Aneddoto: ieri in spiaggia parlavo col mio vicino, che fa import-export da Russia-Ucraina e Caucaso da 25 anni e più, mi ha raccontato un sacco di cose interessanti.
Una di queste, lui in Italia ha tra le altre una dipendente russa e una ucraina, che lavorano nella stessa sede, svolgono le stesse mansioni per entrambi gli Stati e sono colleghe da quando lui ha aperto l'attività, sono sempre andate d'accordissimo e a volte andavano anche in vacanza assieme con le famiglie.
Adesso sta faticando molto a gestirle, perchè non si parlano più se non per interposta persona, ognuna crede ferocemente alla narrazione della guerra della propria nazione, e vede l'altra come una nemica, anche se erano amiche e sono entrambe in Italia e seguono anche i nostri media.
Per la russa Putin è una persona pacifica, la guerra è colpa dei nazisti ucraini e l'Ucraina è una costruzione artificiale che deve sparire. Per l'ucraina i russi sono tutti e da sempre assassini che vogliono dominare il mondo, saranno annientati dalla controffensiva del milione di soldati ucraini che si stanno addestrando segretamente, e dopo la pace la Russia dovrà essere smembrata e occupata militarmente tipo la Germania dopo la WWII come unico modo per garantire la pace mondiale.
Mi diceva che molti clienti sia russi che ucraini per continuare a lavorare con lui gli han chiesto di non essere seguiti più dalla dipendente della nazionalità opposta, anche se era la loro referente da 20 anni, perchè avere a che fare con lei li metteva troppo a disagio. Lo stesso han fatto alcuni clienti baltici per l'impiegata russa e alcuni caucasici per quella ucraina.
In pratica in entrambe le nazioni (e Stati limitrofi) non riescono assolutamente a separare la nazionalità dalla persona e non concepiscono che l'"altro" popolo possa subire le scelte dei suoi capi e non esserne corresponsabile.
Questo mi ha fatto riflettere... da un lato è un atteggiamento comprensibile, ma è anche dannatamente pericoloso, è l'inizio della disumanizzazione di un conflitto. E se neanche chi è qua riesce ad astrarsi dalla propaganda, figuriamoci quelli che ci sono immersi h24. Come si può pensare a un dissenso interno, da ambo le parti?
Mi diceva anche che dopo il caos delle prime giornate riesce serenamente a continuare l'attività e che le uniche difficoltà le ha per la burocrazia che è aumentata, ma le merci (che non hanno dual use ovvio) viaggiano serenamente e il famoso blocco dei conti swift è aggirato senza eccessive difficoltà e alla luce del sole. Solo ci vuole molto più tempo perchè ci sono più controlli e più passaggi di banche rispetto a prima (non più bonifici diretti ma solo attraverso intermediari in Stati non EU che usano il sistema russo) e gli intermediari fanno affari d'oro.
Secondo lui il danno delle sanzioni è per il 90% sulle nostre economie e per il 10% sull'economia russa, perchè le lungaggini che incontrano le merci europee rischiano di far sostituire le merci europee con quelle americane (che spesso non hanno le sanzioni nostre) e cinesi. A suo avviso i russi sono pronti a mangiare solo cipolle per vent'anni se Putin glielo chiede, illudersi del contrario è una pia illusione.
Ancora, mi diceva che la Moldavia è "messa malissimo, non c'è bisogno che la Russia faccia niente, crolla da sola, è già un miracolo che sia durata fino ad oggi". Secondo lui il livello di corruzione di quel Paese è fuori scala anche rispetto agli altri dell'area, che già non scherzano (diceva che rispetto a quelle zone in Italia non esiste corruzione).
Ultima cosa che mi raccontava, i georgiani sono entusiasti della guerra e sperano che continui il più a lungo possibile, perchè "finchè pensa all'Ucraina Putin non si ricorda di noi".