L'eventuale non sostenibilità porta alla chiusura di aziende e di perdite di posti di lavoro a salari inadeguati.
E non è un male.
Ma guarda, su questo sarei pure d'accordo, come non è necessariamente un male il fallimento di un settore che si rivela inadeguato o disfunzionale.
Cioè, se appunto l'insostenibilità diventa la scusa per N casi alitalia, per dirne una, si, meglio la totale distruzione.
Il problema poi è che quei dipendenti devi ricollocarli, o meglio, in un sistema in salute dovrebbero trovare loro il modo di ricollocarsi sul mercato, ma con ogni probabilità questo non avverrà per la stragrande maggioranza dei casi, salvo appunto quelle figure che hanno già competenze e qualifiche specifiche percui non servirebbero, in genere, tutele speciali.
Ma allora quando dico che il genere di tutele invocate è una zavorra voluta e disegnata esplicitamente con l'intento di tenere al palo il maggior numero possibile di individui, lavoratori, dipendenti, etc, mi pare di essere perfettamente nel giusto.
La soluzione, se è questa la via giusta, è che le persone le assuma lo stato al salario che ritiene giusto. Anche a non fare nulla. Come avveniva negli anni '70 e '80 al tempo dei carrozzoni che erano tanto bistrattati, ma, alla fine facevano campare le famiglie.
No che non è la via giusta, non è neanche (solo) quella sbagliata, è proprio la via dell'autodistruzione.
Se l'italia è arrivata a questo punto lo deve esattamente ai danni causati da questi carrozzoni e alle conseguenze che ciò ha comportato.
Tornare a quel punto mi parrebbe il modo ideale per dare il colpo di grazia.
Il motivo percui un sistema come l'Hartz tedesco, con i suoi limiti,
funziona in un modo, e l'RdC italiano in un'altro.
O il motivo percui, come effetto della presenza dei carrozzoni statali e statalisti l'italia non è mai stata capace di dotarsi di un sistema-impresa che vada oltre i "piccoli padroncini", ossia le imprese mignon senza prospettive di crescita alcuna, l'eterno vivacchiare, ossia il privato era fortemente disincentivato ad esistere e crescere, e quando sarebbe servito lo facesse, beh, l'ha fatto altrove.
E:
> ma anche la Francia
Non vale come risposta, per una serie di fattori, e infatti, seppur generalmente meglio dell'Italia, anche la Francia ha i suoi notevoli problemi strutturali che nasconde, più o meno abilmente.
E siccome non sei più negli anni 70, e non indietro non ci si può tornare, e nessuna delle condizioni che rendevano quella distorsione possibile, seppur ad un certo prezzo, è più presente, oggi finiresti veramente con indici economici da terzo mondo, infinitamente peggiori degli attuali (e ce ne vuole...), dando così il colpo di grazia a quel poco che resta in termini di tessuto produttivo.