quelle NON SONO statistiche. Non a caso i dati da nazionali diventano addirittura continentali (?!?!?).
La statistica per come la conosciamo oggi è una disciplina novecentesca.
In Europa, tramite alcune fonti istituzionali di Stato (da cui deriva il termine), è riuscita a ricostruire anche dati precedenti all'istituzione degli enti preposti, ma fuori da essa su cosa ti basi?
Nel caso specifico te lo dico io: sul nulla.
Semplicemente prendi la traiettoria che hai tra '50 e 2015 e la allunghi retrospettivamente aggiustandola attraverso qualche fonte locale. Per alcuni stati si sono utilizzati i dati degli stati limitrofi. Come dire che le statistiche italiane le approssimi su quelle albanesi o croate.
Sai il valore scientifico di questa operazione? ZERO. Paragonabile ad un sondaggio.
Quindi certo che critico tali statistiche perché non sono "altrui", sono finte statistiche.
E, per altro, in un precedente post avevo anche dimostrato la cosa andando a prendere il metodo utilizzato citando direttamente la nota metodologica utilizzata da Riley nel 2005, di cui qui ti riporto nuovamente lo studio:
https://onlinelibrary.wiley.com/doi/abs/10.1111/j.1728-4457.2005.00083.xQuindi si, ribadisco, la Storia del colonialismo ci dice esattamente l'opposto di quanto affermi tu.
La qualità della vita del continente africano è notevolmente peggiorata a causa del capitalismo in merito alle variabili citate nel mio precedente intervento.
E l'Europa è riuscita a progredire a quei ritmi non per una questione culturale (il giappone era culturalmente molto simile) ma proprio grazie al peggioramento causato in particolare all'Africa, in misura un po' minore al Sud America.
Non ci sono i dati numerici, ma ci sono i documenti storici a riprova. Negarlo è essere negazionisti.
Esattamente come quelli che negano il fenomeno storico dei campi di sterminio. Che sarebbe reale anche se non avessimo dati statistici a supporto.