Con una lunghissima sentenza del 13 marzo 2025, la Corte europea dei diritti dell’uomo, ha ritenuto il governo ucraino responsabile per la strage di Odessa del 2 maggio 2014 quando i manifestanti filoUE diedero fuoco alla casa dei sindacati dove erano riuniti i rappresentanti dei partiti filorussi, rogo che causò la morte di 48 persone (alcune bruciate vive altri, quelli saltati fuori dalle finestre finiti a bastonate dagli aggressori o a colpi di pistola dalla polizia). Secondo stime non ufficiali, le vittime potrebbero essere anche 150, cui vanno aggiunte diverse centinaia di feriti scampati all'eccidio.
I morti sono tutti di nazionalità ucraina e di etnia russa.
Nello specifico i giudici hanno ritenuto il governo di Kiev responsabile per la mancanza di trasparenza e di imparzialità nelle indagini successive alla strage; per la complicità della polizia e soprattutto per non aver fatto “alcuno sforzo significativo per prevenire gli scontri” […] né per “garantire misure di soccorso tempestive per coloro che erano intrappolati nell'incendio”.
I giudici di Strasburgo sottolineano che “la negligenza attribuibile ai funzionari e alle autorità statali nei casi in corso vada oltre un errore di giudizio o una disattenzione da parte dei singoli. Osservando passivamente i rappresentanti di un campo politico iniziare a uccidere quelli del campo opposto, la polizia non solo ha fallito nel suo obbligo di fermare la violenza, ma è anche diventata in parte responsabile della successiva violenza che ha causato più vittime, comprese le vittime degli incendi”.
Finalmente giustizia è fatta. Con buona pace dei pappagalli del potere e delle manine che da anni distorcono i fatti arrivando perfino a modificare la pagina Wikipedia con una versione semplicemente ridicola. E di chi - dall’Italia e da sinistra - si è fatto vergognosamente immortalare bandiere in mano davanti al quel luogo, simbolo di un governo di terroristi con le mani sporche di sangue che la ue sta vergognosamente sostenendo.

Ovviamente di questa notizia non troverete alcuna traccia né sui giornali né sui siti internet asserviti.
I paladini della libera informazione sono in altre faccende affaccendati, d'altra parte la propaganda di guerra richiede impegni massicci.
qui la sentenza integrale
https://hudoc.echr.coe.int/eng#{%22itemid%22:[%22001-242505%22]}