Al netto di quel che dice Pan sulla violenza di genere, che mi sembra ineccepibile, a mio avviso avete tutt* un po' ragione perché parlate con gli stessi termini di questioni in realtà diverse. Provo a spiegarmi partendo da me.
Io ho vissuto l'adolescenza più o meno negli stessi anni di Naoko e la mia esperienza mi ha portato più all'interno di determinati contesti.
Anche a me ripetevano sempre "non accettare caramelle dagli sconosciuti" ma io sti sconosciuti li andavo cercando in ogni dove per avere ste maledette caramelle senza trovarli mai.
Ho passato diversi anni facendomi circa 1500/2000 canne l'anno (stima realistica), ho provato tutte le sostanze a voi note e alcune che probabilmente ignorate, di alcune di queste sono stato consumatore abituale anche se non quotidiano. Ho passato anche tre/quattro giorni consecutivi perso nei meandri del mio inconscio. Mi sono divertito da matti e rifarei ogni singola cosa.
Ho stimolato le mie sinapsi in modo considerevole eppure continuo a credere che funzionino parecchio meglio di altri che non bevono manco caffè.
Eppure non mi sono mai sentito in pericolo, perché tutto questo restava assolutamente secondario rispetto alla miriade di altre cose più o meno importanti: le amicizie, la politica, il calcio, le vacanze, lo studio.
Attenzione, non sto dicendo che non ci fosse chi cadeva. C'era eccome, ne ricordo più d'uno finito così.
Anzi dirò di più: chi cadeva tendenzialmente finiva male male o finiva e basta, non c'erano tante zone grigie.
Ma non mi riguardava. Non era uno stato allucinatorio, non mi riguardava davvero.
La differenza l'ho capita tempo dopo, quando anch'io ho visto, seppur da lontano, come semplice tentazione, la Bestia.
Niente di terrificante, tutt'altro. Anche perché dalle cose terrificanti uno scappa.
Le cose terrificanti sono quelle reali e proprio da quelle si scappa.
Credo che non ci sia metafora più azzeccata del Paese dei Balocchi di Collodi per descriverla.
Rassicurante, in grado di distrarti e alleggerirti, di convincerti che lasciandoti andare potrai restare lì a tempo indeterminato. Una scenografia di cartone che nasconde bene la merda che ti circonda. E se finisci amen.
La mia fortuna paradossalmente è stata quella di aver avuto un termine di paragone.
Di aver avvertito la differenza tra il divertimento avuto fino ad allora e quella tentazione improvvisa.
Non sono caduto e quello è stato uno dei momenti che mi ha reso adulto.
Arrivo al punto: credo che quanto dice Pablo non riguardi tanto il numero di morti per gli stupefacenti o il numero di crimini per le strade.
Anche se va detto che fino ai '90 la merce non girava così tanto per le scuole perché la criminalità organizzata ancora non aveva capito che si facevano molti più soldi a renderlo business popolare tagliandola a 1/3 o 1/4 rispetto a venderla ai soli ricchi. E fidatevi che cambia parecchio tra un pischello consumatore di fumo o di cocaina.
In ogni caso Pablo credo parli del deserto sociale che rende più attraente il paese dei balocchi, dove non necessariamente si muore ma in larga parte dei casi si galleggia nel grigio. Dove l'assenza di stimoli e di prospettive ti dice che non hai molti motivi per non lasciarti andare.
Non è solo questione di complessità tecnologica, ma di questa legata ad una solitudine esistenziale che è ormai dilagante (e che no, non può essere controbilanciata dai meri legami familiari).
Dove la speranza ha lasciato il campo alla rassegnazione. E' in fasi come queste che imperano i Mangiafuoco.
E no, non è per niente come era una volta, anche se magari una volta si moriva di più.
Perdonami Thorin tu potrai rispondermi pure che una morte è sempre tragicamente tale, ma io tra il morire in uno scontro di piazza tra i tuoi solidali o morire soli e abbandonati in mezzo alla merda ci vedo parecchie differenze. Anche se l'esito è lo stesso.