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Quarto, il patto segreto: "Mandare avanti i nuovi ma dietro noi vecchi". Grillo: farò tour anti-Pd
L'inchiesta che scuote gli M5S. Oggi sesto interrogatorio in Procura per la sindaca Rosa Capuozzo, espulsa dal movimento. In una intercettazione l'ex pd Ferro tratteggia un piano per "pilotare" la giunta del sindaco 5Stelle. Ultimatum agli altri consiglieri comunali: dimettetevi o siete fuori. Le conversazioni con Di Maio: "Non sapeva"
di ANNALISA CUZZOCREA e DARIO DEL PORTO
14 gennaio 2016
Quarto, il patto segreto: "Mandare avanti i nuovi ma dietro noi vecchi". Grillo: farò tour anti-Pd
Il deputato M5s Di Battista e, sullo sfondo la sindaca di Quarto Rosa Capuozzo (ansa)
Un patto segreto: le facce nuove avanti, in prima fila, con il simbolo dei Cinque Stelle. E i vecchi politici dietro, a tirare le fila. Come l'ex Pd Mario Ferro, ora indagato per voto di scambio aggravato dalla finalità mafiosa. Emerge anche questo retroscena, dalle carte dell'inchiesta su Quarto che sta scuotendo il movimento di Beppe Grillo. Intanto continua il pressing della Procura sul sindaco della città flegrea. Evidentemente più di tre ore di faccia a faccia non sono bastate, martedì sera, a Rosa Capuozzo, per colmare tutte le lacune della storia e fornire elementi utili ai pm che indagano sul ricatto di cui il primo cittadino fu vittima.
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E dunque alle 14 di oggi l'attende un nuovo appuntamento con i magistrati: per lei è la sesta volta, sempre nella veste di testimone. A rivolgere le domande ci sarà anche il procuratore aggiunto antimafia Giuseppe Borrelli, che coordina l'inchiesta del pm Henry John Woodcock con il procuratore aggiunto Filippo Beatrice. Saranno verosimilmente affrontati, ancora una volta, i nodi della tentata estorsione messa a segno ai danni del sindaco dall'ex consigliere grillino Giovanni De Robbio, indagato anche per aver ricevuto il sostegno elettoreale dell'imprenditore delle pompe funebri Alfonso Cesarano, ritenuto vicino al potente clan camorristico Polverino.
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Rosa Capuozzo, espulsa dal Movimento Cinque stelle ma determinata a non lasciare la guida dell'amministrazione, sarà invece martedì prossimo a Palazzo San Macuto per rispondere alla commissione parlamentare Antimafia. Adesso tutti i consiglieri di maggioranza, se continueranno a sostenere la giunta Capuozzo, rischiano l'espulsione dal M5s. Nel verbale di martedì sera, il sindaco ha spiegato di non aver denunciato le pressioni di De Robbio per tutelare il Comune. E ha escluso di aver mai parlato direttamente con i leader di M5s di ricatti né delle amicizie pericolose di De Robbio, confermando così quanto affermato dal presidente della commissione di Vigilanza Rai Roberto Fico e dal vicepresidente della Camera Luigi Di Maio. Gli inquirenti però vogliono altri chiarimenti.
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"Le conversazioni via whatsapp che ho avuto con Di Maio rappresentano unicamente la condivisione con i vertici del M5S delle difficoltà politiche che stavamo affrontando", ha scritto il sindaco in una nota. Intanto il prefetto Gerarda Pantalone ha chiesto ai pm gli atti per verificare se sussistano i presupposti per insediare la commissione d'accesso nel comune già sciolto due volte per infiltrazioni camorristiche.
I magistrati trasmetteranno solo la documentazione già depositata. A cominciare dall'informativa dei carabinieri di Pozzuoli che riporta le intercettazioni poste alla base di questo primo capitolo dell'indagine. Pagine ricche di spunti. In una delle conversazioni, il 23 agosto 2015, l'ex consigliere comunale del Pd Mario Ferro, indagato con De Robbio per voto di scambio con l'aggravante mafiosa, discute con un politico di Pozzuoli della scelta di proporre ai politici locali volti nuovi. "Facciamo un passo indietro tutti i vecchi... mettiamo i ragazzi avanti... i nuovi... e noi ci stiamo dietro", dice l'amico di Ferro. E quest'ultimo annuisce: "L'abbiamo fatto proprio a Quarto... con questi dei Cinque Stelle... lo abbiamo fatto con i Cinque Stelle e lo abbiamo fatto pure con De Robbio".
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Ma a Roma, il Movimento ha una gran fretta di dimenticare e andare avanti. "Le dichiarazioni di Rosa di oggi dimostrano che contro di noi è stata fatta un'[...]a ", si sfoga Roberto Fico. "È lei stessa a dire che non sapevamo nulla". È il giorno in cui i 5 stelle rifiatano e tornano in buvette. Quello segnato dalla parola d'ordine: contrattacco. Per questo, il blog continua la campagna con cui chiede le dimissioni ai sindaci pd indagati. E per questo Beppe Grillo si è fatto vedere a Pitti Immagine Uomo, a Firenze, a sentenziare: "Il caso è chiuso", per poi fuggire dai cronisti facendo l'autostop e invitandoli a inventare quel che vogliono.
Ma il caso Quarto ha di fatto tirato giù il capo politico dei 5 stelle dal palco in cui era intento a provare lo spettacolo che porterà nei teatri a febbraio. Lo ha riportato a "mettere la faccia" sul Movimento dopo mesi di disimpegno. Per questo la vendetta meditata, una serie di blitz nei comuni amministrati dal Pd con sindaci o consiglieri indagati, per portare lì le
stesse telecamere arrivate a Quarto, non è solo una vendetta contro chi oggi accusa l'M5S. È anche la rivalsa del fondatore nei confronti di quel direttorio che era stato osannato come la "normalità" vincente nei sondaggi e promettente alle urne, e che ha invece mostrato tutto a un tratto la sua vulnerabilità. L'incapacità di conoscere e tenere a bada il magma complesso che è diventato - crescendo - il Movimento 5 stelle.
alla fine dove c'è puzza di camorra esce sempre un pd.