Storie di covid e necessità di qualche parola di conforto.
Lavoro in un negozio con mio fratello, un'ottantina di mq.
Lunedì della scorsa settimana lui accusa dei sintomi, tosse, niente febbre. Resta a casa.
Io continuo a lavorare, niente sintomi e massima, se possibile, prudenza.
Dopo due giorni fa il tampone, passano tre giorni ma nessuna risposta. Alla fine riesce a sapere che un lotto di tamponi è andato perso. Deve ripeterlo. Nel frattempo i sintomi restano molto lievi. Rifà il tampone sabato ed il lunedì arriva la risposta:positivo ovviamente.
Contatto il medico, mi segna il tampone, chiudo il negozio e mi metto in isolamento.
Sabato avrò il mio tampone. Ultimo contatto con mio fratello otto giorni fa. Completamente asintomatico.
Nel frattempo sto a casa, vivo in una stanzetta separato dagli altri con un televisoretto per vedere la Lazio.
Mi sto discretamente cagando sotto perché nel frattempo mio fratello, ha sette anni più di me, si è aggravato e mi dice che è una cosa terribile.
In genere mi faccio l'influenza tutti gli anni, quindi suppongo che il Mio sistema immunitario non sia il top. Questo mi da qualche speranziella in più (che dite?).
Niente, era così per cercare di rompere l'isolamento.
Forza Lazio