La provocazione sarebbe la visita della Pelosi a Taiwan? O ho capito male?
La visita di Nancy Pelosi
è una provocazione.
So che DJ (sbagliando, ovvio
ha una lettura differente dalla mia, ma è l’equivalente dell’omicidio di Suleimani.
Quando si arriva al dunque, faccio come mi pare. Ammazzo una figura apicale del regime iraniano, mando Pelosi a Taiwan.
Gli USA, con mossa che ora appare improvvida, hanno riconosciuto Pechino come unica Cina, e hanno promosso una politica ambigua di appoggio a Taiwan, senza riconoscerla e senza trattati bilaterali (proprio per mancanza di riconoscimento).
Quindi, in una politica di appeasement, sarebbe stato opportuno evitare questa visita.
Non ho avuto modo di leggere nulla in merito, ma immagino che gli americani non siano così stupidi come in tanti li dipingono.
Pelosi è il più classico emblema del complesso economico militare industriale che controlla in larga parte la politica USA.
Gli USA si distanziano dalla grammatica base dell’ago re politico: non sta dividendo Cina e Russia, anzi, sta attivamente facendo in modo che si uniscano nonostante le differenze e gli interessi divergenti.
Perché? Cosa c’è che ci sfugge? Cosa non sappiamo? Perché gli USA sembrano accettare la sfida e addirittura provocarla?
C’è una lettura di DJ che mi affascina da tempo: rinsaldare io campo, creare un “circolo chiuso” con Europa, Giappone, Australia e sperabilmente India. Un campo che può controllare anche militarmente.