso, poi però se io o te infrangiamo le leggi laiche dello Stato italiano finiamo al gabbio indipendentemente dalla pelle o dal Dio. Ah già pure tua sorella deve fa come le pare se no mi girano le pale.

Molto banalmente è quel che riassumo dopo pagine e pagine di dotte elucubrazioni.

In sintesi io non vi scasso la minzia, voi non la scassate a me e il primo che la scassa se la vede coi carabinieri.
Ma questo, come dissi tempo fa, è il sintomo e non la malattia.

Re:Attentato a Nizza
« Risposta #212 il: 27 Lug 2016, 15:09 »
questi attentatori, che anche per me sono dei pazzi deliranti e non dei terroristi, scoprono molte delle vene aperte delle nostre societa'. il razzismo, che come dice IB e' onnipresente. l'informazione asservita al punto da essere ormai solo in grado di aizzare perche' e' l'unica cosa che vende (post blu di FD). la politica priva di visione e di capacita'. il vero rischio che vedo pero' e' che, nel vuoto pneumatico di idee, ora ci venderanno l'israelizzazione, cioe' il fatto che, per ragioni di sicurezza, dovremo vivere come vivono gli israeliani in israele (chi c'e' stato sa di cosa parlo). un'intervista della nuova capa delle comunita' ebraica poco tempo fa diceva in sostanza questo. questa e' una cosa facile, semplice, chiara: piu' sicurezza per tutti. partiamo da li'. il resto verra' da se. uno scenario che a me fa veramente orrore. io credo che le componenti ragionevoli della nostra societa' dovrebbero ora insistere sulla necessita' di migliorare l'integrazione de facto degli immigrati nei nostri paesi. chi parla di israelizzazione (quali che siano le parole usate) per me e' un irresponsabile.

pero' non sono totalmente d'accordo sul paragone fra musulmani ed ebrei. i musulmani in europa oggi sono vittime del razzismo che e' contro gli stranieri. fine. in UK l'hanno perfino messo nero su bianco con una consultazione popolare. e come sempre chi e' continuamente vittima di soprusi alla fine reagisce. per me la partita che si sta giocando adesso con l'islam in medio oriente e in nord africa da' modelli da seguire in abbondanza a questi giovani. quindi il nesso causale con l'IS (per dire) per me c'e' eccome. e' la stessa identica partita che si e' giocata altre volte nella storia e che, dopo enormi spargimenti di sangue qui come li', e' sempre finita allo stesso modo: ognuno a casa propria. stavolta e' partita da sykes-picot, la prima guerra mondiale, lo stato di israele, ed e' arrivata a oggi. altre volte ha seguito percorsi diversi ma e' la stessa partita. quella e' la questione da risolvere. volendo potremmo dare un'aggiustata a noi stessi ma se non si sistema quel problema li' la situazione per me non cambiera'. con gli ebrei la cosa era molto diversa a mio avviso.

Offline carib

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30356
Re:Attentato a Nizza
« Risposta #213 il: 27 Lug 2016, 23:39 »
Puntuale come la morte.


Bagnasco: «Abbiamo bisogno di un’Europa più cristiana»
Il presidente della Cei e Arcivescovo di Genova invita a ritrovare le radici: «Serve un Continente più umanistico, non penso alla rinascita del confessionalismo»
di Paolo Conti

Che coincidenza, proprio sul Corriere

Offline FatDanny

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Re:Attentato a Nizza
« Risposta #214 il: 28 Lug 2016, 16:27 »
http://justbaked.bakeagency.it/2016/07/27/sara-ahmed-20-cose-da-sapere-sulle-ragazze-con-il-velo/

Da leggere, rileggere e se possibile leggere anche una terza volta.
Re:Attentato a Nizza
« Risposta #215 il: 28 Lug 2016, 18:13 »
Sarei curioso di chiedere alla ragazza col velo cosa nel pensa dell'omosessualità.

Offline Tarallo

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Re:Attentato a Nizza
« Risposta #216 il: 28 Lug 2016, 18:29 »
Sarei curioso di chiedere alla ragazza col velo cosa nel pensa dell'omosessualità.
Forse quello che ne pensa il novanta per cento delle gerarchie cattoliche, ma nessuno li indica come il nemico da abbattere, né per questo né perché invece di un velo indossano una gonna.
Re:Attentato a Nizza
« Risposta #217 il: 28 Lug 2016, 18:34 »
Da europeo, laico e anticlericale (non è un vanto, lo sono e stop) tanto mi basta.

Offline Tarallo

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Re:Attentato a Nizza
« Risposta #218 il: 28 Lug 2016, 18:40 »
Da europeo, laico e anticlericale (non è un vanto, lo sono e stop) tanto mi basta.
Per voler combattere una guerra globale contro di lei? Se ci metti pure i preti vengo pure io. O tutti o nessuno.
Re:Attentato a Nizza
« Risposta #219 il: 28 Lug 2016, 18:52 »
Ho fatto l'obiettore di coscienza, mi toccherà combattare a mani nude, ma si può fare. Io mi smazzo i preti, tu i musulmani.

Nel frattempo mi limito a sorridere, cinico ma anche preoccupato, sugli sbrodolamenti a favore dell'Islam in toto di alcuni colleghi (o dovrei dire ex-colleghi) laici e anticlericali.
 

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