Mi rivolgo in particolare a Olympia e Baldrick, una per ragioni di emotività, l'altro per una ipocondria isterica adorabile, dei quali non condivido la visione catastrofista che esprimono (laddove invece condivido il desiderio di estinzione della specie espresso da Baldrick).
Premesso che da questo discorso escludo l'aspetto economico di ciascuno (e graziarcazzo, direte voi) ma solo perché poi diventa una valutazione individuale e invece voglio restare sul sociale generale.
Io questo panico non lo provo. So benissimo cosa sta accadendo, vi assicuro. L'ho detto mille volte in questo topic, it will get worse before it gets better, e ci vorranno due o tre anni per tornare alla TOTALE normalità.
Però è come essere in guerra. Se esci rischi di finire sotto un bombardamento. Il lavoro ne soffre, c'è tensione in famiglia, c'è ansia. Io ho un figlio che ad agosto 2019 è andato in Canada all'università dopo essermelo cresciuto con grande amore e passione, l'ho visto l'ultima volta a Natale e pare che non lo rivedrò questo Natale.
Ne soffro (ovviamente molto meno di coloro che hanno subito perdite o anche solo sofferenza temporanea in famiglia a causa del virus). Soffro del fatto che l'altro, che vive con me, a 17 anni non può più andare in palestra, non può più fare il torneo di calcetto che adorava fare, e da domani non può più uscire la sera.
È tutto brutto, è tutto grave, ma è tutto TEMPORANEO.
Finirà. Bisogna solo tenere duro e cercare di non ammalarsi, non morire e non infettare altri.
Certo che non ci divertiamo, certo che forse non possiamo lavorare (e qui mi unisco a Fat, è una vergogna che non ci sia un reddito di emergenza che garantisca il minimo sostentamento a chi non può lavorare). Non possiamo passeggiare come vogliamo, andare in vacanza come vogliamo, divertirci con gli amici come vogliamo.
Ma bisogna tenere duro, perché finirà.