In queste elezioni mi sembra chiaro che il risultato più pesante, da un punto di vista numerico, sia l'astensionismo. Astensionismo che tornata elettorale dopo un'altra, si caratterizza sempre meno per essere quello dei "qualunquisti" (o di quella fetta molto minoritaria ma militante che per principio è contro la delega sempre e comunque) e sempre più si connota per essere fenomeno di massa.
Anche a livello di percezione del mio vissuto, anno dopo anno mi trovo circondato da persone che si astengono alle elezioni, tra i familiari, i parenti, gli amici, i colleghi di lavoro, i conoscenti, via via, tornata elettorale dopo un'altra smettono di andare a votare. Fenomeno di massa che riguarda soprattutto le cosiddette fasce popolari.
Ci sono organizzazioni militanti di sinistra che provengono da partiti che sedevano in parlamento fino a pochi anni fa, partiti che hanno fatto parte anche di governi del cosiddetto centro/sinistra, che pubblicamente danno indicazione di non andare a votare; neanche di libera scelta ai propri aderenti, proprio il non voto come se fossero un comitato autonomo operaio degli anni '70...
Per una forza di sinistra, soprattutto oramai che il Parlamento è nei fatti svuotato nel suo ruolo e funzioni, è sbagliato, quasi suicida, finalizzare la propria azione al solo conseguimento dei seggi in parlamento, a prescindere se poi ci riesca o meno. Da ciò ne consegue che se c'è un processo reale di aggregazione nella società che guarda a sinistra, almeno in teoria dovresti raccoglierne i frutti anche alle elezioni e non viceversa, cioè non sono le elezioni che ti daranno i frutti sperati della ricomposizione di classe.
Ciò nonostante penso che, per determinati interessi, avere una forza che si presenta alle elezioni e/o che poi entra in Parlamento, una forza che è o dovrebbero essere conseguentemente di sinistra, potrebbe avere dei vantaggi, innanzitutto a livello simbolico e di segnale, ma anche a livello di informazioni che si possono avere su determinate cose. Questo la netto di un processo reale che al momento ancora non c'è o è solo debolmente abbozzato in alcuni contesti.
Parlo però di una forza che rompa definitivamente senza nessuno sconto con il PD, altrimenti si continua ad alimentare confusione, ambiguità e legami che vanno recisi, perché per esempio vuoi o non vuoi, poi il parlamentare lo chiami, perché ti serve per le vertenze ed altre cose simili.
Il segnale che andrebbe dato a sinistra è di totale indipendenza da altre forze che oggettivamente non sono più di sinistra.
L'unica forza che ha dato un segnale su questa cosa, almeno non ambiguo è che ha un minimo di intervento sul territorio (almeno lo ha Potere al Popolo che ne fa parte) è stata Unione Popolare*. Unione Popolare che come aggregazione di Potere al Popolo, PRC, Manifesta (ex M5S che erano presenti in parlamento), ha avuto poco tempo per farsi conoscere e di quel poco lo ha dovuto impiegare ad agosto(!) per raccogliere le firme per potersi presentare in tutti i collegi di Camera e Senato...Visto tutto il contesto e visto l'internità che hanno alcune diramazioni di Potere al Popolo locali in alcuni contesti territoriali di lotta, ho trovato sorprendente che da una parte di militanti di sinistra e delle organizzazioni non vicine a PaP abbiano indicato l'astensionismo e non un semplice indicazione libera, una cosa del tipo "quello che conta è la lotta fuori dal parlamento" senza l'aggiunta esplicita del non voto. Ed altri addirittura abbiano orientato il proprio voto verso SI - Verdi che continuano ad avere una linea ambigua verso il PD. Che cosa sarebbe ritornato di negativo -dato il contesto- se Unione Popolare entrava in parlamento non l'ho proprio capito, questo riconoscendo tutti i bagli e i difetti che ha o potrebbe avere Unione Popolare (o Potere al Popolo), che a me appaiono comunque molto inferiori ad esperienze relativamente recenti e relativamente simili. Anche non raggiungendo il quorum dello sbarramento ma prendendo ancora più voti (Unione Popolare se confrontata a Potere al Popolo ha preso comunque più voti in termini numerici e percentuali delle politiche del 2018)
* c'erano anche due partiti comunisti in alcuni collegi con proprio nome e simbolo...con tutto il rispetto possibile da parte mia per chi ne fa parte, ma se si hanno solo qualche decina di militanti forse l'impegno delle politiche è un po spropositato