Tanto apprezzo la quantità di materiale che porti qui quanto poco apprezzo le tue analisi, che trovo spesso lacunose. Dimentichi troppe cose.
Questa crisi nasce da molto lontano. Risale almeno all'Holodomor. Dopo quella tragedia sarebbe stato assolutamente tassativo evitare qualsiasi sospetto che la Russia potesse di nuovo aggredire l'Ucraina. Così come nel mondo democratico c'è un'attenzione continua ai rigurgiti di nazismo che ogni tanto si manifestano, ci sarebbe dovuta essere un'attenzione simile ai rapporti Russia-Ucraina, a tutela degli ucraini.
Invece arrivò il memorandum di Bucarest, che ho ricordato più volte, ma non mi costa niente rifarlo. Da
https://it.wikipedia.org/wiki/Memorandum_di_Budapest
Il memorandum di Budapest sulle garanzie di sicurezza è un accordo, firmato il 5 dicembre 1994, con il quale l'Ucraina accettò di rinunciare alle armi nucleari in suo possesso che aveva ereditato in seguito alla dissoluzione dell'URSS, aderendo al trattato di non proliferazione nucleare. Le testate nucleari (1.900) furono di conseguenza inviate in Russia per lo smantellamento nei successivi due anni.
In cambio, l'Ucraina ottenne assicurazioni da Russia, Stati Uniti e Regno Unito, successivamente anche da Cina e Francia, per la sua sicurezza, indipendenza ed integrità territoriale.
Notate, l'Ucraina, in teoria stato sovrano, paga per avere ciò che le dovrebbe spettare di diritto, ovvero l'integrità territoriale e l'indipendenza. In più diventa l'unico paese al mondo ad aver eseguito il disarmo nucleare. La cosa non sembra essere stata molto apprezzata e non viene ricordata spesso. Levare le atomiche all'Ucraina fu come sarebbe stato levarle ad Israele. Con la piccola differenza che la Russia è un filo più armata degli stati arabi e un pelo più grande.
Successivamente la Russia viene sempre più integrata nell'economia occidentale. Diventa uno dei principali fornitori di materie prime, soprattutto per i paesi europei. Inoltre viene coinvolta in alcune iniziative relative alla "sicurezza" - che simpatico eufemismo - come la Partnership for Peace, e addirittura partecipa a esercitazioni militari congiunte con alcuni paesi NATO.
Poi decide di cambiare rotta. Nel 2014 si prende la Crimea, alla faccia del memorandum di Bucarest, senza che USA, UK, Cina e Francia, i garanti, facciano molto per impedirlo. Il resto è cronaca.
Ridurre questa dinamica all'abbaiare della NATO alle porte della Russia non va bene (understatement).
Affermare che "la Russia lo ha preso come un problema esistenziale e ha invaso l’Ucraina" è un grosso errore, a dir poco. Non è un problema esistenziale, non per la Russia. Per l'Ucraina sì, come afferma Masha Gessen, citando Putin.
A margine di tutto ciò mi rimane l'idea che l'obiettivo reale di questo processo sia l'Europa, e che l'Ucraina sia solo una tappa intermedia. La prossima tappa potrebbe essere l'Ungheria, anzichè le repubbliche baltiche.
Favola?
tutto quello che hai scritto gioca senza dubbio un ruolo, ma niente di quello che hai scritto si trova (secondo me) all’origine della crisi. innanzi tutto bisogna intendersi su quale crisi stiamo vedendo.
la crisi attuale a mio avviso nasce, anzi non “nasce da” ma e’, la crisi degli stati uniti d’america. non intendo necessariamente crisi mortale, estinzione, ultimi rantoli, fine dell’impero o cose cosi’, ma semplicemente crisi, gli usa sono in crisi, il loro modello economico/politico e’ in crisi, costa troppo, ottiene troppo poco e scontenta troppo i loro clientes. e questa crisi non e’ iniziata adesso ma alla fine degli anni 60, quando il peso militare, commerciale, industriale e demografico degli usa nel mondo ha iniziato a scendere dopo che per 50 anni era salito rapidamente. nel 1971, sganciando il dollaro dall’euro, hanno scelto di contrastare il declino appena iniziato per via “finanziaria”, chiamiamola cosi’. e per anni questa scelta in qualche senso ha pagato, cioe’ gli usa si sono complessivamente arricchiti oltre ogni loro immaginazione (credo) e, con le armi (non solo usandole o minacciando di usarle ma anche vendendole in modo strategico), sono riusciti di fatto a scaricare sul resto del mondo gli enormi costi del loro sistema. tutto questo pero’ non ha fermato il declino; un po’ perche’ per massimizzare i profitti hanno spostato l’industria verso altri paesi, de-industrializzandosi di fatto (cosa talmente negativa che, per dire, ora la grande strategia usa nel pacifico consiste nel voler fisicamente spostare l’industria taiwanese negli usa); un po’ perche’ la quantita’ di denaro che hanno messo in circolazione col tempo e’ andata fuori controllo, il che ha ridotto il valore dello usd (-75% dal 1980 a oggi) al punto che paesi che prima ci erano addicted ora non lo accettano piu’; un po’ perche’ gli usa hanno di fatto mancato gli obiettivi politici e militari di tutte le guerre che hanno combattuto dagli anni 60 a oggi; e sicuramente per altre 10mila ragioni fra le quali pero’ secondo me non c’e’ l’holodomor. contemporaneamente altri paesi (cina e russia ma non solo) hanno sistematicamente fatto scelte volte a sostituire gli americani come “paesi di riferimento”, un po’ usando mezzi meno violenti (che ci piaccia o meno, commercio e sviluppo) e un po’ facendo leva sul fatto che, come la giri la giri, noi non abbiamo nessuna delle risorse di cui abbiamo bisogno, le hanno tutte loro (detto proprio in breve, il gas non si stampa). quindi siamo in transizione da un mondo usa-centrico (fondato sulla finanza, sulla democrazia alla occidentale come unico sistema politico accettabile per tutti, e sul controllo militare delle risorse altrui) a uno asia-centrico (fondato sul commercio, sulla ricerca snervante del compromesso per quanto tenue, e sul fatto che ogni paese al suo interno si regola come vuole). questa transizione non e’ piu’ evitabile, e nessuno vuole che avvenga tramite una guerra nucleare o una gigantesca crisi finanziaria, perche’ sarebbe la fine per tutti. certo, gli stati uniti ci rimetteranno, ma ne’ i cinesi ne’ i russi vogliono affondare, cosa che un po’ accadrebbe se affondassero gli usa. si tratta solo di capire come vogliono affrontarla gli usa, questa transizione. l’ucraina e’ la risposta a questa domanda: in modo aggressivo. perche’? boh. una grossa parte del perche’ e’ secondo me legata a una difficolta’ tutta interna agli usa. in breve, gli americani siedono su una montagna enorme di denaro che hanno stampato negli ultimi anni e che ora letteralmente non sanno come usare, perche’ l’idea che finche’ puoi stampare denaro potrai sempre ripagare i tuoi debiti (ripetuta ad nauseam per anni per farci capire che gli usa non affonderanno mai) e’ vera solo finche’ gli altri accettano il tuo denaro. quando smettono, che fai coi soldi che hai stampato? una guerra e’ un modo per uscirne. (ma anche qui, questa cosa e’ vera se la guerra la vinci. se la perdi, come e’ probabile che accada visti i precedenti, che succede?) un’altra parte del perche’ e’ semplicemente che almeno per un po’ possono farlo per proxy, perche’ esiste l’ucraina che, per tutti i motivi che hai elencato e altri (in primis il lavoro fatto dagli usa in ucraina nell’ultimo decennio), per i loro scopi e’ (purtroppo) perfetta, una specie manna dal cielo. altro motivo, perche’ credono di poter scaricare sull’europa (noi) i costi economici presenti e futuri. piu’ sicuramente altri 10mila motivi. in ogni caso, tutto fa pensare che cerchino una guerra. e, se continuano cosi’, alla fine purtroppo per noi la troveranno, di carte da giocare ne hanno e del futuro dell’ucraina non gli importa una mazza, come non gli importa nulla di taiwan, dell’armenia, della moldavia ecc ecc. sbagliero' ma la dinamica che ha portato all'abbaiare della nato non ha niente a che fare, secondo me, con l'holodomor, bandera, budapest e Minsk. per me gira tutto intorno agli usa e ai loro problemi.