La PMI andrebbe approfondita nelle sue implicazioni, facendo un discorso materiale e non moralista.
Dietro la retorica del piccolo intraprendente imprenditore e dei rapporti diretti con i lavoratori (a cui ovviamente vuole bene) nasconde le peggiori condizioni di lavoro, i più alti tassi di sfruttamento, le forme contrattuali più fantasiose.
Lavori parasubordinati con partite Iva che sono chiaramente dipendenti, turni ben oltre il lecito chiesti per il bene comune e straordinari non pagati, sindacati osteggiati e diritti negati
Questo mica perché sono cattivi, attenzione, semplicemente perché il margine di profitto come confermato da dani2110 è più basso, a volte risibile. Un aumento dei costi fa la differenza tra tenere aperto e chiudere
Questo li porta ad essere molto più aggressivi su una serie di questioni come i livelli salariali o i diritti garantiti dai contratti, i contributi o il potere che i sindacati possono arrivare ad avere in azienda.
Le questioni sono materiali, non ne faccio in alcun modo un discorso etico. Con tali condizioni materiali sei portato ad essere così. Non a caso sono i principali nemici del reddito di cittadinanza e del salario minimo, principali nemici di ogni aumento dei diritti sul lavoro così come principali controparti nelle vertenze lavorative (almeno nella mia esperienza). Non a caso sono la principale base sociale di meloni.
Ma questa non è cosa nuova.
Ci sono testi di cinquanta anni fa che distinguono il piccolo capitale reazionario, incattivito dalla crisi, rispetto al grande capitale liberal, che avendo margini più ampi ha interesse ad una maggiore pace sociale e dunque a concedere qualcosa.
Il grande capitale evita se può la piccola vertenza, danneggia l'immagine.
Evita forme contrattuali poco sicure, rischia di ritrovarsi un'azione collettiva che gli fa perdere molti denari e dunque si affida a pareri legali certi.
Non potendo evitare i sindacati su migliaia di dipendenti cerca di concertare alcune condizioni.
Non sono i buoni, manco per niente. Idealmente sono più stronzi, ma le condizioni materiali portano la grande impresa a concedere più della PMI.
La frammentazione produttiva in Italia è una delle ragioni per cui oggi siamo un paese politicamente e socialmente arretrato, rancoroso e tendente al reazionario, propenso alla guerra ai poveri.