FD, tu ragioni senza contestualizzare. L'uomo ha cominciato a vivere sopra le sue possibilità da pochissimi decenni, è stato un processo rapidissimo.
E' stato solo dal secondo dopoguerra che una fetta significativa di umanità ha avuto accesso a quelle comodità che consumano di più le risorse del pianeta. Prima, solo una ristrettissima ed insignificante (sul totale) manciata di fortunatissimi aveva qualche lusso, gli altri vivevano poco meglio che i loro antenati nel medioevo.
Mio padre (sì lo so, non vi piacciono gli aneddoti ma è vita vera quella di cui parlo, realtà, mica filosofia campata per aria) ha avuto l'acqua corrente in casa nel 1964. Mia madre ha avuto il riscaldamento in tutta la casa nel 1971. La prima auto negli anni 60. Prima, latrina in cortile, legna/carbone per scaldarsi in una sola stanza, pozzo per l'acqua. Luce con le candele o la lampada a olio, bicicletta o calesse per muoversi.
E parliamo di Italia del nord, cuore dell'Europa, mica remota steppa siberiana o savana africana.
Quando il consumismo ha cominciato ad affermarsi con tutto il suo corollario di inquinamento, per alcuni decenni non si è capito che conseguenze a lungo termine avrebbe avuto. Gli scarichi delle fabbriche nei fiumi o in buche nel terreno o bruciando i rifiuti era il modo normale in cui l'uomo da quando esiste gestiva i rifiuti che produceva. E hanno continuato a gestirli così perchè era normale fare così.
Solo POI si sono accorti che con i rifiuti moderni non funzionava più, sia per la quantità (enorme) che per la tipologia (che non si decomponevano come quelli naturali).
Quanto al consumo di risorse nessuno ci pensava, perchè erano talmente tante le nuove fonti di energia prima semisconosciute (petrolio, nucleare, idrogeno, metano...) e i loro usi, e le opportunità fornite dalla scienza (depurazione dell'acqua, agricoltura intensiva che faceva rendere il doppio i campi, progressi della medicina...) che si pensava che l'uomo fosse avviato verso un avvenire enormemente migliore. I pensieri erano sui conflitti tra uomini (guerra fredda) e al rischio di una guerra atomica, nessuno immaginava quello che sta succedendo adesso.
E la cosa è sfuggita di mano. Solo quando lo hanno capito hanno cominciato a metterci una pezza, ma la soluzione che per te a parole è ovvia, nei fatti non lo è assolutamente.
Specialmente perchè stiamo parlando di un treno in corsa. Non lo fermi istantaneamente come una bicicletta! Si fa presto a dire di non vivere sopra le nostre possibilità, ma in concreto COME lo fai?
A cosa dici basta? Ai tre pasti al giorno per ogni persona? Alle piscine riscaldate? (Anche in Canada?) Ai condizionatori? (Anche in Arabia?) Ai SUV? (Anche dove i fuoristrada servono per spostarsi?) Alle vacanze in altri continenti? (Anche se spesso sono la principale fonte di reddito per le popolazioni locali, vedi Perù, Tunisia, Egitto...) Alla plastica? (Anche per i vestiti, che sono ormai quasi tutti sintetici visto che è 'green' vestirsi di derivati del petrolio ma usare la pelle degli animali no?) Alla corsa allo spazio, visto che mandare in orbita un satellite brucia una quantità di idrogeno e produce una quantità di rifiuti spaventosa? (Ma senza satelliti ciao ciao gps, monitoraggio del clima ecc. ecc.)
Intendiamoci, anch'io sono 100% d'accordo che bisogna darsi una regolata, ma quando si scende nel concreto è tutto molto più complesso. Perchè disgraziatamente come le cose più buone da mangiare sono sempre quelle che fanno male e ingrassano, i processi produttivi che inquinano e consumano di più sono sempre i più economici! Quindi se vogliano consumare meno ma non rinunciare al progresso, qualcuno il conto lo deve pagare.
I Paesi poveri non vogliono pagarlo loro perchè -giustamente- rivendicano il loro diritto alle comodità e al progresso e -meno giustamente- il loro diritto di inquinare quanto abbiammo inquinato noi. Noi non possiamo pagarlo perchè già riconvertire le nostre industrie le manderà fuori mercato (visto che il resto del mondo produce sbattendosene altamente dei limiti di co2 e altro), poi perchè l'Europa ormai non è più da decenni l'unico luogo in cui si danneggia l'ambiente (anzi, è l'unico luogo in cui si riducono da anni le emissioni di co2 e l'inquinamento, mentre altrove crescono a cifre assurde).
Guardate qui https://data.worldbank.org/indicator/EN.ATM.GHGT.KT.CE?most_recent_value_desc=true&view=chart ordinate la tabella All Countries and Economies per Most recent value e guardate il grafico accanto a ogni Paese...
E' per questo che sta nuova politica green dell'UE è pura follia. Pensare di cambiare un intero continente in così poco tempo significa annientarne l'industria e l'agricoltura, con ripercussioni sociali terrificanti. E la cosa demenziale è che nel frattempo il resto del mondo continua ad inquinare come e più di noi, e per l'ambiente non cambierà nulla.
E allora, che fai?
La soluzione non ce l'ho, temo che le cose si sistemeranno solo quando Dio, la natura, il karma, il pianeta ci presenterà il conto. Prima, un accordo non lo troverai, perchè gli uomini sono troppo avidi. E dire che basterebbe sanzionare le merci di chi produce inquinando, si chiami Italia, Cina, USA, Brasile o Patagonia...
ma vedi il punto è che gli esempi di "vita reale" sono fuorvianti.
Il contraltare ad essi non è la "filosofia" ma astrazioni che descrivono la realtà meglio della "vita reale".
Tu cerchi di dimostrare che è il sole a girare attorno alla terra perché la vita reale ti dice questo.
Mentre sono calcoli astratti che ti dimostrano come la realtà sia l'opposto a ciò che vedono i tuoi occhi.
Non è certo l'acqua corrente in casa o il riscaldamento a rendere insostenibile il metabolismo energetico DEL CAPITALISMO. Non umano. DEL CAPITALISMO.
è fondamentale sta distinzione, che tutto il tuo discorso punta a far coincidere uomo e capitalismo (è avido, vive sopra le sue possibilità, ecc) ed è proprio questo il tratto ideologico.
Si parla tanto di ideologia comunista, poi in realtà i discorsi di senso comune della nostra civiltà sono pregni di ideologia, di convinzioni basate non sulla realtà.
Non è vero che nessuno immaginava gli effetti dell'industrializzazione, tanto è vero che l'ecologismo nasce nell'800 con la visione romantica della natura.
Tuttavia era una visione speculare a quella dei fanatici del progresso, la natura come scrigno da preservare, separata dalla nostra realtà. Ma la realtà è una, quella naturale, di cui noi facciamo parte.
Il tuo discorso è totalmente fallato perché attribuisce lo squilibrio a fattori totalmente errati.
Non è l'acqua corrente, non è il riscaldamento, non sono i tre pasti al giorno a sbilanciare il rapporto.
Porla così, su aspetti irreali, serve a consolidare il ricatto del capitale.
Perché ovviamente nessuno direbbe "si, rinunciamo a ste cose per ripristinare l'equilibrio".
Peccato che NON SIANO ste cose a creare squilibrio. Ma proprio zero. ZERO.
Abbiamo una produzione di auto che con l'invenduto copre la distanza terra-luna ogni anno. Terra-luna oh. Invenduto vuol dire INUTILE.
Abbiamo ormai cicli del prodotto ridicoli perché per mantenere la valorizzazione per i privati devi cambiarli rapidamente. Ma questo non c'entra nulla con l'utilizzo di quei prodotto e l'utilità che ci apportano, c'entra col valore di scambio necessario ad alimentare la logica astratta del capitale, la valorizzazione.
Abbiamo degli sprechi di natura mastodontica (l'esempio dell'acqua imbottigliata in piemonte e venduta a Lecce) così come esternalità negative dovute alle politiche di distretto paurose.
QUESTO crea il problema, NON le abitudini.
E per modificare questo hai bisogno di una gestione razionale della riproduzione in luogo di una lasciata alla semplice intermediazione privata volta al profitto.
Non è l'essere umano ad essere avido, è la logica del capitale a rendere necessaria l'avidità.
Ma la logica del capitale non esiste da sempre, non è connaturata all'essere umano, è un tratto specifico della nostra epoca.
Ed è esattamente questo che non cogli anche quando parli di medioevo ed età precedenti.
Tu proietti su quelle età e civiltà questa logica e misuri lo scarto con essa. é un'operazione totalmente errata e si nota anche sulle questioni energetiche odierne o il nucleare.
Un esempio su tutti: l'esempio che fai dei paesi poveri e gli indici che prendi in considerazione.
I paesi poveri non ambiscono ai tre pasti al giorno, ambiscono anche loro a quel processo di valorizzazione. E infatti in questi paesi le disuguaglianze aumentano con la crescita esattamente come nella prima industrializzazione europea, perché non si diffonde benessere ma si sviluppa capitale (e quel che non si comprende è come il benessere in europa non l'ha prodotto il capitale, ma il conflitto sociale pauroso tra 1820 e 1870).
Ma è logico pure che sti paesi ricerchino questo: se è questa la logica imperante loro si allineeranno a quelle priorità.
Così come è logico sul piano individuale: se questa è la logica la scala di priorità si adatta.
E finisce per farti mescolare e confondere proprietà umane-individuali con proprietà di costrutto specifico.
Anche soltanto il concetto di valore apre un dibattito immenso, fortunatamente oggi rimesso in agenda anche da pezzi significativi di economia mainstream oltre agli eterodossi.
Il nucleare ha esattamente il tuo problema: pretende di essere una risposta senza porsi la domanda giusta. Di risolvere la cosa mantenendo inalterate le variabili.
é una grande illusione che si alimenta di soluzioni stupide. Come sotterrare rifiuti perché riteniamo gli stessi inevitabili.