ah anche i russi hanno i neonazisti? Lo sapevo ma grazie, ovviamente Navalnji non ha nulla a che vedere con i neonazisti ma neanche lontanamente capisco però che tutto rientra nella banalità del male, ci sono persone che non hanno i mezzi intellettuali per non farsi ingannare da propagande che gli indicano chi sono i cattivi, una volta gli ebrei un'altra volta i nazisti inventati di sana pianta, e quindi alla fine vanno a fare la guardia magari ai campi di concentramento per ucraini se gli hanno detto che gli ucraini sono nazisti quindi ratti da sterminare oppure nei campi di concentramento dei dissidenti e oppositori di chi orchestra la propaganda, almeno quelli sopravvissuti all'avvelenamento... non c'è problema sei in buona compagnia e mi terrorizzate molto più di putin.
A proposito di casapound https://espresso.repubblica.it/attualita/2019/04/24/news/casapound-alle-europee-grazie-all-appoggio-di-una-spia-russa-1.334175/
In Russia è pieno di movimenti neonazisti, credo sia addirittura il paese con maggiori formazioni neonazisti. Ho un caro amico che ci ha fatto anche vari documentari. Ci sono state infinite aggressioni nei confronti di persone di origine caucasica ma anche verso persone non russe. Conosco personalmente 2 amici pestati a sangue, se non sbaglio, a Mosca all'uscita di un ristorante.
Ho dovuto fare questa ricerca perché evidentemente pensi di sapere tutto, senza offesa eh, ma per chi ha minimamente idea di quello che succede in Russia sa per certo chi è Navalny e che è senza dubbio un fascista ripulito alla Di Stefano con picchi alla Castellino...tipo nella foto piuttosto famosa di Navalny al centro di Mosca durante un corteo di neonazisti che fa il saluto romano con la faccia da cocainomane
Navalny:
Marlène Laruelle, storica specializzata in ideologie nazionaliste nel mondo russo, dettaglia questa esuberanza in un notevole studio pubblicato nel 2014 sulla rivista Post-Soviet Affairs. In questo calderone nazionalista dove convivono il peggio e il nauseante, il progetto di Navalny sarà quello di “conciliare nazionalismo, democrazia e liberalismo”, nota Marlene Laruelle.
Questo porta agli orrori, quando Navalny descrive i caucasici come “scarafaggi”, usa il classico insulto russo di “culi neri” e chiede la “deportazione” di tutti i lavoratori illegali dai paesi ex sovietici dell’Asia centrale.In un video del 2007, Navalny appare in un vestito da dentista mentre le immagini dei migranti sono paragonate alla carie. ” Raccomando una disinfezione completa”, dice. Tutto ciò che si trova sul nostro cammino deve essere accuratamente ma risolutamente eliminato con la deportazione”.
Fino al 2013, Alexei Navalny parteciperà anche ogni 4 novembre alla marcia russa. Questa parata annuale riunisce tutti i movimenti nazionalisti più estremi. Ma non solo. L’evento attira anche gente stufa, senza riferimenti politici, rovinata e declassata dagli anni ’90, e una gioventù persa in cerca di ideali.
È così che Navalny si giustifica sul suo blog, notando che ci sono “persone normali, di buona fede, non solo estremisti, in queste marce e che dobbiamo parlare con loro”. Nel 2011, ha partecipato al comitato organizzatore di questa marcia e sono apparsi altri slogan: “Per i diritti e le libertà russe”; “Per elezioni giuste e libere”. La strategia di Navalny è chiara: fare un lavoro politico in questi movimenti che, alla fine degli anni 2000, hanno riunito gran parte dell’opposizione.
Dal 2007 al 2013, Navalny non ha smesso di descrivere il suo progetto sul suo blog. Natalia Moen-Larsen, una ricercatrice norvegese, ne ha fatto uno studio esaustivo (da leggere qui) che completa utilmente il lavoro di Marlene Laruelle. “In tutto il suo blog, Navalny costruisce il nazionalismo in opposizione ad altre “ideologie marginali”, secondo le sue parole, come il nazionalismo estremista, il fascismo e il nazismo, che collega alla violenza, alla xenofobia e ai pogrom”, nota il ricercatore.
Navalny vuole essere il portavoce di un “nazionalismo normale”. Collega l’immigrazione illegale alla corruzione delle élite, con i lavoratori senza documenti dell’Asia centrale che costituiscono un esercito di schiavi per le grandi corporazioni. Ha lanciato una campagna “Basta alimentare il Caucaso” per denunciare la corruzione e i regimi dittatoriali istituiti o sostenuti dal Cremlino. E attacca tutti coloro che vogliono nascondere questi problemi sotto il tappeto.
Già nel 2006, si spiegava in questi termini: “Gli ultra-radicali sono diventati i volti principali e le forze trainanti del movimento nazionale in Russia. Abbiamo accettato questo. Cosa possiamo fare? Per me, questa domanda è chiara. Dobbiamo combatterli e togliere ai fascisti il diritto di proclamare idee nazionali. Dobbiamo negare loro la posizione di leadership nel movimento russo.
Ma questa sintesi tra nazionalismo, democrazia e liberalismo fallirà. Dal 2013 in poi, dopo la sua campagna elettorale per la carica di sindaco di Mosca (l’unica elezione in cui gli è stato permesso di correre), Navalny abbandonerà questi temi, dedicandosi esclusivamente a denunciare la corruzione del regime di Putin.