Mentre in Italia si fa l'elogio funebre di un tizio che diceva che l'Ucraina non si deve difendere, non bisogna aiutarla, che è meglio la dittatura russa...
«Quando sono arrivata dalla mia amica Vira, che tuttora mi ospita e mi ha aiutata a trovare un lavoro, puzzavo. Sono stata un’ora nella vasca da bagno per togliermi di dosso l’odore di morte, sangue, urina e polvere da sparo. Per settimane intere ho potuto soltanto strofinarmi addosso un po’ di neve e avevo dimenticato cosa fosse il profumo del sapone». Zhanna, 71 anni, racconta d’aver vissuto la notte del 27 febbraio 2022 come un incubo a occhi aperti: «Mi stavo preparando per andare al lavoro quando un’esplosione violentissima ha fatto crollare il muro fra la cucina e il bagno. Mio marito era a terra senza vita e io sanguinavo da un orecchio. Dal vuoto della facciata distrutta potevo intravedere i carri russi incedere sparando senza sosta contro ogni palazzo finché non collassava. Al seguito di tank, blindati e furgoni, i soldati russi scaricavano i loro mitragliatori contro qualsiasi cosa, persino i
monumenti». Camminando per Borodyanka non è difficile raccogliere testimonianze simili: «Qui sopra volavano gli elicotteri, sganciando bombe sui tetti dei palazzi. Nessuno immaginava che sarebbe stato un attacco così brutale. I russi sembravano zombie: mentre i corpi dei civili bruciavano dentro le auto, loro puntavano a ogni finestra senza ascoltare nessuna implorazione» ricorda Maria, singhiozzando di fronte a un enorme cratere. «Nemmeno la Germania nazista aveva provocato in Ucraina una simile catastrofe. Hitler voleva impossessarsi delle nostre ricchezze e di questi luoghi, non distruggerli. Ciò che fanno i russi non ha senso». Maria è un medico e ha vissuto l’occupazione prestando soccorso ai concittadini feriti. «Mi sono rifiutata di curare i soldati russi, tanto che un giorno per costringermi a farlo mi hanno fatta chiamare da un civile per poi sparargli mentre mi chiedeva di soccorrerlo». Come centinaia d’altre persone, anche lei dice d’aver chiuso ogni rapporto coi russi.