Attentato ad Istanbul

0 Utenti e 95 Visitatori stanno visualizzando questo topic.

Offline anderz

*
8271
Re:Attentato ad Istanbul
« Risposta #20 il: 04 Lug 2016, 18:57 »
Quindi è colpa nostra, me stavo a preoccupa'.

No, non ho detto questo. Il mio è uno spunto di riflessione che può essere, e l’ho chiarito dal principio, anche totalmente campato in aria. Quello che mi è venuto in mente pensando alla natura della strage, al luogo e alle vittime è che i due eventi non siano del tutto scollegati. Magari non c’è un filo diretto, ma la mia tesi è un po’ più sottile: in uno stato tra i più corrotti al mondo, che va avanti con lo sfruttamento intensivo della forza lavoro a bassissimo prezzo per il beneficio dei mercati occidentali, la rabbia degli sfruttati può portare a tutti gli effetti a rafforzare un certo tipo di discorso ideologico-religioso. E non sto parlando solo degli esecutori materiali, ma di tutto ciò che può portare un ragazzo dall’indifferenza all’azione passando per la condivisione di certi ideali (demmerda).

Non sarebbe una novità considerando le origini del fondamentalismo islamico. Da sempre il jihadismo ha fondato la sua stessa esistenza sul rifiuto del dominio occidentale, al quale viene opposta la volontà di un ritorno, del tutto artificiale e antistorico, alla purezza della prima civiltà islamica.

Per fare due esempi noti: Bin Laden si radicalizza in opposizione alle basi  USA in Arabia Saudita e alle ingerenze sovietiche in Afghanistan; uno dei primi atti del sedicente Stato Islamico è stato quello di riscrivere i confini siroiracheni definiti dall'accordo franco-britannico Sykes Picot. Ecco, non mi stupirei se anche in Bangladesh, come accaduto già in Mali ed in Burkina Faso, ci fosse questa sottotrama.

Offline Thorin

*
3078
Re:Attentato ad Istanbul
« Risposta #21 il: 04 Lug 2016, 19:51 »
No, non ho detto questo. Il mio è uno spunto di riflessione che può essere, e l’ho chiarito dal principio, anche totalmente campato in aria. Quello che mi è venuto in mente pensando alla natura della strage, al luogo e alle vittime è che i due eventi non siano del tutto scollegati. Magari non c’è un filo diretto, ma la mia tesi è un po’ più sottile: in uno stato tra i più corrotti al mondo, che va avanti con lo sfruttamento intensivo della forza lavoro a bassissimo prezzo per il beneficio dei mercati occidentali, la rabbia degli sfruttati può portare a tutti gli effetti a rafforzare un certo tipo di discorso ideologico-religioso. E non sto parlando solo degli esecutori materiali, ma di tutto ciò che può portare un ragazzo dall’indifferenza all’azione passando per la condivisione di certi ideali (demmerda).

Non sarebbe una novità considerando le origini del fondamentalismo islamico. Da sempre il jihadismo ha fondato la sua stessa esistenza sul rifiuto del dominio occidentale, al quale viene opposta la volontà di un ritorno, del tutto artificiale e antistorico, alla purezza della prima civiltà islamica.

Per fare due esempi noti: Bin Laden si radicalizza in opposizione alle basi  USA in Arabia Saudita e alle ingerenze sovietiche in Afghanistan; uno dei primi atti del sedicente Stato Islamico è stato quello di riscrivere i confini siroiracheni definiti dall'accordo franco-britannico Sykes Picot. Ecco, non mi stupirei se anche in Bangladesh, come accaduto già in Mali ed in Burkina Faso, ci fosse questa sottotrama.
La tua è una riflessione sacrosanta ed anche legittima, non mi fraintendere.
Ma dopo che superi una certa linea, per me finisce il tempo delle riflessioni, passi dalla parte del torto punto, non mi interessa più perché lo stai facendo quando sgozzi una trentatreenne incinta di 5 mesi o una diciannovenne solo perché non ti sanno recitare il corano.
Io a vedere certe cose faccio molta fatica a restare umano.
Sbaglio e per fortuna non comando io, perché la mia reazione sarebbe sicuramente sbagliata.

Offline FatDanny

*****
37139
Re:Attentato ad Istanbul
« Risposta #22 il: 04 Lug 2016, 19:55 »
Io a vedere certe cose faccio molta fatica a restare umano.
Sbaglio e per fortuna non comando io, perché la mia reazione sarebbe sicuramente sbagliata.

sono d'accordo, senza retorica.
Direi che vale anche per tutti quelli che odiano l'Occidente perché vedono solo le sue espressioni peggiori.
Anche quando vedi bambini morire dentro fabbriche fatiscenti o di fame o di bombe pensi la stessa cosa.
Pensi che i responsabili di tutto questo devono pagare il prezzo più alto possibile e senza troppi distinguo.
Il punto è che noi vediamo queste cose da una prospettiva rovesciata. Sentiamo queste notizie molto di rado e al massimo come trafiletto sui giornali. La notizia buca solo se accompagnata da qualche fotografia molto toccante.
Altri le vivono sulla propria pelle. E reagiscono come te.
Capire questa cosa, anche partendo semplicemente dalla propria bestialità istintiva, sarebbe un grosso passo avanti per tutti.
Capire cosa produce questo odio e magari estirparne le radici velenose, sarebbe positivo per tutta l'umanità.

Offline pentiux

*****
18582
Re:Attentato ad Istanbul
« Risposta #23 il: 04 Lug 2016, 20:24 »
Si ma temo che le categorie e le prospettive "classiche" inizino a significare ben poco.
Certamente nei media occidentali esistono morti di serie A e morti di serie B, esistono orrori che riempiono prime pagine dei giornali e bacheche dei social network, ed orrori che al massimo vengono utilizzati per contrapporli e vengono letti con un certo fastidio dalle opinioni pubbliche.
E se è umano immedesimarsi più facilmente con un medio borghese italiano in un bar di occidentali barbaramente ucciso perché non conosce a memoria il Corano rispetto a migliaia di paria morti perché costretti a lavorare in condizioni disumane, salta agli occhi l'enorme sproporzione tra i venti morti del Holey Artesan Bakery e gli oltre mille del Rana Plaza.
Però permettetemi di dubitare sulle conseguenze che ne dovrebbero derivare.
Agli assassini suicidi, secondo il mio modesto parere, dei morti del Rana Plaza non fregava assolutamente niente. Conoscendo un pò certe culture, al ricco bengalese di famiglia bene dei poveracci morti di fame gliene frega poco e niente, e certamente non va a farsi ammazzare per "vendicare" la morte da parte degli occidentali di gente che considera a dir poco inferiore.
Proprio l'elevata classe sociale, culturale ed economica degli attentatori (che, come stiamo iniziando ad imparare, inizia ad essere una costante degli attentati contro l'occidente) ci impone di rileggere le categorie classiche del povero che si ribella contro il ricco sfruttatore ed affamatore.
Nessuno degli attentatori di Dacca avrebbe mai lavorato al Rana Plaza o venduto una birra a viale Tirreno, come probabilmente nessuno degli attentatori di Parigi sarebbe morto su un barcone, o nessuno degli attentatori dell'11 settembre avrebbe patito la fame nell'africa subsahariana.
Per cui sono d'accordissimo con FatDanny, bisogna assolutamente capire cosa produce quest'odio, e bisogna estirparne le radici velenose.
Solo che, al di la che una maggiore giustizia sociale in tutto il mondo sarebbe molto più che auspicabile in termini assoluti, non sono così convinto sarebbe così utile a combattere la follia jihadista.

Offline Daniela

*****
26050
Re:Attentato ad Istanbul
« Risposta #24 il: 04 Lug 2016, 22:04 »
Da quanto ho capito io, il tessile e l'occidente stavolta non c'entrano niente.
Si tratterebbe squisitamente di strage idioticamente religiosa.

e mi sorprende che qualcuno possa dire il contrario

al daesh nun je ne frega nulla che i bengalesi siano sottopagati
anzi
paradossalmente
gli importa che quel poco di benessere che i bengalesi hanno, sia spazzato via,
perchè l'Islam radicale è la sola salvezza....

quello delle industrie tessili sffruttatrici è un altro discorso
che va analizzato e criticato a fondo
ma mi fa schifo farlo in  questo topic....

Offline pentiux

*****
18582
Re:Attentato ad Istanbul
« Risposta #25 il: 04 Lug 2016, 22:50 »
La domanda giusta da porsi in questo contesto non è cosa interessi a daesh. È chiaro che daesh ha tutto l'interesse a radicalizzare lo scontro, ha tutto l'interesse a provocare politiche di repressione generalizzata che possano polarizzare gli estremismi, ha tutto l'interesse a far passare quella in atto come una guerra tra crociati ed Islam.
La domanda giusta è come sia possibile che alcuni giovani benestanti, ricchi, colti, potenzialmente in grado di vivere una vita più che soddisfacente secondo i nostri standard decidano di rendersi protagonisti di inenarrabili atrocità essendo oltretutto più che coscienti di andare incontro a morte certa.
Finché non saremo in grado di rispondere a questa domanda, ed io non lo sono, qualsiasi analisi sarà campata in aria...

Offline anderz

*
8271
Re:Attentato ad Istanbul
« Risposta #26 il: 04 Lug 2016, 22:54 »
e mi sorprende che qualcuno possa dire il contrario

al daesh nun je ne frega nulla che i bengalesi siano sottopagati
anzi
paradossalmente
gli importa che quel poco di benessere che i bengalesi hanno, sia spazzato via,
perchè l'Islam radicale è la sola salvezza....

quello delle industrie tessili sffruttatrici è un altro discorso
che va analizzato e criticato a fondo
ma mi fa schifo farlo in  questo topic....

Appunto, è proprio questo il motivo per cui ho dato questa piega al topic.
La retorica jihadista deve appoggiarsi a qualcosa di concreto per fare proselitismo e gli argomenti variano in base al contesto in cui i gruppi terroristici operano. Il Bangladesh è caratterizzato da un livello piuttosto elevato di violenza politica sin dall'indipendenza del 1971. Tre anni fa è stato messo al bando il partito islamista Jamaat el Islam, i fratelli musulmani del subcontinente indiano, che pure aveva fatto parte per 5 anni di una coalizione governativa nazionalista di colore opposto a quella che comanda oggi. Proprio i partiti islamici alzarono parecchio casino per quello che accadde al Rana Plaza e in altre occasioni simili ma meno note.
Non si tratta ovviamente di rivendicazioni genuine, ma un modo conveniente di sfruttare il malcontento diffuso.

@pentiux
Può essere che sia come dici tu, ma un bengalese ricco "normale" non penserebbe nemmeno a fare una strage e ad immolarsi contro l'esercito schierato. Non dobbiamo pensare alla media, ma a queste luride eccezioni.

Offline FatDanny

*****
37139
Re:Attentato ad Istanbul
« Risposta #27 il: 05 Lug 2016, 00:15 »
...

assolutamente d'accordo, agli attentatori delle condizioni di lavoro in bangladesh non interessa un fico secco.
Come Salah non ha voluto riscattare la vita penosa dei quartieri ghetto di bruxelles.
Ma le azioni di Daesh, al di la delle motivazioni personali dei singoli attentatori, non si fermano mai all'atto efferato, non sono semplice barbarie ma comunicazione politica ben strutturata. Che non ha in noi il destinatario principale.
Noi non siamo vittime e destinatari come nel terrorismo europeo novecentesco a cui siamo abituati. Noi siamo vittime e strumento di comunicazione, per quanto ancor più folle ci possa sembrare questa possibilità.
Agli attentatori non interessa un fico secco delle condizioni di lavoro in bangladesh, ma ai destinatari del messaggio di Daesh si. Non colpiscono per cacciare le nostre imprese, ma per mostrare che sono in grado di colpirci. E la commistione di cui parla anderz ha un'efficacia micidiale.
Come ce l'ha quando mostra di poter colpire nel cuore dell'Europa.

Offline pentiux

*****
18582
Re:Attentato ad Istanbul
« Risposta #28 il: 05 Lug 2016, 00:53 »
Io continuo a pensare che l'obiettivo vero di daesh in occidente siano i Trump, i Salvini, le Le Pen.
Quando un adolescente musulmano americano, italiano o francese, perfettamente integrato e senza alcuna afflato di integralismo, si sente discriminato e accusato di essere responsabile delle peggiori efferatezze, quando si sente dare del b@stardo solo per la sua appartenenza religiosa e culturale, quando viene insultato, accusato, escluso per chi è e non per qualcosa che ha fatto, allora il rischio che ascolti con più attenzione le sirene radicali esiste.
Quando Salah spara a Parigi e a Bruxelles, spera nella repressione brutale e generalizzata a Molenbeek. Non per riscattarne le vite penose, ma per tracciare una linea di demarcazione evidente tra occidente ed Islam.

Diversi gli obiettivi in medio oriente, dove mi sembra essere più una lotta per il potere e per il controllo delle fonti di finanziamento. Addirittura spesso in evidente contrapposizione tra daesh e Al Qaeda, e tra gli stessi sunniti.
Quando daesh spara a Dakha, invece, al contrario tuo ritengo che abbia proprio l'obiettivo di togliere il supporto internazionale al governo attuale. La riduzione delle risorse in un paese tanto povero, data dall'uscita degli investimenti occidentali, porterebbe nella mente jihadista ad una sollevazione popolare e al reintegro al potere degli integralisti islamici resi da poco fuorilegge.

Ma continuo a non riuscirmi a spiegare come un gruppo di persone colte e benestanti, decida di entrare così violentemente in questo meccanismo.
Secondo me c'è qualcosa che non riusciamo proprio a cogliere, leggendo la realtà con gli strumenti culturali a nostra disposizione.

Offline laziAle82

*****
11715
Re:Attentato ad Istanbul
« Risposta #29 il: 05 Lug 2016, 08:26 »
La domanda giusta da porsi in questo contesto non è cosa interessi a daesh. È chiaro che daesh ha tutto l'interesse a radicalizzare lo scontro, ha tutto l'interesse a provocare politiche di repressione generalizzata che possano polarizzare gli estremismi, ha tutto l'interesse a far passare quella in atto come una guerra tra crociati ed Islam.
La domanda giusta è come sia possibile che alcuni giovani benestanti, ricchi, colti, potenzialmente in grado di vivere una vita più che soddisfacente secondo i nostri standard decidano di rendersi protagonisti di inenarrabili atrocità essendo oltretutto più che coscienti di andare incontro a morte certa.
Finché non saremo in grado di rispondere a questa domanda, ed io non lo sono, qualsiasi analisi sarà campata in aria...


Però in realtà la borghesia colta ha sempre dato i natali a giovani con azioni radicali a volte sfociate nel "terrorismo" che sia politico o religioso, questo non possiamo dimenticarlo..
Re:Attentato ad Istanbul
« Risposta #30 il: 05 Lug 2016, 08:46 »
Spiegatemi pure con la logica della lotta di classe  la bomba nella gelateria a Baghdad. Al wahhabismo militante del mondo reale non gli frega un cazzo. Solo l'astrazione nel delirio religioso permette di fare a pezzi bambini in fila a comprare un gelato.

Quello è un mondo che noi non possiamo comprendere, come giustamente scriveva qualcuno più sopra.

Offline Tarallo

*****
111509
Re:Attentato ad Istanbul
« Risposta #31 il: 05 Lug 2016, 08:52 »
A questo punto, con qualche eccezione, a me sembra semplicemente lotta aperta tra sciiti e sunni o come se dice in italiano*. Secondo me alla base del 90% di tutto questo, e dietro alla nascita di Al Qaeda e ISIS non c'e' altro che il vuoto lasciato in Iraq e lo smantellamento violento, eccessivo e controproducente di Baath, che ha dato il via alla vendetta degli Sciiti - e anche un occhio all'indebolimento temporaneo di Bashar al-Assad che ha dato a tutti voglia di Siria . Per me ci puo' salvare solo l'Iran, e quando gli Ayatollah proponevano un panislamismo sotto di loro a noi ovviamente vennero lo bolle. Invece a me pare che le varie anime islamiche o islamiste, incluse quelle fondamentaliste, possano essere tenute insieme ma soprattutto a bada soltanto da un tiranno assassino.

*Non questo del Bangladesh. Non mi pare abbiano separato, a me questo sembra veramente una follia di rozzi assassini. Mi riferisco in particolare a quello terribile di ieri in iraq con piu' di 100 morti.

Offline pentiux

*****
18582
Re:Attentato ad Istanbul
« Risposta #32 il: 05 Lug 2016, 08:53 »

Però in realtà la borghesia colta ha sempre dato i natali a giovani con azioni radicali a volte sfociate nel "terrorismo" che sia politico o religioso, questo non possiamo dimenticarlo..
Ma certo, Ale.
Però tra un Donat Cattin che vuole fare la rivoluzione ed un torturatore a colpi di macete che compie una azione suicida, vedo delle differenze sostanziali.
E non mi convince del tutto neanche la pista strettamente religiosa: i veri integralisti islamici sono quelli che assaltano il negozio di Istanbul perché sotto ramadan si ascolta musica rock e si beve alcool, non questi. Questi fumano durante il ramadan, fanno vite dissolute come Salah frequentando discoteche e bevendo alcool, e via discorrendo.
Non proprio l'atteggiamento da integralista che uccide le persone perché non conoscono il Corano solo per questioni religiose.
Ora se è chiaro che si tratta di persone che in molti casi hanno vissuto delle vite diverse da quelle a cui vorrebbero sottoporre il resto dell'umanità, che hanno come obiettivo la conquista del potere come spiegato precedentemente, ma come le convinci a suicidarsi? Neanche a dire che da poveri sfruttati possono pensare di non voler più vivere una vita di stenti e si fanno saltare in aria sapendo che in quel modo garantiscono un futuro ai propri cari, come avviene in altri casi...
Insomma, non capisco. Leggo molto in questo periodo su questo argomento, cerco analisi convincenti e spiegazioni, ma ne trovo ben poche...

Offline FatDanny

*****
37139
Re:Attentato ad Istanbul
« Risposta #33 il: 05 Lug 2016, 09:05 »
Io continuo a pensare che l'obiettivo vero di daesh in occidente siano i Trump, i Salvini, le Le Pen.
Quando un adolescente musulmano americano, italiano o francese, perfettamente integrato e senza alcuna afflato di integralismo, si sente discriminato e accusato di essere responsabile delle peggiori efferatezze, quando si sente dare del b@stardo solo per la sua appartenenza religiosa e culturale, quando viene insultato, accusato, escluso per chi è e non per qualcosa che ha fatto, allora il rischio che ascolti con più attenzione le sirene radicali esiste.
Quando Salah spara a Parigi e a Bruxelles, spera nella repressione brutale e generalizzata a Molenbeek. Non per riscattarne le vite penose, ma per tracciare una linea di demarcazione evidente tra occidente ed Islam.

Diversi gli obiettivi in medio oriente, dove mi sembra essere più una lotta per il potere e per il controllo delle fonti di finanziamento. Addirittura spesso in evidente contrapposizione tra daesh e Al Qaeda, e tra gli stessi sunniti.
Quando daesh spara a Dakha, invece, al contrario tuo ritengo che abbia proprio l'obiettivo di togliere il supporto internazionale al governo attuale. La riduzione delle risorse in un paese tanto povero, data dall'uscita degli investimenti occidentali, porterebbe nella mente jihadista ad una sollevazione popolare e al reintegro al potere degli integralisti islamici resi da poco fuorilegge.

Ma continuo a non riuscirmi a spiegare come un gruppo di persone colte e benestanti, decida di entrare così violentemente in questo meccanismo.
Secondo me c'è qualcosa che non riusciamo proprio a cogliere, leggendo la realtà con gli strumenti culturali a nostra disposizione.

Che i Trump, i salvini o le Le pen siano funzionali non c'è dubbio, ma per quale motivo i destinatari degli attacchi devono necessariamente essere occidentali? Ma perché dobbiamo essere protagonisti a tutti i costi?
Secondo me questo produce un errore di traduzione del messaggio, perché riteniamo che ce l'abbiano con noi quando invece ci usano come semplice strumento per parlare ad altri musulmani.
È che siamo l'unico popolo della terra a non essere abituato ad essere trattato come un oggetto, invece dovremmo iniziare a capire che è possibile anche nei nostri riguardi, non siamo una razza semidivina anche se a volte inconsapevolmente capita di pensarlo (200 anni di cultura coloniale qualche effetto l'ha avuto)





Spiegatemi pure con la logica della lotta di classe  la bomba nella gelateria a Baghdad. Al wahhabismo militante del mondo reale non gli frega un cazzo. Solo l'astrazione nel delirio religioso permette di fare a pezzi bambini in fila a comprare un gelato.

Quello è un mondo che noi non possiamo comprendere, come giustamente scriveva qualcuno più sopra.

Io invece continuo a credere che chi porta avanti questa tesi, da Parigi a Bruxelles passando per raqqa e Baghdad, non solo abbia torto marcio, provato da mille e mille riscontri che vanno in direzione opposta, ma sia anche pericolosamente funzionale al progetto di daesh.

http://www.internazionale.it/reportage/francesca-borri/2016/07/04/jihadisti-stato-islamico-intervista

Leggere a fondo questo articolo.
Non tanto (o non solo) sulle radici sociali del consenso a daesh, ma soprattutto sulla nostra totale incompetenza nella lettura del fenomeno data da un'arroganza tipica degli invasori.









Inviato dal mio ASUS_Z00AD utilizzando Tapatalk

Offline pentiux

*****
18582
Re:Attentato ad Istanbul
« Risposta #34 il: 05 Lug 2016, 09:07 »
A questo punto, con qualche eccezione, a me sembra semplicemente lotta aperta tra sciiti e sunni o come se dice in italiano. Secondo me alla base del 90% di tutto questo, e dietro alla nascita di Al Qaeda e ISIS non c'e' altro che il vuoto lasciato in Iraq e lo smantellamento violento, eccessivo e controproducente di Baath, che ha dato il via alla vendetta degli Sciiti - e anche un occhio all'indebolimento temporaneo di Bashar al-Assad che ha dato a tutti voglia di Siria . Per me ci puo' salvare solo l'Iran, e quando gli Ayatollah proponevano un panislamismo sotto di loro a noi ovviamente vennero lo bolle. Invece a me pare che le varie anime islamiche o islamiste, incluse quelle fondamentaliste, possano essere tenute insieme ma soprattutto a bada soltanto da un tiranno assassino.
Ma sai, Tarà... in parte c'è quel tema.
Ma i sunniti sono circa il 90% degli islamici del mondo. I paesi a maggioranza sciita sono talmente pochi da rendere impossibile su scala mondiale una guida sciita dell'Islam:



E' esattamente il contrario di quello che era stato in Iraq, dove una minoranza Sunnita governava come sappiamo un paese a maggioranza sciita. Ma immaginare su scala più ampia un rovesciamento delle parti mi sembra impossibile.
Anzi, dirò di più: sarebbe una manna per gli integralisti salafiti e wahabiti immaginare un Islam politico sotto il comando degli "eritici" sciiti con il supporto dell'occidente.
Li si avresti la fila de gente che se fa saltare in aria in tutto il mondo.

Offline laziAle82

*****
11715
Re:Attentato ad Istanbul
« Risposta #35 il: 05 Lug 2016, 09:08 »
Ma certo, Ale.
Però tra un Donat Cattin che vuole fare la rivoluzione ed un torturatore a colpi di macete che compie una azione suicida, vedo delle differenze sostanziali.
E non mi convince del tutto neanche la pista strettamente religiosa: i veri integralisti islamici sono quelli che assaltano il negozio di Istanbul perché sotto ramadan si ascolta musica rock e si beve alcool, non questi. Questi fumano durante il ramadan, fanno vite dissolute come Salah frequentando discoteche e bevendo alcool, e via discorrendo.
Non proprio l'atteggiamento da integralista che uccide le persone perché non conoscono il Corano solo per questioni religiose.
Ora se è chiaro che si tratta di persone che in molti casi hanno vissuto delle vite diverse da quelle a cui vorrebbero sottoporre il resto dell'umanità, che hanno come obiettivo la conquista del potere come spiegato precedentemente, ma come le convinci a suicidarsi? Neanche a dire che da poveri sfruttati possono pensare di non voler più vivere una vita di stenti e si fanno saltare in aria sapendo che in quel modo garantiscono un futuro ai propri cari, come avviene in altri casi...
Insomma, non capisco. Leggo molto in questo periodo su questo argomento, cerco analisi convincenti e spiegazioni, ma ne trovo ben poche...

Infatti la situazione è intricatissima e non so neanche se noi abbiamo in questo momento gli strumenti necessari per capire; tutto quello che hai detto è sacrosantemebte vero, le differenze esistono e sono flagranti così come lo è il fato che la motivazione religiosa sia il detonatore e non l'ideale.
Il mio era solo un mettere il mio piccolo pezzo di carne al fuoco della discussione per dire che l'appartenenza elitaria o borghese non è mai stata un limite alla partecipazione rivoluzionaria (anzi..)
Re:Attentato ad Istanbul
« Risposta #36 il: 05 Lug 2016, 09:16 »
A questo punto, con qualche eccezione, a me sembra semplicemente lotta aperta tra sciiti e sunni o come se dice in italiano*. Secondo me alla base del 90% di tutto questo, e dietro alla nascita di Al Qaeda e ISIS non c'e' altro che il vuoto lasciato in Iraq e lo smantellamento violento, eccessivo e controproducente di Baath, che ha dato il via alla vendetta degli Sciiti - e anche un occhio all'indebolimento temporaneo di Bashar al-Assad che ha dato a tutti voglia di Siria . Per me ci puo' salvare solo l'Iran, e quando gli Ayatollah proponevano un panislamismo sotto di loro a noi ovviamente vennero lo bolle. Invece a me pare che le varie anime islamiche o islamiste, incluse quelle fondamentaliste, possano essere tenute insieme ma soprattutto a bada soltanto da un tiranno assassino.

*Non questo del Bangladesh. Non mi pare abbiano separato, a me questo sembra veramente una follia di rozzi assassini. Mi riferisco in particolare a quello terribile di ieri in iraq con piu' di 100 morti.

Se leggi una storia dell'Islam, vedrai che si sono sgozzati tra loro per mille anni (così frequentemente limitando i danni ai paesi più o meno vicini).

Gli sciiti sembrano meno pericolosi perché consentono una lettura allegorica del Corano e delle altre fonti della Sunna. Ma la loro teoria dell'Imamato è inquietante.

La soluzione del tiranno assassino non funziona: l'Arabia Saudita è a livelli della Corea, ma il meglio che ha fatto è stato regalarci Bin Laden e Al - Baghdadi.

Insomma, la sfida dei prossimi cento anni non è risolvere il conflitto in Palestina, ma l'emancioaizone  dei popoli islamici da stemmerde parassite che li dominano.

Offline carib

*****
30356
Re:Attentato ad Istanbul
« Risposta #37 il: 05 Lug 2016, 10:26 »
..
Ora se è chiaro che si tratta di persone che in molti casi hanno vissuto delle vite diverse da quelle a cui vorrebbero sottoporre il resto dell'umanità, che hanno come obiettivo la conquista del potere come spiegato precedentemente, ma come le convinci a suicidarsi?
Bella domanda. IMHO nel caso del suicidio c'è la pulsione d'annullamento: l'"idea" [delirante] di far sparire il mondo quindi sé stessi. A monte c'è l'indottrinamento, l'addestramento etc ma io non penso che incidano più di tanto. Piuttosto l'Islam radicale poltico [Is, al qaeda etc] attrae certi personaggi ormai andati via di capoccia perché fornisce a chi matura questa idea delirante gli strumenti per agirla. Insomma, se metti una tanica di benzina in mano a un suicida e gli confermi che lui è dio - cioè che ha potere di vita e di morte sugli altri esseri umani - difficilmente andrà a fare il pieno alla sua auto rimasta ferma per strada sull'orlo del burrone in cui si voleva gettare.

Offline anderz

*
8271
Re:Attentato ad Istanbul
« Risposta #38 il: 05 Lug 2016, 11:19 »
Spiegatemi pure con la logica della lotta di classe  la bomba nella gelateria a Baghdad. Al wahhabismo militante del mondo reale non gli frega un cazzo. Solo l'astrazione nel delirio religioso permette di fare a pezzi bambini in fila a comprare un gelato.

Quello è un mondo che noi non possiamo comprendere, come giustamente scriveva qualcuno più sopra.

Non credo che le atrocità commesse dall’IS a Baghdad o, qualche mese fa, a Tartus in Siria abbiano molto attinenze con quello che è accaduto a Dhaka, Orlando o Bruxelles (stragi molto dissimili tra loro).
Tartus è una roccaforte alawita fedele ad Assad e dove sono presenti le forze militari russe, mentre il quartiere colpito a Baghdad è a maggioranza sciita, i nemici giurati dello Stato Islamico “reale”, quello che ancora controlla porzioni del territorio di Siria e Iraq.
A Dhaka abbiamo assistito ad un attacco all’occidente, ad Istanbul c’è stato un avvertimento mafioso alla Turchia, a Baghdad un episodio della guerra decennale tra estremisti sunniti e la popolazione sciita.
Giocano su più fronti e applicano strategie diverse a seconda del contesto.

Offline Tarallo

*****
111509
Re:Attentato ad Istanbul
« Risposta #39 il: 05 Lug 2016, 11:20 »
Secondo me anderz ha perfettamente ragione.
Pero' mi chiedo come si possa vincere una guerra che ha scopi e nemici cosi' svariati.
 

Powered by SMFPacks Alerts Pro Mod